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Autore La guerra di Mario
Petrus

Reg.: 17 Nov 2003
Messaggi: 11216
Da: roma (RM)
Inviato: 01-03-2006 11:24  
La Fandango e il suo patron, Domenico Procacci, puntano ancora, coraggiosamente, sul cinema italiano, anche (e soprattutto) se modestamente di nicchia.
Quella di Antonio Capuano è infatti una piccola produzione che, se vogliamo, va a toccare argomenti e tematiche consuete per un certo tipo di cinema nostrano. Quelle del disagio giovanile, della depressione meridionale, dell’incontro/scontro tra l’Italia del benessere e quella dell’indigenza, su problematiche socio/assistenziali ampiamente già trattate sul grande schermo.
E così ritroviamo il piccolo Mario - un sorprendente Marco Greco - ,bambino “difficile”, trascinato al di fuori della periferia napoletana e dato in affidamento a una coppia di quarantenni della borghesia colta e agiata, apparentemente soddisfatti da una routine poco problematica.
L’impatto del ragazzino con la quotidianità dei due genitori affidatari – interpretati da Valeria Golino e Andrea Renzi – genererà una spirale di affanni, disagi e preoccupazioni che investiranno tutti e tre i protagonisti. Il castello narrativo s’innesterà su questa tensione tra cosa sia “giusto fare”, a rigor di logica, a rigor di legge, e quella passionalità e densità di affetti e sentimenti che scaturiscono da un vissuto così profondo e articolato.
Capuano è reduce da “Luna rossa”, presentato in concorso nel 2001 a Venezia, dove l’abilità nel dettagliare caratteri e personalità mancava totalmente, o, se c’era, non ce ne eravamo proprio accorti. Stupisce, così, vederlo districarsi con una certa delicatezza su tematiche che di una mano leggera ma decisa fanno necessità, pena la totale non credibilità dell’azione filmica. Il dettaglio, a partire dalla stesura dello script, è curato attentamente e scrupolosamente, dando la possibilità di una lettura dell’immagine, e dei personaggi che in essa si muovono, precisa e ficcante.
Distaccandosi dal particolare, e cercando di delineare un quadro più a tutto tondo del film, non si può però far a meno di notare una certa approssimazione nello scioglimento degli snodi narrativi, una certa frettolosità nell’indicare il “senso”, lo scopo di azioni e sequenze.
Si cerca di forzare narrativamente il giudizio complessivo della pellicola, forzatura che viene comunque ben bilanciata dalla già accennata precisione nella delineare i singoli personaggi e le singole dinamiche interne.
Il tutto inserito in una realizzazione che, per parole dell’autore, è “frugale, disadorna” che tende in qualche modo all’annullamento di un determinato stile registico. “Niente belle inquadrature” – continua il regista – “niente bella fotografia…Fondamentale è cosa ho inquadrato, non come”. Sta tutta qui l’analisi della messa in scena, del tutto funzionale ad un finale altrettanto scarno, disadorno e disarmante.
Un film duro, sincero, seppur minato da una possibile accusa di poca coerenza e poca coesione, che non può far a meno di cadere nella sensazione del “già visto”. Eppure lo affronta, se possibile, in modo “diverso”.

già pubblicata qui
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"Verrà un giorno in cui spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate"

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follettina

Reg.: 21 Mar 2004
Messaggi: 18413
Da: pineto (TE)
Inviato: 07-11-2006 16:59  
film lento lento lent....
era facile anche immaginare che mario alla fine veniva di nuovo trasferito....

nzomma...

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quentin84

Reg.: 20 Lug 2006
Messaggi: 3011
Da: agliana (PT)
Inviato: 02-02-2007 00:30  
E' uno di quei film che fanno bene al cinema italiano.
Uno di quei film che sanno leggere la contemporaneità in maniera non banale e anche poetica.

Un bambino abituato alla violenza e al degrado, il rapporto con i genitori affidatari: lei, Giulia (una splendida Valeria Golino) "innamorata" della sua ribellione, desiderosa di maternità, disposta a perdonare tutto a Mario, ma è anche l'unica ,forse, in grado di instaurare un rapporto sincero con lui mentre invece il suo compagno Sandro è più freddo verso Mario, geloso, lo vede quasi come un rivale (il vecchio Edipo salta sempre fuori!).
Poi c'è Nunzia (Rosaria Di Cicco) la madre naturale, superficiale, gretta, ma anche disperata.

Con uno stile scarno e asciutto, sempre in presa diretta sulla realtà, Antonio Capuano ci racconta la storia di un grande desiderio di maternità e ci mostra la dolorosa situazione dei bambini dei quartieri periferici napoletani (fa effetto pensare che i "bambini soldato" non stanno solo in Africa) senza retorica, ma con grande pudore: pensate ai "ricordi" di Mario (quando l'immagine si ferma e il volto del bambino vira in bianco e nero) e ad una battuta che, da sola, spiega tutto: quando Valeria Golino chiede a dei bambini perchè preferiscono il carcere alla scuola uno risponde: "Perchè la scuola è un brutto carcere mentre il carcere è una bella scuola".

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mescal

Reg.: 22 Lug 2006
Messaggi: 4695
Da: napoli (NA)
Inviato: 02-02-2007 00:59  
ottimo film... recentemente ho visto anche Luna Rossa, mi era già capitato davanti parecchio tempo fa, ma lo avevo abbandonato, per lo stile che a mio parere sfidava il pubblico in maniera inutile e controproducente... devo dire che stavolta tutto sommato l'ho abbastanza rivalutato, è anche quello un buon film, anche se non riesco a condividere fino in fondo le scelte di Capuano in quella pellicola. Penso comunque che l'esigenza di rendere più comunicativo il suo cinema l'abbia avvertita egli stesso, a giudicare da La guerra di Mario.

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kagemusha

Reg.: 17 Nov 2005
Messaggi: 1135
Da: roma (RM)
Inviato: 05-02-2007 14:07  
un gran film
altrochè

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