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Autore LE TRE SEPOLTURE di Tommy Lee Jones
NancyKid
ex "CarbonKid"

Reg.: 04 Feb 2003
Messaggi: 6860
Da: PR (PR)
Inviato: 12-02-2006 23:39  
considerazioni (quasi) sparse..

CONTRO OGNI POLITICA DEGLI SCENEGGIATORI

Non sono mai (penso) stato annegato da una politica degl’autori (se non in casi di giri vorticosi verso l’al di là) in senso cahiersiano, seppur credo, in certi casi, nella possibilità dell’avere dietro un’opera cinematografica la presenza (e la mano) (e il cervello) di un regista/autore demiurgo o totale burattinaio del corpus filmico, pur constatando e lasciando un probabile beneficio del dubbio (dei dubbi) riguardo una possibile eccezione dell’eccezione (nell’eccezione).
E non ho mai odiato per puro principio ideologico dogmatico i film di sceneggiatura, anche perché mi ritroverei a buttare gran parte del Cinema Classico americano tra cui diversi film di Billy Wilder, che amo alla follia. Sono invece contrario (con ogni logica e principio) agli sceneggiatori che modellano la regia, facendone un giocattolo anti-cinematografico e anti “immagini”, un gioco (a scatole cinesi) per stuprare l’essenza della settima arte e della diegesi, come maghi borseggiatori che pur non sapendo nulla di macchina da presa, si prefigurano a modellarlo a proprio piacimento al cospetto dei poveri (non)registi afflitti, guardacaso spesso persone con poca esperienza, esordienti o semi.

Individuiamo subito 2 figure che fanno al caso nostro: il celeberrimo Charlie Kaufman, e Guillermo Arriaga. Non è purtroppo questa la sede per affrontare e denudare quel prestigiatore di Kaufman, ma possiamo tranquillamente provare a delineare vagamente Arriaga, impossessatosi di Tommy Lee Jones al suo debutto registico, e di fatto cancellandone ogni strada autorializzante possibile e plausibile. In fondo ci è ancora fresco lo stupro denigratorio che Arriaga ha compiuto di quel mancato film che è 21 Grammi, cancellando ogni intento buono da parte del regista Inarritu, ogni sua bravura nella direzione d’attori e nella creazione di atmosfere (americhe) nere e malate, con uno script che, (dis)modellando i legami temporali, ne uccide ogni possibile pathos emotivo.
Lo stesso marchio avviene per tutto il primo tempo de Le 3 sepolture: Arriaga, tramite il corpo di Tommy Lee Jones, attacca e distorce la logica diegetica, confondendo il tempo (i tempi) per non si sa quale inspiegabile motivo, mischiando le storie (nelle storie) e annunciando con aria tirata che si, la sceneggiatura è prevalsa sulla regia, un libricino di carta è prevalso sulla macchina da presa, e quindi automaticamente sulla macchina Cinema, sul Cinema stesso. Non c’è infatti un punto d’incontro in queste indicazioni temporali, e non che questo sia particolarmente un difetto (siamo nati figli di Delluc, per fortuna), se soltanto non abbia ucciso in partenza ciò che doveva essere un viaggio tra esistenze e dissoluzioni anti-post-moderno (il ritorno del e nel western è significativo, ricordiamo ancora Ang Lee per favore).
Perché in fondo Lee Jones è proprio uno di quegl’archetipi del vecchio (nuovo) classico, un po’ come Clint Eastwood, con cui guardacaso ha precedentemente lavorato in Space Cowboys, di cui possiede quella fermezza quando sta davanti la macchina da presa. Lee Jones trova libertà quando si deve auto-dirigere, quando si lascia mostrare (mostrando) quel volto segnato dal tempo e dalla lacerazione, quegl’occhi stanchi tinti di lacrima e di luccichio (speranza del vuoto, o vuoto della speranza). Ma la macchina da presa s’allontana facilmente da volti e volteggi, con quei campi che nella distrazione cercano di ritrarre un’altra america nella desolazione (e in parte ci riesce) e sotterrato da una depressione collettiva, ad una non esistenza generale che dipinge l’opera di noir. Come a dirci che intuizioni vaghe ci sono, anche buone, anche potenti, forti ed attendibili da una personalità attoriale (in prova autoriale) come Lee Jones, che si dissolvono nell’oblio grazie ad Arriaga e ai suoi tentativi di complicare (intellettualmente?) ciò che invece andrebbe affrontato con la classica linearità del buon cinema narrativo che si fa introspettivo. Qui non c’è narrazione, però si ritrova un tentativo (sofferto?) di introspezione da parte del regista nel secondo tempo, per provare a recuperare il recuperabile, a tornare e rigare per la strada giusta (o non si conosce la strada giusta, come ricorda il buon vecchio Sam Peckinpah?) , creando però un effetto contorto e contorcente preso il film nella sua interezza: perché la prima parte è anti-diegetico mentre la seconda è lineare? Le 3 sepolture diventa inconcepibile sia come puzzle (la possibile via di salvezza argomentativa di 21 grammi), sia come cinema narrativo “classico” perché non è né carne né pesce, o meglio, in questo senso, né Delluc né Lumière, bensì un pasticciato pasticcio dove sceneggiatura e regia cercano di plasmarsi tra di loro senza punto d’incontro ideologico.
Esistono dunque 2 tipi di cosiddetti film di sceneggiatura:
-Un film dove la sceneggiatura è la parte più evidente ed esplicita della regia (quindi, la macchina da presa assorbe in pieno la carta), dove tesi e lenti s’abbracciano con empatia (e questo è il caso di Wilder).
- Un film dove la sceneggiatura viene messa al posto della regia, il quale assume valenza zero, sia nei suoi significati che nella sua personalità di tentato autorizzazione (e questo è il caso de Le 3 sepolture).

