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FilmUP Forum Index > Cinema > Tutto Cinema > Wall Street di Oliver Stone   
Autore Wall Street di Oliver Stone
gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 12-07-2003 01:02  
Film del 1987 di un Oliver Stone sempre alla ricerca di storie che possano avere una più ampia lettura e non fine a se stesse.
In questa pellicola interpretata da un Buon Charlie Sheen e da un grandissimo Michael Douglas, si parla di un brocker ambizioso, ma è solo un pretesto per parlare del mondo della finanza sempre rimasto celato ad una conoscenza pubblica.
La scelta della fotografia, l'ottima caratterizzazione del personaggio di Charlie Sheen che cambia colore dei vestiti in funzione dell'ascesa che subisce, così come la rappresentazione veritiera e molto professionale degli strumenti finanziari fanno di questo film un vero classico degli anni 80.
Nonostante la morale un poco scontata, il film regge fino alla fine e ci fornisce l'ultima chicca con i titoli di coda sorretti dai grattacieli di NewYork.

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Non insultate la mia intelligenza,
prendetevela con me!

[ Questo messaggio è stato modificato da: gatsby il 12-07-2003 alle 11:36 ]

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PaulSimon

Reg.: 10 Mar 2003
Messaggi: 872
Da: San Donato (MI)
Inviato: 12-07-2003 10:30  
Hai già detto tutto tu... un bel film, grandi Douglas e Martin Sheen, il figlio Charlie anche lui bravo; interessante x la sua descrizione del mondo di Wall Street, forse con una morale un po' banale ma cmq efficace.

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Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 07-08-2006 13:49  
WALL STREET di Oliver Stone (l’allievo) 1987

Occhio di bue sul magico mondo della borsa di New York, sul guadagno facile accompagnato da altrettanto repentine cadute. Si va sulle montagne russe e si sottraggono o si sommano milioni di dollari. Nella prima parte Oliver Stone riesce a rendere al meglio il clima frenetico della borsa, le alleanze, le avidità travestite da mecenatismi, lo spionaggio industriale e la circolazione dell’informazione. Ed è anche bravo nel delineare i caratteri dei due protagonisti lo squalo Gekko (un Michael Douglas Oscar per migliore attore protagonista) e il giovanissimo broker Charlie Sheen, abbagliato da lusso e lussuria, pronto a vendere l’anima al diavolo pur di entrare nella New York che conta.
“Qui si tratta di soldi, ragazzo, il resto è conversazione” dice Gekko ed è la summa della educazione “sentimentale” supportata dal best seller “L’Arte della Guerra” che viene saccheggiato a man bassa e utilizzato con grande naturalezza (aforismi e massime a go go). Ma il film diventa ancora più interessante quando mette a confronto Charlie Sheen e il padre Martin Sheen (padre e figlio nella vita reale, così come gli infarti modello set di Apocalypse Now) in una sorta di contrasto generazionale che richiama quello tra il regista e il padre broker della borsa di New York. Stone maneggia la materia con grande partecipazione e cattura l’attenzione dello spettatore. Poi, come avviene spesso nella filmografia di Stone, la nota etica si ingigantisce a dismisura, le iperboli si sprecano (ed anche i luoghi comuni) e il film accelera verso un finale rapidissimo e tronco che maciulla i caratteri secondari. Ne fa le spese Daryl Hannah che nell’ultima scena che la vede protagonista sballa totalmente la prova d’attrice, mal guidata da Stone che le fa assumere in ascensore una posa d’altri tempi, ridicolizzandola. Se si pensa che anche Sean Young è stata fatta fuori dopo le prime riprese del film, forse il pesce puzza dalla testa.
Conclusione moralistica in linea con la testa sgangherata di Stone.
Ottima apparizione di Terence Stamp, che inonda lo schermo di carisma e classe.
Musiche tribali di Stewart Copeland ex Police.
Un film discreto ma è grande il rimpianto per una seconda parte non all’altezza della prima.




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True love waits...

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oronzocana

Reg.: 30 Mag 2004
Messaggi: 6056
Da: camerino (MC)
Inviato: 07-08-2006 13:56  
a me sto film non è piaciuto assolutamente. Troppo superficiale e poco incisivo di riflesso. I due principali personaggi hanno una dimensione eccessivamente stereotipata e tutto è prevedibile all'ennesima potenza.
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Partecipare ad un'asta, se si ha il Parkinson, può essere una questione molto costosa.
Michael J. Fox
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Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 07-08-2006 14:01  
Io non ho ancora capito se Stone è fondamentalmente un repubblicano che tende a travestirsi da democratico.
A volte i suoi "progressismi" suonano molto falsi (come quelli di Eastwood)
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True love waits...

