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Autore King Lear
seanma

Reg.: 07 Nov 2001
Messaggi: 8105
Da: jjjjjjjj (MI)
Inviato: 13-12-2003 15:02  
Non saprei...ma evidentemente così come è posta nel Re Lear(per non parlare di Otello)la cosa rimane misteriosa....
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sono un bugiardo e un ipocrita

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FabryGiuly

Reg.: 01 Nov 2003
Messaggi: 324
Da: Milano-Padova (es)
Inviato: 13-12-2003 16:42  
anche nell'Otello c'è una profezia?
poi volevo chiederti una cosa...secondo te cos'hanno in comune la tragedia greca con quella sciecspiriana ?mi interessa molto un confronto...
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Bizio ti voglio bene...............

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seanma

Reg.: 07 Nov 2001
Messaggi: 8105
Da: jjjjjjjj (MI)
Inviato: 13-12-2003 16:51  
quote:
In data 2003-12-13 16:42, FabryGiuly scrive:
anche nell'Otello c'è una profezia?
poi volevo chiederti una cosa...secondo te cos'hanno in comune la tragedia greca con quella sciecspiriana ?mi interessa molto un confronto...


per il confronto fammi pensare...

su Otello invece ho una cosa che non ho mai fatto leggere a nessuno,che spiega un po' tutto...

Comunemente s’intende per “tragedia” qualcosa che da un Bene,si tramuta gradatamente in un Male,spesso insanabile perché troppo radicato.L’Otello shakesperiano probabilmente porta una sorta di evoluzione nel modo d’intendere questa parola,o forse no.Da una parte abbiamo il Moro,valoroso guerriero e uomo prestante,e dall’altra parte Iago,piccolo e meschino.In mezzo si potrebbe dire,sta Desdemona,amata dal Moro e strumento di distruzione per Iago.E’ proprio questa progressiva distruzione l’elemento fondante del dramma e forse l’elemento di novità,come sopra si diceva.Mentre in altri esempi del medesimo genere letterario,la rovina arrivava o dall’insondabile Destino(tutte le tragedie greche)o dall’autodistruzione (Re Lear)qui il vortice del Male parte e si esprime in una via totalmente nuova:la parola usata in maniera beffarda,ironica,pungente,dissimulatoria.Unico e solo artefice di tutto questo è naturalmente Iago,senza esagerare una delle più alte creazioni letterarie se si rimane sul piano dei caratteri,dei personaggi:Iago è la perfetta sintesi,il perfetto “cocktail” tra due maniere di “sentire il mondo” diametralmente opposte ma che in fondo necessitano di poco per essere tangenti,,anche solo per sfumare l’una nell’altra,ovvero la dimensione ‘tragica’ e quella ‘comica’ dell’esistenza.Per questo parlavo prima di possibile rivoluzione/evoluzione nella tragedia:pur comunque ultimamente rimanendo nei canoni tradizionali,l’intero svolgimento è innovativo,quantomai stravolto.Tutta la vicenda si regge sulla trama ordita dal grande Iago,ma mai durante tutto il lasso di tempo dell’attuazione del piano,mai si avverte un vero e proprio sentimento di tristezza e desolazione,tipiche reazioni emotive di fronte al tragico,bensì sempre e comunque,vedendo Iago in azione si sorride,sotto i baffi certo,ma si sorride,inconsciamente (auto)compiaciuti di ciò che l’uomo può architettare,o tuttalpiù “esaltati” e “rinvigoriti” tanta è la forza espressa da questo personaggio.
Ma attenzione bisogna puntualizzare un fatto di capitale importanza:Iago,pur avendo così grande preminenza nell’azione,non è assolutamente un eroe tragico,dato che non ne ha le caratteristiche.Il tragico è proprio dei grandi,siano essi d’animo o di rango(si è mai vista una tragedia con protagonista un pastore,tanto per dirne una?) .Iago invece è piccolo,meschino,vive per il Male,non facendo altro che autoannientarsi di giorno in giorno;in Iago il tragico non è concepibile,poiché egli stesso è monolitico in essenza,conosce soltanto il Male(scambiandolo per Bene per sé) e quindi di conseguenza in lui non vi è conflitto tra un Bene e un Male e dunque non ha senso parlare di tragico.
Al contrario Iago è,per utilizzare una parola tanto spesso abusata(anche dal sottoscritto) ma quantomai appropriata,,un sublime eroe grottesco,se così si può dire.Non tragico,per quanto detto prima,ma neanche del tutto comico,dato che vive per compiere il Male.

