FilmUP.com > Forum > Tutto Cinema - Contini-De Santis (anche se non sembra, voglio parlare di cinema)
  Indice Forum | Registrazione | Modifica profilo e preferenze | Messaggi privati | FAQ | Regolamento | Cerca     |  Entra 

FilmUP Forum Index > Cinema > Tutto Cinema > Contini-De Santis (anche se non sembra, voglio parlare di cinema)   
Autore Contini-De Santis (anche se non sembra, voglio parlare di cinema)
DeadSwan

Reg.: 05 Apr 2008
Messaggi: 1478
Da: Desda (es)
Inviato: 13-03-2009 19:45  
http://forumfilmup.leonardo.it/forum/viewtopic.php?mode=viewtopic&topic=63734&forum=4&start=0
Leggendo questa discussione, mi è venuta questa associazione mentale: Sandrix è Contini, Skizotrois è De Sanctis.
(Parlo di approcio, non di valore, perché col massimo rispetto e affetto possibile per i due utenti, ma...)
(E parlo solo per l'approcio a questa discussione)
Contini è il critico che, di fronte alla scelta tra gli scrittori "di parole" e gli scrittori "di cose" non ha dubbi, sceglie i primi. Perché la poesia e la letteratura sono parole, vivono in quelle e di quelle. Verba tene, res sequentur. Della elezione di un campo di studi (la lingua, e specie la lingua poetica) ne ha fatto una scelta di campo estetica. Ed ha ragione, se l'arte è un fatto formale.
Ma naturalmente in arte tutto è forma. La cosa dietro la parola, si fa parola anch'essa. L'elemento tematico si fa codice, si fa gioco formale. E il critico-filosofo, il critico-etico, De Sanctis, non è chi volge le spalle all'arte per parlare d'altro, ma è chi l'"altro" lo vede come arte. Ed allora diventa giustificato anche il giudizio umano sull'opera artistica, il giudizio che non si volge al "come" ma al "che cosa", perché il giudizio stesso trasforma quel "che cosa" in elemento estetico. Skizotrois mi pare molto desanctisiano quando, deciso che del film non c'è molto da dire dal punto di vista cinematografico, non ne dice quasi nulla e parla invece di sostanza umana, ma avvertendola come "sostanza estetica". (premetto che non ho visto il film, e non so a chi potrei dare ragione dopo averlo visto). De Sanctis parla dell'"Uomo del Guicciardini", ed ignora totalmente ogni considerazione sulla nuova antropologia che la scrittura di Guicciardini mette in campo, per appuntarsi invece contro quella astrazione (l'Uomo del Guicciardini) che sotto la sua penna diventa un essere reale, degno di biasimo, eppure artisticamente vivo. Perché così l'ha sentito De Sanctis. Fatte le debite (s)proporzioni, Skizotrois non punta l'attenzione sul film "The Wrestler", la punta sul wrestler. Ma attraverso il film, che quindi si prosegue nel suo sguardo.
Sandrix parla di cinema. E si dice interessato al cinema, non ai film. Il che nell'ottica di Contini è giustificato (e spero tanto che sia quella l'ottica assunta da Sandrix, altrimenti...). La sostanza-parola (se parla Contini... parlando di cinema, bisogna parlare invece di "immagine") vive di opera in opera, si trasforma, significa sopra ed oltre le spalle della singola opera, e mentre questa da il suo messaggio la parola ne evoca un altro, ed un altro... Questa è la posizione di un teorico. Ed il teorico, giustamente dal suo punto di vista, va alla ricerca della parola (del cinema) di opera in opera... Poi però accadono quegli incidenti di percorso che sono i singoli film, ed in essi il cinema può farsi carico di scopi imprevisti. Persino, pensate un po', di tenersi sullo sfondo, per far parlare un' altra sostanza artistica che al teorico non può che sfuggire, perché non è cinema, ma che nel buio della sala in qualche modo appare. E si fa cinema. In un film in cui l'elemento cinematografico non è particolarmente significativo, può capitare che la narrazione, o il dialogo, o un personaggio, o una emozione, si infiammino talmente da trasformare l'elemento cinematografico stesso che li contiene, rendendolo da anonimo qual è significativo perché necessario a ciò che contiene (mi pare che Oronzo abbia detto qualcosa del genere). Non sto teorizzando nulla, non rispondetemi spiegandomi quel che è il cinema, alzo bandiera bianca sin da subito. Rivendico solo la possibilità che l'evento singolo possa farsi beffe della teoria, senza peraltro inficiarne la validità.
