FilmUP - Recensione: Cuori in Atlantide

Cuori in Atlantide
Stephen King è probabilmente uno degli autori più sfruttati dall'industria cinematografica. Ma sebbene i suoi romanzi siano per molti lettori un film in parole, al cinema non hanno mai raggiunto un risultato soddisfacente, a parte qualche eccezione come "Stand by me". Sebbene lo scrittore americano sia straordinario proprio nelle caratterizzazioni di personaggi giovanissimi, creando indimenticabili undicenni nel passaggio dall'infanzia all'adolescenza, la sua arte non si ritrova quasi mai nei film che ispira. Non fa eccezione il film diretto da Scott Hicks.

Viaggio a ritroso nel tempo per il fotografo Robert Garfield, che torna nella città dov'è nato in occasione dei funerali del suo amico d'infanzia Sully. Ritrova la vecchia casa dove viveva con la madre dopo la morte prematura del padre. E ricorda la sua breve ed intensa amicizia con un anziano e misterioso signore, Ted Brautigan, inquilino di passaggio nella stessa casa. Allora undicenne, strabiliato e sbalordito dagli strani poteri di Ted, Bobby resta incantato da quell'uomo che gli suggerisce straordinarie letture e gli parla come un adulto, emancipandolo dal peso della mancanza del padre. Questa amicizia e tutti gli eventi legati a quell'anno particolare segnano indelebilmente la vita di Bobby. Saranno molte le occasioni in cui dovrà far mostra di tutto il suo coraggio scoprendo l'esistenza di una realtà oscura e difficile che non immaginava neppure.

Il regista di "Shine" sembra non essere in grado di liberarsi dalla malinconia melodrammatica in cui era caduto con "La neve cade sui cedri" e attraverso scontatissime immagini dei tre protagonisti impegnati nei loro giochi di bambini con una altrettanto melenso commento musicale, realizza un altro film sdolcinato e piuttosto noioso. Neppure la presenza dell'ex cannibale di Ridley Scott, Anthony Hopkins riesce a salvarne le sorti ma al contrario, in una interpretazione decisamente sottotono, resta anche lui impigliato nelle maglie della prevedibilità.
Il solo desiderio scaturito dalla visione del film è l'ambìto ritorno a casa per re-immergersi nelle pagine straordinarie di King.

Valeria Chiari

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