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Autore Il ricorso agli escamotage
Michi81

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 3120
Da: Lugano (es)
Inviato: 29-07-2004 21:25  
Posto qui un argomento forse controverso, ma che spero susciti alcune discussioni. Ne avevo accennato in privato con qcuno, ma non ho ricevuto risposta alcuna. Spero abbia migliore sorte esponendolo al pubblico ludibrio.

Stavo guardando l'esercito delle 12 scimmie e mi sono soffermato a pormi qualche interrogativo riguardo una precisa casistica, che si presenta in più e più film. Parto dall’esempio terre-à-terre: il personaggio interpretato da Bruce Willis viene trasportato nel passato e, una volta a contatto con le persone dell’epoca in cui è giunto, si trova confrontato ad alcune problematiche, legate all’incredulità nei confronti della sua storia (siccome asseriva di venire dal futuro) e, inoltre, al fatto che egli – conscio delle difficoltà che incontra – desiste e rinuncia totalmente a cercare di spiegare la situazione (in breve: l’uomo viene dal futuro e porta con sé delle verità che però vengono ignorate dalla scienza, lo rinchiudono in ospedale psichiatrico e viene ridotto all’impotenza).
Da questo punto di partenza mi sono legato alle situazioni filmiche in cui il personaggio (e qdi anche lo spettatore, che si identifica in lui, conoscendo il retroscena) conosce una verità e cerca di comunicarla all’interlocutore, ma invano: egli si trova confrontato ad un muro di scetticismo, ipocrisia, incredulità, ignoranza o quant’altro impossibile da abbattere. Ebbene, in questi casi io sono pervaso per l’intero film – almeno fino al momento catartico, in cui tutto si svela – da una frustrante sensazione di impotenza.
Da lì la mia pseudo-riflessione si ampliata, abbracciando anche situazioni un po' più generali, che comprendono:
1) oltre alle già citate situazioni (es.: per l’appunto “l’esercito delle 12 scimmie”) in cui una persona si trova nell’impossibilità di agire e di realizzare i propri obiettivi a causa delle barriere poste dalla comunità (o dal singolo);
2) anche le situazioni in cui tutto (nella situazione filmica che varia di opera in opera) fila liscio come l'olio e ad un tratto arriva il fattore X (es.: l'amico stupido, il chiacchierone, la donna-ochetta, l’imbranato, il perbenista, il poliziotto gretto e reazionario, …) che crea il caos, rimescola le carte e tutto ricomincia come prima.
Ebbene, finalmente giungo al punto, io ho sempre trovato che in questi film, in cui ci si deve aggrappare all'intervento esterno che scompagina i piani, si usi un espediente per camuffare l'incapacità dello sceneggiatore di uscire dal vicolo cieco o di alimentare la storia (come può accadere in alcuni thriller o horror, in cui si introduce il famigerato fattore X per complicare ad arte la situazione).
Dico questo pur sapendo che non sempre si può generalizzare: a volte la sceneggiatura si basa proprio su questo artificio, ma spero vogliate capire a cosa voglio fare riferimento. Non discuto sul fatto che questo escamotage a volte possa essere (ed è) essenziale per il film, ma mi riferisco in particolare a quei film in cui ci si vede confrontati - come spettatore onnisciente - ad una situazione frustrante, in cui non si fa che ripetersi "Ma basta che lo ascoltino!" oppure "Ma basta che lui parli e spieghi come stanno le cose!”, ma questo inesorabilmente ed immancabilmente non succede. Difatti personalmente ho sempre preferito i film in cui la situazione è (lineare o meno, razionale e non) chiara, nel senso che non subentra (almeno non pacchianamente) alcun fattore esterno a scompaginare la narrazione, fungendo da elemento destabilizzante.
Voi che ne pensate?
E, dulcis in fundo, c'è un nome/tecnicismo che identifichi l’utilizzo di questo tipo di escamotage (penso che lo stesso discorso lo si possa fare anche per la letteratura, qdi sarà già stato motivo di discussione)? Si può ridurre il tutto ad una sorta di “complesso di Cassandra” (parlare e non essere ascoltato)? Non credo.. Attendo che qcuno sveli l’arcano.
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"Mi esposa era al fiume, a lavare, un gringo l'aggredì e la voleva.."

