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FilmUP Forum Index > Cinema > Tutto Cinema > Mamma Roma di P. P. Pasolini   
Autore Mamma Roma di P. P. Pasolini
oronzocana

Reg.: 30 Mag 2004
Messaggi: 6056
Da: camerino (MC)
Inviato: 31-10-2008 18:11  
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In data 2008-10-31 16:32, Richmondo scrive:
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In data 2008-10-30 21:41, oronzocana scrive:
mamma roma. Sono rimasto deluso.




Bah.




Non che non sia valido, ma ho trovato totalmente estranea la Magnani. Nel contesto filmico è un'attrice, avulsa dalla mediocrità della paranza di periferia. Bravissima presa da sola, troppo. Il contesto, l'ascesa verso la borghesia, è quasi messo in ombra dalla pesante figura della Magnani, che giganteggia sopra (letteralmente) un complesso popolare inetto per sua naturale condizione. Un contrasto che non giova alla causa.
I dialoghi tra Roma e Biancofiore sono paradigmatici; imbranata, goffa, macchietta la seconda, in perfetto stile popolare(sco) ed eccellente, emergente, seducente la prima: eppure dovrebbero appartenere alla "stessa" radice.
_________________
Partecipare ad un'asta, se si ha il Parkinson, può essere una questione molto costosa.
Michael J. Fox
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Richmondo

Reg.: 04 Feb 2008
Messaggi: 2533
Da: Genova (GE)
Inviato: 03-11-2008 10:44  
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In data 2008-10-31 18:11, oronzocana scrive:
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In data 2008-10-31 16:32, Richmondo scrive:
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In data 2008-10-30 21:41, oronzocana scrive:
mamma roma. Sono rimasto deluso.




Bah.




Non che non sia valido, ma ho trovato totalmente estranea la Magnani. Nel contesto filmico è un'attrice, avulsa dalla mediocrità della paranza di periferia. Bravissima presa da sola, troppo. Il contesto, l'ascesa verso la borghesia, è quasi messo in ombra dalla pesante figura della Magnani, che giganteggia sopra (letteralmente) un complesso popolare inetto per sua naturale condizione. Un contrasto che non giova alla causa.
I dialoghi tra Roma e Biancofiore sono paradigmatici; imbranata, goffa, macchietta la seconda, in perfetto stile popolare(sco) ed eccellente, emergente, seducente la prima: eppure dovrebbero appartenere alla "stessa" radice.




Io continuo a reputarlo il miglior Pasolini, indipendentemente da tutto ciò che di otimo verrà dopo.
E poi trovo che sia proprio l'interpretazione dell'immensa Magnani, l'attrice meno adatta a recitare con Pasolini, a conferire al film quell'importanza fondamentale, proprio a proposito del concetto di recitazione. La Magnani è una delle attrici migliori del molndo, forse la migliore di sempre.
Recitare con Pasolini è pressoché impossibile per una come lei. Ma tant'è...
_________________
E' meglio essere belli che essere buoni. Ma è meglio essere buoni che essere brutti.

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 03-11-2008 12:58  
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In data 2008-11-03 10:44, Richmondo scrive:
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In data 2008-10-31 18:11, oronzocana scrive:
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In data 2008-10-31 16:32, Richmondo scrive:
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In data 2008-10-30 21:41, oronzocana scrive:
mamma roma. Sono rimasto deluso.




Bah.




Non che non sia valido, ma ho trovato totalmente estranea la Magnani. Nel contesto filmico è un'attrice, avulsa dalla mediocrità della paranza di periferia. Bravissima presa da sola, troppo. Il contesto, l'ascesa verso la borghesia, è quasi messo in ombra dalla pesante figura della Magnani, che giganteggia sopra (letteralmente) un complesso popolare inetto per sua naturale condizione. Un contrasto che non giova alla causa.
I dialoghi tra Roma e Biancofiore sono paradigmatici; imbranata, goffa, macchietta la seconda, in perfetto stile popolare(sco) ed eccellente, emergente, seducente la prima: eppure dovrebbero appartenere alla "stessa" radice.




Io continuo a reputarlo il miglior Pasolini, indipendentemente da tutto ciò che di otimo verrà dopo.
E poi trovo che sia proprio l'interpretazione dell'immensa Magnani, l'attrice meno adatta a recitare con Pasolini, a conferire al film quell'importanza fondamentale, proprio a proposito del concetto di recitazione. La Magnani è una delle attrici migliori del molndo, forse la migliore di sempre.
Recitare con Pasolini è pressoché impossibile per una come lei. Ma tant'è...