“Grottesco” è decisamente la parola più adatta.
Iago,dunque,è funzionale alla tragedia in quanto vi introduce l’elemento appunto del “grottesco” o per dirla alla greca,del “satiresco”,rimanendo in sé totalmente monofacciale,monodimensionale,nel suo eterno ruolo da “buffone malvagio”

Giustamente invece,tutta la carica tragica del dramma sprofonda sulle possenti braccia del Moro Otello,tragicamente(stavolta pienamente) stupido e terribilmente ottuso,immerso nel suo mondo fatto unicamente di battaglie e guerre.E da questo punto di vista la battaglia con Iago è evidentemente persa. L’ingegno di fronte agli impulsi emozionali.Tuttavia a ben pensarci,tutto il tragico che ricade su di Otello parte o comunque trova la sua linfa nel “buffone malvagio” Iago,come già detto punto d’incontro di due concezioni.Ed è proprio questa sua valenza che gli permette di essere per Otello foriero di Male.La tragedia di Otello è duplice;per sé e per gli altri:l’aver ucciso la donna amata ed essersi svelato come uno sciocco qualunque,essendosi fidato di Iago e non della propria donna.Proprio i modi subdoli e “satireschi” di Iago hanno indotto Otello a fidarsi di lui e ad andare in rovina.Iago non subisce però l’effetto di ciò che ha provocato:la tragedia appena occorsa non lo tocca e anzi ha la possibilità di godere di se stesso,della sua opera,non mostrando alcun segno di cedimento.La sua natura da “giullare” lo ha portato a fare quello che ha fatto e il finale insulto alla moglie morente è probabilmente non più di una reazione emotiva,o comunque nulla di così significativo.A tutti gli effetti qui nell’unico momento forse prettamente e propriamente tragico del dramma l’unico a rimetterci è proprio il Moro:è stato “incastrato” dalla magica,suadente e colorita(nel senso di vivace)dialettica di Iago,così grande nella sua piccolezza,così eccellente nella sua meschinità e così “a tutto tondo” pur nel suo essere “monodimensionale”

Perciò se l’Otello fosse stata una commedia o come accadeva in Grecia un dramma satiresco(una sorta di versione “edulcorata” della tragedia)Iago ne sarebbe sicuramente stato il protagonista.Ma dato che si tratta di una tragedia,la scelta di Otello come personaggio principale è adeguata,mentre la grandezza di un tale personaggio “secondario” qual è Iago risiede proprio nel fatto di aver apportato questo nuovo valore al termine e al genere “tragedia” rendendo assai più labile i confini tra i due “emisferi”.Ulteriore prova di quanto detto è l’ironia che circonda Iago.Da tutti è infatti considerato,anzi addirittura apostrofato come “l’onesto Iago” mentre noi e più tardi anche il Moro,sappiamo la verità.

In conclusione non esiste per Iago vittoria o sconfitta e tantomeno diviene una sorta diviene una sorta di burattino nelle mani di quale non ben specificato “spirito maligno”.Rimane se stesso granitico,fino all’ultimo,sempre conservando le sue caratteristiche.Non c’è vittoria né sconfitta perché per lui non c’è stata battaglia,non c’è stato un conflitto da sanare o un peccato da perdonare.

Iago è il “loico diavolo” dantesco,Iago è l’agostiniano “furto delle pere” estremizzato,distorto,reso appunto quello che è:grandiosamente grottesco e caricaturale,tutto fuorché l’eroe tragico,tutto fuorché l’ideale tragico.

Un corpo estraneo in un ingranaggio perfetto che non fa altro che “migliorarne la perfezione”

E ora una breve frase pronunciata da Iago che in chiusura,esplica chiaramente quanto detto in queste pagine,accompagnata dai lamenti finali del Moro sconfitto.


I nostri corpi sono i nostri giardini,e la volontà è il giardiniere…


E non ho più neppure coraggio se un ometto da niente mi strappa via la spada
Ma perché l’onore dovrebbe sopravvivere alla virtù?
Lasciate che tutto crolli…


E' evidentemente strutturato con l'ossequiosità del temino(mai consegnato)

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FabryGiuly

Reg.: 01 Nov 2003
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Da: Milano-Padova (es)
Inviato: 13-12-2003 18:08  
perchè, ti vergognavi di consegnarlo? bè è interessante quello che hai scritto...ecco,per ricollegarmi alla domanda sulla tragedia greca,tu dici,ed è vero,che in essa la rovina arriva dal Destino...ma che rapporto ha con gli dei?perchè a quanto mi è stato detto sono loro quelli che regolano la vita degli uomini,e li puniscono per ubris...sono loro gli elementi catartici...ma allora il Destino che c**** ci sta a fare?
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Bizio ti voglio bene...............

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seanma

Reg.: 07 Nov 2001
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Da: jjjjjjjj (MI)
Inviato: 13-12-2003 21:16  
quote:
In data 2003-12-13 18:08, FabryGiuly scrive:
perchè, ti vergognavi di consegnarlo? bè è interessante quello che hai scritto...ecco,per ricollegarmi alla domanda sulla tragedia greca,tu dici,ed è vero,che in essa la rovina arriva dal Destino...ma che rapporto ha con gli dei?perchè a quanto mi è stato detto sono loro quelli che regolano la vita degli uomini,e li puniscono per ubris...sono loro gli elementi catartici...ma allora il Destino che c**** ci sta a fare?


da qualcosa che "supera" gli dei(perchè notoriamente esso è più potente di qualsiasi dio)e cmq ilnucleo tragico,nella sua espressione più compiuta è dato dall'incomunicabilità tra gli dei e l'uomo...la radice,il motivo della "colpa originaria" nonche "ereditaria" non è rintracciabile....
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FabryGiuly

Reg.: 01 Nov 2003
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Da: Milano-Padova (es)
Inviato: 14-12-2003 09:30  
ok.bè sì,e più o meno quello che mi hanno detto...
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