Raccogliamo, infine, bellissime dichiarazioni di Arriaga in occasione di Cannes 2005:
“Sono un anti post-moderno” – E’ interessante osservare che il suo specchio è distorto. O forse è pretesa per rimandarsi ai Duchamp del Cinema – aka Arriaga si crede un Duchamp del (nuovo) Cinema? – ridiamoci e beviamoci su.
“Io nei miei film metto pancreas, fegato, intestino” – Vogliamo aggiungere un elemento che s’è dimenticato, si, quella parola che ci piace tanto e che per tanto tempo non appariva tra le nostre viscere e pagine: (la) merda. "Io nei miei film metto pancreas, fegato, intestino, e merda". Ora si che ci troviamo più d’accordo.


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Cadere su di te
è sempre tutto ciò che faccio


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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 12-02-2006 23:46  
quote:
In data 2006-02-12 23:39, NancyKid scrive:
E non ho mai odiato per puro principio ideologico dogmatico i film di sceneggiatura, anche perché mi ritroverei a buttare gran parte del Cinema Classico americano tra cui diversi film di Billy Wilder,


quote:
In data 2006-02-12 23:39, NancyKid scrive:
“Sono un anti post-moderno”


non so quale delle due sia peggio.
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Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

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NancyKid
ex "CarbonKid"

Reg.: 04 Feb 2003
Messaggi: 6860
Da: PR (PR)
Inviato: 12-02-2006 23:48  
quote:
In data 2006-02-12 23:46, sandrix81 scrive:
quote:
In data 2006-02-12 23:39, NancyKid scrive:
E non ho mai odiato per puro principio ideologico dogmatico i film di sceneggiatura, anche perché mi ritroverei a buttare gran parte del Cinema Classico americano tra cui diversi film di Billy Wilder,


quote:
In data 2006-02-12 23:39, NancyKid scrive:
“Sono un anti post-moderno”


non so quale delle due sia peggio.




conta fino a 3
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eh?

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ermejofico

Reg.: 17 Ago 2005
Messaggi: 662
Da: roma (RM)
Inviato: 13-02-2006 19:48  
Grande Tommy Lee!
Un film sull'amicizia virile e su di un mondo che scompare, un film sulla necessità delle radici (da avere ad ogni costo) e sul disadattamento di chi il luogo d'origine l'ha perduto.
Mai vedrete carovana più improbabile di questa(il giustiziere, l'assassinato ed il suo assassino) procedere in una terra desolata eppure vivissima, alla ricerca di un luogo finalmente di pace e di riconciliazione, dove gli errori possano essere riparati e l'armonia fra gli uomini ricostituita. Per poi scoprire, alla fine del viaggio, che questo luogo esiste, ma...

Da non perdere assolutamente.

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"E io so Arvaro! Er guardiano der faro..."

[ Questo messaggio è stato modificato da: ermejofico il 13-02-2006 alle 19:49 ]

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NancyKid
ex "CarbonKid"

Reg.: 04 Feb 2003
Messaggi: 6860
Da: PR (PR)
Inviato: 13-02-2006 20:19  
ma se questo è finora, tra i più brutti film visti in stagione..
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LeoBaxter

Reg.: 14 Feb 2006
Messaggi: 25
Da: Roma (RM)
Inviato: 14-02-2006 02:39  
Film grandioso, diretto in maniera magistrale, con grandi interpretazioni e una sceneggiatura favolosa. Avrebbe meritato decisamente più attenzione da parte del distributore che lo ha pubblicizzato davvero poco.

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ermejofico

Reg.: 17 Ago 2005
Messaggi: 662
Da: roma (RM)
Inviato: 14-02-2006 15:32  
quote:
In data 2006-02-13 20:19, NancyKid scrive:
ma se questo è finora, tra i più brutti film visti in stagione..


De gustibus. Condivido in parte le tue riserve sul lavoro di Arriaga, ma i brutti salti temporali della prima parte non rovinano per nulla il film nel suo complesso.
Ah, e Kaufmann è Dio.
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"Che cosa te ne fai di una banca se hai perduto l'amore?"