Ciò che dice Oronzo non è infondato. Lo stesso Pasolini, intervistato nel '64 (Bianco e Nero), rispondendo ad analoga critica, disse:

"A un certo punto ho pensato che l'Anna Magnani di Roma città aperta avrebbe potuto passare integralmente nella mia realtà, ma questo non è successo perche Anna Magnani è effettivamente rimasta con la sua coscienza di attrice, e giustamente. E' stato un mio errore credere di poterla completamente prendere nelle mie mani e distruggerla. Era assurdo e inumano da parte mia pensare questo; e infatti Mamma Roma ha quersto limite. Intendiamoci bene: io considero Anna Magnani una grande attrice e, probabilmente, se dovessi di nuovo fare Mamma Roma, io tornerei a prendere lei."

Io penso che, soprattutto col tempo, il personaggio "imperfetto", o troppo perfetto.., della Magnani, sia ugualmente rimasto scolpito nell'immaginario più armonico dello spettatore... Un difetto che forse crea per contrasto virtù. Indimenticabile, forte e persistente icona.

Altre critiche ci furono per Maria Callas in Medea., di natura più o meno identica, anzi contraria, se non ricordo male si accusò la Callas di mancanza di professionismo.., mentre Pasolini aveva "tarato " per lei la sceneggiatura.

A parte il fatto che, tolto ciò, Mamma Roma, per tutto il resto, rimane un film immenso, fondamentale, significativo, rappresentativo di una visione socio-politica e poetica permeata di "sacro", come in Accattone.
Alto esempio, tra gli altri, si pensi a Teorema, di passaggio dalla letteratura al cinema che separa in due emisferi apparentemente diversi le due arti e che pure le salda indissolubilmente.

Quello di Pasolini, regista dei suoi libri, è un caso quasi unico e assoluitamente esemplare, memorabile, prezioso. Col tempo, con ciò che è riuscito ad attecchire in maniera così profonda nel nostro tessuto sociale, culturale ed umanistico, poetico - essì, una parola quest'ultima il cui significato va assolutamente riscoperto -, trasformandolo, i "difetti" passano in ultimissimo piano.

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Richmondo

Reg.: 04 Feb 2008
Messaggi: 2533
Da: Genova (GE)
Inviato: 03-11-2008 16:20  
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In data 2008-11-03 12:58, AlZayd scrive:
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In data 2008-11-03 10:44, Richmondo scrive:
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In data 2008-10-31 18:11, oronzocana scrive:
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In data 2008-10-31 16:32, Richmondo scrive:
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In data 2008-10-30 21:41, oronzocana scrive:
mamma roma. Sono rimasto deluso.




Bah.




Non che non sia valido, ma ho trovato totalmente estranea la Magnani. Nel contesto filmico è un'attrice, avulsa dalla mediocrità della paranza di periferia. Bravissima presa da sola, troppo. Il contesto, l'ascesa verso la borghesia, è quasi messo in ombra dalla pesante figura della Magnani, che giganteggia sopra (letteralmente) un complesso popolare inetto per sua naturale condizione. Un contrasto che non giova alla causa.
I dialoghi tra Roma e Biancofiore sono paradigmatici; imbranata, goffa, macchietta la seconda, in perfetto stile popolare(sco) ed eccellente, emergente, seducente la prima: eppure dovrebbero appartenere alla "stessa" radice.




Io continuo a reputarlo il miglior Pasolini, indipendentemente da tutto ciò che di otimo verrà dopo.
E poi trovo che sia proprio l'interpretazione dell'immensa Magnani, l'attrice meno adatta a recitare con Pasolini, a conferire al film quell'importanza fondamentale, proprio a proposito del concetto di recitazione. La Magnani è una delle attrici migliori del molndo, forse la migliore di sempre.
Recitare con Pasolini è pressoché impossibile per una come lei. Ma tant'è...




Ciò che dice Oronzo non è infondato. Lo stesso Pasolini, intervistato nel '64 (Bianco e Nero), rispondendo ad analoga critica, disse:

"A un certo punto ho pensato che l'Anna Magnani di Roma città aperta avrebbe potuto passare integralmente nella mia realtà, ma questo non è successo perche Anna Magnani è effettivamente rimasta con la sua coscienza di attrice, e giustamente. E' stato un mio errore credere di poterla completamente prendere nelle mie mani e distruggerla. Era assurdo e inumano da parte mia pensare questo; e infatti Mamma Roma ha quersto limite. Intendiamoci bene: io considero Anna Magnani una grande attrice e, probabilmente, se dovessi di nuovo fare Mamma Roma, io tornerei a prendere lei."

Io penso che, soprattutto col tempo, il personaggio "imperfetto", o troppo perfetto.., della Magnani, sia ugualmente rimasto scolpito nell'immaginario più armonico dello spettatore... Un difetto che forse crea per contrasto virtù. Indimenticabile, forte e persistente icona.

