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Autore Tutta la Vita Davanti di Paolo Virzì
kubrickfan

Reg.: 19 Dic 2005
Messaggi: 917
Da: gessate (MI)
Inviato: 31-03-2008 00:30  
stavo per dire la mia ma praticamente per me ha risposto peppe, in maniera splendida, esaustiva, precisa e sicuramente molto migliore nell'esposizione di quanto avrei fatto io, per cui lo quoto in toto.
Raccontare del precariato significa che si contesta chi lo ha radicato, anche se non si dice il peccatore il fatto che il peccato sia pubblico riconduce forzatamente.

per il resto gats no problem, ho capito la tua foga della risposta in assoluta onestà che ti ha portato un po' fuori dalle righe, ma apprezzo altresì l'intensità del voler proporre le proprie idee e anche la tua spiegazione successiva davvero di grande classe.
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non solo quentin ma nel nome di quentin...quentin tarantino project
QUENTIN TARANTINO PROJECT

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 31-03-2008 01:59  
Grazie Kubr, ma non es para tanto.., prendevo spunto per rialanciare qualche mia idea su questioni che mi stanno particolarmente a cuore.

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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 31-03-2008 10:01  
Scusate però, ma a me pare che sia a te (kubrick) che a Peppe, manchi qualche informazione sulle leggi sul lavoro, sui cococo, sulle riforme in generale.Logico che Berlusconi abbia delle responsabilità in quanto stato capo del governo, ma il precariato vero e proprio nasce con il centrosinistra.
E comunque questo riferimento nel particolare, a personaggi della politica, quando qui al massimo si può parlare di fallimento di tutta la classe politica, non c'entra nulla col film.
Lo ha detto oltretutto lo stesso Virzì in conferenza stampa, ma anche se non l'avesse detto chiunque abbia visto il film se ne rende conto.
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Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 01-04-2008 01:05  
quote:
In data 2008-03-31 10:01, gatsby scrive:
Scusate però, ma a me pare che sia a te (kubrick) che a Peppe, manchi qualche informazione sulle leggi sul lavoro, sui cococo, sulle riforme in generale.Logico che Berlusconi abbia delle responsabilità in quanto stato capo del governo, ma il precariato vero e proprio nasce con il centrosinistra.



No, Andrea, credo di essere sufficientemente informato. Forse tu non hai letto bene ciò che ho scritto. Ripeto allora che la sinistra con quelle formule cicì, cocò e capitan cocoricò.., non voleva creare il precariato, bensì, in teoria, cercare di risolvere, o arginare la preoccupante disoccupazione con provvedimenti che dovevano essere transitori. Non ho nessun problema a criticare anche la sinistra istituzionale (ammesso che esista ancora una sinistra...), però, e lo avevo già precisato, Berlusconi in 5 lunghi anni di governo ad personam ha fatto del tutto affinchè tale precariato si radicasse, secondo le precise ed auspicate logiche della sua destra bottegaia (da non confondere con la destra tradizionale, realmente liberale, anche se ovviamente non mi sta ideologicamente nel cuore) che pensa soltanto agli interessi di un certo tipo di casta, di potentato votato al denaro, al successo e al potere, con forme deliranti, a tutto ciò che Silvio incarna alla perfezione. Ma mi ero già espresso meglio anche su questo. Non puoi dunque affermare che non sia Berlusconi il creatore del precariato, nè ribadirlo ora con una formuletta che in fondo dà ragione al gioco sporco ed ipocrita di quella politica parolaia che non sa assurmersi le proprie responsabilità, che gioca a rimpiattino, a passarsi la palla, se non quando deve fare i propri interessi; al riguardo Berlusconi, approfittando di quelle leggi sul lavoro che non aveva varato lui.., fa felicemente l'interesse dell'imprenditoria ben disposta a trasformare quei provvedimenti transitori (in teoria) in precarietà e sfruttamento del lavoro, giovanile e non, conclamato e radicalizzato. Berlusconi è dunque co-creatore in solido, e a tutti gli efetti, di questo vergognoso stato di cose. Insieme alla sinistra (prodiana...) che ha le sue grandi responsabilità; queste tue separazioni nette sul fronte delle attribuizioni delle responsabilità, mi sembrano dunque affatto manichee e miope.
Diciamo però che se la sinistra sbaglia strategicamente, in quanto spesso debole, divisa, lacerata, perfino imbelle - dove però almeno l'idea è nobile, qualche buona differenza dunque tra i due schieramenti in fondo e in qualche modo si rimarca(va) -, il berlusca fa politica sporca in modo programmatico, progettuale, spregiudicato. Cominciò costui con la(sub)cultura televisiva ad imbarbarire il paese, per poi, dopo aver preparato il terreno.., scendere direttamente in politica con tutte le mostruose contraddizioni a seguito, con le sue note storie di una carriera fatta all'insegna di speculazioni in odore di abusi di varia natura e tipo (però la prescrizione e le leggi ad personam salvano spesso il culo a chi sa come usarlo...). Se poi gli italiani, una grande fetta di italiani, sostiene questo più che evidente ed abnorme paradosso etico-morale, politico, civile, giudiziario, sociale e culturale, vuol dire che non è tutta colpa dell'opposizione.., che quegli italiani berlusconi se lo meritano, facendomi anche girare i coglioni perchè mi costringono a dovermelo meritare anch'io... Ragione questa di tanti voti CONTRO Berlusconi e non PER una valida alternativa politica... Paradossale anche questo, ma purtroppo così stanno le cose in questa italietta che però comincia a svegliarsi, a capire che il mito del successo e del benessere da "saponetta" e viaggi alle Maldive.., delle spensieratezze ad immagine e somiglianza ed imitazione del silvion nazional-berluscone.., sta esalando gli ultimi respiri. Non è del tutto scontato il risultato elettorale...
Sticavoli che Berlusconi non sarebbe IL CREATORE!

