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Autore Il Cinema di James Ivory e particolarmente Quel che resta del giorno
NancyKid
ex "CarbonKid"

Reg.: 04 Feb 2003
Messaggi: 6860
Da: PR (PR)
Inviato: 20-08-2004 21:54  
Sono sempre stato molto scettico riguardo il cinema di James Ivory, che ebbe la sua massima fortuna dalla seconda metà degli anni 80 fino alla prima metà degli anni 90. Un cinema “pittorico” la sua se vogliamo definirlo così, un regista che cura con maniacale perfezione l’ambientazione e l’eleganza visiva, producendo delle opere molto raffinate in quanto a stile, classica non nel senso di cinema classico, ma di letteratura. In effetti Ivory è uno di quei registi che preferiscono prendere un classico in costume della letteratura e metterlo su schermo, piuttosto che sfornare la propria creatività personale, producendo un qualcosa di originale, un qualcosa di non derivato. Anche se questo in qualche modo mostra l’assenza di idee, non voglio comunque cominciare a denigrare il suo cinema per il semplice fatto che “copiava” le storie, in quanto nel cinema l’importante è saper raccontare le storie. Ivory è senz’altro un autore, perchè un suo film è facilmente riconoscibile, anche e soprattutto perchè si è concentrato verso un'unica tipologia di genere, ovvero un cinema in costume, quasi teatrale dove si indagano le classi sociali, gli amori soppressi, il tutto con una messa in scena raffinata per la grande cura tecnica della scenografia e dei costumi, uno stile già definito “Ivoryniano”. Visivamente è quindi tutto pulito, senza sgranature, sicuramente un fatto apprezzabile, ma quello che non mi convince del tutto del cinema di Ivory è la sua capacità di intreccio. Mi spiego meglio, spesso Ivory tende ad assimilare romanzi dalla grande portata di argomenti interessanti da sviluppare, proprio come questo Quel che resta del giorno di Kazuo Ishiguro, una storia dalla molteplice ricchezza di contenuti, uno su tutti l’amore, l’amore celato. Morale del film, detto in poche parole è: “Se amate qualcuno, non aspettate domani a dirglielo, perché potrebbe essere tardi”, ovvero, in ancora meno parole: “Non soffocate i vostri sentimenti”. Un insegnamento nobile che permetterebbe a Quel che resta del giorno di entrare nella lista dei film da Cineterapia, in quanto mostra la storia di un uomo che ha ignorato i propri sentimenti, per poi rendersi conto alla fine, troppo tardi, di aver sprecato i migliori anni della sua vita rinunciando alla felicità per sacrificare sé stesso, ormai imprigionato nella Villa Darlington. E quel che resta del giorno sono solo i ricordi, i ricordi vissuti che non torneranno mai più, dei ricordi malinconici. Ivory quindi tende ad insegnarci qualcosa, riuscendoci perfettamente in questo intento per la facilità in cui lo spettatore possa riconoscersi nelle anime amare dei personaggi. Ma Ivory, pur non avendone le capacità, mischia in tavola anche altre sub-storie, come il rapporto paterno tra il personaggio di Anthony Hopkins e suo padre, l’ignoranza politica della servitù, addirittura il regista inserisce cenni politici, tutti alquanto inutili per 2 ragioni:
1) Non pertinenti alla storia che il regista vuole essenzialmente sviluppare, la storia centrale che dà il titolo al romanzo e al film.
2) Disturbo nello spettatore di vedere così tanti argomenti messi in tavola, rendendo pesanti le 2 ore di visione.
Ivory è incapace di multi-sviluppare le tante carte in tavola, in quanto è indeciso a quale delle tante opzioni dare priorità, creando un’opera complessivamente confusa, in qualche modo persa, così come è persa la regia. Ivory tenta di dare un tocco allegorico al film semplificando i dialoghi e puntare di più alle scene mute per far parlare col pensiero i protagonisti. Ciò che difetta nel regista, quindi, è la sua mano non portata a progetti con più substrati, un difetto che il regista ignora di sé stesso per la sua ambizione, pompato anche dalla critica che lo sopravvalutava non poco (pioggia di recensioni positivissime, pioggia di nominations agli Oscar), critica che dovrà presto ricredersi, ritirare le tante belle parole e aprire gli occhi davanti a questo regista il cui mito è destinato a non durare tanto a lungo, tant’è che oggi i film di Ivory fanno solo flop, sia al botteghino che alle riviste specializzate.


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eh?

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JesRabbit

Reg.: 02 Lug 2004
Messaggi: 30
Da: Formigine (MO)
Inviato: 21-08-2004 13:35  
Personalmente devo ammettere di non conoscere altri film di Ivory, a parte appunto Quel che resta del giorno. Mi trovo però in accordo con il tuo parere: troppa carne al fuoco tende a confondere lo spettatore e a dare un senso di stanchezza. Nel complesso però il risultato non è malaccio: si lascia guardare, con un po' di pazienza magari, e insegna molto. L'interpretazione dei due protagonisti mi è sembrata eccellente, e anche la scelta del cast. Un po' lento, forse. 8-
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Andiamo a casa, tesoro... Ti faccio una bella torta di carote...

