Petrus
Reg.: 17 Nov 2003 Messaggi: 11216 Da: roma (RM)
| Inviato: 27-10-2007 00:15 |
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Tre membri di un vecchio gruppo vocale degli anni Sessanta sono fermamente decisi a risalire la china. Ci provano, ma sembra che il loro tempo sia ormai finito. Il loro manager, inoltre, non ne sembra fare scelte adeguate. Giungono alla conclusione di seguire il vecchio sogno di George: rilevare ed aprire un ristorante. Ma anche questa strada si rivelerà impervia..
Robert Davi costruisce un film che sente particolarmente, lo ambienta nella sua comunità d’origine - quella degli italo-americani - e lo connota in chiave tipicamente americana.
La fine di un sogno e la voglia di ripartire: “Forza ragazzi, siamo di nuovo in pista!” è lo sprone dietro il quale si muove un gruppo di attempati giovincelli.
Lo stesso Robert Davi, Chazz Palminteri, Frank D’Amico ed Elya Baskin sono infatti l’assortito quartetto di attori che compone il cast (integrato dalla presenza di Peter Bogdanovich) di una pellicola costruita attorno ad una certa fisicità, rendendo l’attore vero fulcro della scena.
E questa è una scelta che si rivela indovinata solo parzialmente: tanto sono bravi gli attori, tanto approssimata è la sceneggiatura. Interessante l’assunto di fondo vale a dire quello per cui la rinascita e la reale opportunità di una seconda chance del sogno americano, non debbano per forza concretizzarsi per qualcosa di eclatante. Questa volta basta una tranquilla vecchiaia, attraverso la gestione di un ristorante di periferia. Se questo poi consente un ritorno alla ribalta (locale) di un vecchio gruppo musicale, se permette il rinverdirsi nel cuore e nello spirito di una nostalgia mai appagata, ben venga. Ma non è quello lo scopo dell’agire dei personaggi. Davi struttura un film semplice, forzando un po’ la mano nella caratterizzazione dei personaggi, durante lo sviluppo della storia. Ne consegue un lavoro fin troppo minimalista, troppo legato al sentimento del regista. Il film non prende mai il volo, non si dispiega mai in tutte le potenzialità che pur fa intravedere, ma prosegue a sbalzi, in modo da risultare in definitiva frammentario, poco solido, dispersivo.
Non mancano comunque alcuni momenti riusciti. Strepitoso lo scambio di battute Davi/Palminteri: “Per te dove si va quando si muore?” “Boh, per me rimandano tutti in California”. Un film costruito su gente semplice, su un piccolo sogno destinato ad avverarsi.
Un piccolo film, come se ne vedono tanti oggi, piacevole quanto basta per non risultare noioso, ma non degno di una grandissima attenzione. Non di certo di quella di una sezione Premiere come quella della Festa di Roma all’interno della quale è stato presentato.
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