Autore |
Traffic |
seanma
 Reg.: 07 Nov 2001 Messaggi: 8105 Da: jjjjjjjj (MI)
| Inviato: 11-09-2003 15:53 |
|
La droga,se vogliamo,è sempre stata protagonista a Hollywood che ci ha costruito attorno storie di intrighi più o meno riuscite(si pensi a film come Carlito's Way,Quei bravi ragazzi e il "cult"Trainspotting).Ma mai a questa maniera.Mai alla maniera di "Traffic" film rivelazione di questo scorcio di fine estate,sebbene risalga a più di due anni orsono.Un modo nuovo e davvero particolare questo per raccontare un fenomeno purtroppo sempre attuale ma forse poco veramente indagato.Questo film,probabilmente costituito da un errato antimoralismo che in certi punti sfocia nel romantico,è tuttavia una gemma in quanto a interconnessioni e collegamenti narrativi e concettuali.Fil rouge delle quattro storie raccontate con una magistrale tecnica ad incastro e rimando,è naturalmente la droga,forse l'unico vero mostro moderno.Ma questo tema centrale e comune apre la strada alla vera strutturazione del film,che è sostanzialmente una grande storia d'uomini alle prese con un enorme problema.Il mezzo droga è appunto solo un mezzo e seerve,o piuttosto è causa,a tratteggiare un umanità moderna e le loro relazioni interpersonali.Ogni storia è resa a se stante dall'uso del monocolore fotografico,che subito ci permette di riconoscere il segmento narrativo preciso,ma allo stesso tempo è parte integrante di un puzzle in cui l'elemento "droga"è il leitmotiv principale,che lascia spazio però a quadri individuali e separati.Poco sopra parlavo di antimoralismo:qualcuno forse obietterà che questa parola è senza significato,senza capire che invece è la chiave di lettura necessaria per capire che "rivoluzione"questo film porta con sè:mai,mai c'è in "Traffic"il minimo segno di condanna morale di fronte e metafisicamente al fenomeno droga.Fatti,conseguenze,pensieri vengono esposti senza spazio per il giudizio morale,ma precludendolo persino allo spettatore!Soderbergh gioca sulla compassione:nell'esporre le varie vicende fa bene attenzione a che non restino all'esterno i rapporti intrapersonali,pur all'interno dell'universo droga.Ma così facendo,la droga e il suo utilizzo non dico vengano giustificati,ma comunque empatizzati agli occhi dello spettatore.I continui rapporti a 2 o più non fanno provare rabbia per la causa delle loro sfortune(la droga)ma piuttosto compassione appunto o coinvolgimento.Emblematica la storia di Montel Ray e il supertestimone Ruiz:lungo tutto lo svolgersi del film i tre diventano innegabilmente legati da qualcosa di più della professionalità...e tutto questo a causa di un chilo di droga! Ma anche gliu altri segmenti denotano un romanticismo di fondo:è come se fosse sottinteso che la droga non si combatte,ma che piuttosto plasma gli uomini a diventare migliori o peggiori di quanto non siano..un atteggiamento del genere è socialmente inaccettabile ma fa di questo film quasi un capolavoro,sempre che la teoria sopra esposta non sia frutto di un mio misunderstanding dovuto al grande interesse suscitato.
_________________ sono un bugiardo e un ipocrita |
|
gmgregori
 Reg.: 31 Dic 2002 Messaggi: 4790 Da: Milano (MI)
| Inviato: 11-09-2003 16:01 |
|
Personalmente credo che la droga, non solo in questo film, sia un elemento quantomai inflazionate e ben poche volte la filmografia ha offerto storie particaloreggiate. Compreso questo film. Solo un tramite narrativo. le disperzioni e tutto il resto. Questo per qunto riguarda il concetto di droga. per il resto il film è un ottima sperimentazione, anche se gli incastri di cui parli non sono così semplici e comprensibili come quelli che propone Tarantino(x fare un esempio).
_________________ la bruttura del vuoto è tanto profonda fin quando, cadendo, non ti accorgi di poterti ripigliare. I ganci fanno male, portano ferite, ma correre e faticare per poi giorie è un obbiettivo per cui vale la pena soffrire.
_________________ |
|
seanma
 Reg.: 07 Nov 2001 Messaggi: 8105 Da: jjjjjjjj (MI)
| Inviato: 11-09-2003 16:11 |
|
quote: In data 2003-09-11 16:01, gmgregori scrive:
Personalmente credo che la droga, non solo in questo film, sia un elemento quantomai inflazionate e ben poche volte la filmografia ha offerto storie particaloreggiate. Compreso questo film. Solo un tramite narrativo. le disperzioni e tutto il resto. Questo per qunto riguarda il concetto di droga. per il resto il film è un ottima sperimentazione, anche se gli incastri di cui parli non sono così semplici e comprensibili come quelli che propone Tarantino(x fare un esempio).
| non parlo di incastri temporali come in Tarantino,ma in quanto passaggio da una storia all'altra...