Inquadrature, movimenti di macchina, montaggio, creano significato, su questo siamo d'accordo. Ma il rischio è di trasformare il cinema nel divenire di uno sguardo indifferente a ciò che guarda. Non sto pensando ad una accusa di formalismo, ma ad un rischio effettivo, quello della "pagina bianca" di Mallarmé, esito logico di una poetica della parola pura. Ma il bello della parola è che, se vuole, può essere anche impura. Ed altrettanto l'immagine.
La recensione di Sandrix ad "Eagle Eye" è stata una dei post più utili per me degli ultimi tempi. Perché ultimamente continuavo a "sentire" come se certi utenti (il sunnominato, ad esempio) volessero andare a parare da qualche parte, ma non c'era nessuna esplicita espressione in questo senso. Magari ce ne sono state a milioni negli anni passati, e semplicemente la gente non ha voglia di ripetere sempre le stesse cose a mio beneficio. Ma c'era una posizione teorica, nell'aria, che fiutavo ma non potevo permettermi di dare per assodata, perché potevo aver fiutato male. Comunque ora c'è stata e già ne ho approfittato. E lì appunto trovo un Contini evoluto. Un Contini per cui anche i personaggi, anche la narrazione, si fanno elementi formali, "parola". Ma sempre con l'occhio rivolto al cinema, ed ogni tanto (invece) il personaggio può avere i suoi diritti anche oltre o persino contro il cinema. Fermo restando che per me il personaggio non è quello che sta scritto sulla sceneggiatura, ma quello che vive in sala, sullo schermo, negli atti, nelle parole, negli sguardi, nel suo apparire, nella cornice, nel movimento di macchina che lo rende presente, lo scruta, lo segue, lo allontana, lo mette in comunicazione con lo spettatore, lo evoca. Ecco, al cinema un personaggio non viene descritto, non viene rappresentato, viene evocato. Ed una volta che ciò accade, si può anche discutere con lui, lottare con lui, vivere con lui, alle spalle e con buona pace del cinema.
Che è sempre dietro a tutto questo, intendiamoci. Quando si analizza il "che cosa" di un film, ma lo si fa come interagire di elementi, badando non al senso del contenuto ma al semplice esserci del contenuto, ed al suo gioco... quando si fa questo, si analizza qualcosa che a livello più profondo è stato messo in moto dal cinema. E l'analisi dovrebbe scendere a quel livello per farsi completa. Cosa che ad esempio io non sono in grado di fare, ma ciononostante continuo imperterrito a badare alle dinamiche dei personaggi, perché so che a mia insaputa sto subendo l'influsso della dinamica delle immagini.
A volte, in certi giudizi lapidari, ho trovato quasi il limite contrario. L'analisi cioé concentrata al livello più profondo, ma quasi senza dire nulla su come questo livello viene a porre in essere ciò che lo spettatore qualunque effettivamente coglie. Ed il giudizio sul film, quando dall'analisi si passa alla sintesi, mi è parso più che altro un giudizio sull'analisi fatta. Non chiedetemi esempi, sono solo impressioni mie, probabilmente sbagliate, probabilmente dovute all'estrema brevità di certi commenti. Ma il rischio, secondo me, è che dal badare al cinema si passi al limitarsi al distinguere, all'interno dei film, il cinema dal non cinema, come Croce frammentava l'opera poetica in pezzi di poesia e pezzi di non poesia. Uno come Sandrix potrebbe essere Contini, deve stare attento a non diventare Croce.
Il primo post di Oronzocana nella discussione su The Wrestler è invece per me un esempio positivo di perfetto equilibrio tra lo sguardo sul cinema e lo sguardo sul film, tra analisi e sintesi, tra il cogliere il "come" e il cogliere come questo come diventa un "che cosa" e da questo ne è influenzato. Oronzocana è Spitzer: dal dato stilistico all'etimo spirituale, e ritorno. Ma fatto questo, ammiro il De Sanctis di Skizotrois (anche se, ripeto, non so se mi troverei d'accordo con lui dopo avere visto il film): parla già oltre il film, parla di uomini e non di arte, ma così facendo riesce a farmi sentire quell'arte ancora viva, come eco presente nelle sue parole.
Quindi, Sandrix è Contini, Skizo è De Sanctis, Oronzo è Spitzer, e Vietcong (oggi mi sono letto alcuni suoi vecchi post) è Debenedetti... "non il più cristallino, ma l'unico cristallografo dei nostri critici".
Ed io vorrei essere tanto Magris, ma mi sento più Bombolo.

