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Autore Le leggende dello sport
Schneider

Reg.: 09 Gen 2004
Messaggi: 186
Da: Castenedolo (BS)
Inviato: 19-01-2004 19:03  
Innanzitutto vorrei esprimere la mia preferenza citando Michael Jordan. Sicuramente si tratta del miglior giocatore di basket di tutti i tempi, nonchè, a mio parere, uno dei primi tre sportivi all time (se devo dirla tutta io lo ritengo il migliore).
Tengo inoltre a fare una precisazione visto che da molti è stato indicato Ali. Certamente è stato un fuoriclasse del pugilato ma spesso si tende a confondere ciò che Ali ha fatto sul ring con ciò che ha rappresentato al di fuori. Semplicemente The Greatest non è stato il più grande pugile di tutti i tempi, questo titolo spetta senza alcun dubbio a Ray Sugar Robinson. Ali si contende il titolo di miglior peso massimo con Joe Louis, che è comunque ritenuto da molti a lui superiore per completezza. Il parlare di Ali come il migliore di sempre è probabilmente causato da tutto ciò che egli ha rappresentato e fatto al di fuori del ring: la sua amicizia con Malcom X, la conseguente conversione all'islam e il suo impegno contro il razzismo; il suo rifiuto a partecipare alla guerra in vietnam, che tra l'altro gli costò 3 anni e mezzo di inattività; la sua grande capacità di essere il re dei provocatori e il carisma fuori dalla norma di cui è dotato; infine anche la malattia che lo affligge che probabilmente ha dato una dimensione più umana a questo personaggio. Tutto questo nulla toglie all'uomo e allo sportivo.
Questa è solamente la mia opinione e non vuole criticare nessuno dei pareri precedenti.
Ho detto

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NOODLES145

Reg.: 25 Gen 2004
Messaggi: 60
Da: .................................................. (CA)
Inviato: 25-01-2004 13:23  
ci si è dimenticati di un grande del calcio:
GEORGE BEST.

Poche parole per descriverlo,quando l'osservatore del manchester unt.(bishop) vide giocare george best per la prima volta inviò un telegramma a MATT BUSBY(L'ALLENATORE DEL MACHESTER scrivendo:

"CREDO DI AVERTI TROVATO UN GENIO"
_________________
"Noodles, cosa hai fatto tuti questi anni?"
"Sono andato a letto presto.."

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Corben

Reg.: 28 Nov 2003
Messaggi: 638
Da: Parma (PR)
Inviato: 25-01-2004 14:00  
Beh a parte la morte di Senna che ha una connotazione più umana che sportiva e che ha sconvolto il mio mondo di bambino grande appassionato di F1.....per me i più grandi eventi sportivi sono 2, che di certo non condividerete ..ma tant'è..
1)L'addio di Pete Sampras al mondo del tennis un anno fa, con quell splendida ultima vittoria all'US OPEN, contro il rivale di sempre, Andrè Agassi.
2)L'ultimo SuperBowl vinto da Joe Montana e dai SanFrancisco 49ers che ha segnato la fine della più grande dinastia di sempre nel football americano.
_________________
"Qualcun'altro vuole negoziare?"
Bruce Willis - Il Quinto Elemento -

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prince83


Reg.: 08 Feb 2004
Messaggi: 262
Da: bologna (BO)
Inviato: 13-02-2004 16:05  
"ed il pallono d'oro va a.......... OVERMARS!!!!!!!!!!!!!!!!!
_________________
Ricorda il passato, pensa al presente, guarda il futuro.

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Pier78

Reg.: 05 Feb 2004
Messaggi: 296
Da: Vigevano (PV)
Inviato: 16-02-2004 09:52  
quote:
In data 2003-09-15 11:18, Riccio scrive:
Marco Pantani, senza dubbio. Solo un goal della Nazionale ai Mondiali può dare, a mio avviso, un'emozione paragonabile a un suo scatto in salita al Tour.

