FilmUP.com > Forum > Tutto Cinema - attesa ed elementi nel cinema di De palma!
  Indice Forum | Registrazione | Modifica profilo e preferenze | Messaggi privati | FAQ | Regolamento | Cerca     |  Entra 

FilmUP Forum Index > Cinema > Tutto Cinema > attesa ed elementi nel cinema di De palma!   
Autore attesa ed elementi nel cinema di De palma!
gmgregori

Reg.: 31 Dic 2002
Messaggi: 4790
Da: Milano (MI)
Inviato: 25-03-2003 21:34  
Scarface è evoluzione, la contraddizione dello Zio Sam, il sogno che diventa incubo.
Tony Montana lotta contro il comunismo di Castro in nome della liberta liberandosi dal suo incubo per atterrare nel mondo dell’oro. Ma chi è Montana?
Be’…il film lo inquadra come un uomo senza scrupoli, l’altra metà di carlito’s way, quella redenta.
Montana è un uomo tutto di un pezzo in perenne conflitto con le sue insicurezze, talmente forti da permettergli di ammonire gli scugnizzi davanti al baracchino sudicio. Montana ammazza, poi ama, non rispetta, ma pretende istinti paterni iperprotezionisti per la sorella, giovane ingenua.
Bravo De Palma, bravo nell’esplicitare così bene due storie: l’ascesa del corriere vista dall’esterno e la personalità vista dall’interno. Bravo ad inquadrare la dimensione familiare intatta.
E’ un film di valori chiari che scemano con l’uomo. Un quadro di vita, la rappresentazione del fallimento, del senso di colpa e della peggior sublimazione dei nostri istinti. Del resto, in tutti i suoi film è sempre presente una circostanza abbagliante che ci coglie di sorpresa. L’attesa in De Palma è fondamentale senza colpi di scena, perché si evolve come l’organismo e come le personalità.
La Bravura di questo regista consiste nel tramutare gli elementi di vita in storie sempre cronologicamente senza fine.
Ricordate l’inseguimento infinito in “omicidio a luci rosse”, la forsennata corsa al limite dell’umano, la coscienza della paura. Montana è la paura allo stato puro. E’ il codardo più codardo meglio descritto della storia del cinema, un vigliacco da cui De Palma si libera in Carlitos, tramutandolo in Penn, liberando Pacino.
Penn è violenza mentale, azione mentale sia mobile che immobile, senso dell’IO e del MIO, non nell’accezione Buddista ma in quella Kleiniana che distingue tra oggetto buono e cattivo. E se veramente De Palma, a suo dire, conosce le dinamiche di queste teorie, allora perdio, ha colto nel segno. Penn e Montana sono Bambini, ancora attaccati al seno, incapaci di scindere, confinati, oscillanti!
Chi lo sa?

_________________
la bruttura del vuoto è tanto profonda fin quando, cadendo, non ti accorgi di poterti ripigliare. I ganci fanno male, portano ferite, ma correre e faticare per poi giorie è un obbiettivo per cui vale la pena soffrire.
_________________

  Visualizza il profilo di gmgregori  Invia un messaggio privato a gmgregori  Email gmgregori    Rispondi riportando il messaggio originario
gmgregori

Reg.: 31 Dic 2002
Messaggi: 4790
Da: Milano (MI)
Inviato: 26-03-2003 17:29  
Mi piace soprattutto prendere il pubblico alla sprovvista. Dargli la sensazione di trovarsi su di un terreno famigliare e poi, brutalmente, senza preavviso, violentarlo. Lo spettatore non deve tornare a casa confortato, rasserenato. La vita non è così. L'inconscio è sempre là che attende di manifestarsi, anche quando crediamo che la logica abbia risolto ogni cosa.
Brian De Palma

Ci sta alla perfezione! Attesa, senza preavviso. Quanto Carlito incontra penn sul molo non ha minima idea di quello che andrà ad accadere, tantomeno noi.Ci ha veramente preso alla sprovvista!
_________________
la bruttura del vuoto è tanto profonda fin quando, cadendo, non ti accorgi di poterti ripigliare. I ganci fanno male, portano ferite, ma correre e faticare per poi giorie è un obbiettivo per cui vale la pena soffrire.
_________________

