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Autore Diario
Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 01-10-2004 18:03  
La Spagna di Zapatero concede pari diritti alle coppie gay

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 05-10-2004 18:57  

Zarqawi? Un mito creato dagli Usa
Lo rivela il Daily Telegraph: la fama del terrorista ricercato numero uno и stata alimentata ad arte.

Il Giorno, la Nazione, Il Resto del Carlino
5 ottobre 2004

LONDRA- La fama del terrorista giordano Abu Mussa Al-Zarqawi , il ricercato numero uno in Iraq, и stata alimentata ad arte dagli Usa, che hanno bisogno di un cattivo per il dopo guerra iracheno: lo sostiene il quotidiano britannico "Daily Telegraph", che cita fonti dell'intelligence statunitense in Iraq. Secondo le fonti citate dal quotidiano, l'importanza di Al-Zarqawi , l'asserito capo di Al Qaeda nel Paese, и stata esagerata da rapporti dei servizi Usa poco credibili e dall'amministrazione Bush alla ricerca di una personificazione del nemico. Secondo una di queste fonti, le informazioni- a pagamento- date da persone di dubbia reputazione e credibilitа hanno finito per creare una situazione in cui gli informatori "ci dicevamno quel che volevamo sentirci dire". "In pratica, stiamo pagando fino a 10.000 dollari a opportunisti , criminali e profittatori che raccontano invenzioni e supposizioni su Al-Zarqawi facendole passare per fatti, cosм da incolpare Al-Zarqawi di ogni attacco che avviene in Iraq" , ha detto l'agente Usa.
"In America, questa roba и stata accolta con soddisfazione ed ha formato la base per le decisioni politiche. Avevamo bisogno di un cattivo , qualcuno identificabile per il pubblico, e l'abbiamo trovato" , aggiunge.
Il Pentagono ha affermato nelle scorse settimane che il numero di combattenti stranieri e presunti terroristi nella regione di Falluja si aggira intorno ai 5.000. Ma secondo un agente americano citato dal Telegraph , "la sensazione predominante che stiamo ricevendo dalle informazioni che raccogliamo и che i combattenti stranieri non siano piщ di qualche centinaio , forse solo 200. Da queste informazioni dobbiamo concludere che Al-Zarqawi и piщ mito che uomo. Non ha il calibro che molti politici vorrebbero che avesse."

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stilgar

Reg.: 12 Nov 2001
Messaggi: 4999
Da: castelgiorgio (TR)
Inviato: 14-10-2004 15:23  

Delega ambientale
primo sм al Senato



ROMA - Il Senato ha dato il suo via libera alla delega ambientale, che prevede il condono per gli abusi edilizi nelle aree sottoposte a vincolo paesaggistico. Il provvedimento passa ora all’esame della Camera.
Il centrosinistra non ha preso parte alla votazione, su cui il governo aveva posto la fiducia. Il provvedimento и passato con 158 sм, 2 no e un astenuto.

Precedentemente la seduta era stata sospesa durante le dichiarazioni di voto sulla fiducia posta dal governo sul ddl di delega ambientale a causa di alcuni cartelli esposti dai senatori Verdi e da altri del centrosinistra per contestare il provvedimento del governo, durante l’intervento del presidente della commissione di Palazzo Madama Emiddio Novi (Fi). Novi stava elencando gli abusi edilizi che si sarebbero realizzati quando al governo c’era l’Ulivo e le sinistre hanno duramente contestato le cifre fornite da Novi esponendo cartelli con su scritto «Viva Villa Certosa». Pera ha sospeso la seduta e la registrazione tv in atto.
Il presidente del Senato Marcello Pera ha quindi espulso dall’aula cinque senatori verdi per le proteste alla delega ambientale. Gli espulsi sono il capogruppo Stefano Boco, Anna Donati, Loredana De Petris, Fiorello Cortiana e Sauro Turroni.

Villa Certosa и la villa in Sardegna del presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, dove questa estate sono state fatte modifiche ritenute dagli ambientalisti non in regola.
Da giorni, da quando si и saputo che il governo avrebbe posto la fiducia sulla delega Ambiente, si sono intrecciate polemiche e accuse da ambo le parti degli schieramenti sfociati oggi in modo plateale.
Di tutt’altro pare il ministro dell’Ambiente. Secondo lui si tratta di una «mini-mini sanatoria che non riguarda ampliamenti e uno strumento di lotta agli ecomostri».
«Sanatorie non esistono - ha detto il ministro parlando alla prima giornata del 182° anniversario della fondazione del Corpo forestale dello Stato - si cerca la mediazione per portare a casa la delega ambientale per dare al paese punti di riferimento precisi sul fronte legislativo».
In particolare per la lotta agli ecomostri «и scritto all’inizio dell’emendamento che Punta Perotti (l’ecomostro del lungomare di Bari, n. d. r.), uno scandalo che si protrae da anni, dovrа essere abbattuto entro 60 giorni dal varo del provvedimento». Provvedimento, ha spiegato il ministro, che mette paletti precisi anche contro tutti gli altri ecomostri.
In merito alla delega ambientale, Matteoli ha riferito di avere impostato la linea politica del Ministero «tutta sulla necessitа di questa delega per riscrivere sei testi unici e ho anche detto come li voglio». Al lavoro per riscrivere i testi, ha detto il ministro dell’Ambiente, ci saranno 24 persone. «Ventiquattro membri - ha sottolineato - non al servizio del ministro e non 24 saggi del Ministero ma 24 persone pescate dalla societа civile incluso il mondo ambientalista. Un lavoro fatto nell’interesse generale del paese».
A chi ha fatto rilevare al ministro alcune notizie che legano il maxi-emendamento a Villa Certosa, Matteoli ha risposto di non aver letto nulla in merito e che «non и serio pensare di aver fatto una norma per una persona. L’Italia ha bisogno della delega ambientale».

14/10/2004



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Profundis - L'anima nera della rete

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 16-10-2004 20:09  
Washington, 18:23
Iraq, riservista Usa ammette torture carcere Abu Ghraib

Un riservista dell'esercito americano, incriminato per avere torturato prigionieri iracheni nel carcere di Abu Ghraib, a Baghdad, ammetterа le sue responsabilitа al processo, che si aprirа la prossima settimana nella capitale irachena. Il sergente Ivan Frederick, secondo quanto riferito dal suo legale, riconoscerа dunque le accuse di aggressione, maltrattamenti di detenuti, atti contro la pubblica decenza. In cambio il tribunale ha accettato di ritirare altre accuse piщ pesanti.
Frederick и il militare di piщ alto grado (un sergente,questo lo aggiungo io!) coinvolto nello scandalo di Abu Ghraib ed era stato accusato di avere assistito, senza reagire, ad atti degradanti contro i prigionieri (fotografati nudi e in pose umilianti da altri militari americani), di avere colpito un detenuto e di avere pestato con violenza mani e piedi nudi di altri carcerati.