Altre critiche ci furono per Maria Callas in Medea., di natura più o meno identica, anzi contraria, se non ricordo male si accusò la Callas di mancanza di professionismo.., mentre Pasolini aveva "tarato " per lei la sceneggiatura.

A parte il fatto che, tolto ciò, Mamma Roma, per tutto il resto, rimane un film immenso, fondamentale, significativo, rappresentativo di una visione socio-politica e poetica permeata di "sacro", come in Accattone.
Alto esempio, tra gli altri, si pensi a Teorema, di passaggio dalla letteratura al cinema che separa in due emisferi apparentemente diversi le due arti e che pure le salda indissolubilmente.

Quello di Pasolini, regista dei suoi libri, è un caso quasi unico e assoluitamente esemplare, memorabile, prezioso. Col tempo, con ciò che è riuscito ad attecchire in maniera così profonda nel nostro tessuto sociale, culturale ed umanistico, poetico - essì, una parola quest'ultima il cui significato va assolutamente riscoperto -, trasformandolo, i "difetti" passano in ultimissimo piano.



Ma sono ben conscio del fatto che Pasolini non è regista, per sua stessa ammissione, capace dui trattare l'attore in quanto tale. Per lui l'attore è uno strumento nelle mani di un autore (egli stesso), la cui performance deve essere appunto frazionata, spezzata, frammentata. Tutti concetti che remano contro, e pesantemente, all'idea di recitazione cinematografica che poteva avere una Magnani, incredibilmente tatrale, eppure anche cinematogradfica. Ma proprio questo fa di lei e di "Mamma Roma" - proprio ontologicamente, essendo costituito di due componenti totalmente antitetiche ed inconciliabili (regia pasoliniana e recitazione nel pieno stile della Magnani, in un contesto popolare e molto poco divista) inconcepibile - un risultato estetico, contenutistico, come giustamente rimarchi...poetico veramente sopra ogni aspettativa.
E ciò, sprattutto, dà la misura dell'abilità della Magnani.
Io ho un'idea molto particolare di recitazione cinematografica. Per me i vei genii, in questo campo, sono coloro che sanno dare un'impronta personale alfilm, anche contro la volntà del regista. Soprattutto quando il regista è un pasolini e non il primo sfigato che passa per la strada. Per questo reputo che ci siano quattro attori, fondamentali, nella storia del cinema: Vittorio Gassman, James Stewart (cirodiamoci, perdio, di quado Capra cambiò l'idea estetica, proprio, del suo film "La vita è meravigliosa": da un campo totale ad un primo piano, tutto grazie a qualche lacrima versata da Jimmy in un eccesso di spontaneità e genuinità, che il copione non richiedeva), Anna Magnani e l'attualissima Maryl Streep. Tutta gente che, a suo modo, ha avuto bisogno di espandersi, sul set, di creare il proprio palco scenico, in uno spazio immaginario che andasseben oltre, ovviamente, un semplice rettangolo di parquet, delimitato da una tenda rossa.
Ovviamente potebbe apparire limitante ridurre tutta la recitazione cinematografica, passata attravrso nomi come Brando, Pacino, De Niro, Lugosi, Karloff, Simon, Gabin, Volonté, Fabrizi, Mifune, Ullman, Garbo, Valli, Lollobrigida, Gable, Dietrich e compagnia cantante (anzi, recitante) a soli quattro personalità, per quanto fra le più brillanti.
E' effetivamente un delitto omettere simili attori, od altri, come l'immenso Totò che, al pari dei primi citati, era in grado di reggere la scena da solo, senza ingerenze, interventi od invasioni nella propria sfera autonoma da parte del regista di turno.
Totò ha rivoluzionato il linguaggio cinematografico, nel senso che ho inteso per i quattro che ho eleto a miei mostri sacri, quasi nella misura in cui lo hanno fatto loro.
Ma con Pasolini, purtroppo, non ne ha dato dimostrazione.
La Magnani, invece, sì.
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Fakuser

Reg.: 04 Feb 2005
Messaggi: 2656
Da: Milano (MI)
Inviato: 03-11-2008 19:29  
quote:
In data 2008-11-03 16:20, Richmondo scrive:





Totò, in Uccellacci ma anche nell'episodio de LE STREGHE, ha invece dimostrato di saper superare la maschera che si era costruito anno dopo anno film dopo film per fare presa sul popolino di sopravvissuti che poteva permettersi di divertirsi andando al cinema. Ha compiuto l'operazione contraria rispetto alla Magnani (che pure, secondo me, nell'aderire completamente allo stereotipo rimastole attaccato di emblema della romanità verace, riusciva a sublimarla non tradendola, e in questo il commento di Pietro è un po' troppo viziato da un non so quale scotto personale; ha cioè evitato di essere se stesso per divenire un altro personaggio, quella della commedia degli stracci pasoliniana.
_________________
Silencio...

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