E poi, scusate se sono ripetitivo... il Genoa. Quello del tempo di guerra, di quella storica partita, sotto le bombe degli inglesi, contro la Juve, sulla quale il Grifone trionfò per due reti a zero (Lazzaretti - 13', Bertoni - 42'). E in quella partita giocava anche il mio zione...




Ora soprattutto!
_________________
Visitate www.invigevano.it

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stilgar

Reg.: 12 Nov 2001
Messaggi: 4999
Da: castelgiorgio (TR)
Inviato: 17-02-2004 12:53  
Il 4 Giugno 1994 la tappa Linez-Merano era una delle ultime chances per Berzin e Chiappucci di infliggere qualche secondo al dominatore delle ultime due edizioni del Giro, Miguel Indurain. Arrivare all’ultima crono senza un certo margine dal navarro avrebbe voluto dire terza vittoria consecutiva per lui. Tutti si aspettano una mossa del Diablo e la mossa arriva: manda avanti un suo gregario, un giovane scalatore con pochi capelli e le orecchie a sventola che attacca sul Passo Giovo, vince e infligge pesantissimi distacchi a tutti (anche al suo capitano) dopo una fuga di 30Km. Il giorno dopo sul temibile Mortirolo quel ragazzo ci riprova e anche stavolta sono distacchi dell’ordine dei minuti per tutti (De Las Cuevas che aveva tentato di rispondere alle sue rasoiate si pianta sui pedali e arriverà al traguardo con un ritardo abissale).
Ora è secondo a poco più di un minuto da Berzin, superato perfino Indurain.
Quel ragazzo di Cesenatico, in meno di 24 ore aveva infiammato l’Italia e tutto il mondo del ciclismo con due imprese degne dei più grandi scalatori di tutti i tempi; quel ragazzo si chiamava Marco Pantani.
Di cose da quel giorno ne succederanno parecchie per lui, nel bene e nel male.
Pantani, forte del secondo posto finale al Giro si presenta al Tour come uomo classifica e, anche se non vince nessuna tappa, si piazza terzo in classifica generale e da spettacolo su tutte le salite dimostrando a tutti di che pasta è fatto nella tappa di Val Thorens in cui, dopo essere caduto e aver pensato al ritiro, si riprende, scatta e stacca tutti i migliori sull’ultima salita. Nel 95 il Pirata –ormai è così che lo conoscono tutti- deve cominciare a fare i conti per la prima volta con la sua proverbiale sfortuna: un incidente a inizio stagione gli impedisce di prendere il via al giro, ma lui non desiste, si prepara per il Tour dove ottiene 2 vittorie, la prima all’Alpe d’Huez. A ottobre, durante la Milano Torino, una macchina contromano lo investe fratturandogli tibia e perone e devastandogli i muscoli della gamba ricostruiti in sala operatoria. La botta è dura per il Pirata e lo costringe a saltare praticamente tutto il 96. Il 97 sembra l’anno della riscossa, si presenta al via di un Giro che ha preparato con cura, sembra in forma, ma anche stavolta non riuscirà a finire la corsa: un gatto gli attraversa la strada e lo fa cadere costringendolo al ritiro prematuro. Ancora una volta la sua volontà di ferro ha la meglio e al Tour le due tappe vinte sui Pirenei e sulle Alpi (ancora una volta l’Alpe d’Huez) lo consacrano tra i più grandi scalatori di sempre. Sarà di nuovo sul podio a Parigi dietro a Ullrich e Virenque. A fine anno fa anche in tempo a piazzarsi terzo ai campionati del mondo vinti dallo spagnolo Olano. Ormai è chiaro che il piccolo ciclista di Cesenatico è qualcosa di più di un semplice scalatore, qualcuno comincia a fare paragoni coi grandi del passato.