Ma siamo in cinema, lasciamo stare la politica generale; su quella eventualmente prospettata nel film di Virzì torno magari dopo aver visto il film. Perchè un film può essere anche riflessione politica, non solo astratta, da fiction, ma indicatrice del reale.

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liliangish

Reg.: 23 Giu 2002
Messaggi: 10879
Da: Matera (MT)
Inviato: 02-04-2008 19:58  
diobòn, Alz, è arcinoto che la Legge 30 è opera di Bertinotti!

soprassedendo, direi che non ho trovato nel film di Virzì tutta la piaggeria attribuitagli da Kubricfan... tuttavia che Virzì strizzi spesso l'occhio allo spettatore con una serie di luoghi più o meno comuni è fuor di dubbio.
anche se in parte giustificato dall'impianto fiabesco della narrazione.

bel film, comunque, per me sopra la media del bisfrattato cinema italiano, sia per la felice scelta di casting (insuperabile Germano, ma soprattutto tenera e pacatamente intellettuale la protagonista). un film è un film e non un documentario sul precariato, pertanto ci stanno tutte le esagerazioni.

se mai quel che mi spiace è l'aver presentato Marta come un'eccezione nell'ambiente dell'ufficio. almeno nel call center dove ho lavorato io diversi anni fa eravamo per l'80% laureate o laureande... altro che assatanate del Grande Fratello (però ogni tanto ci si diceva: e se si facesse noi il GF qui in ufficio? altro che Canale 5...)

la realtà del precariato non è limitata, come sembrerebbe scaturire dal film, alle persone meno scolarizzate... anzi. c'è il rischio che con una laurea al call center neanche ti prendano.

ma questa è un'altra storia. piccola macchia in un film che riesce ad essere piacevole anche senza essere originale.

io sono andata a vederlo con un'amica del Nidil Cgil... che ne è rimasta estasiata.
_________________
...You could be the next.

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Marco82

Reg.: 02 Nov 2003
Messaggi: 924
Da: Lodi (LO)
Inviato: 04-04-2008 18:33  
anche io non penso che con questo film Virzì abbia voluto tirare frecciatine a chissà quale schieramento politico, mi pare di capire che per lui l'argomento è talmente tanto serio da pensare di risolvere prima quello e solo poi cercarne il colpevole...cmq ottimo film, riporto qualche mia riflessione:

