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Autore Profumo - storia di un assassino
Petrus

Reg.: 17 Nov 2003
Messaggi: 11216
Da: roma (RM)
Inviato: 22-09-2006 16:48  
Ci sono dei film la cui genesi è semplice e lineare; un’idea, una sceneggiatura, un regista e qualche interprete.
L’origine di Profumo è molto più complessa ed elaborata. La storia è tratta dal più grande best-seller tedesco di tutti i tempi, secondo solamente all’ormai mitico “Niente di nuovo sul fronte occidentale”, di Remarque. Pubblicato nel 1985, il suo autore, Patrick Suskind ne ha rifiutato per oltre quindici anni la cessione dei diritti cinematografici. Solo nel 2001, dietro le richieste insistenti di un caro amico, Bernd Eichinger, il grande carrozzone produttivo si è potuto mettere in moto. Uno sforzo notevole, sia a livello di costi (Profumo è uno dei film che sono più costati negli ultimi 10 anni in Germania), sia a livello di script, dato che il romanzo prevedeva lunghissime parti descrittive a fronte di una parte di dialogo estremamente scarna. Alla guida del progetto, dietro la macchina da presa, è stato chiamato Tom Tykwer, i cui due lavori precedenti, Lola corre ed Heaven, hanno diviso critica e pubblico. Ne è nato un film estremamente complesso, costruito con una grandissima prolusione di sforzi registici e scenografici, assemblando un cast che vede, in parti affatto secondarie, attori del calibro di Dustin Hoffman e Alan Rickman.
Tykwer riesce nelle prime, dolorose, sequenze a restituire sullo schermo le sensazioni del piccolo protagonista, Jean-Baptiste Grenouille, che nel sudiciume dei bassifondi di Parigi, riceve in dono dalla nascita il portentoso dono di poter percepire tutti gli odori del creato. Le prime sequenze, dunque, vivono di un contrasto visivo, ricco di immagini anche dure, che riescono a far percepire allo spettatore quell’assembramento di sensazioni che sono proprie del protagonista. Il regista riesce così abilmente a sostituire gli odori con le immagini, creando una misurata frenesia che cattura lo sguardo. Con il crescere del protagonista, e l’entrata in scena del suo maestro, il profumiere italiano Giuseppe Baldini (Hoffman), la storia, appesantita da una voce narrante che forse, a parte la fase introduttiva, sarebbe stata da evitare, assume una fase di stanca, perdendo quella capacità di restituire le sensazioni complesse di Grenouille con le immagini, per rifugiarsi nell’enfasi e nel melodramma. Non facilita questo fastidioso impatto di discontinuità la personalità del profumiere Hoffman, così pittoresca da essere decisiva nel far perdere tutta quella tensione accumulatasi nelle prime, sincopate, battute iniziali.
Sicura abilità di sceneggiatura e del regista, è quella di riuscire spesso ad invertire il punto di vista della storia. Si passa dal considerare Grenouille il fulcro vivido dell’azione, a, soprattutto nella seconda metà, entrando in scena Alan Rickman, mero comprimario, antagonista di una vicenda a cui comunque è necessario come espediente narrativo. Tutto questo fino al gran finale, magnificente e bizzarro, incredibile e stordente, che in due sequenze esplicita quel senso dell’eccesso, quel seme di follia che tutto il film lasciava intravedere tra le immagini.
Profumo è, in sintesi, l’ambiziosissimo progetto di portare nel cinema sonoro un film muto, che ruota attorno a un personaggio che fa di un senso minore, quello dell’olfatto, la sua principale porta di comunicazione con la realtà. Tentativo coraggioso, anche se mostra le corde a più riprese.

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Chenoa

Reg.: 16 Mag 2004
Messaggi: 11104
Da: Vittorio Veneto (TV)
Inviato: 22-09-2006 23:46  
Sono estremamente curiosa di vedere questo film, l'idea di tradurre un senso così sfuggente come l'olfatto in immagine mi affascina. Come mi affascina l'idea di un libro che parla di odori ed essenze. Non l'ho letta l'opera di Süskind, ma penso rimedierò presto.

