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Autore La gatta sul tetto che scotta
seanma

Reg.: 07 Nov 2001
Messaggi: 8105
Da: jjjjjjjj (MI)
Inviato: 09-05-2003 15:38  
Immaginate una montagna che sale sale sino ad arrivare al suo picco e poi ridiscende lentamente...Questa metafora spiega precisamente la natura di questo film,in ultimo parecchio spiazzante.Le prime scene infatti sono piene di una inaspettata vigoria che si dirige nel tragico:si pensi alla primissima sequenza,con Brick che ubriaco,si mette a saltare gli ostacoli in piena notte.A partire da questo si sviluppa una trama che pur presuppone qualcosa di dato per scontato,un incognito precedente da cui scaturisce tutto il risentimento,l'odio che scorre a fiumi.Siamo letteralmente investiti di questo turbine di cattivi sentimenti,di azioni rancorose e di ipocriti codici morali.C'è il peggio dell'uomo in scena,ma è soltanto adombrato e non è ancora esploso in tutta la sua potenza.Ma pensate ora a una botte che viene continuamente riempita,fino a scoppiare.Così avviene nel film.Le tensioni si accumulano,gli scheletri vogliono uscire dall'armadio,l'istinto utilitaristico dell'uomo prevale e tutti sono,potremmo dire "parenti serpenti".Tutto è divenuto insostenibile e necessità di uno sfogo drammatico di grande levatura,come infatti avviene.La pioggia scrosciante come elemento scatenante,idealmente contrapposta al clichè della bottiglia,di cui è vittima Brick.Ma è il momento di parlare proprio di Brick.
Come subito si propone,l'ex campione di football è il classico nichilista moderno,disilluso dalla vita,ma che fatica a confessarselo,condannatore dell'ipocrisia ma ipocrita lui stesso e sopratutto prototipo dell'antieroe sconfitto su tutti i fronti,incapace di rialzarsi,ma ancora capace di mantenere quel (finto)orgoglio di se stesso,ma in quanto bevitore,non in quanto persona.Bibo ergo sum,si direbbe....
La "gatta" del titolo,ovvero Maggie,è enormemente frustata dal fatto d'aver accanto un autodistrutto come Brick,ma fermamente intenzionata a distinguersi dal resto della gretta famiglia,assieme al marito,che ella capisce avere in sè le giuste potenzialità.
Ma forse sono tutte "balle",direbbe il Papà,incarnazione di quella tenera illusione senile dell'immortalità,sospeso tra la effimera e vana volontà di riappropriarsi della realtà che sta fuggendo,e la recondita,ma pur presente consapevolezza della vicina morte e la depressione conseguente.
Questi e altri personaggi intrecciano le loro vicende,i propri sentimenti,in un affresco che si fa man mano più cupo,più drammatico,più sentitamente tragico.Hanno in sè ed esprimono tanti,troppi forse temi dell'umano vivere che si confondono e si sfumano l'uno nell'altro,sino al famoso picco...
Poi tutto cambia di colpo..una prospettiva di riconciliazione finale fa sempre più capolino,fino a esprimersi totalmente nel finale,facendo così in modo che tutto il pathos narrativo ed emotivo si sfumi pian piano,volgendo il film in una ultimamente rilassante commedia.
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sono un bugiardo e un ipocrita

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