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Autore bellissimo
gmgregori

Reg.: 31 Dic 2002
Messaggi: 4790
Da: Milano (MI)
Inviato: 09-03-2003 12:31  
E' di zucconi, si chiama In Fuga con BURT :
Corri, tesoro mio, corri, siamo quasi arrivati, non piangere", implorava la mamma, trascinando il bambino sotto la pioggia che scendeva nel vento dell'autunno, già freddo, dell'Indiana. "Sono stanco, mamma, fermiamoci", la implorava Bart, rotolando sulle sue gambette di tre anni, "perché non possiamo fermarci, dai, ti prego". Non era la prima volta che Bart era costretto a seguire sua madre, Lucille, in quelle corse con la lingua fuori per raggiungere l'automobile, e scappare via dalla paura che li inseguiva, dai nemici che li minacciavano e che avrebbero tanto voluto mettere le mani addosso a quella donna e al suo bambino. Ma scappare non era mai stato così duro come quella sera. "In braccio, prendimi in braccio", implorava lui esausto, ma Lucille non poteva, appesantita dal borsone che si doveva trascinare dietro, con dentro tutto quello che possedeva nella vita e che avrebbe, forse, potuto salvare Bart e lei da altre fughe, da altri cacciatori. Era tutta la vita che scappava da qualcosa, da una madre che aveva tentato di farla prostituire per arrotondare il reddito di casa, da vicini e cosiddetti amici che si offrivano di "proteggerla", da boyfriend che le avevano promesso amore e famiglia soltanto per lasciarla con quel bambino a carico. Lei non aveva voluto abortire, e aveva deciso di crescerlo, contro tutti i pronostici. Ma l'aveva avuto prima di compiere i 16 anni, e il coraggio, l'ostinazione di una madre non sono mai bastati per mettere cibo sulla tavola e tetti sulla testa. Lucille Warner aveva tentato le solite strade aperte a una ragazza di 16 anni che non aveva titoli di studio: il bancone degli hamburger, il magazzino dei drugstore, i tavolini dei bar, anche qualcosa di peggio. Ma alla fine della giornata di lavoro, o alla fine della settimana, c'era sempre qualcuno o qualcosa che la inseguivano, un conto da pagare, un uomo, a volte molti uomini. Come quella sera a Terre Haute, in Indiana. Sentiva che i passi dei suoi inseguitori si facevano sempre più vicini, e le sue speranze di seminarli sempre più deboli. Li avrebbe distanziati facilmente, come li aveva seminati tante volte in passato, se non avesse avuto a rimorchio quel figlio che non poteva tenere il passo. Di tanto in tanto lo sollevava da terra per il braccio, facendogli mulinare le gambette a mezz'aria, come nei cartoni animati. Ma il borsone l'appesantiva, Bart piangeva, la pioggia li accecava. Vide sagome enormi, proiettate dai fari sui muri di mattoni, farsi ancora più grandi, sentì le urla degli inseguitori crescere, come il pianto del bambino che alla stanchezza ormai mescolava la paura. La implorava di fermarsi, ma anche di non farsi raggiungere e prendere. Avrebbe dovuto lasciarlo a casa, ma quale casa, e con chi? E poi, quando era nato, aveva giurato a se stessa che lo avrebbe portato sempre con sé, che Bart non sarebbe mai divenuto un "figlio del lucchetto" come era stata lei, un bambino chiuso in casa per ore e ore, da solo, in attesa che qualcuno tornasse dal lavoro. "Corri, tesoro, corri", gli ansimava, ma i passi alle spalle erano sempre più forti, sempre più vicini. Sentì una mano prenderle una caviglia e vide il marciapiedi venirle in faccia. Vide, da terra, altre mani afferrare Bart, che cercava di divincolarsi chiamandola, e lei, come negli incubi, che cercava di alzarsi e andare da lui senza riuscire a muoversi, sotto il peso di un corpo tanto più grosso che, a cavalcioni, la schiacciava sul cemento, mentre altre mani immobilizzavano le sue, serrandole dietro la schiena, e una voce ansimante, rabbiosa gridava: "Ferma, stai ferma!", e sagome di uomini raccoglievano la sua borsona volata via aprendo la lampo, frugando tra le sue cose, ridendo. "Ma come credevi di scapparci?", le diceva una delle voci, "Ma come pensavi di farla franca portandoti un bambino di tre anni dietro?", e lei non aveva una risposta, non aveva niente da dire, perché sarebbe stato inutile tentare di spiegare ad agenti di polizia come possa una madre andare a rapinare una banca nel centro di Indianapolis portando con sé il proprio figlio, e neanche per la prima volta. "Stupida", dicevano i poliziotti, "è una cosa da stupida", ma che cosa ne sapevano loro, con le loro case ordinate, le loro famiglie, le loro baby sitter. "Mi lasceranno tenere Bart con me, in carcere?", chiese mentre la portavano dentro. "Sì", le risposero, e lei si mise tranquilla. Almeno per qualche anno, non avrebbero più dovuto correre via da nessuno.


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la bruttura del vuoto è tanto profonda fin quando, cadendo, non ti accorgi di poterti ripigliare. I ganci fanno male, portano ferite, ma correre e faticare per poi giorie è un obbiettivo per cui vale la pena soffrire.
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Deeproad

Reg.: 08 Lug 2002
Messaggi: 25368
Da: Capocity (CA)
Inviato: 14-03-2003 21:54  
Affascinante... dico davvero...
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gmgregori

Reg.: 31 Dic 2002
Messaggi: 4790
Da: Milano (MI)
Inviato: 15-03-2003 14:43  
Stimo molto Zucconi, ascolto sempre i suoi interventi, pacati, educati e saggi su Radio Capital. Scrive bene con una maturità e una originalità da non poco. Avessero messo lui alla direzione RAI?
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Castoromen

Reg.: 06 Mag 2003
Messaggi: 1078
Da: botswana (es)
Inviato: 05-06-2003 01:04  
zuccotto?
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...c'é del metodo nella sua pazzia.....

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