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Velvetone

Reg.: 20 Nov 2006
Messaggi: 604
Da: milano (MI)
Inviato: 01-01-2007 01:20  
Tutto vero quanto detto,e in più la classe di Stone nel gestire situazione pericolosamente topiche si vede, e la noia non subentra... ma il difetto intriseco del film è nell'autogol dei tecnicismi esasperati e selvaggi,che a tratti rendono non completamente comprensibile lo sviluppo della trama,e appunto se non fosse per l'abilità e l'esperienza di un regista allora al suo apice,si finirebbe per rimanere inghiottiti dalle percentuali e sommersi dalle azioni.
Considerata la follia di riuscire a confezionare un film divulgativo e 'di massa ' sull'alta finanza,c'è da dire che Stone fa davvero centro.
Se avesse scelto una giostra più ricca,magari.....
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oronzocana

Reg.: 30 Mag 2004
Messaggi: 6056
Da: camerino (MC)
Inviato: 01-01-2007 14:53  
quote:
In data 2007-01-01 01:20, Velvetone scrive:dei tecnicismi esasperati e selvaggi




dove?
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Futurist

Reg.: 30 Giu 2005
Messaggi: 1290
Da: firenze (FI)
Inviato: 01-01-2007 16:28  
quote:
In data 2006-08-07 13:49, Schizobis scrive:
Un film discreto ma è grande il rimpianto per una seconda parte non all’altezza della prima.


Ho avuto la stessa impressione.

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Velvetone

Reg.: 20 Nov 2006
Messaggi: 604
Da: milano (MI)
Inviato: 02-01-2007 09:57  
quote:
In data 2007-01-01 14:53, oronzocana scrive:
quote:
In data 2007-01-01 01:20, Velvetone scrive:dei tecnicismi esasperati e selvaggi




dove?


non parlavo di tecnica filmica,beninteso,ma dei continui e martellanti tecnicismi finanziari che (giocoforza ) permeano il film ma che alla lunga creano secondo me una distanza incolmabile tra la storia narrata e lo spettatore medio (perlomeno quello non infarinato di nozioni economiche non basilari )
Ciò detto,alla fine il film è comunque godibile grazie alla mano ferma di Stone che riesce a gestire senza danni un calderone bollente,senza comunque farne un'opera d'arte.

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oronzocana

Reg.: 30 Mag 2004
Messaggi: 6056
Da: camerino (MC)
Inviato: 02-01-2007 13:13  
quote:
In data 2007-01-02 09:57, Velvetone scrive:
non parlavo di tecnica filmica



ah...ok.
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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 02-01-2007 22:50  
quote:
In data 2006-08-07 14:01, Schizobis scrive:
Io non ho ancora capito se Stone è fondamentalmente un repubblicano che tende a travestirsi da democratico.
A volte i suoi "progressismi" suonano molto falsi (come quelli di Eastwood)




Leggo ora, ti quoto di brutto! Anche col senno di W.T.C. Più passa il tempo è più mi convinco che per capire come il "sistema" degli sceriffi cerchi di neutralizzare dall'interno l'"eversione", optando fintamente per l'edulcorante istanza progressista, bisognerebbe leggere il Popolo del Blues (sociologia degli afroamericani attraverso il jazz) di Le Roi Jones (Amiri Baraka). Anche se parla di musica aiuta a capire anche il cinema, l'intero spettro culturale americano. In fondo l'America deve quasi tutto alla cultura "blues" (dalle melodie in swing, al rock al teatro, al variety, alla danza, all'arte figurativa, allo spettacolo in generale) cui appozza a piene mani, che ancor prima d'essere espressione musicale è filosofia di vita, psiche, esistenza, stato mentale, lirico, arte.

Se l'America non avesse avuto quel "popolo del blues", sarebbe forse rimasta una nazione votata al "vuoto meccanicismo".

Scusate l'off-topic, ma manco tanto.., forse vale come spunto di partenza per un approfondimento.

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oronzocana

Reg.: 30 Mag 2004
Messaggi: 6056
Da: camerino (MC)
Inviato: 12-10-2008 18:36  
quote:
In data 2006-08-07 13:56, oronzocana scrive:
a me sto film non è piaciuto assolutamente. Troppo superficiale e poco incisivo di riflesso. I due principali personaggi hanno una dimensione eccessivamente stereotipata e tutto è prevedibile all'ennesima potenza.




ritratto e rilancio!