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Saeros

Reg.: 27 Mag 2004
Messaggi: 7565
Da: Napoli (NA)
Inviato: 23-09-2006 16:04  
te lo consiglio, Chenny...e` un libro bellissimo! peccato che ora, col film (OVVIAMENTE) sia disponibile solo l'edizione rilegata ultracostosa, vedi se magari trovi qualche vecchia copia umana in qualche vecchia libreria..
il film spero che sia all'altezza, devo vederlo!
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Mizar:Sae è da interpretare stile rebus..
Un Lugubre Equivoco

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stevie

Reg.: 26 Feb 2004
Messaggi: 2135
Da: viterbo (RM)
Inviato: 23-09-2006 16:51  
Sono davvero curioso e non mi riesce di immaginare la trasposizione cinematografica di un libro così originale.
La descrizione del profumo di un adolescente in fiore o di qualunque profumo...l'autore riusciva quasi a fartelo assaporare...Mah.
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Save the cheerleader, save the world

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kubrickfan

Reg.: 19 Dic 2005
Messaggi: 917
Da: gessate (MI)
Inviato: 23-09-2006 23:00  
Profumo - Storia di un assassino

Titolo originale: Das Parfum - Die Geschichte eines Mörders
Nazione e Anno: Germania, 2006
Genere: Thriller
Durata: 147 minuti
Regia: Tom Tykwer


Cast: Dustin Hoffman, Alan Rickman, Ben Whishaw
Distribuzione: Medusa Distribuzione

TRAMA : 1766. Sud della Francia , nel putrido mercato del pesce del paese nasce Jean-Baptiste .Cresciuto miracolosamente nel degrado scoprira' di avere una dote innata per riconoscere profumi e odori , e quasi divinamente ispirato dedichera' la sua vita , dopo un apprendistato presso un famoso profumiere italiano per affinare le sue tecniche , alla creazione del profumo perfetto che possa far innamorare chiunque lo respiri.Creazione tanto voluta che Jean non bada a modi e conseguenze per arrivare al risultato...
OSSERVAZIONI : nel 1998 Tom Tykwer diresse un piccolo gioiello di nicchia che era " Lola Corre " .Questo regista (gia' da li' aveva mostrato la sua predilezione per le donne dai capelli rossi) , dopo un film di interludio di nessun interesse ( la principessa e il guerriero ), per arrivare a " Heaven " con Ribisi e Blanchett ,costrinse i produttori a credere seriamente in lui , visto che ( dopo un altro film) adesso gli affidano la versione cinematografica di un romanzo di grande impatto come quello scritto da Patrick Süskind. Tralasciando il meschino richiamo pubblicitario riguardo a Kubrick ( che non l'avrebbe fatto perche' intraducibile in immagini ),il regista si trova a dover misurare con un grande affresco d'epoca con costumi e scenografie e oltretutto a dirigere un mostro sacro come Hoffman.
Ne nasce un film visivamente potente, teso , disperato e con un lungo comparto finale di una bellezza e idea metafisica visiva incredibile e inaspettata.Sin dall'inizio vediamo che questo film agisce di recupero perche' gia' dalle scene iniziali ( per stomaci forti e preparati con quel parto nel pesce marcio ) vediamo che si parte subito da zero e la disperazione fara' si che il protagonista ( un bravissimo Ben Whishaw , che rende il personaggio con espressioni dure , assenti e senza nessuna pieta' o sentimento se non nel suo folle intento e somiglia lontanamente ad Anthony Perkins ) non abbia nessun problema a perseguire con ogni mezzo, anche il piu' bieco,il suo intento.
Cosi' il cammino di questo profumiere prende una piega che non e' indirizzata verso il guadagno, verso la gloria o la fama , il suo intento e' un lucido programma di morte per la perfezione, di perdita per il concepimento del figlio perfetto senza che ci sia scelta di ceto sociale , serial killer per dovere divino datogli dalle sue capacita' naturali come se non potesse far altro.
Le immagini usate da Tykwer sono fino allo sconvolgente finale metafisico dosate sui colori grigi per meglio rendere il degrado urbano , fotografate con una buonissima resa e si avvalgono di scenografie e costumi di assoluto valore che esaltano oltre all'ambientazione anche il clima senza speranza di un tempo buio e pieno di contraddizioni tra enorme ricchezza e assoluta poverta'.I personaggi sono per lo piu'sporchi, putridi e per questo che l'intento di Jean sembra risaltare ancora di piu' per creare la gemma perfetta della profumazione.
Dopo che sono state stabilite le regole e gli intenti , poi ci si scatena in un finale assoluto , dove ci si puo' trovare estraniati proprio per la gran contrapposizione del girato , prima lento e studiato , poi velocissimo , sincopato e come si diceva metafisico. Un film da amare per il suo coraggioso intento , mai lento anche se vive di studio,mai ripetitivo anche se la successione degli eventi per arrivare al numero ha modalita' e tempi uguali sopratutto nel corpus di centro.
Da vedere per calarsi nelle atmosfere di un tempo senza la contaminazione di soli pizzi e crinoline ma di una disperazione popolare , da vedere per fare un viaggio quasi onirico nella mente disturbata di un disperato lucido e determinato,per arrivare al pulp del tempo senza messaggi consolatori.E il grande Dustin Hoofman ? inutile dire nulla, solo il suo nome vale tutto.Immenso come sempre , fa la parte del profumiere italiano che insegna a Jean le tecniche della creazione dei profumi
che il ragazzo sa cosi' bene riconoscere e quali miscelare.
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QUENTIN TARANTINO PROJECT

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Skualo

Reg.: 01 Mag 2005
Messaggi: 758
Da: Venezia (VE)
Inviato: 23-09-2006 23:53  
Ho trovato il bellissimo "Perfume: The Story of a Murder" ("Profumo: Storia di un Assassino")un'opera estremamente incantevole, diretta dal qui eccellente Tom Tykwer alle prese, come è stato già sottolineato, con l'arduo sforzo metalinguistico di tradurre in immagini le sensazioni appartenenti forse al senso più lontano dall'universo cinematografico: l'olfatto. Tykwer ricorre così all'uso spasmodico e preponderante del dettaglio, di hard cuts e di veloci e brevissime carrellate laterali sempre riprese in DETT per descrivere il turbine multiolfattivo cui il protagonista è sovente soggetto. Vi è inoltre un sapiente uso della fotografia da parte di Frank Griebe, specialmente nella scelta oculata e ben studiata del quadro cromatico generale: i colori sono quasi sempre freddi, e le note sature di colore nel quadro rimandano alle fonti principali appunto di quegli odori (profumi) che a noi non è dato percepire con l'olfatto, ma soltanto grazie alla saturazione visiva e all'enfasi cinetica della mdp. Basti pensare al giallo acceso della frutta contenuta nel cesto della prima vittima di Jean-Baptiste Grenouille, o al rosso vivo dei petali di rosa e dei capelli di Laura, al viola dei campi di lavanda. In sostanza si tratta di un tentativo, io direi riuscito, di tradurre in immagini esperienze olfattive che esulano dal mondo cinematografico, data la natura del mezzo. Quello che stona è invece (e ha dell'incredibile) la fastidiosa ingerenza del voice-over del narratore onnisciente, specialmente nella parte finale, in cui vengono esplicitati a parole (e cosi'stuprati) la sofferenza e il conflitto del protagonista dati dalla dicotomia tra il dono di poter dispensare agli altri il massimo grado di amore, e il non potere esserne partecipe. Incredibile quanto inutile interferenza, perchè fornisce un'informazione superflua già ben esplicitata in precedenza dalle immagini stesse : non si capisce il perchè un'autore, fin prima cimentatosi assai bene con il vero strumento cognitivo cinematografico (l'immagine) debba tornare sui suoi passi e cancellare con un colpo di spugna gli sforzi compiuti con l'ingerenza (inutile) della parola.

Era da tempo che non mi capitava di assistere ad un'opera cosi' poetica ed inebriante: è stata una piacevole scoperta meritevole senz'altro di un'ulteriore visione di approfondimento. Molto suggestive le due ultime scene che riescono a esprimere megnificamente il contrasto e la pena interna che lacerano Jean-Baptiste Grenouille:
- la prima è data dalll'assembramento della folla nel'intero quadro con la successiva orgia(in un'ottica centrifuga) nel contesto teso ad evidenziare la capacità di dispensare amore del protagonista (posto in alto rispetto alla folla adorante in basso, contrassegnato da uno sgargiante colore blu dell'abito che indossa - peraltro prima ed unica nota cromatica a distinguerlo ed a connotarlo come essere che emana un'essenza grazie al mirabolante profumo da lui creato, lui beffardamente privo di un'odore proprio (ma qui il profumo è l'amore stesso) e fino ad adesso sempre privo di colore - ed appunto distinto da tutti e cosi' completamente estraneo a quell' amore;
- la seconda, di segno opposto, vede l'assembramento di una più ristretta folla in un'ottica centripeta il cui fulcro (finalmente) è il protagonista stesso, vittima e beato nello stesso tempo (e per la prima volta) dell'amore che gli è sempre stato negato.

Nel complesso, una piacevolissima sorpresa che lascia a fine visione amplissimi margini di riflessione ed invoglia ad un approfondimento generale.

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[ Questo messaggio è stato modificato da: Skualo il 24-09-2006 alle 00:16 ]

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Skualo

Reg.: 01 Mag 2005
Messaggi: 758
Da: Venezia (VE)
Inviato: 24-09-2006 00:06  
quote:
In data 2006-09-23 23:00, kubrickfan scrive:
il protagonista ( un bravissimo Ben Whishaw , che rende il personaggio con espressioni dure , assenti e senza nessuna pieta' o sentimento se non nel suo folle intento e somiglia lontanamente ad Anthony Perkins ) non abbia nessun problema a perseguire con ogni mezzo, anche il piu' bieco,il suo intento.



Ho pensato subito anch'io alla stessa cosa, anche soprattutto perchè Jean-Baptiste Grenouille, come Anthony Perkins, suscita una generale empatia da parte del pubblico.Ma mentre nel capolavoro di Hitchcock siamo all'oscuro fino alla fine del fatto che sia un'omicida e veniamo "ingannati" dal regista, qui ne siamo pienamente consapevoli. Mai nell'arco del film ho provato disprezzo per questo personaggio. Il suo disperato bisogno d'amore lo spinge verso scelte estreme e depecrabili quali lassassinio, ma la pietà ed appunto l'empatia sovrastano fino all'ultimo ogni altro sentimento.
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kubrickfan

Reg.: 19 Dic 2005
Messaggi: 917
Da: gessate (MI)
Inviato: 24-09-2006 00:58  
grandi riflessioni skualo , complimenti! condivido anche il discorso sul narratore che ho dovuto tralasciare per motivi di cartellatura ma decisamente fastidioso .E' un film da consigliare a spada tratta , poi potra' non piacere ma sicuramente non ha motivi perche' venga trascurato visto gli indubbi valori che possiede.immagini diverse dal solito scontato che hanno un profumo inebriante come quelli creato da jean ...se vi avvicinate cercando puramente un thriller ambientato nel 1700 non avvicinatevi a questa pellicola perche' e' molto altro ...
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Lollina
ex "lolly19"


Reg.: 11 Gen 2002
Messaggi: 19693
Da: albenga (SV)
Inviato: 24-09-2006 13:02  
Questo film me lo devo vedere assolutamente.

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SickGirl

Reg.: 06 Ago 2004
Messaggi: 723
Da: roma (RM)
Inviato: 25-09-2006 00:10  
quote:
In data 2006-09-24 13:02, Lollina scrive:
Questo film me lo devo vedere assolutamente.


