Debito di sangue - Blood work
Per alcuni versi la storia di Debito di Sangue, mi ricorda una delle prime regie del vecchio Clint: Cacciatore Bianco, Cuore Nero. In effetti Terry McCaleb è un anziano agente dell'FBI che, inseguendo uno dei tanti maniaci omicidi, ha un attacco di cuore. La malattia non sembra dare spazio a molte illusioni, soltanto un trapianto potrà salvarlo, e sarà proprio il cuore di una donna di colore quello che gli verrà trapiantato.
Ritroviamo Terry due anni dopo, con il suo cuore nuovo e con un caso che bussa alla porta della sua barca. Graciela (Wanda de Jesus - Flawless) vuole che lui scopra l'assassino della sorella, la donna che gli ha donato l'organo che ha nel petto l'anziano agente.
Contro il parere dei suoi vecchi amici, del suo medico (Anjelica Huston - I Tenenbaums) ed alla fine della stessa Graciela, Terry, coadiuvato dal suo amico Buddy (Jeff Daniels - Pleasantville), inizia una caccia che lo mina nello spirito, ma soprattutto nel fisico. Ma si tratta di un debito troppo grande e non si può tirare indietro.

Come ormai prevede il nuovo corso di Clint, il personaggio di Terry è un uomo vulnerabile e con dei lati oscuri, non più il rerazionario pieno di certezze che ci proponeva Callaghan. Anche gli altri protagonisti hanno un fascino un pò speciale. Daniels è un perdigiorno che alla fine si dimostra più intelligente e capace di quanto sembrerebbe, Graciela è una donna determinata pronta ad affrontare scelte difficili e così via.
La struttura del film per quanto lineare e senza particolari picchi, è ben costruita ed Eastwood è perfettamente cosciente dei suoi limiti; sa di non essere un regista virtuoso e si limita al suo onesto lavoro. Questa non vuole assolutamente essere un'accusa nei suoi confronti, anzi; la capacità di fare le cose in modo semplice è un pregio e rivela un grande rispetto verso lo spettatore che non ama essere preso in giro.
L'unico appunto che si potrebbe sollevare è relativo ad una certa premonizione latente che consente di capire sempre un istante prima ciò che sta per accadere, ma probabilmente è stata una preecisa scelta attraverso una serie di indizi che vengono seminati sul percorso come un sottile filo d'Arianna. Chi sa se Connely, autore del libro, avrebbe apprezzato?
Ora rilassatevi, sedetevi, fatevi cullare dalle note jazz scelte per l'accompagnamento musicale (ormai diventate, fin da Bird, parte integrane del mondo estwooddiano) e godetevi quest'ultima fatica del "biondo".

La frase: - "Perchè vive su una barca?" - "Perchè detesto tagliare il prato!"

Curiosità: un pò di numeri quarantaquattresimo film di Clint Eastwood come protagonista, ventitreesimo come regista e diciottesimo come produttore. Niente male davvero per il settantaduienne californiano dagli occhi di ghiaccio.

Indicazioni:
Gli estimatori dei thriller non resteranno delusi.

Valerio Salvi

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