Il 98 è il suo anno magico, quello che lo pone definitivamente nell’Olimpo delle leggende del ciclismo. Il giro non fa per lui visti i tanti silometri di cronometro e all’arrivo delle prime vere salite il pirata è staccatissimo dal leader Tonkov. Sulle Alpi Marco guadagna 5 minuti vince due tappe e fa vincere Guerini, compagno di fuga, a Selva val Gardena. Il capolavoro lo fa nella cronometro dove arriva terzo, precedendo addirittura Tonkov: il Giro è suo.
Al Tour deve fare i conti con Ullrich che tenta di bissare il risultato dell’anno precedente; si arriva alla tappa dell’Alpe d’Huez con Marco staccato di circa 2 minuti dal tedesco. La giornata è di quelle che non si scordano: freddo, pioggia e nebbia fanno da contorno a quella che rimane la vittoria più bella del pirata che va a vincere in solitaria la (ormai “sua”) tappa staccando Ullrich di 6 minuti. Dopo quasi 40 anni un italiano centra l’accoppiata Giro-Tour, Panatni diventa quasi un eroe nazionale, le copertine e le prime pagine dei giornali sono tutte per lui, il ragazzo romagnolo che sa vincere la sfortuna, che si rialza sempre. Domina anche il Giro dell’anno successivo dove vince 4 tappe.
Il 6 giugno c’è il Mortirolo, lui è in Rosa ma tutti si aspettino che scatti, che vinca la quinta tappa, che entusiasmi come solo lui sa fare. Il pirata non si presenterà mai alla partenza, squalificato per i livelli troppo alti di ematocrito nel sangue.
Il mondo del ciclismo e l’Italia intera è scossa da quell’evento. Pantani, che tante volte aveva reagito superando sempre sé stesso, stavolta si perde. La sua carriera è praticamente finita quel giorno. E’ vero, vincerà altre tappe al Giro e al Tour ma non sarà mai più il Pirata, quello capace di rilanciare più volte l’attacco, di rialzarsi sui pedali dopo una fuga di chilometri sulle salite più dure. Una volta intervistato disse: “io non ho bisogno del doping per vincere, ho bisogno delle salite”. Può darsi, può anche darsi che non sia così, la sensazione che ha dato a chi l’ha conosciuto è che solo una parte di quello che successe quel giorno è emersa. Il ricovero in clinica, l’isolamento da tutto e tutti avevano portato Marco a chiudersi sempre più in sé stesso, fino al 14 Febbraio scorso quando è stato trovato morto in un residence vicino Rimini.
La retorica, i titoli strappalacrime, le domande scontate – …ma Pantani voleva essere aiutato? Avete provato a stargli vicino? I media hanno avuto un ruolo fondamentale in questa vicenda?- le lascio a giornali e televisione.
Io so solo che ora lui è morto, forse si è ucciso, forse è stato meglio così.
La realtà è che quel 6 Giugno del 1999 il fortissimo Pantani ciclista ha definitivamente lasciato il posto al quantomai fragile Pantani uomo pieno di debolezze e incapace di reagire.
Ora gli spetterà un posto di diritto nella lista dei miti di sempre, cosa che diversamente forse non gli sarebbe toccata e allora, forse,…è stato davvero meglio così.

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Profundis - L'anima nera della rete

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zigigi

Reg.: 30 Nov 2002
Messaggi: 37
Da: santa marinella (RM)
Inviato: 17-02-2004 19:14  
stilgar scrivi proprio bene...dovresti fare il giornalista

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misterx76

Reg.: 12 Gen 2004
Messaggi: 2312
Da: carsoli (AQ)
Inviato: 17-02-2004 20:34  
quote:
In data 2004-02-17 19:14, zigigi scrive:
stilgar scrivi proprio bene...dovresti fare il giornalista



Quoto
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...due volte già cadeste senza cavarne frutto, badate un 3° fulmine vi annienterà del tutto!!!

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mutaforme

Reg.: 25 Lug 2002
Messaggi: 4608
Da: Monte Giberto (AP)
Inviato: 18-02-2004 02:02  
quote:
In data 2004-02-17 19:14, zigigi scrive:
stilgar scrivi proprio bene...dovresti fare il giornalista



Per carità il pennivendolo no!
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One more thing...

Jokerman dance to the nightingale tune,
Bird fly high by the light of the moon,
Oh, oh, oh, Jokerman.

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angel76st

Reg.: 18 Apr 2004
Messaggi: 1945
Da: ostuni (BR)
Inviato: 18-04-2004 20:35  
il ricordo più bello:
Italia - Brasile 3 a 2 nel 1982 ai mondiali
avevo sei anni e lo ricordo come fosse ieri..
il più deprimente:
il golden gol di Trezeguet alla finale francia Italia (2-1) degli europei 2000.
Sentivo tutta l'amarezza delle parole di alex rimbombare nel mio petto:
"Alessandro Del Piero: ...Sono una persona distrutta e mi sento addosso tutte le responsabilità di questa sera.... Dovevo segnare almeno un gol. Nella prima occasione, ho cercato di tirare basso, Barthez era in uscita, ha coperto bene la porta e ha preso la palla con i piedi. Forse avrei dovuto prendere male la palla nella seconda occasione e bene nella prima...è una grande amarezza..."





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"quando vivi nella paura arrivi al punto , che vorresti essere morto." Sonatine.

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Plissken86

Reg.: 10 Apr 2004
Messaggi: 2240
Da: Reggio Calabria (RC)
Inviato: 06-05-2004 19:42  
Nonostante io sia un grande appassionato di calcio, le più grandi emozioni sportive me le ha regalate Marco Pantani con i suoi scatti in salita. Appena vedeva la strada impennarsi partiva. E gli italiani non hanno trovato niente di meglio che ricoprirlo di merda con le loro stronzate. Grazie di tutto Pirata!
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www.cinematik.it

Il più grande gioco italiano di cinema virtuale.

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Svizzerun

Reg.: 22 Apr 2004
Messaggi: 517
Da: Svizzera (es)
Inviato: 06-05-2004 21:06  
La nascita ed i primi anni
La Sampdoria è nata l'1 agosto 1946 dalla fusione di Andrea Doria e Sampierdarenese. La formazione ligure viene immediatamente iscritta al campionato di serie A debuttando il 22 settembre 1946 nella gara Roma-Sampdoria 3-1 in cui il primo gol blucerchiato della storia è realizzato da Adriano Bassetto.
I primi due campionati vengono conclusi nella seconda metà della classifica, mentre il miglior risultato del periodo è ottenuto nella stagione 1948/49 quando i liguri chiudono al quinto posto. Sempre nel 1949 avviene l'esordio del primo calciatore sampdoriano in nazionale A: si tratta di Giuseppe Baldini che proprio nello stadio di casa gioca da titolare l'amichevole contro il Portogallo, vinta per 4-1 dagli azzurri.
L'8 giugno 1958 la Sampdoria fa il proprio debutto in coppa Italia vincendo per 5-0 contro il Vigevano.

Gli anni '60: dall'esordio in Europa alla serie B
L'inizio degli anni '60 è decisamente positivo per la Sampdoria che fa il proprio esordio assoluto in una competizione europea partecipando, nella stagione 1962/63, alla coppa Fiere/Uefa.
La gara di debutto coincide con una vittoria casalinga per 1-0 sui lussemburghesi dell'Aris (26 settembre 1962): il primo gol internazionale dei blucerchiati è firmato da Sergio Brighenti. La Sampdoria esce di scena al secondo turno, eliminata dagli ungheresi del Ferencvaros con un pesante 0-6, ancor oggi la massima sconfitta internazionale del club ligure.
E' l'inizio di un lento declino che porta i blucerchiati a rischiare la retrocessione per due anni consecutivi: nel 1963/64 la salvezza arriva soltanto dopo uno spareggio vinto a Milano sul Modena per 2-0; nel 1964/65 con il pareggio per 0-0 a Bergamo all'ultima giornata di campionato.
La retrocessione è nell'aria ed arriva ufficialmente il 22 maggio 1966 con una sconfitta nell'ultima gara di campionato in casa della Juventus (1-2), mentre la Spal conquista a Brescia il punto salvezza (2-2).