Dopo aver scritto questo mare magnum di vaccate, sperando che gli interessati rispondano con qualcosa di più utile e sensato, ritorno a navigare nelle acque basse della mia inutilità esistenziale.
_________________
Dresda, Sassonia, Germania
Se non riesci ad uscire dal tunnel, almeno arredalo

  Visualizza il profilo di DeadSwan  Invia un messaggio privato a DeadSwan    Rispondi riportando il messaggio originario
Skizotrois

Reg.: 12 Nov 2007
Messaggi: 275
Da: Aosta (AO)
Inviato: 13-03-2009 20:37  
Ho letto il tuo pezzo con molto divertimento.

Da qualche parte, non ricordo dove, Nancykid aveva fatto una distinzione tra critico estetico e critico filosofico.

In effetti il mio approccio al film è prima di tutto filosofico. Non so se è un bene, forse a volte è un male perchè si finisce a parlare poco del linguaggio del cinema, dell'uso della sua grammatica. Ma devo anche ammettere che film cinematograficamente poco interessanti mi hanno portato a meditazioni, considerazioni ed emozioni che ho provato a tradurre in parole.
Per me Lynch è uno dei pochi registi che riesce a coniugare sperimentazione del linguaggio cinematografico ed emozioni viscerali profonde.
Devo ammettere che vi sono film brutti che presentano alcune scene che meritano di essere analizzate sequenza per sequenza


_________________
"Saremmo voluti rimanere nella spensieratezza della nostra età, ma la vita ci fece crescere in fretta"

  Visualizza il profilo di Skizotrois  Invia un messaggio privato a Skizotrois    Rispondi riportando il messaggio originario
oronzocana

Reg.: 30 Mag 2004
Messaggi: 6056
Da: camerino (MC)
Inviato: 14-03-2009 12:11  
Simpatico il post, bravo e grazie.
Solo che Spitzer... credevo fosse un aperitivo.
_________________
Partecipare ad un'asta, se si ha il Parkinson, può essere una questione molto costosa.
Michael J. Fox
---------
Blog

  Visualizza il profilo di oronzocana  Invia un messaggio privato a oronzocana     Rispondi riportando il messaggio originario
sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 15-03-2009 19:23  
quote:
In data 2009-03-13 19:45, DeadSwan scrive:
Uno come Sandrix potrebbe essere Contini, deve stare attento a non diventare Croce.

per liquidare con una battuta, può darsi che la comune origine geografica mi porti invece proprio verso croce.
per una risposta un po' più consona al bel post, sto aspettando l'ispirazione.
_________________
Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

  Visualizza il profilo di sandrix81  Invia un messaggio privato a sandrix81  Vai al sito web di sandrix81    Rispondi riportando il messaggio originario
  
0.006920 seconds.






© 1999-2020 FilmUP.com S.r.l. Tutti i diritti riservati
FilmUP.com S.r.l. non è responsabile ad alcun titolo dei contenuti dei siti linkati, pubblicati o recensiti.
Testata giornalistica registrata al Tribunale di Cagliari n.30 del 12/09/2001.
Le nostre Newsletter
Seguici su: