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Autore FULL FRONTAL & MINORITY REPORT
Palomar

Reg.: 25 Set 2002
Messaggi: 17
Da: Corva di Azzano Decimo (PN)
Inviato: 08-10-2002 18:08  
Soderbergh e Spielberg, 2 registi omonimi accomunati pure dalla stessa debacle, almeno x quanto riguarda le loro 2 ultime opere... Comincio dal primo, con una serie di osservazioni frammentarie quanto il film in questione:
- FF è l'orinatoio duchampiano di Soderbergh, che con spirito dada si diverte a infinocchiare il pubblico sin dai titoli di testa (in sala accanto a me c'erano spettatori che si chiedevano allarmati se x caso non avessero sbagliato film...); ma penso anche a quegli inserti surreali (i "ballerini nazisti", l'uomo seminudo a 4 zampe nei corridoi dell'albergo, etc.) e ironici (il "tempo di reazione" di Duchovny al blow-job fattogli dalla massaggiatrice, etc.), alla parodia (la scena del film d'azione ripetuta sino al 49esimo ciac -omaggio a Kubrick? Paradosso x cui la finzione si ottiene col massimo di realismo?) inserita in un'altra parodia (il film hollywoodiano "Rendez vouz"). Come Manzoni (Piero), anche Sod. confeziona la sua "merda d'artista", credo del tutto consapevolmente: e questo mi pare sia il suo unico merito...;
- non capisco xchè l'esibita natura "esistenzial-metafilmica" (ma stridente con lo "spirito fenomenologico" che anima il film) abbia spinto tutti i critici a ricordare il pur valido esordio soderberghiano (risalente all'ormai lontano '89) di "Sesso, bugie e videotape": i contenuti sono meno affini di quanto possa sembrare, e il contrappunto pellicola/vhs, pur presente anche in quell'opera, era xò lì sviluppato in modo molto + convincente; mi stupisce che nessuno abbia invece citato il + recente "L'inglese", cui Sod. si richiama esplicitamente con le fugaci apparizioni di Terence Stamp, ed al quale si rifà anche nello stile. Ma quello era ben altra cosa...;
- Sod. è un cineasta colto, e ci tiene a farlo "vedere" (ma in modo pedante, saccente): gira in modo informale (esemplare l' "invisibile", ironico amplesso tra Calvin e Lee), rifacendosi al cinema underground di Jack Smith (i toni del rosso e dell'arancione) ed ai salti di montaggio stile nouvelle vague; cita Pinter e -indirettamente- Bazin (nel dilemma dei baffetti chapliniani che angustia l' "Hitler" della piece teatrale), si richiama costantemente alle teorie dello straniamento di brechtiana memoria (nel finale ci fa letteralmente uscire dallo spazio della finzione, rispecchiando sullo schermo quanto di lì a poco faranno "veramente" anche gli spettatori), filosofeggia (dissennatamente) ispirandosi al Ferdinand-Pierrot-Belmondo del godardiano "Il bandito delle ore 11", che in quella pellicola diceva: "Ho avuto un'idea x un romanzo. Non descrivere + la vita della gente... ma soltanto la vita, la vita da sola. Quello che c'è fra la gente, lo spazio, il suono, i colori. Bisognerebbe giungere a questo. Joyce ha tentato, ma si dovrebbe poter far meglio...". C'è solo un piccolo problema: Sod. non è Godard...;
- "Puoi fingere di fare sesso mentre lo stai facendo veramente...": frasi come questa (ed il film in generale) innescano deflagranti masturbazioni intellettuali, criptiche elucubrazioni sulla Realtà della Finzione e la Finzione della Realtà, delirii formal-strutturalistici su Senso e non Senso, sulla Forma del Contenuto ed il Contenuto della Forma, prone invocazioni derridiane ai concetti-totem di "deriva", "margine", etc. che tanto piacciono ai Nottambuli Critici Fuori Sincrono... Ma è solo un vano profluvio di parole, molto rumore x nulla...;
- Sod. non è Altman, non sa gestire una trama "polifonica", con molti personaggi, nè possiede le capacità di dispersione, "neutra indifferenza" e "scentramento" (dell'inq., della storia, del "corpo" del film) che hanno reso grande il vecchio Bob;
- FF non è "Lunedì mattina" (tanto x citare uno dei + recenti esempi di "cinema della deriva");
- vi intrigano i film dove il tema del rapporto tra realtà e finzione è centrale? Di opere interessanti ce ne sono a bizzeffe, mi limito a citare 2 film poco visti e molto criticati (seppur x ragioni diverse), uno recentissimo ed uno quasi bilustre (uscito anch'esso a Venezia e anch'esso +ttosto controverso, amato alla follia da alcuni e disprezzato da -molti- altri): mi riferisco a "Chi lo sa?" di Rivette e ad "Occhi di serpente" di Ferrara (Abel);
-fino ad ora Sod. aveva dato il meglio di sé nelle produzioni "minori", "indipendenti" (mi riferisco a "Sesso, bugie, ..." e a "L'inglese"), non certo in quelle grandi dove, ad eccezione di "Traffic" (molto bello), i vari "Delitti e segreti" (irrisolto), "Out of Sight" (inutile), "Erin Brockovich" (non l'ho visto, ma non mi pare che si fosse parlato di un capolavoro) ed "Ocean's Eleven" (brutto), avevano deluso quegli spettatori che, dopo averne visto l'interessante opera prima, pensavano di aver scoperto un giovane "autore" di talento (non so nulla di "Piccolo grande Aaron", "Torbide ossessioni", "Schizopolis" e "Gray's Anatomy", che xò credo non siano nemmeno usciti -o forse sono stati mal distribuiti- in Italia). Ebbene, se ora Sod. comincia a sbagliare anche i suoi film + xsonali e meno reboanti...
Per quanto riguarda invece MR di Spielberg, direi che siamo di fronte ad un brusco passo indietro rispetto ad "A.I.": trama ultra-prevedibile, finale melenso, uno dei peggiori film ispirati dai libri di Dick. Come "pop corn-movie" (penso a "Panic Room", non eccelso ma sottovalutato x essere un film di questo "genere") funziona (ha ritmo, azione, ottimi effetti speciali, pur essendo lungo non annoia), ma appunto solo a patto di spegnere il cervello x l'intera durata del film: non basta qualche spunto metafilmico (Cruise al lavoro è un agente-regista; gli ologrammi dei suoi familiari che, a parte l'ovvio riferimento a "Strange Days", potrebbero suscitare interessanti riflessioni -sulla civiltà delle immagini- purtroppo presto disattese, immolate al rutilante Luna park visivo allestito da Spi.), dicevo che non basta qualche spunto a fare di MR una pellicola "pensante" (sarebbe ad esempio potuta essere un'interessante riflessione sul tema caso/necessità), come pure immagino Spielberg avrebbe voluto... Del resto, questi sono i rischi del postmoderno filmico, al cui odierno imperio -non a caso...- lo stesso Spi. ha contribuito in modo determinante...

