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Autore Children of men di Alfonso Cuaron. Il futuro è passato, il cinema è qui
nicola777

Reg.: 07 Gen 2004
Messaggi: 413
Da: Sestu (CA)
Inviato: 18-11-2006 21:32  
Probabilmente non dice nulla di nuovo.
Ma anche i particolari disseminati lungo quei piani sequenza fanno parte di una poetica che secondo me merita rispetto.
Prendi per esempio le scene per le quali Cuaròn ha deciso di utilizzare i piani sequenza.

SPOILER
Prendi la scena della morte della Moore, il suo passaggio improvviso (se consideriamo gli eventi), ma anche tragicamente graduale (se consideriamo il tempo che impiega il suo sguardo a spegnersi), dalla vita alla morte filamto senza stacchi.
Da una ripresa del genere ci arriva e ci travolge la sensazione di quel mondo in cui la cecità della violenza fa passare quasi inosservata la morte di un essere umano (morte di cui sono disseminati gli altri pianosequenza ma a cui la mdp non fa più caso, come si ci fosse abituata).
Un grandissimo uso del cinema secondo me. Un film che mi ha colpito molto.

[ Questo messaggio è stato modificato da: nicola777 il 18-11-2006 alle 21:34 ]

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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
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Da: Roma (RM)
Inviato: 18-11-2006 21:36  
quote:
In data 2006-11-18 21:21, AlZayd scrive:
Più che di potente realismo, parlerei di vuoto e didascalico, prevedibile naturalismo. Il realismo di per se, in ogni caso, non determina l'eccellenza di un'opera d'arte, anzi, spesso tradisce l'incapacità di riportare il gioco sul piano della trascendenza, che è superamento del mero dato reale, o realistico. Apetto che un film di "finzione" come I figli degli uomini, avrebbe dovuto contemplare. Sull'abilità tecnica niente da dire, e aggiungo, a quanto già detto, che i piani sequenza ri-fanno il verso manierato, modaiolo, in maniera involuta rispetto ai ben più illustri modelli di riferimento. La camera si vede troppo, lo spettatore diventa l'operatore.., e così il "trucco". Il cinema non è solo tecnica. Questo film, nonostante calmori e furori - cose mille volte viste, nel cinema d'autore degli anni '70, e poi nella lunga e mortifera ondata blockbuster - è totalmente privo di originalità, immaginazione e poesia. Per questo parlavo di un progetto nato vecchio.
Come lo sono tutti i film blockbuster.

_________________
"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

[ Questo messaggio è stato modificato da: AlZayd il 18-11-2006 alle 21:24 ]



ma quel diventare operatore è la lofgica dei telegiornali, delle immaginmi che vediamo tutti i giorni in Iraq, che diventano cinema
E' la realtà al cinema portata al massimo della spettacolarità,.Per queso Childern of men è cinema del futuro.
E non dimentichiamoci che cuaron uccide un attrice come la Moore dopo poche scene, manco fosse Hitchock.
Sto per andare a vederlo (se i programmi non cambiano), sto già pregustando.
_________________
Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
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Da: roma (RM)
Inviato: 18-11-2006 23:16  
quote:
In data 2006-11-18 21:32, nicola777 scrive:
Probabilmente non dice nulla di nuovo.
Ma anche i particolari disseminati lungo quei piani sequenza fanno parte di una poetica che secondo me merita rispetto.
Prendi per esempio le scene per le quali Cuaròn ha deciso di utilizzare i piani sequenza.

SPOILER
Prendi la scena della morte della Moore, il suo passaggio improvviso (se consideriamo gli eventi), ma anche tragicamente graduale (se consideriamo il tempo che impiega il suo sguardo a spegnersi), dalla vita alla morte filamto senza stacchi.
Da una ripresa del genere ci arriva e ci travolge la sensazione di quel mondo in cui la cecità della violenza fa passare quasi inosservata la morte di un essere umano (morte di cui sono disseminati gli altri pianosequenza ma a cui la mdp non fa più caso, come si ci fosse abituata).
Un grandissimo uso del cinema secondo me. Un film che mi ha colpito molto.

[ Questo messaggio è stato modificato da: nicola777 il 18-11-2006 alle 21:34 ]



Io non disperzo, ma nemmeno compro ciò che a mio avviso rappresenta una poetica usa e getta acquistabile in blister presso tutti i supermercati. Come si fa a parlare di poetica a fronte di una messinscena diligente ma assolutamente convenzionale, impersonale, che rimanda a 1000 e un film di "genere", di situazioni, personaggi, plot, con appresso tutto il ridico baraccone di fantapolitica e "mistica" affatto retrò e giunta fuori tempo massimo, dunque inerme e priva di immaginazione, di quel minimo senso del "mistero" che dovrebbe aleggiare nel film "visonario", dove inoltre, grattata la superfice, nel substrato si cela il nulla assoluto, sia sul piano formale che su quello contenutistico? La lunga sequenza dell'assalto e della morte della Moore è giustamente molto ben realizzata, adrenalinica, di grande impatto ed effetto, ma anche quella - aldilà dell'effettismo che naturalmente il porco effetto sullo spettotore lo fa, e l'ha da fare, ci mancherebbe altro - ha il sapore dolciatro e del deja-vu. Per non parlare dei tempi filmici dilatati oltre misura, quindi sbagliati, che finisco per appesantire ancora di più un plot farraginoso, pesante, insignificante, malissimo scritto e ancor peggio filmato e montato, che cannibbalizza fino alla nausea mezza storia del cinema di fanta-politica/scienza, o più semplicemente d'azione. La scena della morte della Moore da te descritta, idem, fa parte di copioni già troppe volte frequentati. Resta l'impatto emotivo, le personali emozioni, per chi ne abbia provate (io no, mi sono annoiato dall'inizio alla fine), e le rispetto, ma questo è ininfluente ai fini di un giudizio critico, che non è mai oggettivo e che pur tuttavia dovrebbe basarsi e concentrarsi sugli aspetti salienti del linguaggio filmico - in stretta relazione con la sua storia, la storia del cinema che sempre meno si conosce, da quanto leggo e sento in giro - e non su quelli accessori, o secondari, se non anche terziari...

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
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Da: roma (RM)
Inviato: 18-11-2006 23:42  
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In data 2006-11-18 21:36, gatsby scrive:
quote:
In data 2006-11-18 21:21, AlZayd scrive:
Più che di potente realismo, parlerei di vuoto e didascalico, prevedibile naturalismo. Il realismo di per se, in ogni caso, non determina l'eccellenza di un'opera d'arte, anzi, spesso tradisce l'incapacità di riportare il gioco sul piano della trascendenza, che è superamento del mero dato reale, o realistico. Apetto che un film di "finzione" come I figli degli uomini, avrebbe dovuto contemplare. Sull'abilità tecnica niente da dire, e aggiungo, a quanto già detto, che i piani sequenza ri-fanno il verso manierato, modaiolo, in maniera involuta rispetto ai ben più illustri modelli di riferimento. La camera si vede troppo, lo spettatore diventa l'operatore.., e così il "trucco". Il cinema non è solo tecnica. Questo film, nonostante calmori e furori - cose mille volte viste, nel cinema d'autore degli anni '70, e poi nella lunga e mortifera ondata blockbuster - è totalmente privo di originalità, immaginazione e poesia. Per questo parlavo di un progetto nato vecchio.
Come lo sono tutti i film blockbuster.

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ma quel diventare operatore è la lofgica dei telegiornali, delle immaginmi che vediamo tutti i giorni in Iraq, che diventano cinema
E' la realtà al cinema portata al massimo della spettacolarità,.Per queso Childern of men è cinema del futuro.
E non dimentichiamoci che cuaron uccide un attrice come la Moore dopo poche scene, manco fosse Hitchock.
Sto per andare a vederlo (se i programmi non cambiano), sto già pregustando.