Il ritorno in serie A: inizia un ciclo decennale
La serie B dura lo spazio di dodici mesi: nel torneo cadetto 1966/67 la Sampdoria si classifica al primo posto. Sono comunque anni difficili per il club ligure che, sebbene tornato in serie A, dove resterà per dieci stagioni consecutive, centra come miglior risultato un ottavo posto nel 1971/72, non salendo mai oltre la decima posizione negli altri tornei.
Nel 1973/74, in realtà, la Sampdoria sarebbe anche retrocessa sul campo essendosi classificata al penultimo posto, ma un illecito che coinvolse Verona e Foggia, la prima retrocessa a tavolino, la seconda penalizzata di 6 punti, ripescarono i blucerchiati.
La seconda retrocessione in serie B avviene al termine della stagione 1976/77.

Il più lungo periodo in serie B
Il periodo difficile prosegue in casa sampdoriana anche alla fine degli anni '70: a differenza di dieci anni prima la formazione ligure non riesce a risalare immediatamente in serie A piazzandosi nell'ordine ottava, nona, settima e quinta.
Nel frattempo cambia l'azionista di maggioranza: a partire dalla stagione 1979/80 presidente della Sampdoria diventa Paolo Mantovani che assume come direttore sportivo Claudio Nassi, all'epoca uno dei migliori in circolazione.
La Sampdoria riesce a risalire in serie A al termine della stagione 1981/82 classificandosi al terzo posto grazie ad un eccellente girone di ritorno: la festa esplode il 6 giugno 1982 con un pareggio interno per 0-0 contro il Rimini.

L'era Mancini ed i primi trionfi
Nell'estate 1982 il tandem Mantovani-Nassi conclude uno dei più grandi acquisti nella storia blucerchiata: dal Bologna viene prelevato il diciottenne Roberto Mancini che ancor oggi resta l'alfiere blucerchiato in serie A (424 presenze) ed il cannoniere in massima serie (132 reti).
La Sampdoria vuol diventare grande e, dopo aver chiuso al settimo posto le stagioni 1982/83 e 1983/84, nel 1984/85 porta a termine la prima vera stagione di grande gloria.
Concluso il campionato al quarto posto, vince la coppa Italia sconfiggendo nella doppia finale il Milan: 1-0 a S. Siro l'andata e 2-1 a Marassi nel ritorno con le reti di Mancini su rigore e Vialli, prelevato dalla Cremonese nell'estate 1984, anch'egli destinato ad entrare nella galleria delle stelle blucerchiate.


Gli anni '80 si chiudono con 3 successi consecutivi
Dopo un undicesimo posto nel 1985/86 ed un sesto l'anno successivo, la Sampdoria vive tre grandi stagioni vincendo un titolo in ognuna di esse.
Nel 1987/88 arriva a Genova la seconda coppa Italia, vinta contro il Torino, battuto 2-0 nell'andata a Marassi e superato grazie ad una rete di Salsano nei tempi supplementari nel match di ritorno (1-2 per i granata).
L'anno successivo è ancora coppa Italia: perduta la finale di andata a Napoli (0-1), la Sampdoria ribalta il risultato sul neutro di Cremona imponendosi per 4-0.
Nel 1989/90 la Sampdoria partecipa per la terza volta alla coppa delle Coppe: nel 1985/86 aveva abbandonato il torneo al secondo turno, nel 1988/89 era arrivata addirittura in finale ma, a Berna, si trovò la strada sbarrata dal Barcellona che con Salinas e Rekarte regolò agevolmente la pratica (0-2).
Il cammino sampdoriano nell'edizione 1989/90 vede eliminati nell'ordine: i norvegesi del Brann (1-0 in casa e 2-0 fuori), i tedeschi del Borussia Dortmund (2-0 a Genova e 1-1 in Germania), gli svizzeri del Grasshopper (doppio successo: 2-0 interno e 2-1 esterno) ed i francesi del Monaco (2-0 a Genoa e 2-2 nel Principato).
E' di nuovo finale ma il 9 maggio 1990 il verdetto è diverso da un anno prima: la Sampdoria alza la coppa a Goteborg battendo i belgi del'Anderlecht per 2-0 con una doppietta di Gianluca Vialli.


