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Autore Sul Cinema
aralis

Reg.: 18 Ott 2003
Messaggi: 3151
Da: bolzano (BZ)
Inviato: 03-04-2004 11:08  
Non so se ho capito bene tutto, di questa discussione, ma è molto interessante. Un solo commento, da parte mia, spero non sia fuori tema:
a me sembra che, mentre quando si parla di cinema americano non ci sono distinzioni da fare, qualunque sia il regista, il produttore, il cast, il luogo in cui viene girato, si tratta sempre di “cinema americano”, eccelso, mediocre, scadente, per la TV, ma inconfondibilmente americano, quando invece si parla di cinema europeo sia sempre necessario distinguere in italiano, francese, tedesco, ecc.
Perché, anche senza sapere chi è il regista, qual'è il cast e la nazione che lo produce, si capisce sempre già dalle prime scene da dove arriva, gli stili sono diversi tra loro e inconfondibili. E questo, a parere mio, si riscontra sia nei vecchi film che in quelli attuali, e costituisce forse un limite all’espansione del “cinema europeo” al di fuori dei confini nazionali, salvo i casi di registi prestigiosi.
Perché, ad esempio, un film ambientato in Italia, che racconta una storia italiana, con personaggi italiani, con stile italiano, senza effetti speciali, fuori dai confini nazionali non interessa tanto, mentre quello americano, di grande effetto, fa più cassetta, richiama molti più spettatori in qualunque nazione.
Io prediligo i film italiani, ma ho notato che, quando in sala c'è un film italiano rimane in programmazione al massimo una settimana e si trova sempre posto, quando è americano resta in visione anche tre settimane ma bisogna sempre fare la fila per entrare.


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Machina

Reg.: 26 Mar 2004
Messaggi: 116
Da: Brentino Belluno (VR)
Inviato: 03-04-2004 13:56  
Mi permetto di aprire una parentesi intervenendo sul tema della commercialità del cinema, in un'epoca dove ormai l'unico modo per farsi 'notare' è dichiararsi anti-commerciali, in un processo che altro non è che moda da un'altra visuale.
Ben venga la commercialità del cinema, nato come prodotto (e non come arte) per pochi - addirittura per una persona risalendo alle origini con il cinetoscopio di Edison - e che adesso tutti o quasi possono permettersi, un cinema popolare quindi.
Se poi vogliamo approfondire l'argomento citando lo strapotere dei produttori nella grande terra commerciale che è l'America (ma tale anche in altre zone del mondo), a discapito quindi dell'aspetto puramente artistico, non possiamo dimenticare la nascita e il rapido sviluppo del cinema indipendente, ma anche un aspetto etico come la necessità dell'autore-artista di giungere a compromessi, niente di più di questo riassume il senso della vita e porta ad una notevole crescita individuale. Ogni medaglia ha un suo rovescio, aspetti negativi ma anche positivi basta vederli; immersi in un contesto che permette di spaziare.

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gmgregori

Reg.: 31 Dic 2002
Messaggi: 4790
Da: Milano (MI)
Inviato: 03-04-2004 15:13  
osservando le varie raltà cinematografiche scopro che nel percorso storico del cinema attuale vige una sorta di doppio Individualismo.
L'individualismo eroico, l'aspettativa del male, la spettacolarizzazione della paura, da una parte, e l'individualismo teso a studiare i rapporti e i bisogni tra noi umani, quale che sia lo Sato in cui il film è girato.
Prendiamo ad esempio IL grande Cocomero, la storia di una ragazzina epiletticha che individua nello psichiatra (un'ottimo Castellitto) un padre, qualcuno con cui comunicare. L'effetto comunicazione, la sceneggiatura e la recitazione della sofferenza, sono apsetti fondamentali di questo film che ti porta a pensare che l'animo umano ha bisogno che i propri desideri vengano condivisi.
Altman, con America Oggi, ha fatto uno splendido lavoro osservando i limiti dell'individualismo americano denunciando i rischi dell'incomunicabilità nei grandi agglomerati urbani.
Ma se Altman spicca in America con la sua intelligenza, molti dei suoi connazionali, si chiudono, rimangono impermeabili e gerarchizzati.
Si fermano al gioco del film.

[ Questo messaggio è stato modificato da: gmgregori il 03-04-2004 alle 15:16 ]

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gmgregori

Reg.: 31 Dic 2002
Messaggi: 4790
Da: Milano (MI)
Inviato: 03-04-2004 15:50  
e mi chiedo se noi andiamo al cinema come parte di tutto il resto o cosa?
Poi, rilegandomi al primo post, potremmo definire il concetto di cinema americano entertertaiment, visto come una realtà mediocre che si ferma al simbolo, per agganciarsi al remunerativo, oppure si gioca ancora con la fantasia più semplice, si costruiscono grosse navi, si riportano sullo schermo ancestrali guerre romane, non solo per tranne profitto ma anche per stimolare la mediocrità implicità in esso?

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13Abyss

Reg.: 20 Lug 2003
Messaggi: 7565
Da: Magliano in T. (GR)
Inviato: 03-04-2004 16:32  
quote:
In data 2004-04-03 07:05, gmgregori scrive:
bè al momento penso a questi:
La pianista, trainspotting, Denti, Cannibal Holocaust, Scopami, Guardami, Luna Rossa, Ricette d'amore, Isotta, L'imbalsamatore, il cameramen e l'assasino, Non ti muovere, the dreamers, Senza Pelle, L'avversario e qunt'altro.


[ Questo messaggio è stato modificato da: gmgregori il 03-04-2004 alle 07:06 ]



Forse ho afferrato cosa intendi, anche tramite il post seguente...
C'è comunque da fare una fondamentale distinzione tra il tema morboso trattato narrativamente e la rappresentazione morbosa di un qualche cosa.
Per farti un esempio: Cannibal Holocaust tratta un tema morboso con toni decisamente distaccati e documentaristici. Denti di Salvatores, simmetricamente, tratta un tema come la maturazione del protagonista (tematica non morbosa, quindi) con elementi ripetitivi e particolarmente fisici (l'ossessione per i denti, quella infantile per il seno, l'attaccamento alla madre e il rigetto/amore per la fidanzata).
Difficilmente, invece, si trovano entrambi i fattori (tematica morbosa e conseguente rappresentazione morbosa) nello stesso film, forse perchè il regista ha paura di cadere in un cinema esageratamente intimista e contorto.
Curioso, davvero, come i film da te citati siano effettivamente tutti europei e come sia difficile farsi venire in mente qualcosa di analogo girato oltre-oceano.
Trovo invece sbagliato (non ricordo se l'hai scritto tu o qualcun'altro) fare del cinema americano tutto un fascio di polpettoni commerciali: la realtà "indipendente" è molto viva negli Stati Uniti e personalmente adoro certi registi/autori che riescono a creare un cinema fortemente "marchiato" all'interno del sistema hollywoodiano stesso (Tarantino, ho scoperto da poco, fa film più intimisti di quanto si creda...).
_________________
Rubare in Sardegna è il Male.

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