  Visualizza il profilo di gmgregori  Invia un messaggio privato a gmgregori  Email gmgregori    Rispondi riportando il messaggio originario
Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 11-08-2006 08:28  
BODY DOUBLE di Brian De Palma 1984 (testa e corpo di una controfigura)

Se c’è un film dove convergono i diversi temi e motivi della filosofia di Brian De Palma questo è proprio Body Double che la titolazione italiana ha stravolto in un pruriginoso e languidamente ammiccante “Omicidio a Luci Rosse”.
Primo tema il voyeurismo del protagonista che si trasforma in voyeurismo del regista che diventa voyeurismo dello spettatore. Si d’accordo, tutti citano La Finestra sul Cortile quando si tratta di vicini di casa che guardano con il cannocchiale (o con un potente teleobiettivo) nelle finestre di fronte, ma De Palma risolve la citazione interpretandola, suggerendo all’impotenza sessuale del povero Craig Wesson anche la incapacità a modificare la realtà trasformandola, evitando un orrendo assassinio. E in effetti la claustrofobia del protagonista (che fa paio con la paura della altezza di James Stewart in Vertigo), scatenata da un trauma infantile, diventa alibi per l’impossibilità a prendere in mano il timone della propria vita, e determinare il corso degli eventi, invece che farsene travolgere.
Secondo tema la dicotomia testa-corpo e il terribile abbaglio di associare un corpo danzante e masturbante con una testa che non c’entra per niente. E guarda caso il finale del film, svelando uno dei tanti trucchi della macchina cinema, evidenzia magnificamente questa dualità reale che è nascosta da una illusoria unità. E in effetti la controfigura è proprio un corpo, l’attrice principale una testa (e un gran bel viso).
Terzo tema il sesso alla maniera gesuitica, mi abbandono però poi mi pento, mi lascio travolgere però poi non posseggo, godo però poi sono punito. Bellissima a questo proposito è la scena della canzone Relax dei Frankie Goes to Hollywood interpretata da Craig Wesson e Melanie Griffith (giovanissima figlia di Tippi Hedren e fantastica nel ruolo della spogliarellista Holly che si fa Hollywood) in cui in un gioco di specchi molto ardito viene rappresentato l’unico momento (falso perché in realtà è la scena di un filmetto porno) in cui Craig possiede veramente per un momento l’oggetto del suo desiderio.
Solita bravura registica di De Palma nell’inseguimento a tre nel centro commerciale e in spiaggia (memorabile il momento dentro il tunnel con la carrellata indietro e la zoommata in avanti alla Hitchcock per descrivere la vertigine). Ancora citazione dotta del maestro del brivido nel momento della descrizione del bacio (con rotazione vertiginosa dello sfondo in senso inverso a quello della camera che riprende i protagonisti). E’ vero che si sa subito chi è l’assassino e che Craig Wesson sembra avere un quoziente intellettivo molto al di sotto di quello del pubblico in sala ma De Palma tiene lo spettatore incollato sulla sedia e lo fa sobbalzare più volte (vedi a esempio la tragicomica scena del trapano elettrico e del cane rompicoglioni).
Finale molto bello e rivelatorio di tutto il senso di ciò che abbiamo visto.
Sottovalutato dalla critica, incompreso dal pubblico: è invece uno dei migliori De Palma.

[ Questo messaggio è stato modificato da: Schizobis il 11-08-2006 alle 08:31 ]

  Visualizza il profilo di Schizobis  Invia un messaggio privato a Schizobis    Rispondi riportando il messaggio originario
  
0.003802 seconds.






© 2025 Film Is Now group. Tutti i diritti riservati
Film Is Now group non è responsabile ad alcun titolo dei contenuti dei siti linkati, pubblicati o recensiti.
Fin Network ltd