Infatti è stupendo... io l'ho visto il 22 appena uscito..era pieno di gente ed ero praticamente in prima fila ma n'è valsa la pena!
E poi il protagonista Ben Whishaw è veramente un bravo attore...senza dire neanche una parola incarna alla perfezione il ruolo di Grenouille.

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Skualo

Reg.: 01 Mag 2005
Messaggi: 758
Da: Venezia (VE)
Inviato: 26-09-2006 09:23  
quote:
In data 2006-09-24 00:58, kubrickfan scrive:
grandi riflessioni skualo , complimenti! condivido anche il discorso sul narratore che ho dovuto tralasciare per motivi di cartellatura ma decisamente fastidioso .



Grazie, ho soltanto dato forrma velocemtne ad alcuni spunti e riflessioni elaborati alla fine della visione. Sicuramente un film coraggioso ed inusuale.
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NancyKid
ex "CarbonKid"

Reg.: 04 Feb 2003
Messaggi: 6860
Da: PR (PR)
Inviato: 28-09-2006 14:51  
questo film è fottutamente bello. dopo ne scrivo, forse

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Lollina
ex "lolly19"


Reg.: 11 Gen 2002
Messaggi: 19693
Da: albenga (SV)
Inviato: 28-09-2006 14:53  
Sono andata a vederlo finalmente!
Sinceramente dopo la visione non sono riuscita a capire esattamente se mi fosse piaciuto un casino, oppure no... ma ora posso dire con certezza di sì!
_________________
Perchè sentiamo la necessita' di chiaccherare di puttanate, per sentirci a nostro agio?E' solo allora che sai di aver trovato qualcuno di davvero speciale,quando puoi chiudere quella cazzo di bocca per un momento e condividere il silenzio in santa pace.

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Ahsaas

Reg.: 18 Apr 2006
Messaggi: 779
Da: Parma - India (es)
Inviato: 29-09-2006 01:16  
quote:
In data 2006-09-28 14:51, NancyKid scrive:
questo film è fottutamente bello. dopo ne scrivo, forse



come dicasi:

MERDA AFRODISIACA

Profumo. Dunque, olfatto. Oltre la sfera visiva, che quindi presuppone il superamento stesso del Cinema nel senso più puro del termine (il linguaggio per immagini in movimento) per arrivare laddove pochi autori ancora hanno messo piede (tra i primi che mi vengono in mente: Pasolini e Cronenberg), dritto dentro il naso per suscitare odori, oltre che soddisfazioni dell’occhio. Con un intento simile, pochi avrebbero pensato a un regista come Tykwer, guru del post-modernismo video-clipparo, che riduce le immagini in frame musicali da Mtv come il generazionale Lola Corre, manifesto di tutta la fine degl’anni 90’ e non solo. Perciò, come si sarebbero congiunti in un’unica opera il libro cult e pittorico di Suskind, con uno stile di regia che proprio per sua stessa natura post-modernista, non ha le qualità per un presumibile classicismo letterario?

