Tenenbaum
 Reg.: 29 Dic 2003 Messaggi: 10848 Da: cagliari (CA)
| Inviato: 04-08-2004 21:58 |
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biografia tratta dal suo sito ufficiale
Henry Cartier-Bresson nacque il 22 agosto 1908 nelle prossimità di Parigi.
Seppur membro di un'importante famiglia dell'industria tessile, Bresson sin da giovane s'interessò all'arte e, in particolare, alla pittura. Frequentò i caffè di Parigi, partecipando alle discussioni dei surrealisti che incoraggiavano artisti e scrittori a ricercare il significato intimo delle cose nascosto sotto la superficie della vita quotidiana.
Quando per la prima volta vide le foto di Martin Munkacs ne rimase colpito sia per la loro bellezza che per lo strumento utilizzato, una macchina fotografica piccola, efficace, che permetteva stupefacenti composizioni nel formato rettangolare 35mm. Bresson si allontanò dunque dalla pittura in favore della fotografia. Egli stesso affermò: "L'avventuriero che è in me si sentì obbligato a testimoniare con uno strumento più immediato di un pennello le ferite del mondo."
Nel 1932 acquistò la sua Leica, una macchina piccola, precisa, sensibile e maneggevole con la quale iniziò a cogliere momenti di vita e sguardi sul mondo caratterizzati da un'estrema finezza di visione e da una profonda disciplina formale. Le fotografie di Bresson uniscono all'intuito un acuto studio di composizione di forme, luci, volumi, fissando la realtà in un momento decisivo.
L'opera di Bresson fa parte del patrimonio culturale internazionale e molte sue foto sono diventate icone dell'immaginario contemporaneo. Tra il '32 e il '34 scattò in Francia, Spagna, Italia e Messico alcune delle sue foto più note, rivelando la sua grande abilità artistica, ma anche la profonda consapevolezza del suo impegno sociale.
Tra il '48 e il '50 si affermò come fotoreporter trascorrendo lunghi periodi in India, Birmania, Pakistan, Cina e Indonesia, dove fu testimone non solo di importanti avvenimenti politici, ma seppe anche cogliere l'atmosfera e la vita di culture lontane e misteriose.
Bresson è stato anche un grande ritrattista. Ha immortalato alcune delle più note figure del secolo scorso, ma ha anche reso volti anonimi immortali nei suoi ritratti, fotografando tutti con lo stesso sguardo intransigente e la stessa curiosità.
A metà anni '60 cominciò a mostrare insoddisfazione nei confronti del suo lavoro fino ad arrivare quasi a distruggere parte della sua opera. Nel '66 abbadnonò la Magnum da lui stesso fondata nel '47 con Capa, Seymour, Rodger, Eisner e i Vandivert, deluso soprattutto dalla sempre più imperante commercializzazione della fotografia. Successivamente Bresson abbandonò definitivamente la fotografia per riavvicinarsi alla pittura e al disegno.
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