A due anni di distanza dal suo ultimo ottimo lavoro, N (Io e Napoleone), Virzì torna a parlare di personaggi italiani, più nello specifico di giovani e dello sconquassato mondo del lavoro nel quale cercano un impiego.
Virzì, che da sempre è attento alle questioni del nostro paese, ha deciso di parlare del precariato attraverso questo Tutta la vita davanti, realizzando ancora una volta un'ottima fotografia di ciò che sta succedendo in questi ultimi anni.
Il film potrebbe essere riassunto con il titolo del libro da cui è liberamente tratto: "Il mondo deve sapere". Quindi la domanda è: cos'è che il mondo deve sapere? La risposta è semplice: deve aprire gli occhi sulle condizioni in cui i nostri giovani si affacciano nel mondo del lavoro e dei risultati dei loro impegni per parteciparvi.
Queste parole si fanno immagine attraverso la vita di Marta, una giovane laureata che, in attesa di veder fruttare la sua laurea su un lavoro migliore, accetta un part time di un call center per mettere qualche soldo da parte. Virzì parte da questo presupposto per mostrare non solo il micro-mondo interno a questa occupazione, ma anche tutto ciò che questo genera e di come se esasperato possa arrivare a modificare nettamente la vita delle persone che ne fanno parte. Marta diventa una sorta di "corpo" nelle mani del regista che usa la sua vita e le sue disavventure per mostrare qualcosa di più grosso e preoccupante di un singolo assurdo posto di lavoro. Ciò che Virzì vuole mostrarci è una sorta di reazione a catena; laddove non si ha un sano ed equilibrato posto di lavoro non si ha neanche la possibilità di vivere una vita dignitosa. Costruito su questo discorso c'è il personaggio di Sonia, perfettamente interpretato da Micaela Ramazzotti, che subendo il licenziamento dal call center nel quale lavora inizia una spirale di discesa che finisce inevitabilmente per toccare anche sua figlia. Il problema del precariato non è quindi esclusivamente di questa generazione che pur laureandosi con la lode non riesce a trovare lavoro se non in un call center, ma anche nelle nuove generazioni che non potranno contare sull'aiuto che quella attuale ha usufruito da quella precedente.
Chi potrebbe cercare di risolvere questa situazione allora? All'interno del film c'è la figura del sindacalista Giorgio Conforti, ma purtroppo anche lui si trova quasi impotente davanti a una situazione critica che non è facilmente risolvibile. "Lo stanno facendo apposta per spaventarvi, non lo possono fare fidati, è già successo in passato" dice Giorgio a Marta mentre lei gli descrive le minacce di futuri licenziamenti. Una sola battuta per far capire quanto questa situazione sia complessa e vista in due modi completamente diversi fra sindacalisti e lavoratori.
A completare questo mondo ci sono le figure di Sabrina Ferilli, una perfetta donna manager a capo del call center di Marta, e un'anziana signora che viene raggirata da una delle tante chiamate fatte. La prima è totalmente immersa nel proprio lavoro a tal punto da non riuscire più a dividerlo dalla vita "vera"; nel momento in cui cambia casa invita le sue colleghe di lavoro anzichè le sue amiche e ha come amante il suo capo anzichè un uomo esterno al lavoro. Nel corso del film scoprirà che non si potrà fidare di nessuno di loro e presto finirà in crisi. L'altra figura, quasi completamente opposta, è quella di una signora anziana che non conosce questo mondo così spietato e che di conseguenza neanche si immagina cosa ci possa essere dietro. Subisce in maniera "trasparente" i raggiri di Marta tanto che con la sua ingenuità riesce a riportarla nel mondo reale, a renderla cosciente che quello che fa è approfittarsi di chi non è capace di difendersi e ad aprirle gli occhi su ciò che veramente sta facendo.
Un altro film di attualità, quindi, questo ultimo lavoro di Virzì. E' Cinema che parla del momento in cui viene girato, Cinema che riesce a rendere immortale i problemi e i costumi dei nostri anni e che per questo va ammirato e riconosciuto il giusto valore. Se poi si riesce anche nel difficile compito di farci fare qualche risata (amara) sopra, allora è veramente Cinema di qualità.
(tratto da qui)
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"1..2..3..4..5..e 6...sei...numero perfetto..."
"ma non era 3, il numero perfetto?"
"sì, ma io ho sei colpi quì dentro..."

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Mayapan

Reg.: 17 Nov 2006
Messaggi: 932
Da: milano (MI)
Inviato: 06-04-2008 23:05  
Sono d’accordo con chi lo ha giudicato un buon film. Film che racconta in modo grottesco e a volte anche tristemente ironico una delle tante realtà di precariato, senza però risultare banale o irrealistico. Ben riuscita anche la caratterizzazione dei vari personaggi e anche ben delineati i rapporti fra di essi. Su tutti quello tra la protagonista Marta e l’amica Sonia, rapporto di solidarietà ma anche di profonda amicizia.
La voce narrante di laura morante poi rende la storia ancora più reale e profonda.

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[ ...il suo salvataggio è un viaggio in luoghi lontani ]

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Renford

Reg.: 18 Gen 2008
Messaggi: 20
Da: Milano (MI)
Inviato: 07-04-2008 10:53  
SPOILER



...e in effetti la scena dell'omicidio perpetrato dalla Ferilli proprio ci stia male perchè troppo consequenziale ad una logica tipo "il sonno della ragione genera mostri". La scena mi è parsa quindi poco spontanea e poco convincente. Va dato atto a Virzì, dato lo scottante e non facile tema del film, di averci se non altro provato. Resta comunque un film sopra la media.

Per quanto riguarda i contenuti sociali che il film vuole esprimere, mi paiono necessari e condivisibilissimi, quale che sia la fede politica dello spettatore. Sarebbe anche ora che i giovani italiani si rendessero conto di quanto sono stati depredati in questi anni..