La risposta giuntaci è sorprendente, così come è sorprendentissimo questo Profumo, riletto, ri-evocato, e assimilato nella propria poetica autoriale, pur rimanendo fedeli alla sua significazione percettiva. E’ la prova che il video-clip e il post-moderno sta crescendo a dismisura, raggiungendo film a film vette altissime di provocazioni sensitive, di ormai totale controllo della potenzialità cinematografica, per immagini ed extra-immagini. Perchè in Profumo c’è tutta l’anima di Tykwer, sottolineata più esplicitamente dai tanti montaggi-sequenza e nell’unione così complementare tra musica e immagine filmata: la colonna sonora di Heild/Klimek è sempre extra-diegetica e non funge unicamente da enfatismo, bensì anche e soprattutto da calcolatore/scanner ritmico, contorno rafforzante e scenografico (essenziale) dell’immagine, puro video-clip, taglio messa-in-scenica del regista: Profumo è con ogni evidenza ed ogni singolarità, un film dello stesso autore di Lola Corre. E se fino a qui ci vediamo una grande coerenza stilistica nella cinematografia del giovane e talentuoso tedesco, l’impatto estetico dell’opera è invece puramente letteraria, o meglio, pittorica; fin dalla prima scena infatti, con quell’uso di ombre (giustamente oliata e patinatissima fotografia di Frank Griebe), lo spettatore è tenuto ad entrare nell’universo Suskindiano, nel suo taglio immaginario che ci viene (ri)proposto. Ecco dunque il primo sguardo verso la popolazione, lurida come s’è vista raramente sul grande schermo, un putiferio di merda , oscurità, e violenza. Sporcizia così tangibile (appunto: olfattiva) anche in tutte le scene del mercato, fino alla nascita del protagonista, pura topaia di sensazioni, schifo per l’immagine, ripudio e provocazioni estreme (solo Miike, in tempi recenti, ha forse osato tanto), con quel bebè (simbolo di purezza e d’incontaminazione) immerso nel putrido. Immagini così forti che parlano da sole, dove la (seppur grande) potenza della macchina da presa si auto-annulla. In quell’istante è fissità (nel cervello, nell’occhio, nello stomaco) di una poetica maligna, fiabesca (nell’abbondante voice off) ma nel contempo anti-fiabesca (in questo mondo dove tutti sembrano streghe e dove c’è poco spazio per i principi-azzurri).
Già pochi minuti dopo l’inizio, capiamo di trovarci davanti un grande film. Grande extra-cinematografia, che come se non bastasse, s’infarcisce di un’eccellente direzione attoriale, a cominciare dal protagonista Ben Whishaw, con quell’espressività dell’inespresso (nulla di più inquietante, perfettamente killer psicologico), fino ad Alan Rickman (il Piton di Harry Potter) e Dustin Hoffman.
Ricco, immenso, e proprio per questo, forse, ambizioso. E come tutti i film di per sé grandi, la pecca (se di pecca si tratta) è da riconoscere nell’eccessiva lunghezza che risaltano le ripetizioni, bloccando di tanto in tanto la fluidità che comunque Tykwer padroneggia, e come non potrebbe, è un video-clipparo! Capita la maestosità del progetto che si tramuta in opera, Tykwer non trova la forza di tagliare anche quando dovrebbe, di lasciare più spazio all’inspiegato, alla provocazione dell’ellissi, cadendo più volte in una sorta di didascalismo tremolante.

Ma qua siamo oltre il video-clip (non siamo sotto Eternal Sunshine, tanto per intenderci), Profumo è un gran cazzo di favola nera piena di suggestioni, (retrosamente) romantico quando Tykwer si concede all’onirico e all’enfasi, produttore di tensioni quando si concede al suspense più evidenziato.
Ed infine, la meraviglia e la grandiosità di tutto il blocco finale (che ricorda, guardacaso, proprio una favola: Il pifferaio magico), quell’orgia – intrecciarsi di corpi – di fantasmi abbracciati – bombardamento intrippante di tutta l’arte figurativa e pittorica, lirico e sostenuto da un pathos che non stancherebbe mai la visione accumulativa di questa carne libidinosa e sovraccarica, pasoliniana, per non dire mistica e subliminale nelle sue poli-significazioni.
Tykwer non è solo grandissimo creatore di spazi, ma anche di dimensioni proprie e personali, nuove suggestioni uniche per il suo Cinema, che se in Lola Corre ci propagandava ancora come il manifesto di un giovane regista talentuoso, qui in Profumo innalza finalmente a livelli meta-fisici (o fin troppo fisici, volendo) superando le barriere delle (proprie) immagini e della propria autorialità guadagnata.

già qui

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http://www.positifcinema.com/

[ Questo messaggio è stato modificato da: Ahsaas il 29-09-2006 alle 01:44 ]

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cabal22

Reg.: 15 Mar 2006
Messaggi: 2812
Da: Livorno (LI)
Inviato: 29-09-2006 10:43  
Io questo film non l'ho visto e non ho letto nemmeno il libro, ma mi spiegate perchè, se è così bello, su quasi tutti i giornali e riviste che ho letto il voto che gli danno è sempre 4/5 ?

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