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seanma

Reg.: 07 Nov 2001
Messaggi: 8105
Da: jjjjjjjj (MI)
Inviato: 08-10-2002 18:39  
quote:
In data 2002-10-08 18:08, Palomar scrive:
Soderbergh e Spielberg, 2 registi omonimi accomunati pure dalla stessa debacle, almeno x quanto riguarda le loro 2 ultime opere... Comincio dal primo, con una serie di osservazioni frammentarie quanto il film in questione:
- FF è l'orinatoio duchampiano di Soderbergh, che con spirito dada si diverte a infinocchiare il pubblico sin dai titoli di testa (in sala accanto a me c'erano spettatori che si chiedevano allarmati se x caso non avessero sbagliato film...); ma penso anche a quegli inserti surreali (i "ballerini nazisti", l'uomo seminudo a 4 zampe nei corridoi dell'albergo, etc.) e ironici (il "tempo di reazione" di Duchovny al blow-job fattogli dalla massaggiatrice, etc.), alla parodia (la scena del film d'azione ripetuta sino al 49esimo ciac -omaggio a Kubrick? Paradosso x cui la finzione si ottiene col massimo di realismo?) inserita in un'altra parodia (il film hollywoodiano "Rendez vouz"). Come Manzoni (Piero), anche Sod. confeziona la sua "merda d'artista", credo del tutto consapevolmente: e questo mi pare sia il suo unico merito...;
- non capisco xchè l'esibita natura "esistenzial-metafilmica" (ma stridente con lo "spirito fenomenologico" che anima il film) abbia spinto tutti i critici a ricordare il pur valido esordio soderberghiano (risalente all'ormai lontano '89) di "Sesso, bugie e videotape": i contenuti sono meno affini di quanto possa sembrare, e il contrappunto pellicola/vhs, pur presente anche in quell'opera, era xò lì sviluppato in modo molto + convincente; mi stupisce che nessuno abbia invece citato il + recente "L'inglese", cui Sod. si richiama esplicitamente con le fugaci apparizioni di Terence Stamp, ed al quale si rifà anche nello stile. Ma quello era ben altra cosa...;
- Sod. è un cineasta colto, e ci tiene a farlo "vedere" (ma in modo pedante, saccente): gira in modo informale (esemplare l' "invisibile", ironico amplesso tra Calvin e Lee), rifacendosi al cinema underground di Jack Smith (i toni del rosso e dell'arancione) ed ai salti di montaggio stile nouvelle vague; cita Pinter e -indirettamente- Bazin (nel dilemma dei baffetti chapliniani che angustia l' "Hitler" della piece teatrale), si richiama costantemente alle teorie dello straniamento di brechtiana memoria (nel finale ci fa letteralmente uscire dallo spazio della finzione, rispecchiando sullo schermo quanto di lì a poco faranno "veramente" anche gli spettatori), filosofeggia (dissennatamente) ispirandosi al Ferdinand-Pierrot-Belmondo del godardiano "Il bandito delle ore 11", che in quella pellicola diceva: "Ho avuto un'idea x un romanzo. Non descrivere + la vita della gente... ma soltanto la vita, la vita da sola. Quello che c'è fra la gente, lo spazio, il suono, i colori. Bisognerebbe giungere a questo. Joyce ha tentato, ma si dovrebbe poter far meglio...". C'è solo un piccolo problema: Sod. non è Godard...;
- "Puoi fingere di fare sesso mentre lo stai facendo veramente...": frasi come questa (ed il film in generale) innescano deflagranti masturbazioni intellettuali, criptiche elucubrazioni sulla Realtà della Finzione e la Finzione della Realtà, delirii formal-strutturalistici su Senso e non Senso, sulla Forma del Contenuto ed il Contenuto della Forma, prone invocazioni derridiane ai concetti-totem di "deriva", "margine", etc. che tanto piacciono ai Nottambuli Critici Fuori Sincrono... Ma è solo un vano profluvio di parole, molto rumore x nulla...;