Ma lascia proprio perdere. Stai scrivendo un mucchio di stronzate, fai confusione, citi a sproposito hitchcock
(impara almeno a scrivere correttamente il suo nome), che c'entra come i cavoli a merenda. Grande genialata il fatto di far morire la Moore (e meno male, la trovo insopportabile) quasi subito, davvero, da statuetta dello zio oscar!
Circa 40 anni fa, ed anche prima, già c'erano i docufiction, i film del futuro.., come dici tu, quelli che cercavano di cogliere le realtà con un approccio, un taglio di ripresa semidocumentaristici, realistici, i quali, e parlo di cinema d'autore, serio, non le porcata alla Mondo Cane (rapportato ad oggi il tuo ideale di cinema) non avevano come intento e fine il "massimo della spettacolarità". Se per te il cinema del fututo è questo.., auguri!
Il fatto è dimostri di non avere la più pallida idea di ciò che scrivi. Parli per sentito dire.
Ma come, volevi confrontarti con me, che ti spiegassi più chiaramente la mia idea, mi hai rincorso nel blog e qui, e ancora non hai risposto a nessuna questione da me intavolta e che hai invato quotato.



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nicola777

Reg.: 07 Gen 2004
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Da: Sestu (CA)
Inviato: 19-11-2006 03:44  
quote:
In data 2006-11-18 23:16, AlZayd scrive:
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In data 2006-11-18 21:32, nicola777 scrive:
Probabilmente non dice nulla di nuovo.
Ma anche i particolari disseminati lungo quei piani sequenza fanno parte di una poetica che secondo me merita rispetto.
Prendi per esempio le scene per le quali Cuaròn ha deciso di utilizzare i piani sequenza.

SPOILER
Prendi la scena della morte della Moore, il suo passaggio improvviso (se consideriamo gli eventi), ma anche tragicamente graduale (se consideriamo il tempo che impiega il suo sguardo a spegnersi), dalla vita alla morte filamto senza stacchi.
Da una ripresa del genere ci arriva e ci travolge la sensazione di quel mondo in cui la cecità della violenza fa passare quasi inosservata la morte di un essere umano (morte di cui sono disseminati gli altri pianosequenza ma a cui la mdp non fa più caso, come si ci fosse abituata).
Un grandissimo uso del cinema secondo me. Un film che mi ha colpito molto.

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Io non disperzo, ma nemmeno compro ciò che a mio avviso rappresenta una poetica usa e getta acquistabile in blister presso tutti i supermercati. Come si fa a parlare di poetica a fronte di una messinscena diligente ma assolutamente convenzionale, impersonale, che rimanda a 1000 e un film di "genere", di situazioni, personaggi, plot, con appresso tutto il ridico baraccone di fantapolitica e "mistica" affatto retrò e giunta fuori tempo massimo, dunque inerme e priva di immaginazione, di quel minimo senso del "mistero" che dovrebbe aleggiare nel film "visonario", dove inoltre, grattata la superfice, nel substrato si cela il nulla assoluto, sia sul piano formale che su quello contenutistico? La lunga sequenza dell'assalto e della morte della Moore è giustamente molto ben realizzata, adrenalinica, di grande impatto ed effetto, ma anche quella - aldilà dell'effettismo che naturalmente il porco effetto sullo spettotore lo fa, e l'ha da fare, ci mancherebbe altro - ha il sapore dolciatro e del deja-vu. Per non parlare dei tempi filmici dilatati oltre misura, quindi sbagliati, che finisco per appesantire ancora di più un plot farraginoso, pesante, insignificante, malissimo scritto e ancor peggio filmato e montato, che cannibbalizza fino alla nausea mezza storia del cinema di fanta-politica/scienza, o più semplicemente d'azione. La scena della morte della Moore da te descritta, idem, fa parte di copioni già troppe volte frequentati. Resta l'impatto emotivo, le personali emozioni, per chi ne abbia provate (io no, mi sono annoiato dall'inizio alla fine), e le rispetto, ma questo è ininfluente ai fini di un giudizio critico, che non è mai oggettivo e che pur tuttavia dovrebbe basarsi e concentrarsi sugli aspetti salienti del linguaggio filmico - in stretta relazione con la sua storia, la storia del cinema che sempre meno si conosce, da quanto leggo e sento in giro - e non su quelli accessori, o secondari, se non anche terziari...