In tempi di crisi finanziaria accade che qualcuno, nel caso di specie Olive Stone, diventi, già da un po’, profeta in patria sua, alla faccia dei centenari brocardi latini. Wall Street, Dow Jones, Nasdaq, hedge funds, derivati, quisquilie e pinzillacchere. Avete capito qualcosa? No? Pazienza. Anche perché nessuno riesce ad individuare un minimo di raziocinio nella finanza creativa. Inizia con poche parole, con poche frasi ad effetto… anzi, partiamo con The Voice, Frank Sinantra, che canta Fly me to the moon: abbandonare il terrestre mondo tangibile, verso l’ignoto. O forse verso il noto, per pochi eletti. E si, perché il concetto che sta alla base della finanza è l’informazione, non importa come la si ottiene, ma l’importante è che la si ottenga.
Devo essere onesto, non mi piacque, la prima volta, Wall Street; non reputavo possibile descrivere la finanza come un presepio di macchiette grottesche e fuori dalla realtà. Col senno di poi, devo però fare ammenda, cedere sul mio scarso intuito che mi ha impedito di cogliere aspetti essenziali della socio-economia, soprattutto alla luce degli attuali accadimenti. E’ facile, troppo, imbellettarsi con una “saggezza a posteriori”, ma Stone, spesso bistrattato, dimostra di aver avuto grandi idee all’epoca (si parla del 1987). Il Nulla. Si vive nell’effimero. Gekko, Sprint, Anacot… susseguirsi di sigle, soprannomi, epiteti; annullando la realtà, la materialità dell’essenza dell’economia. Lo scambio di beni, scompare di fronte all’importanza dell’informazione: conta solo guadagnare. Nottate davanti a primordiali PC, analizzare grafici senza valutare ciò che c’è dietro. Una catena di montaggio del nulla. Charlie Chaplin aveva già descritto l’idiozia della rivoluzione industriale nel suo Tempi Moderni, dissacrando il materiale mondo fittizio. Oliver Stone invece mostra l’irreale mondo fittizio.
Michael Douglas è il cinico insider trader, il mito “sporco” di Wall Street, quello che oggi sarebbe sulla graticola e che invece per anni è stato sulla cresta dell’onda. Padre Sheen è il suo alter ego, con il figlio Charlie che fa da congiuntura tra due mondi, diversi e complementari. Stone che fa? Impreziosisce. Non azzanna la preda. La studia, ci gira in torno, lancia qualche strale. Non parla di 400 mila dollari l’anno, di volare in prima classe, ma di ricchezza vera, di 50… 100 milioni di dollari l’anno, di possedere jet privati. Il nulla si scontra con la realtà, come succede oggi dove gli economisti di turno si avvicendano in analisi ovvie e banali, come i loro doppiopetto. Personaggi anacronistici che difendono un sistema defunto, che procede per inerzia. Potemmo paragonare il tutto all’orchestra del Titanic dove, mentre il transatlantico va alla deriva, ci si azzuffa su quale nenia funebre suonare.

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Tenenbaum

Reg.: 29 Dic 2003
Messaggi: 10848
Da: cagliari (CA)
Inviato: 22-10-2008 23:13  
uno dei miei film preferiti

colpo di fulmine fin dalla prima visione al cinema nel lontano 1987

Stone è un regista che considero un grande cineasta e anche qui la sua mano ed il suo stile è inconfondibile

Michael Douglas non ha vinto l'oscar per nulla
uno dei più meritati della storia
un attore che non amo particolarmente ma in questa occasione è formidabile
e se a questo si unisce un doppiaggio di Giannini in stato di grazia il risultato è esaltante

tutti gli attori che compongono la storia forniscono una prova molto convincente
Charlie e Martin Sheen su tutti, e come ha detto Schizo Stamp nelle sue brevi apparizioni sprizza carisma da tutti i pori

E poi la storia
Attualissima, perfetta per rappresentare per quanto è successo in questi giorni
Io credo che questo film riesca veramente a trasmettere il senso del potere del denaro
E quello che è descritto è veramente realistico
Esistono veramente gli uomini di finanza in grado di manipolare i mercati di tutto il mondo per ottenere profitti sulla pelle dei comuni cittadini sfruttando informazioni che il “mercato” non conosce o ne ha una percezione differente

Sinceramente tutto questo finale moralistico io proprio non lo vedo
Probabilmente è solo una questione di interpretazione degli eventi

Ultima nota per me musiche davvero belle ed originali di Copeland

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For relaxing times make it Suntory time

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