- Sod. non è Altman, non sa gestire una trama "polifonica", con molti personaggi, nè possiede le capacità di dispersione, "neutra indifferenza" e "scentramento" (dell'inq., della storia, del "corpo" del film) che hanno reso grande il vecchio Bob;
- FF non è "Lunedì mattina" (tanto x citare uno dei + recenti esempi di "cinema della deriva");
- vi intrigano i film dove il tema del rapporto tra realtà e finzione è centrale? Di opere interessanti ce ne sono a bizzeffe, mi limito a citare 2 film poco visti e molto criticati (seppur x ragioni diverse), uno recentissimo ed uno quasi bilustre (uscito anch'esso a Venezia e anch'esso +ttosto controverso, amato alla follia da alcuni e disprezzato da -molti- altri): mi riferisco a "Chi lo sa?" di Rivette e ad "Occhi di serpente" di Ferrara (Abel);
-fino ad ora Sod. aveva dato il meglio di sé nelle produzioni "minori", "indipendenti" (mi riferisco a "Sesso, bugie, ..." e a "L'inglese"), non certo in quelle grandi dove, ad eccezione di "Traffic" (molto bello), i vari "Delitti e segreti" (irrisolto), "Out of Sight" (inutile), "Erin Brockovich" (non l'ho visto, ma non mi pare che si fosse parlato di un capolavoro) ed "Ocean's Eleven" (brutto), avevano deluso quegli spettatori che, dopo averne visto l'interessante opera prima, pensavano di aver scoperto un giovane "autore" di talento (non so nulla di "Piccolo grande Aaron", "Torbide ossessioni", "Schizopolis" e "Gray's Anatomy", che xò credo non siano nemmeno usciti -o forse sono stati mal distribuiti- in Italia). Ebbene, se ora Sod. comincia a sbagliare anche i suoi film + xsonali e meno reboanti...
Per quanto riguarda invece MR di Spielberg, direi che siamo di fronte ad un brusco passo indietro rispetto ad "A.I.": trama ultra-prevedibile, finale melenso, uno dei peggiori film ispirati dai libri di Dick. Come "pop corn-movie" (penso a "Panic Room", non eccelso ma sottovalutato x essere un film di questo "genere") funziona (ha ritmo, azione, ottimi effetti speciali, pur essendo lungo non annoia), ma appunto solo a patto di spegnere il cervello x l'intera durata del film: non basta qualche spunto metafilmico (Cruise al lavoro è un agente-regista; gli ologrammi dei suoi familiari che, a parte l'ovvio riferimento a "Strange Days", potrebbero suscitare interessanti riflessioni -sulla civiltà delle immagini- purtroppo presto disattese, immolate al rutilante Luna park visivo allestito da Spi.), dicevo che non basta qualche spunto a fare di MR una pellicola "pensante" (sarebbe ad esempio potuta essere un'interessante riflessione sul tema caso/necessità), come pure immagino Spielberg avrebbe voluto... Del resto, questi sono i rischi del postmoderno filmico, al cui odierno imperio -non a caso...- lo stesso Spi. ha contribuito in modo determinante...

bentornato palomar!
_________________
sono un bugiardo e un ipocrita

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Palomar

Reg.: 25 Set 2002
Messaggi: 17
Da: Corva di Azzano Decimo (PN)
Inviato: 08-10-2002 18:57  
Grazie Seanma, ma starò "qui" solo x oggi

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0.004625 seconds.






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