_________________ sono un bugiardo e un ipocrita |
|
sgamp2003

 Reg.: 21 Ago 2004 Messaggi: 11260 Da: Roma (RM)
| Inviato: 07-02-2005 15:23 |
|
Ciao!
Chiedo scusa a tutti gli ammiratori di questo film, ma a me non è piaciuto affatto.
L'ho trovato una palla mortale (dopo dieci minuti mi ero quasi addormentata ), di questo film salvo solo il montaggio, l'Oscar a Soderbergh l'ho trovato scandaloso(molto meglio di lui Zemeckis per le verità nascoste o Ridely Scott per il Gladiatore).
Per non parlare dell'Oscar a Del toro, attore molto bravo per carità, ma dopo aver visto Phoenix nel Gladiatore, sono assolutamente rimasta senza parole.
_________________ tesserò i tuoi capelli come trame di un canto,
conosco le leggi del mondo e te ne farò dono...
|
|
hitman
 Reg.: 22 Ago 2002 Messaggi: 1010 Da: Castiglione delle Stiviere (MN)
| Inviato: 08-02-2005 15:11 |
|
Grandissimo film.
Stesso carisma di "Insider" ma ancora più coinvolgente.
Meritatisso il trionfo agli Oscar. |
|
Jourdain
 Reg.: 21 Set 2007 Messaggi: 179 Da: Vignate (MI)
| Inviato: 08-04-2008 11:01 |
|
Trascorsi tanti mesi dall'ultima visione, ieri sera ho deciso di rivedere "Traffic".
Il filo conduttore del film è un'analisi, seppur romanzata, socio-politica, per cercare di capire dove bisognerebbe andare a combattere per risolvere un problema; nel caso di "Traffic" il problema della droga.
Tutta l'opera è scomposta in tonalità significanti differenti stati sociali con i rispettivi tenori di vita: il "blu ovattato" è il colore dell'alta dirigenza politica, "l'ocra sudato" è il colore della sabbiosa realtà delle strade del Messico, etc.
Ad ogni stato sociale, ad ogni colore, corrisponde una vicenda umana, una vicenda di più uomini. Con il trascorrere del film tutte le storie, tutti i colori, si incontreranno. Purtroppo tutti questi colori, queste storie (non sono sette), unendosi non daranno vita ad un pacifico arcobaleno. Anzi...
Robert Wakefield (Michael Douglas) è il coordinatore dell'attività anti-droga degli Usa, incaricato direttamente dal presidente, è convinto che il problema sia risolvibile dall'alto, fermando i grandi traffici, andando a spaccare i grandi cartelli, andando a bloccare il traffico proveniente dal Messico.
In Messico, i poliziotti dello Stato, Javier (Benicio Del Toro) e Ray (Jacob Vargas), fanno il loro dovere cercando di fermare, nel loro piccolo, il movimento criminale che ruota attorno al Dio-Droga.
I due si accorgeranno che il traffico di droga non va' combattuto, ma va gestito.
Così diventeranno, entrambi, uomini del generale Salazar (Tomas Millian): uomo che combatte il cartello di Tijuana per poter favorire un altro cartello con cui è in affari.
Robert, immerso nel suo impegno politico, non s'accorge che la figlia Caroline gli sta "fuggendo di mano", anche lei sta andando a "sporcarsi il sangue ed il cervello" con la materia combattuta dal padre: la droga.
Javier, in Messico, sogna di poter migliorare le condizioni di vita, e di divertimenti, dei bambini in Messico.
Vorrebbe che i parchi e le strade fossero illuminate anche di sera, in modo che i bambini possano giocare senza timore d'incontrare "gli uomini malvagi del buio".
Javier realizza che per poter agire positivamente e concretamente, in Messico, bisogna aver in pugno il traffico della droga.
A tutto ciò si aggiungono le vicende di altri due poliziotti americani, di cui uno interpretato dal sempre ottimo Don Cheadle; e la storia della moglie (Catherine Zeta-Jones) di un "pezzo grosso" della traffico di droga negli Usa.
Quello che sembra emergere dal film è che il problema non è la droga, in quanto la droga è una risposta. Ciò che va combattuto non è tanto lo spaccio ed il grande smercio di cocaina. Il problema della droga è la domanda. E' la richiesta di droga.
Per questo Robert dice, verso la fine, qualcosa di simile a "il nemico della droga siamo noi, sono spesso le nostre famiglie".
_________________
|
|
jedifan
 Reg.: 15 Feb 2008 Messaggi: 806 Da: milano (MI)
| Inviato: 06-06-2008 18:03 |
|
Un altro film che la critica ha magnificato, ma che a me non è piaciuto per niente a parte l'ottimo cast non salvo nulla.
_________________
|
|
|