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deliri da cane andaluso |
Schizobis
Reg.: 13 Apr 2006 Messaggi: 1658 Da: Aosta (AO)
| Inviato: 28-08-2006 16:15 |
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UN CANE ANDALUSO di Luis Bunuel 1929 (e non c’è niente da capire ovvero il cinema del surrealismo come espressione del sogno)
“Invece di provare a spiegare le immagini, gli spettatori farebbero meglio ad accettarle come sono. Dovremmo accontentarci di sapere se ci ripugnano, se ci emozionano, o ci attirano….Chi avesse trovato questo film bello e poetico è quasi certamente un imbecille.”
Il film nasce dall’incontro di due sogni: il sogno delle formiche fatto da Salvador Dalì e il sogno dell’occhio reciso di Luis Bunuel. Su questa base di partenza vengono costruiti 25 minuti di associazioni e dissociazioni, incubi sadmasochistici e sdoppiamenti di persona, distruzione della dimensione temporale e dilatazione di quella spaziale. Inutile cercare di dare un senso logico alla successioni degli avvenimenti (e delle esilaranti e strafottenti didascalie): questo cinema si deve solo sentire, non capire. Dopo la sequenza iniziale ormai entrata nel mito (e nell’avatar di Alzayd) dell’occhio reciso mentre una nuvola nera taglia in due la luna (eseguita con grande rispetto delle regole cinematografiche), il film è un vero atto di ribellione contro ogni regola ed ogni imposizione, un invito abbastanza violento e urgente a liberarsi da ogni peso (quello morale, quello intellettuale, quello religioso) e a lasciare fluire liberamente il flusso di incoscienza, la parte interiore e nascosta.
Cambiare il modo di guardare le cose (un altro occhio), staccarsi dal corpo prima che le formiche lo divorino, spogliarsi dei vestiti del compromesso e della rispettabilità, usare la cultura (i libri) come pistole per uccidere il nostro doppio omologato alle regole della società “civile”.
La mano massaggia il corpo in maniera selvaggia, l’immagine delle natiche si sovrappone a quella dei seni della donna in un richiamo freudiano nemmeno troppo volontario.
Tutto passa bruciato dal sole e sepolto dalla sabbia e l’immagine finale delle formiche giganti della Sierra di Guardarrama sui cadaveri è un immagine di morte violenta e definitiva.
Il film tocca profondamente ed ha il pregio di richiedere allo spettatore una tabula rasa su tutto il precedente sensibile e visibile, coinvolgendolo in un viaggio nell’allucinazione e nel delirio.
Pochi altri registi hanno cercato di riprodurre questa esperienza lisergica, pochi altri registi hanno cercato questa forma di ribellione e di sovversione delle convenzioni e delle leggi cinematografiche.
Forse solo Lynch (Eraserhead) ha cercato di riprodurre così fedelmente la materia di cui sono fatti i sogni (e gli incubi). In fondo mettere in scena dei sogni “non è solo accrescere la propria conoscenza delle cose e delle persone, ma accedere a una visione integrale della realtà”.
Grande scandalo ai tempi e varie denunce per oscenità.
Il titolo (che naturalmente non ha niente a che vedere con il narrato) è ripreso da una poesia giovanile di Luis Bunuel, El Perro Andaluz.
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sandrix81
Reg.: 20 Feb 2004 Messaggi: 29115 Da: San Giovanni Teatino (CH)
| Inviato: 28-08-2006 17:55 |
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ma con tanti topic sul film che ci sono, proprio quello idiota sei andato a ripescare?
_________________ Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina. |
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Schizobis
Reg.: 13 Apr 2006 Messaggi: 1658 Da: Aosta (AO)
| Inviato: 28-08-2006 17:59 |
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