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Autore Sapori e dissapori
kubrickfan

Reg.: 19 Dic 2005
Messaggi: 917
Da: gessate (MI)
Inviato: 19-09-2007 01:06  
Sapori e dissapori

Trama: Kate Armstrong è una rinomata cuoca che eredita dalla madre delle stupende capacità culinarie. Dirige la cucina di un grande ristorante non suo, con piglio e fervore, ma un giorno una tragedia le consegna in custodia la nipote di nove anni e nel suo regno culinario entra un giovane di belle speranze simpatico e capace ... Nick Palmer. Tra problemi di famiglia e di lavoro la situazione per l'irreprensibile kate sta diventando davvero dura ...

Commento: Scott Hicks (ultimo film Cuori in Atlantide ma più famoso per l'ottimo Shine) dirige questa commedia culinaria chiamando a rapporto una coppia di belli di Hollywood come l'avvenente moglie di Michael Douglas (ricordiamola in Chicago) e il biondo Aaron Eckhart, (bravissimo in Thank you for smoking). Il titolo originale (quello italiano, neppure tanto brutto in fondo, è un titolo ripreso da Woody Allen, Accordi & Disaccordi) che significa "Senza prenotazioni" si riferisce al fatto che il cuore e la felicità della bella Kate non sono ancora stati presi, e ovviamente si riferisce anche al fatto di entrare al ristorante senza aver prenotato il proprio posto, un po' come fa Nick che appare all'improvviso con le sue canzoni e la sua carica di simpatia (arie immortali cantate da Pavarotti, casualmente e incredibilmente citato proprio durante i giorni della sua scomparsa con l'uscita italiana del film). Bisogna dire che il film ha la sua parte migliore fino a quando la Zeta-Jones recita in solitaria e senza l'arrivo di Eckhart, con la sua costruzione del muro di pietra verso gli altri che la contraddistingue e il successivo smarrimento appena arriva la nipotina (Abigail Breslin, indimenticabile in Little Miss Sunshine). La Zeta Jones sfodera una prestazione davvero non prevista, calibratissima e assolutamente convincente del ruolo di dura dalle mani d'oro in cucina, restando praticamente di ghiaccio e facendo solo sorrisi sornioni e sagaci verso i commenti del suo terapista e quelli dei suoi subalterni in cucina. Domina la scena con garbo, prende lo schermo e lo catalizza con bravura. Peccato che poi quando lo deve dividere per l'inopinato arrivo del rivale, incanalandosi la trama su binari abbastanza scontati, tutto va a finire per cadere in una commedia gradevolissima ma poco originale. Sembra tra l'altro che ormai costruire una tenda in casa sia sinonimo di famiglia (vedi anche in L'amore non va in vacanza), come se mettere un tetto piccolo dentro un tetto grande sia valore di avvicinamento per sentimenti che circolano troppo liberi e troppo dispersi anche dentro una abitazione e non solo in una grande città. In questo film i buoni valori alla fine escono tutti, l'attaccamento al lavoro ma anche il buon cuore, l'amore che subentra senza dover rendere conto ad altro che a se stessi, dove noi stessi siamo i primi a farci grandi problemi anche dove non ce ne sono perchè non ci fidiamo degli altri (e un battibecco tra i due protagonisti lo dice chiaramente che per fidarsi di qualcuno bisogna essere se stessi).
In definitiva una commedia gradevolissima, con un impianto scenico collaudato che non annoia assolutamente e che per molti tratti non è neppure molto mielosa, piena di buoni sentimenti e di buoni piatti che faranno passare 100 minuti circa gradevoli senza avere grandi pretese, confortevolizzando nella sicurezza senza banalizzarsi oltre il dovuto. Certo, vorremo rivedere Scott Hicks ai suoi valori d'esordio, ma questo plot davvero non poteva essere realizzato meglio dato gli evidenti paletti di canalizzazione del racconto che doveva prendere.

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Petrus

Reg.: 17 Nov 2003
Messaggi: 11216
Da: roma (RM)
Inviato: 19-09-2007 23:59  
Si esce dalla visione di Sapori e dissapori che ci si può quasi sentire addosso il profumo di una quaglia in salsa tartufata, o il delicato aroma di un soufflè, senza la sensazione di aver perso tempo, ma con in mente la convinzione che, magari sforzandosi un po', lo si sarebbe potuto impiegare meglio.
L'ultimo lavoro di Scott Hicks potrebbe facilmente, dalla locandina e dal trailer, essere scambiato per una commedia scacciapensieri. Nasconde invece una triste nota sentimentale che, pur condita dall'immancabile lieto fine, è la vera nota dominante di tutto il film.
La storia è sostanzialmente banale, raccontandoci della più classica delle donne in carriera, tutta casa e lavoro, che si trova all'improvviso a imbattersi in una serie di situazioni che le scombinano la normale routine quotidiana: il ritrovarsi a carico la figlioletta della sorella tragicamente scomparsa, e la vicinanza con un romantico ed esuberante collega di lavoro.
Vera novità del film è la contestualizzazione della vicenda: la bella protagonista (interpretata da Catherine Zeta-Jones) è infatti lo chef di uno dei migliori ristoranti della città. Il suo regno è la cucina - francese per l'esattezza - all'interno della quale sfoga tutto il suo estro e la sua creatività.
Ma al di fuori del suo ambiente naturale tutta la verve e la vitalità che infonde tra i fornelli vengono improvvisamente meno. Ed ecco gli snodi narrativi, abbastanza prevedibili, della piccola orfana e del collega, assunto come secondo chef, inizialmente posti come ulteriore freno, ostacolo, alle vicende dell'eroina di Hicks, ma che finiscono per penetrare nella sua vita, e nel scioglierla, illuminarla, pian piano, dall'interno.
Nulla di nuovo sul fronte occidentale, dunque, per una commedia che piega ben presto sul registro del film sentimentale e commovente, e che non presenta nessuno spunto degno di nota al quale appigliarsi per conferire all'insieme una sufficienza piena.
Una buona scelta delle musiche originali, orchestrate dal bravo Philip Glass, viene soffocata dall'assoluta banalità degli inserti musicali non originali (dal cuoco italico che canta Pavarotti al 'mambo italiano' che sottolinea la cottura di un piatto di pasta al sugo).
Anche la regia parte bene, costruendo una serie di sequenze in cucina che riescono ad appassionare nonostante il potenziale scenico non formidabile, ma finisce per appiattirsi, come scelte tecniche e una messa in scena assolutamente prevedibili.
Un'idea carina, con qualche spunto interessante, sia narrativo che artistico, che viene però soffocata da uno svolgimento assolutamente prevedibile che, alla lunga, stanca anche lo spettatore meno smaliziato.


pubblicata già qui
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"Verrà un giorno in cui spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate"

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CitizenK


Reg.: 23 Set 2007
Messaggi: 7
Da: Alessandria (AL)
Inviato: 23-09-2007 15:52  
Oddio andare a vedere un film dove La Zeta-jones in versione Antonella Clerici non è il massimo...
Non credo andrò mai a vederlo...
per 2 motivi:
1film inutile e solita pappardella sfornata dal la solita produzione americana(boicottata da me utopicamente.)
2 credo che dopo 1ora e mezza di antipasti,primi,secondi,terzi,quarti...ecc alla fine del film, dopo essere uscita dalla sala dovrei svaligiare una trattoria!

Film sconsigliato per chi è a dieta ferrea

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