[ Questo messaggio è stato modificato da: Quilty il 16-10-2004 alle 20:10 ]

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stilgar

Reg.: 12 Nov 2001
Messaggi: 4999
Da: castelgiorgio (TR)
Inviato: 18-10-2004 10:25  
Trattate, come da noi i cani in chiesa


KABUL - Trattate, come da noi i cani in chiesa, le donne afghane. Anzi peggio. Le donne afghane nelle moschee non potevano neppure metterci piede. Costrette a pregare in casa. Fino a ieri mattina. Quando con un colpo a sorpresa hanno, a centinaia, «occupato» una centralissima moschea. E' il primo frutto delle elezioni presidenziali del 9 ottobre.
Uno storico, avvilente tabщ - l'ennesimo per le afghane - и stato infranto. Una tradizione assurda interrotta, mentre lo spoglio delle schede era giunto appena al terzo giorno: fino a ieri sera ne erano state scrutinate 602.424, ovvero il 7,3%, con Karzai che aveva 377.877 preferenze, il 63,3%, e il suo avversario, Qanuni, che dichiarava ancora di essere sicuro di ribaltare il risultato (ha preso 99 mila voti, il 16,7%) e non accettava la sconfitta.
Unico fra tutti i Paesi islamici, l'Afghanistan vieta l'ingresso nel tempio all'altra metа del mondo. Ben prima dei talebani, che a questo divieto ne avevano aggiunti ben altri: tacchi, profumi, scuola, lavoro. Ieri si sono ritrovate - erano un migliaio - a volto scoperto (c'erano solo 3 burqa) nella moschea di recente costruzione del quartiere residenziale di Wazira Akbar Khan: non per pregare secondo il rituale musulmano, ma per leggere, tutte assieme, il libro fondante la cultura e la religione afghane: il Corano.
E ringraziare, in questo modo «rivoluzionario», Allah del fatto che «le elezioni si siano svolte e con successo». Perfidamente, hanno invitato un solo uomo: Mujaddidi Sebghatullah, 75 anni, barbetta bianca, abito chiaro, esponente di una famosa famiglia religiosa, giа nemico dei sovietici, rifugiato in Danimarca, ex capo dello Stato nel 1992. Ma anche colui, che, a gennaio, come presidente della Loya Jirga (Convenzione costituzionale), disse alle delegate dell'assemblea: «Nemmeno Dio vi ha dato uguali diritti, perchй nella sua decisione due donne contano come un uomo». E, perfidia nella perfidia, le donne a chi hanno dato l'incarico di dirigere la «cerimonia», di fare da corifea? Nientemeno che a Shukrian Burakzai, una delle delegate della Loya Jirga, dove aveva contrastato appunto Mujaddidi Sebghatullah. E' stata lei a ricevere una pregiata copia del Corano avvolto in una preziosa tela colorata e finemente ricamata. Lo ha baciato ed и entrata nella moschea. Prima, perт, Corano in mano, giacca, pantaloni e velo marrone, ha tenuto a ribadire: «Abbiamo dimostrato con la partecipazione al voto che lo stereotipo della comunitа internazionale sulla nostra societа dominata dai maschi non risponde piщ alla realtа. E' stata una lezione agli uomini afghani e a quelli dei Paesi occidentali. Nessuno ci faceva credito, nessuno pensava che saremmo state capaci di decidere con la nostra testa. Ma sono loro che devono cambiare testa. La massiccia presenza odierna in questo posto conferma che siamo capaci di metterci anche contro la tradizione. La paritа dei diritti и garantita dalla nuova Costituzione. In pochi giorni la stiamo applicando due volte: alle urne e alla moschea. Siamo poche col burqa? L'importante и che sia una libera scelta, non un'imposizione».
Arrivano a frotte, le donne. Vengono a piedi, o scendono in gruppetti dagli scassatissimi taxi gialli. All'ingresso vengono perquisite da una poliziotta, tutta vestita di nero. Molte si portano i figlioletti al seguito. Come Mariam, 28 anni: «Alle urne siamo andate in massa (la percentuale delle votanti fino a ieri sera era del 42%, ndr ), perchй vogliamo speranza e garanzie di vita». Aggiunge Noorzia Khoestani del ministero della Riabilitazione e dello sviluppo rurale, agitando l'indice: «Gli uomini hanno cercato di condizionarci ma nelle cabine eravamo sole...».
Arrivano, a frotte, le donne. Anziane, giovani, impiegate dei ministeri, insegnanti, studentesse, giornaliste, tutte istruite. Solo tre, quelle col burqa, vengono dalle miserrime periferie. Sono le uniche analfabete. Ma hanno sentito la radio privata La voce delle donne afghane , che ha organizzato la manifestazione. Dice una delle tre, incinta e con un bimbo in braccio: «Ho saputo che finalmente si poteva visitare una moschea e ho capito che ci danno anche dei regali, un po' di riso o qualche afghano (moneta locale, ndr ). Non ho di che vivere, ma ho votato Karzai, perchй spero che migliori la nostra situazione».
Commenta Shabnam, 22 anni, jeans azzurri, velo violaceo, laureata, di un'associazione indipendente che insegna alle donne come fare affari: «Dopo 23 anni di guerra (io non ho conosciuto altro) и ora che noi siamo protagoniste del cambiamento. Combattiamo anche per queste poverette che non hanno di che vivere e che sono analfabete. Non difendiamo solo le piщ fortunate». Aggiunge Thuraya, 24 anni: «Crediamo che sia venuta l'ora della pace, i signori della guerra devono sparire, non li vogliamo piщ, non devono contare piщ».
Arrivano una cinquantina di studentesse, tutte sui 18 anni, in divisa, vestito nero, velo bianco, come le nostre suore. Frequentano la «Aisha Durrani», la scuola superiore piщ elegante anche architettonicamente e la piщ prestigiosa della capitale. A nome di tutte si esprime Shogra, fresca di voto e dei 18 anni: «Certo che siamo andate tutte alle urne. Siamo emozionate perchй и la prima volta che entriamo in una moschea. E' incredibile che ci fosse una proibizione simile».
Comincia la cerimonia. Il nostro fotografo e chi scrive vengono spintonati in malo modo da un guardiano: gli infedeli non possono stare in moschea, tanto piщ se stracolma di donne. Commenta, e si scusa quasi, un esperto islamista, afghano, che ci accompagna: «E' la stupiditа degli ignoranti. Come quella che ha fatto sм che alle donne venisse negato l'accesso alla preghiera pubblica. Eppure il Corano prevede che in prima fila stiano gli uomini, in seconda i ragazzi e in terza le donne. Purtroppo in Afghanistan ha prevalso l'ignoranza dei mullah che hanno imposto il divieto».
Dalla moschea si alza il canto di centinaia di donne che, tutte insieme, recitano il Corano. Poi si sente la voce dell'unico uomo, Sebghatullah, che parla del Ramadan. Neanche un accenno all'evento straordinario che sta vivendo (o subendo?). All'uscita lo blocchiamo. Con fare da consumato politico, col naso che gli si allunga, commenta: «E' giusto che sia avvenuto. Sono contento. Prima non si poteva perchй c'erano i comunisti, troppe persone cattive e corrotte in giro. Per le donne era piщ sicuro stare in casa».
Fa finta di non sentire, Jamila Mujahed, direttrice della radio e organizzatrice della «sfida» al sistema: «Sono felice per aver contribuito a inaugurare una nuova иra per le donne. Non tutto cambierа subito, ma l'esserci prese questo diritto farа sм che nulla sarа piщ come prima».
Peccato perт che il genere femminile sia stato trascurato proprio a Kabul: non si saprа mai, infatti, quante donne hanno votato nella capitale. Alle urne il numero delle elettrici non compare. Si sono dimenticati di segnarlo.