19 maggio 1991: è scudetto
Nella stagione 1990/91 la Sampdoria non ha un cammino felice in Europa: prima perde la Supercoppa contro il Milan (1-1 a Marassi e 0-2 a S. Siro), poi esce nei quarti di coppa delle Coppe contro i modesti polacchi del Legia Varsavia.
Ben diverso il cammino in campo nazionale: il 28 ottobre 1990, vincendo 1-0 in casa del Milan, la Sampdoria scavalca i rossoneri e balza al comando della classifica restandoci fino al 13 gennaio 1991 quando, una sconfitta per 0-1 a Lecce, permette al Milan un nuovo sorpasso. Al termine del girone d'andata la Sampdoria è terza alla pari di Juventus e Parma ad un punto dal Milan secondo e a due dall'Inter capolista.
Il 3 febbraio 1991 la Sampdoria torna in vetta, in condominio con le due milanesi, sconfiggendo 1-0 la Fiorentina. Il 17 febbraio 1991 la Sampdoria supera 1-0 la Juventus e rimane solitaria al primo posto.
Dopo una nuova parità con l'Inter alla 23° e 24° giornata, il 17 marzo 1991 prende il via la cavalcata che porterà i blucerchiati al primo scudetto. Quel giorno i liguri vincono 3-0 a Pisa, mentre l'Inter non va oltre lo 0-0 a Parma. Il 5 maggio 1991, quart'ultima giornata di campionato, la Sampdoria fa visita all'Inter, immediata inseguitrice a 3 lunghezze di distacco. I liguri sbancano S. Siro con un 2-0 firmato da Dossena e Vialli e quindici giorni dopo, battendo in casa il Lecce per 3-0 (Cerezo, Mannini, Vialli), festeggiano aritmeticamente il titolo.
La Sampdoria non finisce di stupire e arriva ad un passo dall'accoppiata scudetto-coppa Italia: in finale è la Roma a sbarrarle il passo imponendosi 3-1 all'Olimpico e pareggiando 1-1 a Marassi.


Gli ultimi trionfi ed il lento declino; inizia l'era-Garrone
La Sampdoria vive ancora stagioni di gloria nel 1991/92 quando batte 1-0 la Roma e si aggiudica la Supercoppa di Lega ed arriva in finale di Coppa Campioni perdendo a Londra 0-1 dal Barcellona con un gol di Ronald Koeman a 2' dalla fine dei tempi supplementari.
Nel 1993/94 vince la sua quarta coppa Italia superando in finale, a Marassi, l'Ancona per 6-1 (andata 0-0): nel medesimo anno cambio alla presidenza della società con Paolo Mantovani che lascia il testimone al figlio Enrico.
Inizia un periodo di scelte sbagliate e di cessioni dolorose ma inevitabili: Vialli lascia la Sampdoria nel 1992, Vierchwod nel 1995, Mancini nel 1997. Partito anche il tecnico Eriksson la squadra viene affidata all'argentino Luis Cesar Menotti che viene esonerato dopo poche giornate del campionato 1997/98.
La squadra è riaffidata a Boskov, ma nella stagione 1998/99 arriva il patatrac. Ingaggiato l'emergente Luciano Spalletti, la squadra si trova ben presto nei bassifondi della classifica: a dicembre, sfidando tutte le regole federali, viene chiamata in panchina David Platt, con Veneri prestanome.
I due restano in sella sei giornate, nelle quali non vincono alcuna partita; la retrocessione è ad un passo e non serve il ritorno di Spalletti: il 16 maggio 2000 la Sampdoria pareggia 2-2 a Bologna, raggiunta in tempo di recupero da un generoso rigore trasformato da Ingesson e concesso dall'arbitro Trentalange di Torino.
Dopo 22 anni la Sampdoria retrocede nuovamente in serie B. Quinta nel 1999/00 e nel 2000/01, la formazione ligure conosce il rischio serie C nel corso della stagione 2001/02: l'arrivo di Garrone come nuovo proprietario e di Marotta come direttore generale danno alla squadra la sufficiente serenità per scongiurare il pericolo retrocessione.