Ma che problema c'è nel fatto che il film prenda spunto da ciò che è già stato fatto? non è così per tutte le opere?
alla fine penso che tutti i discorsi su un film si riducano al gusto personale..
perchè conoscere la storia del cinema dovrebbe portare a considerare peggiore di quello che effettivamente è questo film?
io, come ho già spiegato, trovo che il film sia piuttosto onesto e che abbia qualcosa da dire, e lo fa citando forse, sia nelle sequenze "campo-controcampo" sia nelle pianosequenze.
Per esempio non trovo calzante il paragone con La guerra dei mondi di Spielberg.
Lì la scena della fuga di Cruise dai raggi mortali scagliati dagli alieni sulla folla non rimanda a nulla, è solo spettacolarizzazione, estremizzata e non supportata dal pianosequenza.
Mi ricordo che Spielberg (sempre in quella scena) ad un certo punto si sofferma sul primissimo piano di una donna che fugge terrorizzata per poi mostrarci il suo volto, prima contorto da una smorfia di paura, trasformarsi in cenere, colpito dai raggi alieni.
Questo tipo di banalità fini a se stesse non sono presenti ne I figli degli uomini, dove invece Cuaròn usa il tempo filmco per andare oltre l'immagine e rendere percepibile l'angoscia ecc di quel mondo che ci sta raccontando. Tutto ciò senza scadere -a mio parere- in nessuna spettacolarizzazione, senza mai vendersi a niente e nessuno.

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gatsby

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Da: Roma (RM)
Inviato: 19-11-2006 09:39  
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In data 2006-11-18 23:42, AlZayd scrive:
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In data 2006-11-18 21:36, gatsby scrive:
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In data 2006-11-18 21:21, AlZayd scrive:
Più che di potente realismo, parlerei di vuoto e didascalico, prevedibile naturalismo. Il realismo di per se, in ogni caso, non determina l'eccellenza di un'opera d'arte, anzi, spesso tradisce l'incapacità di riportare il gioco sul piano della trascendenza, che è superamento del mero dato reale, o realistico. Apetto che un film di "finzione" come I figli degli uomini, avrebbe dovuto contemplare. Sull'abilità tecnica niente da dire, e aggiungo, a quanto già detto, che i piani sequenza ri-fanno il verso manierato, modaiolo, in maniera involuta rispetto ai ben più illustri modelli di riferimento. La camera si vede troppo, lo spettatore diventa l'operatore.., e così il "trucco". Il cinema non è solo tecnica. Questo film, nonostante calmori e furori - cose mille volte viste, nel cinema d'autore degli anni '70, e poi nella lunga e mortifera ondata blockbuster - è totalmente privo di originalità, immaginazione e poesia. Per questo parlavo di un progetto nato vecchio.
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ma quel diventare operatore è la lofgica dei telegiornali, delle immaginmi che vediamo tutti i giorni in Iraq, che diventano cinema
E' la realtà al cinema portata al massimo della spettacolarità,.Per queso Childern of men è cinema del futuro.
E non dimentichiamoci che cuaron uccide un attrice come la Moore dopo poche scene, manco fosse Hitchock.
Sto per andare a vederlo (se i programmi non cambiano), sto già pregustando.