Fonte: Corriere della sera

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ipergiorg

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 10143
Da: CARBONERA (TV)
Inviato: 18-10-2004 15:19  
Grazie Stilgar!!!
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Spock: We must acknowledge once and for all that the purpose of diplomacy is to prolong a crisis.

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 22-10-2004 15:54  
9/11, Bush insabbia rapporto Cia

Un documento scottante della Cia sul fallimento dell'intelligence l'11 settembre 2001 tenuto in stand by fino alle elezioni per ordine della Casa bianca. Lo rivela il Los Angeles Times

S. D. W.
WASHINGTON
Gli ordini erano chiari: non diffonderlo prima del 2 novembre. Imbarazzante per la Casa bianca, l'ultimo rapporto di inchiesta su quanto accaduto l'11 settembre 2001, doveva rimanere segreto fino alla fatidica data delle elezioni. Commissionato alla Cia quasi due anni fa e portato a compimento nel giugno scorso dopo 17 mesi di ricerche e indagini, lo scottante documento giace da allora in un cassetto. Il comitato di intelligence del Congresso, che pure ne aveva ordinato la stesura, non ha avuto modo nй occasione di visionarlo.

La ragione и semplice: secondo il Los Angeles Times, che ha rivelato la notizia basandosi su fonti interne alla Cia e sulle dichiarazioni di singoli congressmen che hanno visto il testo, il documento и «scioccante». E fa quello che i precedenti rapporti non facevano: ossia indicare nomi e responsabilitа («che coinvolgono funzionari di alto livello»).

L'ultimo siluro sulla campagna elettorale di Bush arriva a sole due settimane dal voto e, ancora una volta, chiama in causa gli eventi del 9/11, quel giorno in cui l'America si scoprм vulnerabile e si strinse attorno al suo presidente. I tre anni passati da allora sembrano oggi un'eternitа: lo stesso presidente ha scatenato una guerra globale contro il terrorismo, ha invaso due paesi e, soprattutto, ha visto incrinarsi quel fronte del consenso che aveva visto crearsi come per incanto sulle macerie del World Trade Center.

Ragione principale della disaffezione proprio l'atteggiamento ambiguo che l'amministrazione tutta ha tenuto nei confronti dell'intelligence, strumentalizzata per i propri fini politici (come testimonia in modo eclatante la vicenda delle presunte armi di sterminio irachene, sbandierata per rovesciare Saddam Hussein).

Il Los Angeles Times lo ricorda bene: «La notizia dell'occultamento del rapporto non sorprende, vista l'ostinazione dell'amministrazione, fin dall'11 settembre del 2001, di opporsi a ogni seria indagine». Il presidente ha cercato in tutti i modi di evitare la creazione della Commissione sull'11 settembre. Una volta fatta, l'ha ridicolizzata rifiutandosi di testimoniare sotto giuramento e accettando solo un incontro informale alla Casa bianca con i suoi membri, a cui era stato preventivamente impedito di prendere appunti. Riassumendo la storia, il quotidiano di Los Angeles non puт che abbandonarsi a una semplice considerazione: «Tutto sommato si tratta di uno strano comportamento da parte di un uomo che vorrebbe essere rieletto al posto piщ alto rivendicando proprio la sua gestione della cosiddetta guerra al terrorismo».

La vicenda del rapporto insabbiato и emersa dopo che due deputati, il repubblicano Peter Hoekstra, chairman del comitato sull'intelligence, e il democratico Jane Harman, hanno mandato una lettera alla Cia chiedendo di renderlo pubblico. Non avendo ottenuto risposta, hanno fatto filtrare la notizia.

Muta nei confronti dei deputati, l'agenzia di intelligence non ha potuto non rispondere alle accuse pubblicate dal Los Angeles Times. Un funzionario della Cia ha detto ieri in serata che il documento non и stato consegnato al Congresso perchй era incompleto. «Non и ancora finito, e stiamo ancora rivedendolo». Ma la spiegazione non ha convinto i deputati, nй il quotidiano di Los Angeles. Che molto significativamente, sul suo sito web, ieri scriveva: «L'agenzia dice che il documento non и finito, ma sono in molti a credere che la Cia stia tergiversando per favorire Bush».

Il Manifesto 21.10.04

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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 04-11-2004 19:13  
ARAFAT: I MEDICI FRANCESI ANNUNCIANO LA MORTE CEREBRALE



SPECIALE YASSER ARAFAT



PARIGI - Yasser Arafat e' in stato di ''morte cerebrale'' hanno comunicato stasera i medici francesi che lo hanno in cura a Parigi. 'Non e' vero che e' in stato di morte cerebrale', ha detto il suo medico personale giordano, che pero' ha confermato che le condizioni del presidente palestinese stanno peggiorando.