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ilaria78

Reg.: 09 Dic 2002
Messaggi: 5055
Da: latina (LT)
Inviato: 21-08-2004 14:22  
a me piace Ivory, camera con vista e maurice sono due film a mio avviso molto belli, forse tra i suoi migliori, con un uso della macchina da presa molto leggero, direi leggiadro.
Una delle caratteristiche di Ivory è legarsi ad un autore lettererio e trasporre le sue opere, con forster ci è riuscito alla grande, almeno secondo me. forse sono gli unici film tratti da libri che ho letto che non mi hanno assolutamente deluso.
Se si legge camera con vista, e si guarda il film, si noteranno che l'ironia e la caratterizzazione dei personaggi è resa in maniera mirabile, così come le parti più romantico/idilliache, e la direzione degli attori, lo stesso discorso vale per maurice e casa howard. quel che resta del giorno lo vidi parecchio tempo fa e mi ricordo solo che mi piacque, anche se non ho mai letto il libro, ma non potrei dare una mia opinione perché lo ricordo molto poco.

Sul fatto che Ivory non abbia idee originali, non è detto, perchè non tutti i registi scrivono i soggetti dei propri film, né sono tenuti a farlo, e quello che conta non è solo ciò che si racconta ma come lo si fa; è chiaro che un paragone tra lo stile di questo regista e un tarantino (tanto per citarne uno a caso, potevo dire qualsiasi altro) è improponibile, sia per il modo di lavorare, che per lo stile, che per la personalità dei registi.
E’ vero, il cinema degli anni 80 e primi 90 di Ivory è molto classicheggiante e raffinato, se vogliamo anche patinato, ma estremamente sensibile e ricco di sfumature, dopo si è perso un po’, ma bisogna pur dire che la sua è una carriera molto lunga (i primi film li gira nei primi anni 60 se non sbaglio..) e abbastanza snobbata dal pubblico, nonostante alcuni oscar e riconoscimenti vari...
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...quando i morti camminano signori..bisogna smettere di uccidere...

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archer84

Reg.: 26 Gen 2004
Messaggi: 4249
Da: catania (CT)
Inviato: 21-08-2004 15:23  
secondo me Quel che resta del giorno dovrebbe essere preso come esempio della bravura di Ivory... uno dei pochi film dove (come ha detto anche ilaria per Maurice e Camera con vista) il film nn mi ha deluso rispetto al libro... tralasciando l'eleganza con cui è trattata la vicenda, ricostruzioni, costumi, ecc..., tipici di Ivory; nn ho trovato in questo film la confusione di cui si parla sopra... le digressioni sulla politica o la storia del padre sono importanti per lo sviluppo della storia e, soprattutto, per la caratterizzazione dei personaggi, hopkins per primo... le "sub-storie" che circondano la trama principale sono assolutamente pertinenti... è attorno ad esse che si sviluppa la storia principale e per mezzo di esse... il titolo nn si riferisce solo alla storia d'amore rimasta in embrione ma a tutta la vita del protagonista, cioè il maggiordomo, a tutte le scelte fatte e nn fatte nel corso della sua vita... la storia tra hopkins e thompson alla fine nn risulta essere quella centrale bensì il culmine di tutta una serie di situazioni...
io personalmente nn ho trovato pesante la visione di questo film, tuttaltro (e al contrario del libro che sembra più un trattato di psicologia)...
se Ivory ultimamente è un po "scaduto" (come con the golden bowl) nn lo era di certo quando ha fatto questo film... a mio modesto parere ovviamente...


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...(cit.)

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NancyKid
ex "CarbonKid"

Reg.: 04 Feb 2003
Messaggi: 6860
Da: PR (PR)
Inviato: 21-08-2004 19:43  
Si sicuramente i giorni perduti sono anche quelli riferiti all'episodio della ignoranza o del padre, ma non ho visto in Ivory la capacità di intreccio fluido, tra flashback e non flashback ha mischiato tutto senza seguire una linea precisa, metteva un pò là, poi tornava indietro e metteva un pò qua, insomma, non lo so, ho visto un Ivory un regista che punta tutto sulla forma visiva raffinata e patinata, senza curare elementi importanti come un montaggio adeguato o se vogliamo definirlo così, logico. E' un regista povero di idee e di inventiva temo, ed è per questo che non si è discostato più di tanto da questo raffinatismo, ne ha fatto la sua bandiera perchè non sapeva più andare oltre, sia a livello narrativo che tecnico.
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Lavinia

Reg.: 03 Ago 2004
Messaggi: 79
Da: milano (MI)
Inviato: 01-09-2004 13:42  
Questo è uno dei film che più amo e che rivedo sempre con grande emozione, sia per l'atmosfera raffinata ed elegante sia per l'eccellenza assoluta degli interpreti sia per la storia, che è storia di sentimenti repressi e di amori che avrebbero potuto essere e non sono stati e che tornano a far più male quando poco è ormai rimasto al giorno per compiersi del tutto.

Ho in mente in particolare la scena sul lungomare, quando s'accendono all'improvviso le luci della sera e Hopkins dice con gli occhi più tristi e sconfitti del mondo "Molti sono convinti che la sera sia la parte migliore del giorno. Mi domando perchè".


Vi prego, guardate questo film. E' un capolavoro.








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"Pain is God's megaphone to rouse a deaf world"
Anthony Hopkins in "Viaggio in Inghilterra"

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