La risalita nel grande calcio
L’accoppiata Garrone-Marotta, nell’arco di una sola estate, allestisce un organico di prim’ordine affidando il comando delle operazioni ad uno specialista delle promozioni in A, Walter Alfredo Novellino. La campagna acquisti della società blucerchiata è roboante. A Genova arrivano giocatori di grande fama e con curriculum di tutto rispetto come Turci, Paganin, Pedone, Volpi, Bazzani, Bettarini, Valtolina ai quali si aggiungono alcuni giovani dalle indubbie doti tecniche come Colombo, Palombo, Rabito, Domizzi e Gasbarroni. Fin da inizio stagione la Samp è accreditata come la protagonista del campionato cadetto e la squadra non tradisce le attese dimostrandosi fin da subito pronta al grande salto. Servono appena due mesi al nuovo allenatore Walter Novellino per assemblare al meglio una rosa completamente rivoluzionata, con la presenza di 16 nuovi giocatori: alla prima uscita contro il Lecce, il 14 settembre, è subito spettacolo: un pirotecnico 4-2 con il quale viene regolato un avversario di prim’ordine, in un incontro che rivela la classe di Andrea Gasbarroni e tutta la potenza di Fabio Bazzani, per la prima volta a segno con la maglia della Samp. Arriva quindi un’impressionante serie positiva di undici giornate, culminate con la bella vittoria per 2-1 nel derby (che replica il successo estivo di Coppa Italia ad inizio stagione e come ad agosto ad andare in gol sono Bazzani e Flachi). Sergio Volpi comincia ad essere conosciuto come “Il geometra” per la maestria con cui registra il centrocampo blucerchiato, in collaborazione con la rivelazione Palombo. La Samp viene sconfitta per la prima volta a Siena, uno 0-1 che ha dell’incredibile, con i toscani ridotti in nove uomini per le espulsioni Pinga e Cavallo. E’ il 23 novembre, e di lì in poi si apre una piccola crisi di risultati che frutta alla Samp un solo punto (lo 0-0 casalingo contro il Vicenza) in quattro partite disputate. La Samp dilapida in un mese i punti di vantaggio che aveva saputo conquistare, e per la prima volta dall’inizio del campionato è fuori dalle prime quattro posizioni.
Il momento è di quelli difficili, ma la squadra ha il grande merito di non disunirsi e riesce ad uscire dal tunnel, grazie alla vittoria interna con il Verona (3-2) nell’ultima gara prima della sosta, riprendendo a marciare in perfetta media inglese: vittoria a Marassi e pareggio fuori casa. Vengono superate indenni pericolose trasferte come Messina (3-3), Palermo (0-0 il 6 gennaio del nuovo anno, nel recupero della prima giornata) e sul campo di un Livorno (1-1) all’epoca in piena corsa per la promozione. La sconfitta di Lecce, 0-1 l’8 febbraio, precede una lunga serie di 15 risultati utili, dando inizio all'entusiasmante corsa verso la serie A. In più di un’occasione emerge il carattere della squadra di Novellino, ed emblematica in tal senso è la strepitosa rimonta di Trieste, dove Bazzani e Volpi riescono a rimediare il risultato, dopo lo 0-2 maturato alla fine del primo tempo. Le ultime partite della stagione imprimono l’accelerata decisiva: arriva la terza vittoria stagionale nel derby (2-0 firmato Zivkovic e Conte) e quella decisiva di Vicenza (2-1) in una partita ad alta tensione in cui sale in cattedra Gigi Turci con alcuni interventi strepitosi. La promozione matematica arriva il 17 maggio 2003, una data che tutti i tifosi blucerchiati ricorderanno a lungo. Il Cagliari, avversario di turno, viene battuto per 3-1 (doppietta di capitan Flachi e sigillo del bomber Bazzani) al “Ferraris”, ribollente di tifo e colori ed esaurito in ogni ordine di posti. Le restanti tre partite servono solo per aumentare i punti in classifica e consolidare il secondo posto, traguardo che impreziosisce ancor di più l’eccezionale campionato disputato dalla squadra. La festa può cominciare, bentornata Samp!