Nel brevissimo spazio di venti minuti una ridda di notizie che si sono accavallate da Tel Aviv a Parigi a Bruxelles e Washington hanno dato per morto e contemporaneamente per vivo il leader palestinese Yasser Arafat, ricoverato in gravissime condizioni in un ospedale militare vicino a Parigi.

La piu' grande incertezza regna ora sulle condizioni di salute dell'anziano rais mentre in Israele e nei Territori la tensione cresce di ora in ora.

La prima notizia della morte e' giunta da Israele dove uno dei canali della tv pubblica e la radio militare israeliana, citando fonti francesi, hanno annunciato la morte di Arafat. In un successivo intervento e' stato detto che era stata constatata la ''morte cerebrale'' di Arafat.

Pochissimi minuti dopo il premier palestinese, Abu Ala, ha smentito l'informazione.

A rafforzare la notizia della morte e' poi giunta la dichiarazione del premier lussemburghese Jean Claude Juncker che a Bruxelles l'ha confermata, precisando addirittura che essa era avvenuta ''da 15 minuti''. Il premier - tramite un suo collaboratore - ha poi ritirato la dichiarazione sulla morte.

Il primo a reagire alla notizia e' stato il neo confermato presidente americano George W. Bush il quale ha chiesto a tutti di ''pregare per la sua anima'' e ha promesso che ''gli Stati Uniti lavoreranno per una Palestina indipendente''.



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Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtа di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi и

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angel76st

Reg.: 18 Apr 2004
Messaggi: 1945
Da: ostuni (BR)
Inviato: 08-11-2004 10:58  
da repubblica

Un emendamento alla Finanziaria per far emergere
i beni archeologici: basta pagare il 5% del loro valore
Il condono per i ladri d'arte
di SALVATORE SETTIS

Ottime notizie per tombaroli, depredatori e trafficanti di antichitа, collezionisti finti e mercanti disonesti: la Finanziaria 2005 ha in serbo per loro un regalo che nemmeno i piщ cinici osavano sperare. Secondo un emendamento in discussione in questi giorni al Parlamento, il Codice dei Beni Culturali viene integrato come segue: "I privati possessori o detentori a qualsiasi titolo di beni mobili di interesse archeologico non denunciati nй consegnati a norma delle disposizioni del Codice, ne acquisiscono la proprietа mediante pagamento del 5% del valore", purchй vi sia "una dichiarazione dell'interessato attestante il possesso o la detenzione in buona fede".

In altri termini: basta che chi ha occultato beni archeologici anzichй denunziarli o consegnarli secondo la legge dichiari che lo ha fatto "in buona fede", e il reato che ha commesso si trasforma in merito: si tiene il maltolto, pagando - sinistra beffa - il 5% del suo valore. E chi determina il valore? La soprintendenza competente, ovviamente; ma nel caso essa non si esprima in tempo, "la richiesta si intende accolta": l'orrido principio del silenzio-assenso, che giа si era insediato nel Codice (ma almeno in modo temporaneo) per un diktat di Tremonti diventa in tal modo, come era troppo facile profetizzare, un grimaldello per radere al suolo ogni principio di tutela.

Non и tutto qui: in deroga (anzi in barba) a qualsiasi altra disposizione, i beni archeologici ormai privatizzati "possono essere oggetto di attivitа contrattuale a titolo gratuito o oneroso e la loro circolazione и libera". Anzi, a scanso di equivoci, chiunque ne presenti istanza и ipso facto non piщ punibile non solo per i reati previsti dal Codice dei beni culturali, ma nemmeno per i reati di cui agli articoli 648 e 712 del Codice Penale (rispettivamente: "Ricettazione" e "Acquisto di cose di sospetta provenienza"). Ricettare antichitа, acquistarle e rivenderle anche se di sospetta provenienza (purchй "in buona fede") diventa una virtщ.


Questa vergognosa proposta и stata presentata dai deputati Carlucci, Orsini, Santulli, Licastro Scardino (tutti di Forza Italia) e, in un'altra variante senza modifiche sostanziali, da altri due deputati dello stesso partito, Gianfranco Conte e Marinello. Continua dunque, e fu facile profezia, l'opera di smantellamento della tutela e del Codice Urbani approvato pochi mesi fa. La legge-delega sull'ambiente fa a pezzetti l'art. 181 del Codice, regalando sanatorie indiscriminate a chiunque abbia deturpato il paesaggio in aree vincolate.

Il nuovo emendamento sui beni archeologici ha una portata ancor piщ vasta: non si tratta infatti di una sanatoria di situazioni pregresse (o che possono passare per tali), bensм di una "licenza di uccidere" il patrimonio archeologico ora e sempre, senza alcun limite e alcun discrimine se non la dichiarazione che tombaroli e ricettatori operano "in buona fede". E come negarlo, se i loro complici siedono in Parlamento?

Ma all'impudicizia non c'и fine. L'on. Conte ha dichiarato alla Camera (2 novembre) che la sua proposta ha il nobile fine di favorire "l'emersione dei beni archeologici in mano privata". Non dunque di legittimare traffici illeciti e ricettazione si tratta, bensм di far "emergere" gli oggetti di scavo: "emergere", cioи sommergere senza speranza nelle mani di chi li ha illecitamente scavati, trafficati, acquistati e puт ormai impunemente continuare a farlo.

Nella discussione alla V Commissione, un'opposizione tanto flebile da somigliare a un applauso и venuta dall'on. Maurandi (Ds), a cui la proposta non piace perchй "non raggiungerebbe l'obiettivo che il presentatore si prefigge"; mentre l'on. Boccia (Margherita) ha parlato di "un vero e proprio colpo di spugna", e il sottosegretario all'Economia Vegas ha usato un linguaggio non meno duro ("una sanatoria per i tombaroli").

Ma entrambe le definizioni sono molto al di sotto della realtа: questa norma intende essere (e sarа, se approvata) un invito a un generalizzato do-it-yourself dello scavo archeologico, gratificato dall'assoluta certezza non solo di non compiere alcun reato, ma anzi di acquistare la proprietа dei rinvenimenti, e di poterli liberamente commerciare previo pagamento di un modestissimo obolo allo Stato.

In tal modo, il principio plurisecolare che ha regolato la tutela in Italia - la proprietа statale dei reperti archeologici comunque rinvenuti - viene cancellato con un blitz brutale. Si apre su tutto il territorio nazionale una gigantesca caccia al tesoro, si beffeggiano i Carabinieri del benemerito Nucleo per la tutela del patrimonio artistico, impegnatissimi nel recupero dei beni archeologici trafugati (resteranno ora senza lavoro?), si vanificano tutte le azioni in corso (anche della magistratura) per il recupero del patrimonio archeologico illegalmente acquisito da collezioni e musei stranieri.

Questa norma non solo viola la Costituzione, ma la offende. Essa rivela che cosa и il "Codice Urbani" per una parte almeno della maggioranza di governo che lo ha approvato: uno specchietto per le allodole, che ha consentito di concentrare il fuoco sul ministro Urbani al momento della discussione, diffondendo tuttavia la falsa impressione che con l'approvazione del Codice "i giochi sono fatti".

E' vero il contrario: per una qualche lobby il Codice и giа in corso di smantellamento sul fronte dell'ambiente e dei beni archeologici. Il resto fatalmente arriverа, se mancheranno reazioni adeguate nel Parlamento e nel Paese, e il Codice sarа presto carta straccia. A poco serviranno i ponderosi commentari che stanno giа arrivando in libreria.

Questa, и bene sottolinearlo, non и una battaglia nй di destra nй di sinistra, и una battaglia di civiltа. Le tiepide proteste delle opposizioni contro una norma tanto spudorata non sono meno preoccupanti della norma stessa. Perchй il partito trasversale dei nemici della tutela venga sconfitto, occorre un'alleanza delle buone volontа, degli onesti, di coloro (e ce ne sono in ogni parte politica) a cui ripugna la connivenza con ricettatori e trafficanti. Ma occorre anche informazione e consapevolezza dei cittadini.

Faremo in tempo ad arrestare questo cinico, irresponsabile invito allo scempio del nostro patrimonio archeologico?


(8 novembre 2004)
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"quando vivi nella paura arrivi al punto , che vorresti essere morto." Sonatine.

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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 11-11-2004 09:52  
RAMALLAH - Si e' conclusa questa mattina all'alba la lunga agonia del presidente palestinese Yasser Arafat, da una settimana in coma in un ospedale militare vicino a Parigi. La morte di Arafat e' stata annunciata nella capitale francese dal portavoce dell'ospedale militare e a Ramallah dal segretario alla presidenza palestinese Tayeb Abdelrahim.

La salma del rais sara' trasportata oggi al Cairo, dove domani si svolgeranno i funerali ufficiali in presenza in particolare dei capi di stato arabi e di rappresentanti di molti governi del mondo.

SARA' SEPOLTO ALLA MUQATA - Arafat sarа poi trasferito in elicottero a Ramallah e verrа seppellito alla Muqata, il palazzo presidenziale dove ha vissuto ininterrottamente negli ultimi tre anni. La sepoltura, ha confermato il ministro palestinese Yasser Abed Rabbo, avverra' sabato. Con l'annuncio ufficiale della sua morte, la televisione palestinese ha immediatamente sospeso le normali trasmissioni: sugli schermi и apparsa una immagine del Rais, su sfondo nero, accompagnata dal versetto coranico: 'Da Dio veniamo, a Dio torniamo'. Un annunciatore ha iniziato a leggere versetti coranici. A Gaza city alla notizia della morte di Arafat, molti militanti sono scesi in strada e hanno sparato raffiche di arma automatica verso il cielo. Subito dopo le moschee hanno aperto i battenti e dai minareti sono stati diffusi versetti coranici.

LUTTO DI 40 GIORNI NEI TERRITORI - Malgrado l'ora mattutina, migliaia di persone si sono riversate in strada, a bordo di automobili su cui avevano applicato immagini del presidente scomparso. In diversi incroci stradali giovani dimostranti hanno dato fuoco a pneumatici: il fumo scuro e acre ha invaso il cielo di Gaza city e di altri centri della Striscia. Sui marciapiedi sono presto apparse lamentatrici in lacrime: donne vestite in nero, che si disperano per la morte del leader. Scene analoghe si sono verificate in altre citta' palestinesi. Un lutto ufficiale di 40 giorni e' stato proclamato dall'autoritа palestinese.

DA BRIGATE AL AQSA MINACCE A ISRAELE - Le Brigate Al Aqsa hanno accusato in un comunicato il governo di Gerusalemme di essere responsabile della morte di Arafat e hanno affermato di volere colpire Israele "ovunque". Nel documento il gruppo armato vicino al movimento Al Fatah di Arafat ha detto di considerare "il nemico sionista e il governo (del premier israeliano Ariel) Sharon totalmente responsabili dell'assassinio" di Yasser Arafat "per averlo assediato" per tre anni nel palazzo presidenziale della Muqata, a Ramallah. Il gruppo integralista islamico Hamas ha affermato che la morte di Arafat accentua il suo impegno a ''continuare la Jihad (la guerra santa, ndr) contro il nemico sionista fino alla vittoria ed alla liberazione''.

ISRAELE DECRETA MASSIMA ALLERTA - Nel timore di incidenti o di attentati, Israele ha decretato lo stato di massima allerta. Da questa mattina e' entrato in vigore un rigido isolamento della Cisgiordania mentre in Israele la polizia ha richiamato in servizio tutti gli agenti in licenza e ha rafforzato la sua presenza in tutti i centri dove c'й una forte presenza di folla, in special modo nell' area che circonda Gerusalemme e lungo la 'linea verde', il vecchio confine armistiziale con la Cisgiordania. Grande attenzione viene inoltre riservata alla situazione all'interno delle carceri, dove sono reclusi migliaia di militanti dell'intifada.

MINISTRO ISRAELE, FOMENTAVA IL TERRORISMO - "Era un fomentatore di terrorismo... fra di noi nessuno piangerа la sua morte", и stata la prima reazione di un dirigente di Israele, il vicepremier e ministro della giustizia Yossef Lapid. Il capo dello stato ebraico Moshe Katsav in un comunicato ha auspicato che la morte di Arafat consenta di aprire ''un nuovo capitolo'' nei rapporti fra israeliani e palestinesi.

BUSH, MOMENTO SIGNIFICATIVO IN STORIA PALESTINESE - Numerose le reazioni nel mondo. Il presidente americano George Bush ha definito la morte di Arafat ''un momento significativo nella storia palestinese'', auspicando che nel periodo di transizione che si apre ora ci possano essere progressi verso la pace. Il presidente francese Jacques Chirac ha detto che con Arafat ''scompare l'uomo coraggioso che ha incarnato per 40 anni la lotta dei palestinesi per i diritti della propria nazione". Chirac in mattinata si recherа nell'ospedale militare Percy de Clamart "per rendere l'ultimo omaggio al presidente Arafat". Il segretario generale dell'Onu Kofi Anna si и dichiarato "profondamente commosso" dalla notizia della morte di Arafat, simbolo, ha affermato, "delle aspirazioni nazionali del popolo palestinese". Il capo dello stato russo Vladimir Putin ha parlato di una ''grande perdita'' per il popolo palestinese e il presidente sudafricano Thabo Mbeki ha definito Arafat ''un gigante della lotta per i poveri e gli oppressi''.

UN TRIUMVIRATO PER SOSTITUIRLO - Le redini del potere palestinese vengono riprese dopo la morte di Arafat da un triumvirato formato dal numero due dell'Olp Abu Mazen, che subentra al rais alla guida della cupola politica palestinese, dal premier Abu Ala e dal presidente del parlamento Ruwi Fatuh. Quest'ultimo, secondo la televisione al Jazira, sara' eletto oggi presidente provvisorio dell'Anp e prestera' giuramento a mezzogiorno davanti al parlamento. Elezioni presidenziali e forse politiche dovrebbero svolgersi fra due mesi.

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Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtа di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi и

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ipergiorg

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 10143
Da: CARBONERA (TV)
Inviato: 09-12-2004 17:58  
Il grande moralista conservatore Scruton ci dice che il nullismo contemporaneo и figlio della crisi cristiana, che adulti sfiniti mettono i non nati al servizio dei loro desideri, che si gioca con il destino umano

Brinkworth (Wiltshire). Secondo Roger Scruton non esiste un diritto alla salute. “Se ci fosse, dovrebbe esserci anche un dovere, ma и impossibile. Moriremo tutti. E quando accade, chi fallisce in questo dovere? Dio?”. Scruton и un filosofo conservatore di sessant’anni, considerato uno dei piщ incisivi moralisti del mondo, и un figlio dell’Inghilterra rurale condannato ad essere culturalmente scorretto. Parigi lo accolse come un distratto socialista, ma a causa di quella che lui definм la “vuotaggine antinomica” della rivolta studentesca, tornт in Inghilterra da sano reazionario. Al Foglio spiega che “l’intero business della ricerca sugli embrioni и invalidato da problemi morali. Dovremmo riprodurre gli embrioni come scorta per adulti sfiniti? Dovremmo manipolare il processo genetico per provvederci di bambini disegnati su misura, per soddisfare quei viventi, ad esempio, che vogliono un figlio con due padri e nessuna madre?
Siamo nel bel mezzo di un processo di manipolazione del non-nato per interesse dei vivi. E’ un atto di empietа. I vivi esistono nell’interesse dei non-nati, non il contrario. Se perdiamo questo punto di vista, decade anche l’istinto del futuro da cui dipendono le societа, l’istinto di sacrificare se stessi per chi non и ancora nato. Sei i non-nati invece sono sacrificati per i vivi, il mondo scivola verso la fine. E’ il principio dell’ecologia sociale. Il primo tipo di piacere и noto con il nome di ‘famiglia’. I piaceri che vengono dal sacrificio dei non-nati sono referenziali, freddi e sterili. Non penso quindi che la scienza e la tecnologia debbano essere sviluppate per soddisfare ogni desiderio umano. Molti dei nostri desideri non dovrebbero essere soddisfatti in ogni caso”.

Da sempre la medicina risponde alle richieste dei vivi. Che per Scruton significano sempre “piщ vita, piщ salute, piщ sesso, piщ soddisfazione. Se i non-nati devono essere sacrificati per questi fini, state certi che sarа fatto. Nel passato i medici erano sostenuti dalla loro fede, da un senso di pietа e dall’esitazione di fronte alla santitа della vita umana”. Ma soprattutto riconoscevano dei limiti al loro operare mentre soddisfacevano i pazienti. “Qualunque cosa si pensi dell’aborto и impossibile negare che rappresenta un grande cambiamento nell’attitudine pubblica – continua Scruton – Ma i non ancora nati hanno perso ogni diritto alla nostra compassione e, visto che non li guardiamo negli occhi, ci sembra logico e lecito ucciderli”. Allo stesso modo va compresa l’ingegneria genetica. “I medici adesso giocano con la vita nel suo processo di origine, non per il bene del bambino, ma per soddisfare i capricci di una madre. Ancora pietа, umiltа e senso del sacro sono spazzati via, si gioca con il destino umano per soddisfare i desideri dei soli viventi. Il risultato non sarа una conquista della felicitа umana ma una tragica perdita. E questo avverrа fino a che le persone continueranno a vedere quei limiti nelle loro vite come ostacoli e frustrazioni. La scienza sarа costantemente chiamata a rompere questi limiti”.

L’occidente e gli altri
E’ appena uscito anche in Italia il suo “L’occidente e gli altri”, nella collana di “Vita e pensiero” curata da Vittorio Emanuele Parsi. Da nemico giurato dei “gentili avvocati dell’inclusione”, al Foglio Scruton spiega che la morte di Theo van Gogh era nell’aria. “Non era solo un’eminente personalitа culturale. E’ successo a molti altri musulmani senza che si fossero espressi con il suo vigore e la sua libertа. Gli islamici hanno difficoltа ad adattarsi alla libertа d’espressione e dobbiamo quindi aspettarci che la tensione aumenti ancora. Nessuno crede piщ nel multiculturalismo, ma c’и un establishment che lo coltiva e inganna. Stiamo vivendo nel rinnegamento del problema. Il radicalismo islamico и cresciuto, in parte, per il disorientamento dei musulmani nel mondo moderno, ma soprattutto per la paura verso la sessualitа femminile. Basta guardare gli isterici pronunciamenti di Khomeini e il comportamento di molti iraniani descritti da Azar Nafisi in ‘Leggere Lolita a Teheran’. Ma piщ in generale, и osservabile nelle comunitа islamiche occidentali”.

Secondo Scruton tutti i giorni, nell’establishment accademico americano, va in scena “una Bushfobia che procede da quella che potremmo chiamare ‘cultura del ripudio’. Bush rappresenta lo spirito di frontiera, le certezze ruvide protestanti della vecchia America. Lo odiano perchй и il loro passato. I liberal americani sono avvinghiati nello stesso tipo di odio che anima ancora l’antisemitismo: il nemico in questo caso non и l’ebreo, ma qualcosa di egualmente caricaturale per loro, cioи la destra cristiana che amano chiamare ‘fondamentalista’”. Alla Contemporary Review ha parlato di una “falange di accademici che ha soppiantato lo spirito di ricerca con la conformitа ideologica”. E allo Spectator ha detto che tutte le persone che disprezza odiano Bush. Ma precisa: “Niente piщ di questo va a suo favore”. E aggiunge: “Gli Stati Uniti hanno liberato cinquanta milioni di persone, tra Kabul e Baghdad. Ma a cominciare dai liberal non и questo che i suoi nemici vedono. Perchй ci sono problemi profondi coinvolti nella psiche umana: gli uomini odiano il successo, amano il rancore e hanno un’innata tendenza a credere che il nostro successo sia ottenuto al costo del fallimento degli altri.