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badlands

Reg.: 01 Mag 2002
Messaggi: 14498
Da: urbania (PS)
Inviato: 10-04-2008 21:54  
visto e gradito assai.non il miglior virzì,che per me resta quello di ovosodo e ferie d'agosto,ma comunque gran bel film.come sempre con lui,il cast lavoro in totale,eccellente armonia,e una menzione la lascio alla ramazzotti,sorprendentemente intensa.si ride,si sogna,soprattutto si riflette abbastanza e spesso si riconosce il mondo di virzì i quello reale,e mi pare un pregio sempre più raro,specie per il nostro cinema
ciao!

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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 10-04-2008 22:59  
ma non dovevi andare a vedere Across the universe?Vabbè che è bello anche questo, ma quello non a cinema perde molto (ed ormai è difficile trovarlo in sala)
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Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è

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badlands

Reg.: 01 Mag 2002
Messaggi: 14498
Da: urbania (PS)
Inviato: 10-04-2008 23:27  
col tempo capirai che non è facile convincere una donna incinta...lo spettacolo era alle 10,e domani alle 7 tocca lavorare.conto di recuperarlo comunque al cinema da me,lo mettiamo in qualche rassegna,ce lo hanno richiesto in molti
ciao!

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quentin84

Reg.: 20 Lug 2006
Messaggi: 3011
Da: agliana (PT)
Inviato: 18-04-2008 10:24  
Bel film. Virzì si conferma molto abile nel raccontare l'Italia di oggi con il registro della commedia con venature surreali e fiabesche e si conferma ottimo anche nella direzione degli attori, tutti assolutamente in parte.

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Janet13
ex "vinegar"


Reg.: 23 Ott 2005
Messaggi: 15804
Da: Cagliari (CA)
Inviato: 18-04-2008 10:25  
quote:
In data 2008-04-10 23:27, badlands scrive:
col tempo capirai che non è facile convincere una donna incinta...



Pillole della vita di badlands... congratulazioni!
_________________
"Mi scusi ma... non m'ha già visto in qualche posto?"
"Ricordo il nome ma non la faccia"

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joey080

Reg.: 24 Mar 2004
Messaggi: 3595
Da: turi (BA)
Inviato: 08-05-2008 10:27  
bello davvero!rispecchia la reltà!
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Shadow of the Day
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oronzocana

Reg.: 30 Mag 2004
Messaggi: 6056
Da: camerino (MC)
Inviato: 20-07-2008 18:26  
L'art. 4 della Costituzione della Repubblica (Italiana, è meglio ricordarlo) recita letteralmente così: “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, una attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.” Sembra che Virzì sia l'unico a ricordarsi un articolo così importante, così denso di significato che sembra ormai troppo acuto per essere analizzato e sviscerato nella sua essenza filantropica. Devo essere onesto, sono partito con un forte pregiudizio contro un cinema italiano che non amo e la voice-off di Laura Morante ha rischiato di far deragliare precocemente, e definitivamente, la mia attenzione e curiosità verso questa grottesca pellicola. Effettivamente è proprio così che deve essere definita: deforme ed innaturale. Inspiegabile, se non fosse che risulta corroborata da infinite testimonianze di lavoratori(?) precari costretti ad una (non) vita umiliante, senza mezzi termini. Mai come questa volta si centra il tema grazie a macchiette cinematografiche. Ad archetipi dell'umana evoluzione. Sembra di vivere in una eterna favola, condita da amari (sor)risi, spontanei e disonesti, istintivi e scientemente beoti. L'amaro taglio ultra reale di Loach, nel suo altrettanto dissacrante “In questo mondo libero”, lascia il passo ad una fantarealtà allucinante, ma maledettamente esistente. Personaggi folli, nel vero senso della parola, ruotano attorno alla vita della protagonista Marta. Laureata in Filosofia con 110 e lode si vede costretta “temporaneamente” ad accontentarsi di un lavoro part-time presso uno dei tanti call center. Lasciando da parte codesta diabolica invenzione di “nonsochi” è illuminante vedere il modus operandi di centraliniste, belve feroci, che non esitano a divorarsi l'una con l'altra per il miraggio del benefit aziendale. Impiegata del mese è il leitmotiv. American way of life, aggiungo io. Sms motivazionali, training di gruppo, corsi di autostima: da far accapponare la pelle. Affresco (neo)realista dove non è più il cinema che prende in prestito gente della strada, ma è la stessa strada che forgia figure attoriali fatte di cartapesta.
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Partecipare ad un'asta, se si ha il Parkinson, può essere una questione molto costosa.
Michael J. Fox
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