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Hawke84

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 5586
Da: Cavarzere (VE)
Inviato: 29-07-2004 22:11  
Onestamente non comprendo bene a cosa tu ti riferisci quando parli di un certo”fastidio” provato in queste situazioni.

Voglio dire, cercare di coinvolgere lo spettatore fa parte degli intenti di qualsiasi forma di narrazione (anche non cinematografica quindi) , e se per farlo c’è bisogno di quello che tu chiami fattore esterno (o meglio destabilizzante)..non vedo quale sia il problema.
Estendendo il discorso potrei dire che qualsiasi cambiamento subisca una persona questo è determinato in gran parte dall’ambiente che la circonda..quindi perché scandalizzarsi di tutto ciò?

Non penso che la parola giusta sia Escamotage…sono più che altro modi di far progredire una storia per portarla ad una precisa conclusione.
Ora mi viene in mente Lontano dal Paradiso (forse perché hai citato i “pregiudizi”), un melodramma dove e tutta la storia e la crescita dei personaggi è legata proprio a quell’ambiente diffidente e carico di pregiudizi che a te (ne l’Esercito delle 12 scimmie) è sembrato elemento di disturbo.
Ma forse sto parlando a vanvera perché non ho capito cosa intendevi…

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perchè l'italiano è sempre quello che va piano quando vede la macchina della polizia e appena passata corre oltre il limite.

[anthares]

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edywan78

Reg.: 13 Gen 2004
Messaggi: 645
Da: edywan (AO)
Inviato: 29-07-2004 22:32  
si ho capito a cosa ti riferisci! a quelle trovate che fanno proseguire la narrazione dopo una situazione di stasi. alcune di queste sono ben costruite all'interno della sceneggiatura, altre invece sembrano campate in aria e smontano tutta la magia del film, distraendo lo spettatore!

alcuni film invece ne acquistano in comicità: per esempio GROSSO GUAIO A CHINATOWN! dove tutto capita per caso!
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Michi81

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 3120
Da: Lugano (es)
Inviato: 30-07-2004 12:23  
quote:
In data 2004-07-29 22:32, edywan78 scrive:
si ho capito a cosa ti riferisci! a quelle trovate che fanno proseguire la narrazione dopo una situazione di stasi. alcune di queste sono ben costruite all'interno della sceneggiatura, altre invece sembrano campate in aria e smontano tutta la magia del film, distraendo lo spettatore!




Ecco, hai colto nel segno e senza essere prolisso come me!
Mi riferivo alle situazioni di stasi, in cui ci vuole un intervento destabilizzante e gratuito per ridare vigore (?) alla vicenda. Ma non solo: mi riferivo anche - e tengo a risottolinearlo - alle situazioni in cui la vicenda potrebbe articolarsi in maniera migliore, ma lo sceneggiatore ricorre all'escamotage del fattore esterno che, elemento di disturbo, scompagina i piani. Non vi è mai successo di dirvi ad un punto di un film: "Wow, la situazione è proprio complicata ed entusiasmante: voglio vedere come se ne esce, spero non attraverso una spiegazione sommaria o il ricorso a ridicoli sotterfugi. Vorrei proprio che la storia vada avanti così com'è, per vedere fin dove l’inventiva dello sceneggiatore riesce a spingersi"? A me molto spesso! Ecco, proprio il ricorso scontato all'escamotage di cui sopra mi porta - volente o nolente - a sminuire pesantemente il valore del film. Insomma, so che è difficile generalizzare e magari anche far capire cosa voglio dire, ma in certi film è voluto e necessario, in altri una semplice scappatoia, per sfuggire dall'impasse narrativa.. E, evidentemente, la mia critica si rivolge a questi ultimi.

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Cheyenne
ex "miticooo"

Reg.: 23 Giu 2004
Messaggi: 1340
Da: cosenza (CS)
Inviato: 30-07-2004 12:55  
beh ...credo che un esempio lampante possa essere K-pax! credo che li' "la situazione e' chiara" come dici tu! Non ti anticipo nulla, prova a vedere quel film (se non l'hai gia' visto) e poi traine le conclusioni!