Solo la religione, in particolare l’umiltа cristiana, puт sanare questi sentimenti ingenerosi dell’animo umano. Ma si spiega anche perchй non siamo stati curati”. Sia nel caso delle biotecnologie che nel risveglio dalle illusioni multiculturali, и costante il fallimento della cultura cristiana: “Questo mentre l’illuminismo ci ha disposto favorevolmente alla scienza e ha marginalizzato la pietа. La nostra cultura и nelle mani dei Mefistofele. Non crediamo in niente, stiamo facendo del Nulla la realtа. Il nichilismo delle йlite europee и disastroso, sia moralmente sia politicamente. E’ lo stesso genere di ripudio, il fallimento della fede, il tentativo di distruggere i credo tradizionali. Basta guardare quello che sta accadendo in Spagna. E’ uno spettacolo ignobile la mancanza di autocoscienza delle йlite spagnole”.
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Spock: We must acknowledge once and for all that the purpose of diplomacy is to prolong a crisis.

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pietro2004


Reg.: 28 Mag 2004
Messaggi: 1909
Da: Roma (RM)
Inviato: 30-01-2005 21:59  
Генпрокуратура Украины закрыла уголовные дела против Тимошенко и ее родных

Генеральная прокуратура Украины закрыла все уголовные дела в отношении и.о. премьер-министра Юлии Тимошенко и ее родственников, сообщил в пятницу на брифинге генпрокурор Святослав Пискун.

"Мы приняли решение закрыть дело Тимошенко. В ее действиях нет состава преступления", - заявил генпрокурор. Пискун отказался ответить на вопрос, было ли дело против Тимошенко политическим.

"Дела против Павла Лазаренко (экс-премьера Украины, находящегося под следствием в США) и Тимошенко связаны с тем, что там фигурирует перевод денег", - сказал Пискун. Он напомнил при этом, что дело против Лазаренко рассматривалось и за отсутствием доказательств было закрыто, сообщает ИТАР-ТАСС.

"Человек не может всю жизнь находиться под следствием - его нельзя третировать", - сказал Пискун, напомнив, что генпрокуратура четыре раза подавала в парламент представление на согласие привлечь Тимошенко к уголовной ответственности. Украинский парламент отказывался снимать неприкосновенность с Тимошенко.

"Если за столько лет депутаты не дали своего согласия, а правоохранительные органы не нашли доказательств ее преступлений, необходимо руководствоваться презумпцией невиновности", - заявил прокурор.

"На Украине еще в том году суды закрыли все дела по Тимошенко, по ее тестю и мужу. На основе этого генпрокуратура решила закрыть дело по Тимошенко", - сказал Пискун.

Пискун подчеркнул, что уголовное дело в отношении Тимошенко было закрыто 5-6 дней назад, то есть до того, как она стала и.о. премьера. Тимошенко была назначена на этот пост в понедельник. Дела против нее, а также ее мужа и свекра были возбуждены в 1996 году в связи с деятельностью Тимошенко на посту руководителя корпорации "Единые энергетические системы Украины". Ранее Тимошенко также заявляла, что дело в отношении ее свекра закрыто, добавив, что ее супруг в настоящее время скрывается за границей. Пискун выразил уверенность, что генпрокуратура Украины, закрыв дело Тимошенко, поступила правильно. "Я поговорил с экс-генпрокурором Михаилом Потебенько, и он говорит, что мы абсолютно правильно поступили", - сказал генпрокурор. Комментируя заявление генпрокурора РФ Владимира Устинова о том, что уголовное дело, возбужденное российской стороной в отношении Тимошенко, прекращено не будет, Пискун сказал, что российские коллеги расследуют те материалы, которые были направлены в Москву в 2001 году. "Они касаются злоупотреблений должностных лиц Минобороны РФ. Один из этих должностных лиц дал показания, в которых пояснил свою плохую работу тем, что якобы Тимошенко дала ему взятку", - сказал он.

«У меня нет никакой бани!»

Алла Пугачева высказала «Комсомолке» свою точку зрения на деятельность Минприроды и Олега Митволя.

- Я не понимаю, чего добивается этот человек. Самое смешное, что речь идет вовсе не о бане. А о небольшом летнем домике, в котором попариться нельзя при всем желании: там три маленьких дивана и камин. Дело в том, что, когда много лет назад я покупала этот дачный участок, по документам на нем действительно значилось некое строение, именуемое «баня». А на самом деле был сарай, который потом превратили в милый летний домик.

- Баня или домик, но, судя по всему, стоит-то эта постройка слишком близко к воде?

- Я готова представить документы, что все устроено согласно правилам. Вокруг нас, кстати, достаточно реальных нарушителей. Многие дачники, включая меня, пытаются с ними бороться. И все равно скандальные разговоры идут лишь о моей так называемой «бане». Я уже ко всему привыкла, но это слишком! Видите ли, когда эти чиновники осматривали берег, в водохранилище поднималась вода. Естественно, что и забор моего участка оказался в воде, и расстояние от летнего домика до воды уменьшилось.

Андрей РОДКИН

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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 02-02-2005 13:44  
quote:
In data 2005-01-30 21:59, pietro2004 scrive:
....отношении и.о. премьер-министра Юлии Тимошенко и ее родственников, сообщил в пятницу на брифинге генпрокурор Святослав Пискун..





Non mi sembra che sia andata cosм. Nel 1995 Rabion non faceva ancora parte del governo.
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Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtа di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi и

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pietro2004


Reg.: 28 Mag 2004
Messaggi: 1909
Da: Roma (RM)
Inviato: 03-02-2005 17:08  
quote:
In data 2005-02-02 13:44, gatsby scrive:
quote:
In data 2005-01-30 21:59, pietro2004 scrive:
....отношении и.о. премьер-министра Юлии Тимошенко и ее родственников, сообщил в пятницу на брифинге генпрокурор Святослав Пискун..





Non mi sembra che sia andata cosм. Nel 1995 Rabion non faceva ancora parte del governo.




.. e c'hai ragione pure tu ..