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NancyKid
ex "CarbonKid"

Reg.: 04 Feb 2003
Messaggi: 6860
Da: PR (PR)
Inviato: 14-02-2006 22:40  
quote:
In data 2006-02-14 15:32, ermejofico scrive:
quote:
In data 2006-02-13 20:19, NancyKid scrive:
ma se questo è finora, tra i più brutti film visti in stagione..


De gustibus.



Ma questa è la formula per evitare di argomentare?
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eh?

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ermejofico

Reg.: 17 Ago 2005
Messaggi: 662
Da: roma (RM)
Inviato: 15-02-2006 15:52  
quote:
In data 2006-02-14 22:40, NancyKid scrive:
quote:
In data 2006-02-14 15:32, ermejofico scrive:
quote:
In data 2006-02-13 20:19, NancyKid scrive:
ma se questo è finora, tra i più brutti film visti in stagione..


De gustibus.



Ma questa è la formula per evitare di argomentare?


Argomentare quale tesi?
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"Che cosa te ne fai di una banca se hai perduto l'amore?"

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NancyKid
ex "CarbonKid"

Reg.: 04 Feb 2003
Messaggi: 6860
Da: PR (PR)
Inviato: 15-02-2006 16:24  
QUALSIASI tesi
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eh?

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ermejofico

Reg.: 17 Ago 2005
Messaggi: 662
Da: roma (RM)
Inviato: 15-02-2006 17:13  
Oggetto troppo vasto. Sii più specifico.
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"Che cosa te ne fai di una banca se hai perduto l'amore?"

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Atreiu

Reg.: 14 Gen 2006
Messaggi: 24
Da: Torino (TO)
Inviato: 15-02-2006 18:58  
visto oggi e apprezzato, anche se con alcune riserve. Ho apprezzato l'idea di montaggio tanto criticata da Nancy, perché dopo un'iniziale spaesamento da' molta scorrevolezza al plot, e non appesantisce. E poi é un modo un po' più originale di raccontare una storia rispetto a quello classico lineare. Nella seconda parte diventa una bella storia di redenzione e di amicizia, che cerca di promuovere il rispetto per gli altri e la tolleranza

IL problema del film é che ogni tanto manca di personalità, e arranca su facili moralismi, e su territori già visti. ma nel complesso mi é piacuto.

Molto bravo Tommy Lee Jones, sia nella regia che nella recitazione, e bravissimo anche il suo " compare" ( non mi ricordo il nome dell'attore )

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NancyKid
ex "CarbonKid"

Reg.: 04 Feb 2003
Messaggi: 6860
Da: PR (PR)
Inviato: 15-02-2006 19:33  
quote:
In data 2006-02-15 18:58, Atreiu scrive:
Ho apprezzato l'idea di montaggio tanto criticata da Nancy



ma chi diavolo ha mai parlato di montaggio?
_________________
eh?

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Atreiu

Reg.: 14 Gen 2006
Messaggi: 24
Da: Torino (TO)
Inviato: 15-02-2006 20:53  
quote:
In data 2006-02-15 19:33, NancyKid scrive:
quote:
In data 2006-02-15 18:58, Atreiu scrive:
Ho apprezzato l'idea di montaggio tanto criticata da Nancy



ma chi diavolo ha mai parlato di montaggio?




montaggio, sceneggiatura, chiamalo come vuoi. Mi riferisco ovviamente alla prima parte del film, che procede in modo non-lineare.

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Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 03-04-2007 14:03  
Rileggendo il post che apre questi topic riesce difficile capire come si possa amare un film come Babel e contemporaneamente buttare nel cesso Le Tre Sepolture.

Stabiliamo la nostra linea di tendenza. Le Tre Sepolture è un ottimo film, nonostante i tentativi megalomani di Arriaga di appropriarsi del ruolo di regista. Tommy lee Jones riesce a tenere a bada il buon Guilliermo e riesce a mitigarne il peggior difetto: quella della perfetta circolarità degli avvenimenti e dei personaggi che si reincontrano magicamente (ma quanto è piccolo il mondo, vero Arriaga?).
21 grammi è l'esempio di un film assassinato dal suo sceneggiatore.
Le Tre sepolture invece viaggia in zone molto alte, dalla parte del bellissimo "Gli Spietati" di Eastwood, di cui ripropone viaggio di redenzione, demistificazione del genere e racconto morale.
Un grido purissimo contro l'intolleranza, un inno al rispetto della vita (in pace, come in guerra).
C'è anche una piccola stoccatina a Million Dollar Baby, quando il vecchio messicano cieco chiede di essere ucciso dai due gringos in fuga: non ci sono dubbi od esitazioni su quale decisione prendere.
La televisione colma apparentemente il vuoto di giovani vite allo sbando.
Si dimentica il proprio squallore con dispendiose cure dimagranti e con visite al tempio dell'ipermercato o alla cattadrale nel nuovo centro commerciale.
Ma il senso della vita si trova oltre il confine, in un Eldorado senza insegne pubblicitarie, dove finire i propri giorni.
Che farai adesso?
L'ultima domanda è chiaramente rivolta a sè stesso...

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