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Michi81

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 3120
Da: Lugano (es)
Inviato: 30-07-2004 21:05  
Penso che con un esempio pratico sia più facilmente comprensibile ciò che intendo dire.
Sempre riguardo a "L'esercito delle 12 scimmie": Bruce Willis, trasportato nel 1996, non viene creduto quando asserisce di provenire dal futuro e viene rinchiuso in un ospedale psichiatrico. Alla fine, sempre inascoltato da tutti salvo dalla psichiatria che si occupa del suo caso e dopo varie vicissitudini, scopre quel che deve scoprire. Nel complesso un buon film, che mi ha convinto e che mi è piaciuto.
Ma, e qui sta il punto, mi chiedo: "Come sarebbe stato il film se Bruce Willis fosse stato ascoltato e creduto?". Sarebbe riuscito lo sceneggiatore a costruire una storia credibile ed avvincente pur partendo da presupposti oggettivamente più difficili?
Un altro esempio (più calzante) può essere quando un gruppo di persone cerca di addentrarsi in un accampamento o viene inseguita da un serial killer e l'imbranato di turno fa un rumore, attirando l'attenzione su di sé e sugli altri. Ecco, io vedo questi escamotages, questi artifici per vivacizzare la trama come dei sotterfugi "di bassa lega". Ovviamente non si può prescindere da tutto, soprattutto in film creati ad hoc e che ben difficilmente possono articolarsi in modo soddisfacente senza ricorrere a questi escamotages (e questo è sicuramente l'esempio de "L'esercito delle 12 scimmie"), ma a volte il ricorso è pacchianamente gratuito, volto a coprire la mancanza d'inventiva dello sceneggiatore. Almeno questa è la mia riflessione. Non spero di ottenere consensi.. ma qche parere in più, sì.

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NancyKid
ex "CarbonKid"

Reg.: 04 Feb 2003
Messaggi: 6860
Da: PR (PR)
Inviato: 30-07-2004 23:40  
mmm non so se ho capito bene cosa intendi, provo a fare un esempio e vediamo se calza. The Others, ovvero i bambini e le domestiche che cercano di far capire a Nicole Kidman che la casa è "infestata", ma la Kidman che non crede nel paranormale, e che quindi dà così spiegazione degli eventi dicendo che dei nazisti sono riusciti ad introdursi nella villa. E magari ti chiedi, come sarebbe andato il film se la Kidman fosse stata più "aperta" e avesse creduto ai suoi bambini e alle sue domestiche? Nel caso di The Others, penso che il gioco si sarebbe rotto, in quanto è proprio la finale sorpresa della Kidman che si ricrede e che scopre la terribile verità che dà il tono maggiore di suspence. Tenere gli spettatori e a volte il protagonista stesso fuori dalla verità che nasconde il film dà un'aria più intrigante e thrillante, quindi molto utile per i gialli ed i thriller. Ci sono invece altri film che cercano di tenere su questo "escamotage" con sotterfugi spesso banali, dandone spiegazione in modo totalmente assurdo, insomma, i cosìdetti furboni che cercano di convincere il popolo cinefilo di aver escogitato un film intellettuale, ma che invece nasconde il più vuoto assoluto.
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eh?

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Hawke84

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 5586
Da: Cavarzere (VE)
Inviato: 31-07-2004 01:11  
ho capito meglio cosa intendi..ma mentre nel caso dell'horror posso condividere in parte il fastidio per certe forzature (che sanno molte volte di già visto), non sono convinto dell'obiezione nel caso de L'esercito delle 12 scimmie , basta chiedersi: se qualcuno mi venisse a dire che arriva dal futuro..veramente gli crederei? la risposta è ovviamente no!
La sceneggiatura è obbligata a tener conto di tutto ciò..altrimenti sarebbe poco credibile e si perderebbe nell'assurdità (il che a volte può essere voluto..ma questo è un altro discorso!)..
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perchè l'italiano è sempre quello che va piano quando vede la macchina della polizia e appena passata corre oltre il limite.

[anthares]

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