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 04-02-2005 11:25  
Ulema all'attacco: «Un voto privo di ogni legittimitа»

L'associazione dei musulmani sunniti accusa gli americani: hanno voluto tenerci fuori dall'assemblea, e ci sono riusciti. Il nostro coinvolgimento nel dopo, и pura chiacchiera. Il nodo и il ritiro. In calo le percentuali sull'affluenza

STEFANO CHIARINI
INVIATO A BAGHDAD

«Gli americani e i loro amici fidati del governo hanno voluto un'assemblea nella quale non fossero rappresentati nй la comunitа sunnita, nй molti sciiti e laici contrari all'occupazione e l'hanno ottenuta. Non possono certo pensare che ora riconosceremo una qualche legittimitа a quest'assemblea, al futuro governo e alla futura costituzione. In ogni modo tutte quelle parole sulla necessitа di coinvolgere i sunniti nel "dopo voto" sono solo chiacchiere, altrimenti lo avrebbero fatto prima. Il nodo non и di natura religiosa ma politica: il rifiuto degli Usa di fissare una data per il loro ritiro». Sheik Omar, il portavoce dell'Associazione degli Ulema musulmani sunniti, l'organizzazione che raggruppa i rappresentanti di oltre 3.000 moschee e costituisce l'unica rappresentanza politico-religiosa di questa comunitа sempre piщ emarginata dagli occupanti, cosм spiega il senso della durissima presa di posizione adottata ieri al termine di una riunione dei vertici dell'associazione. L'incontro и avvenuto nella grande moschea di Um al Qura (la madre di tutti i villaggi), giа «Um al Maarek» (la madre di tutte le battaglie), costruita all'indomani della prima guerra del Golfo, ai tempi di Saddam Hussein, alla periferia ovest della capitale, lungo la strada che porta verso Abu Ghraib, Falluja, Ramadi, una delle piщ pericolose per le truppe Usa.

I sunniti iracheni nel loro comunicato sostengono che «queste elezioni sono prive di ogni legittimitа perchй una gran parte delle varie componenti del paese, politiche e religiose, le ha boicottate. Questo vuol dire che sia l'Assemblea nazionale, sia il governo che ne uscirа, non avranno la legittimitа necessaria per scrivere la costituzione o per concludere accordi di sicurezza o economici». Nonostante ciт l'Associazione si dichiara disposta a rispettare la volontа degli elettori e a considerare il prossimo governo «un esecutivo dalle prerogative limitate che si occuperа degli affari correnti» ma qualsiasi altra decisione o atto, al di fuori di quest'ambito puramente amministrativo, saranno considerati nulli e privi di valore. Assai dura anche la parte finale del comunicato lа dove l'Associazione degli ulema mette in guardia l'Onu e la Comunitа internazionale «contro il rischio di considerare queste elezioni come legittime perchй questo potrebbe aprire la porta a nuove sventure e saranno loro i primi a pagarne le conseguenze».

«Gli americani hanno inventato le "Truman election", le elezioni che si svolgono solo su un set televisivo, mentre l'intero paese и schiacciato dai carri armati, sottoposto a duri bombardamenti e a continui rastrellamenti», ci dice sprezzante uno degli addetti dell'Associazione, raccontandoci poi come a Baghdad molti seggi nei quartieri sunniti non abbiano neppure aperto i battenti e in altri la percentuale dei votanti non ha superato l'8%.

La Commissione elettorale centrale, dopo aver abbassato ieri la probabile percentuale di coloro che hanno votato dal 72% al 57% non ha piщ dato alcun dato generale limitandosi a far trapelare le percentuali, tutte attorno all'80% relative ai seggi attorno alle «cittа sante» per gli sciiti di Najaf e Kerbala, dov'и la sede della «Marjaiya», il conclave guidato dal grande ayatollah al Sistani che ha imposto ai suoi fedeli, pena l'inferno, di votare per la lista unitaria sciita filo-Usa e filo-Iran.

Paradossalmente i seri dubbi sulle percentuali dei votanti dell'Associazione degli Ulema sono stati, indirettamente, accreditati ieri dal sito Debka-File, vicino ai servizi israeliani, assai presenti con i loro uomini non solo nel nord dell'Iraq, dove dagli anni `70 addestrano le milizie kurde, ma anche a Baghdad e in particolare, si dice, al Baghdad Hotel tra Saadoun Street e il lungotigri abu Nawas (alcuni anni fa nello stesso albergo soggiornт a lungo un altro noto abitante di Jaffa, dov'era nato in una famiglia con vasti agrumeti, che dopo essere stato derubato di tutti i suoi terreni e case, decise di prendere il nome di Abu Nidal). Secondo Debka File la percentuale nazionale dei votanti sarebbe tra il 40 e il 45% con enormi differenze tra una zona e l'altra: a Najaf e Kerbala saremmo oltre l'80%, negli altri centri del sud, come Diwaniya, Qadisiya e Amara, attorno al 40%, e a Basra sotto il 30%. Nella provincia di Diyala e a Baghdad la percentuale dei votanti si aggirerebbe attorno al 30%.

Da una rapida analisi di queste percentuali emerge che i fedeli hanno ubbidito con entusiasmo all'invito di al Sistani nelle cittа sante ma assai meno nelle grandi cittа, in particolare a Basra, dove a livello locale i partiti della lista unitaria - il Consiglio supremo per la rivoluzione islamica in Iraq (Sciri) e il partito «al Dawa» - hanno giа dato pessima prova di sй. Il secondo dato и che anche molte tribщ sciite del sud, vicine al leader radicale Moqtada al Sadr, hanno preferito non recarsi alle urne. Piщ in generale ad astenersi non sarebbe stata solo la comunitа sunnita ma anche buona parte di quella sciita.

Intanto, mentre ieri Baghdad era scossa da nuove, forti esplosioni, alcuni gruppi di guerriglieri hanno fatto saltare a Samarra (la famosa cittа con il minareto a spirale che ricorda la torre di Babele), l'oleodotto che rifornisce due importanti raffinerie, quella di Dora a sud della capitale e quella di Baji a nord. Cresce la tensione nel nord dell'Iraq dove le milizie di Jalal Talabani e di Massoud Barzani, oltre ad aver occupato i seggi della cittа di Kirkuk e aver fatto votare (con l'ok Usa) circa 80.000 curdi non residenti in cittа, nell'aerea di Mosul, attraverso l'ufficio elettorale di Arbil da loro controllato, avrebbero invece impedito di votare - non facendo arrivare schede e verbali - a molti cittadini della comunitа assiro-caldea (circa 300.000 anime)..

Manifesto 3 feb 2005

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