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Per l’argine sinistro volta dienno;
ma prima avea ciascun la lingua stretta
coi denti, verso lor duca, per cenno;
ed elli avea del cul fatto trombetta. (Dante Alighieri - divina commedia)

forza Sampdoria!

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maltese

Reg.: 22 Feb 2004
Messaggi: 361
Da: Borgosesia (VC)
Inviato: 04-06-2004 22:33  
Non so se lo avete già ricordato comunque per me è uno dei + grandi momenti nella storia dello sport...Il 2 Aprile 1982 l'Argentina occupa le isole Falckland, dominio britannico.è la mossa disperata di un regime che sta implodendo.Dopo poche trattative e l'ultimatum inglese è inevitabilmente guerra.Il 2 Maggio infatti gli inglesi bombardano per 19 ore consecutive la costa delle Falckland. L'Argentina subisce un umiliante sconfitta.
Ma 4 anni dopo nel 1986 durante i mondiali di calcio messicani saranno gli argentini a beffare ed umiliare la nazionale inglese.La partita è molto sentita da tutti per via dei recenti avvenimenti politici ma uno in particolare è in forma più degli altri: Diego Armando Maradona.La formazione argentina gioca un calcio minimalista a tratti addirittura mediocre, ma quando la palla ce l'ha Diego la partita s'illumina.Dopo un primo tempo scadente al 51' accade l'incredibile: su uno spiovente Maradona si getta sulla palla e con un colpo di mano insacca in rete.L'arbitro convalida, ma subito dopo sempre Diego parte da centro campo fa fuori 5 uomini più il portiere per depositare la palla in porta, segnando il + bel goal della storia.Questo goal oltre a rappresentare un ideale risarcimento per la precedente scorrettezza diventa anche il simbolo della rivincita di tutta l'Argentina per l'umiliazione subita. Ma è anche il segno nella storia del Pibe de oro,il più grande tra i numeri 10. Forza Diego
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-Cos'hai fatto in tutti questi anni Noodles?
-Sono andato a letto presto.

C'ERA UNA VOLTA IN AMERICA

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ipergiorg

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Da: CARBONERA (TV)
Inviato: 13-06-2004 11:16  
La vera leggenda è lo sport stesso. E' a volte l'unica cosa che permetta a culture anche molto diverse di incontrarsi e onfrontarsi.Nonostante la guerra fredda le squadre dell'est europa potevano giocare con le nostre in coppa!
L'unica cosa capace di dare gioia sia ai ricchi che ai poveri del mondo. Ieri ho visto Abramovich allo stadio vestito in Jeans, Maglietta della Russia e Cappellino e mi sono sentito per un attimo come lui (anche se con le tasche vuote).
Se metti un pallone tra due gruppi di persone non è importante che sappiano parlare la stessa lingua si divertiranno insieme lo stesso.
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ipergiorg

Reg.: 08 Giu 2004
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Da: CARBONERA (TV)
Inviato: 13-06-2004 11:18  
quote:
In data 2003-09-08 18:08, mercurjo scrive:
Una grande emozione nello sport non si può che non citare Jesse Owens, grande , unico atleta a vincere 6 medaglie d'oro in un'olimpiade Berlino 1936, si ragazzi proprio davanti a quel gran figlio di P....a, di Hitler, ragazzi deve essere stata una goduria per Owens sputtanare la cosiddetta razza ARIANA, e poi grande durante l'inno Nazionale Americano Testa Bassa e Pugno in alto con guanto nero, giusto per dimostrare quanto gli afroamericani sono forti




Hai ragione uno dei momenti più grandi della storia! Dovrebbe essere proposto già alle elementari!
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