Ma lascia proprio perdere. Stai scrivendo un mucchio di stronzate, fai confusione, citi a sproposito hitchcock
(impara almeno a scrivere correttamente il suo nome), che c'entra come i cavoli a merenda. Grande genialata il fatto di far morire la Moore (e meno male, la trovo insopportabile) quasi subito, davvero, da statuetta dello zio oscar!
Circa 40 anni fa, ed anche prima, già c'erano i docufiction, i film del futuro.., come dici tu, quelli che cercavano di cogliere le realtà con un approccio, un taglio di ripresa semidocumentaristici, realistici, i quali, e parlo di cinema d'autore, serio, non le porcata alla Mondo Cane (rapportato ad oggi il tuo ideale di cinema) non avevano come intento e fine il "massimo della spettacolarità". Se per te il cinema del fututo è questo.., auguri!
Il fatto è dimostri di non avere la più pallida idea di ciò che scrivi. Parli per sentito dire.
Ma come, volevi confrontarti con me, che ti spiegassi più chiaramente la mia idea, mi hai rincorso nel blog e qui, e ancora non hai risposto a nessuna questione da me intavolta e che hai invato quotato.



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[ Questo messaggio è stato modificato da: AlZayd il 18-11-2006 alle 23:49 ]




bah, in viertà io sono stat il primo a chiederti alcune cose, e ancora on vedo risposta. Oltretutto francamente se sono questi i toni, meglio chiuderla qui. Scusami se ti ho disturbato.
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gatsby

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Da: Roma (RM)
Inviato: 19-11-2006 09:50  
quote:
In data 2006-11-18 23:42, AlZayd scrive:

Il fatto è dimostri di non avere la più pallida idea di ciò che scrivi. Parli per sentito dire.




queste cose te le dissi uscendo dal cinema, efffettivamente durante la visione parlai con un sacco di gente(oltretutto fino ad adesso ho letto solo la recensione di Valerio Salvi su questo film oltre alla tua).
Comunque la considerazione su Hitchcock (non è che non lo sappia scrivere è che quando scrivo di fretta sbaglio una parola su due, dovresti saperlo) non era all'ìnterno del discorso "E' cinema del futuro", era giusto una considerazione buttata lì, estranea a quanto scritto prima.

xNicola: le "citazioni" da Spileberg sono due: non solo quella della fuga di Owen, ma anche il piano sequenza girato in macchina

x:AIZayd: ripeto, non dire che mi hai fatto delle cojsiderazioni cui non ho risposto, perchè prima di tutto avevo giià antiocipato che ne abrei scritto in seguito meglio (visto hce lo stavo per vedere una seconda volta) e almeno dammi il tempo di andare al cinema.In seconda battuta, io per primo sto aspettando alcuni chiarimenti ("antico" e "modaiolo?", già fatto e per questo scotto?).
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gatsby

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Inviato: 19-11-2006 10:18  
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In data 2006-11-18 21:21, AlZayd scrive:
Più che di potente realismo, parlerei di vuoto e didascalico, prevedibile naturalismo. Il realismo di per se, in ogni caso, non determina l'eccellenza di un'opera d'arte, anzi, spesso tradisce l'incapacità di riportare il gioco sul piano della trascendenza, che è superamento del mero dato reale, o realistico. Apetto che un film di "finzione" come I figli degli uomini, avrebbe dovuto contemplare. Sull'abilità tecnica niente da dire, e aggiungo, a quanto già detto, che i piani sequenza ri-fanno il verso manierato, modaiolo, in maniera involuta rispetto ai ben più illustri modelli di riferimento. La camera si vede troppo, lo spettatore diventa l'operatore.., e così il "trucco". Il cinema non è solo tecnica. Questo film, nonostante calmori e furori - cose mille volte viste, nel cinema d'autore degli anni '70, e poi nella lunga e mortifera ondata blockbuster - è totalmente privo di originalità, immaginazione e poesia. Per questo parlavo di un progetto nato vecchio.
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Qui dimostri ocme tu non abbia compreso come Cuaron sceglie di fare così. Sceglie di esere l'operatore/giornalista che riprende ciò che succede. E' un perosnaggio invisibile, dieci, cento, meille operatori, gli stessi che documentano la guerra in Afghanistan, in Iraq, in Darfur(qui sarannp due però al massimo). Gli stessi che ogno gniorno entrano nelle nostre case con quelle immagini. Un espeidente che ripropone migliaia di volte (a tal proposito è stupendo anche il modo con cu iriprende il diaologo Owen/Caine sul divano. Appena vede che ciò di cui parlano, l'oepratore comincia ad allontanarsi, per poi riavvicinarsi di colpo quando Caine, pronuncia, ma era una barzelletta, il nome Progetto umanitario). Questo "operatore" c'è sempre, a Cuaron non interessa questo trucco e se non lo hai capito, come puoi dire che è cinema vecchio. L'avresti capito se già lo avessi visto, e invece lo critichi dicendo che il cienma non è questo. Il cinema "vecchio" (non in senso dispregiuativo) non è questo, quello di Cuaron, invece si. e qui si palesa come nelle tu considerazioni ci sia una grossa contraddzione.

Immagini che sono immagini di adesso, non di ieri, non dell'altro ieri, non di domani, Immagini di oggi.
Come puoi parlare di cinema vecchio, degli tagli semiducamentaristici del passato?
C?erano anche allora i sequestri con i vetri oscurati dai giornali, le luci gialle negli occhi e i volti dei sequetsreatri incappucciati? Quando Owen vinee preso dai pesci è un giornalista rapito in MedioOirente. Immagini di oggi, non di ieri.
Dietro la tecnica, c'è quindi il ocnentuto. QUlele immagini sono legate indissolubilemnte a ciò che raccontano. e quel che raccontano non era immaginabile venti, trenta, quaranta anni fa. Non poteva essere nelle menti di Orson Welles, non in Hitchcock o chi più ne ha più ne metta.
Nessuno prima di Cuaron aveva mai fatto un film così legato a noi, al nostro mondo. Un mondo che non è fantascienza (quando ho parlato con Cuaron lui stesso mi ha cnfermato che il film per lui è sul presente), ma è solo ambientato nel 2027 perchè dire che era il 2006 avrebbe stonato a prescindere. Ma è un film di oggi(e fondamentale è la colonna sonora in tal senso), dove i Repubblicani spendono milioni di odllari per una campagna per l'astinenza sessuale fino ai 30 anni, un mondo in cui esplodono le bombe, i giornalisti (la moglie di Caine) vengono torturati, dove gli immigrati vengono ghettizzati (nessun pakistano, come già detto, c'è nel film .E'la nazionalità degli attentatori di Londra) e i dissidenti interni sono pericolosi quanto quelli esterni.
Un film ocmunque sull'umanità, una nascita di un Cristo futuro, nato da una Maria Maddalena. Il nuovo bambino come speranza, la vita che ferma i soldati e chiunque altro. Cuaron dice tutto quetso disseminando dettagli, lasciando una miriade di piccoli appunti.
Non sovrappone mai i mezzi a disposizione(SPOILER su tutte le scene quella del finale è stupenda. La scritta "Tomorrow" della nave, non è solo la speranza, ma anche una didascalia, un "dieci anni dopo" che viene riepito dalle voci dei bambini fuori campo che chiudono la pellicola. Così ci ha detto che quella bambina è l'inizio di un nuovo domani.). Il sonoro, il pianto del bambino, rirpeso di spalle, che zittisce chi gli sta davanti, lo scoppiare di una bomba in mezzo alla nebbia, detta con un puntino rosso, e tanto altro..
Non so come tu possa dire che sia cienma vecchio, visto che queste tematiche, quest'angoscia che magari non da noi in Itralia, ma che in motle parti del mondo esiste ogni giorno, non esisteva. Iran, Corea del nord, adesso Giappone, e chi più ne ha più ne metta. Le guerriglie non esistevano un tempo, non in quel modo.
Nessun virtuosismo, ogni scena è girata così come doveva essere girata. e l'angoscia di un futuro che non sia sa davvero come sarà, diventa quella dello spettatore.

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gatsby

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Da: Roma (RM)
Inviato: 19-11-2006 10:19  
anche qui ho scritto di fretta e esenza rileggermi, quindi non soffermarti sugli errori ortografici.Oppure soffermatici, e parliamo di quelli.
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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
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Da: Roma (RM)
Inviato: 19-11-2006 10:23  
Ah poi ci sarebbe da dire sul come Cuaron riesca a far entrare subito lo straordinario nell'ordinario fin dalla prima scena ( e l'utilizzo della televisione, che in ben tre occasione inizia una scena), superando qualsiasi problema riguardo la possibilità che quel che si racconta possa accadere. Scelte molto oculate, di cui scrivo magari questo pomeriggio, o domani.
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nicola777

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Inviato: 19-11-2006 11:20  
quote:
In data 2006-11-19 09:50, gatsby scrive:


xNicola: le "citazioni" da Spileberg sono due: non solo quella della fuga di Owen, ma anche il piano sequenza girato in macchina





si si. ho citato quella giusto per fare un esempio di come in spielberg tutto muoia in un'immagine, mentre in Cuaròn tutto rimanda ad altro.

quote:
In data 2006-11-19 10:18, gatsby scrive:

Nessun virtuosismo, ogni scena è girata così come doveva essere girata. e l'angoscia di un futuro che non sia sa davvero come sarà, diventa quella dello spettatore.





D'accordissimo.

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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
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Da: Roma (RM)
Inviato: 19-11-2006 11:56  
ah comunque non ho mai citato la fotografia di Lubezki che è di una belleza eccezionale e fondamentale.
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darren

Reg.: 11 Ago 2006
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Da: milano (MI)
Inviato: 19-11-2006 16:10  
Da diverso tempo non mi capitava di essere così soddisfatto ed entusiasta all'uscita di una sala cinematografica. Nemmeno tanto per il film in se, comunque sopra la media ma penalizzato da una sceneggiatura un pò svicolante e superficiale. Se ci fosse un approccio più approfondito della storia e di come il mondo è caduto in rovina e senza speranze, se ci fossero più dettagli, saremmo di fronte ad un capolavoro nella sua completezza.Nonostante un sacco di riferimenti alla situazione politica attuale, le difficoltà di integrazione, il terrorismo, in una londra privata della sua identità, come fosse un grande campo di concentramento (le analogie e i simbolismi sono moltissimi).
Il film è mirato più all'intrattenimento e alla scorrevolezza del ritmo e in tal senso il risultato è straordinariamente efficace. E qui cominciano gli elogi...
La regia del messicano Alfonso Cùaron è la prova di come il virtuosismo, se ben concepito, possa diventare la totale sublimazione del mezzo. Una messa in scena potente e vigorosa come raramente capita di vedere, immersione totale in un mondo inferno, cupo e aggressivo, strepitosamenre reso dal talento visionario di Cùaron.
Merito anche di una fotografia stupenda firmata da Emmanuel Lubezki, uno dei migliori in circolazione in assoluto (firmò anche The new world l'anno scorso) messicano pure lui tra l'altro.

Apparentemente anti-estetico a causa della lividezza fotografica e del teso nervosismo della cameraa mano, in realtà costruisce fin dall'inizio una propria poetica dell'immagine e dell'inquadratura, conferendo al lavoro uno straordinario senso di realtà e spettacolarizzazione "sporca".
Il regista elabora la narrazione attraverso numerosi piani sequenza,stando sempre addosso al protagonista, senza mai perdere di vista il senso dell'azione.
Pezzi di una bravura immane,Cùaron regala allo spettatore diverse sequenze memorabili di cui almeno due in particolare sono un autentica elegia del piano sequenza difficilmente eguagliabili nel suo genere, sia per efficacia, impatto, e abominevole complessità tecnica (Quello in macchina durante l'agguato dei ribelli e quello verso la fine, in piena guerriglia, sono devastanti) . Senza scherzare, si tratta a mio avviso di sequenze da storia e antologia del cinema, da applausi a scena aperta con tanto di cappello in mano e inchino al regista.
Una regia così ispirata e cinematograficamente esaltante come da tempo non si vedeva a mio avviso meriterebbe un posto in prima fila alla cerimonia degli oscar, da protagonista assoluto (Seguito a ruota da Greengrass e il suo capolavoro united 93, sarebbe un sogno).
Cinema all'ennesima potenza ! Già un cult

P.S : Molto convincente il cast, perfetto Clive Owen con i suoi modi rozzi e svogliati e l'aria da alcolizzato. Semplicemente stupendo Michael Caine e il suo hippy proposto come una versione anziana di John Lennon che passa le giornate coltivando canapa alle fragole e ascoltanto Radiohead e Drum'n bass (colonna sonora di altissimo livello, grande sfoggio di consapevolezza anche nell'uso della musica)

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nicola777

Reg.: 07 Gen 2004
Messaggi: 413
Da: Sestu (CA)
Inviato: 19-11-2006 19:51  
quote:
In data 2006-11-19 16:10, darren scrive:
da applausi a scena aperta con tanto di cappello in mano



ci ho provato una volta, è un gran casino

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 19-11-2006 20:43  
quote:
In data 2006-11-19 10:18, gatsby scrive:
Qui dimostri ocme tu non abbia compreso .... Omissis



A giudicare dai cento e passa errori di battitura, dalla simpatica dislessia cui vado soggetto - in parte... - anch'io, da questo tuo accavallare, sovrapporre argomenti, temi, sensazioni e pensieri, nell'ansia di voler/dover ad ogni costo dire senza troppo riflettere, pensare, ponderare, articolare un concetto, una frase, una forma.., ne esce fuori un incomprensibile, frettoloso, caotico e confuso zibaldone in cui dici tutto e niente, nel porre domande a cui ti rispondi da solo (rispondendo anche in mio nome attribuendomi intenzioni, opinioni e concetti che non mi appartengono e che vai bellamente travisando). Il fatto è che per te questo film era ed è capolavoro annunciato, a tutti i costi (forse perchè, come spesso ricordi, hai intervistato il regista...), e ne parli con una verve che rasenta il fanatismo e, scusa la franchezza, con intento meramente competitivo. Tu non cerchi il confronto, non è vero che la mia recensione non fosse chiara, per quanto eventualmente sbagliata: questo film deve piacere per forza, perchè è un capolavoro, senza dubbi! Esticaz.., andrea! Ma mi fa comunque piacere che tu sia così interessato al mio parere, che mi abbia sollecitato (in maniera un po' puerile, diciamo antipatica) a chiarire ciò che credo di aver già ampiamente chiarito, giuste o sbagliate che siano le mie osservazioni, ma non posso darti ragione. A mio avviso non sai di cosa parli.
Afferro poco e niente del tuo illogico scritto - e tanto tra le righe... - e in ogni caso siamo su posizioni talmente distanti che in un eventuale dibattimento/scontro ravvicinato, punto contro punto, suggestione contro suggestione, ci cacceremmo in un cul de sac d'incomprensioni che non porterebbe a nessun risultato. Magari poi ci provo a risponderti su due o tre cosucce del tuo scritto che mi hanno fatto sorridere; ma considera che hai messo tanta di quella carne al fuoco che dovrò trovare il momento più propizio per farti notare quanto bruciacchiata sia la tua grigliata mista...

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