FilmUP.com > Forum > Critica il critico - insultatemi pure
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Autore insultatemi pure
Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 10-03-2004 22:53  
quote:
In data 2004-03-07 01:01, Daniel scrive:
quote:
In data 2004-03-06 20:43, Quilty scrive:




Io ho contestato la tua affermazione sulla questione che questo regista abbia fatto di necessità virtù per quanto riguarda il suo stile,e sto ancora aspettando una risposta.




Ma no! Vedi sono io che aspetto una contestazione e sopratutto una domanda ... e da più post che la cerco ma ovviamente non vedo nulla ... a parte il tuo inutile e risibile gridare al ridicolo ...


Se non ci vedi mettiti un paio di occhiali.
Ho chiaramente affermato che il modello che TU prendi come modello supremo e oggettivo,e lo applichi indistintamente a TUTTI i registi,anche a quelli che ne applicano un altro ma non perchè non sanno utilizzare quello che tu invochi come modello di unica purezza,come banalmente affermi,ma perchè compiono una precisa e diversa scelta di regia,questo modello è uno stile,un modo di fare cinema. Ce ne sono tanti altri.Ma riprenderò il concetto,è ora di mandare in gattabuia questi talebani del cinema.

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Daniel


Reg.: 14 Feb 2003
Messaggi: 4301
Da: Nuoro (NU)
Inviato: 11-03-2004 01:17  
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In data 2004-03-10 22:53, Quilty scrive:
Se non ci vedi mettiti un paio di occhiali.
Ho chiaramente affermato che il modello che TU prendi come modello supremo e oggettivo,e lo applichi indistintamente a TUTTI i registi,anche a quelli che ne applicano un altro ma non perchè non sanno utilizzare quello che tu invochi come modello di unica purezza,come banalmente affermi,ma perchè compiono una precisa e diversa scelta di regia,questo modello è uno stile,un modo di fare cinema. Ce ne sono tanti altri.Ma riprenderò il concetto,è ora di mandare in gattabuia questi talebani del cinema.



Il linguaggio cinematografico si è prodotto (o meglio è stato teorizzato) a partire dalle avanguardie dei primi decenni del secolo ... Vertov e Kuleshov ne sono i padri. Dopo il loro avvento si parlò di una seconda rinascita del cinema ben definita in cui il cinema si impone come arte autonoma con il suo linguaggio proprio e ben definito non più dipendente da altre discipline artistiche quali pittura, letteratura e sopratutto teatro. La filmografia di quegli anni a parte pochi casi eccezionali era improntata sul teatro filmato ovvero la mdp presa ferma che riprendeva la scena in maniera quasi 'autartica' (parlo dei Film d'art francesi e i film d'arte italiana) ... solo alcuni cineasti riuscirono a tradurre in maniera pratica quello che poi ebbero modo di teorizzare gli intellettuali russi ... Griffith e Porter ovvero i padri del montaggio. Il montaggio si instaura per quell'epoca come la summa essenziale per creare un determinato tipo di linguaggio cinematografico ... da qui poi partiranno altre teorie e si discosteranno (o affineranno il concetto) altri.
Tutto questo agli albori di quella che sarebbe stata, a ragione, definita la settima arte.
Questa premessa è per esplicare la tua falsa partenza ... in cui spieghi la non possibilità di oggettivizzare un linguaggio che non ha nulla a che vedere con lo stile. Welles, Ejzenstejn, Griffith, Lang, Murnau, Wiene, Hitchcock hanno tutti 'stili' prettamente differenti e incomparabili ...

Lo stile Felliniano è stato già detto equivale a zero in quanto costretto a una mancanza di fondo ... e ancora non mi esplichi la comprova delle sue capacità ... e questo non è possibile perchè 'Fellini sta al cinema quanto la prostituzione sta alla verginità' oddio ma è un esempio stupendo ...
Fellini era un buon narratore e un accattivante quanto abile maestro nel saper giostrare elementi costruzionali inerenti al profilmico ma un regista scarno delle complesse conoscenze di questo linguaggio di cui utilizzava parti in realtà non troppo importanti e per nulla confacenti a una specificità di linguaggio (vedere Rossellini o se vuoi il da te citato Visconti de 'La terra trema') ... Parliamo sempre delle stesse identiche cose ... giriamo intorno al problema ... ma non affondiamo nel discorso ... Perchè pensi che Fellini sia un ottimo regista?? In che cosa si distingue il suo 'stile cinematografico'?? Cosa ha per essere definito tale?? Ancora non l'hai detto ... attendo con talebana pazienza!!

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seanma

Reg.: 07 Nov 2001
Messaggi: 8105
Da: jjjjjjjj (MI)
Inviato: 11-03-2004 14:52  
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In data 2004-03-11 01:17, Daniel scrive:
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In data 2004-03-10 22:53, Quilty scrive:
Se non ci vedi mettiti un paio di occhiali.
Ho chiaramente affermato che il modello che TU prendi come modello supremo e oggettivo,e lo applichi indistintamente a TUTTI i registi,anche a quelli che ne applicano un altro ma non perchè non sanno utilizzare quello che tu invochi come modello di unica purezza,come banalmente affermi,ma perchè compiono una precisa e diversa scelta di regia,questo modello è uno stile,un modo di fare cinema. Ce ne sono tanti altri.Ma riprenderò il concetto,è ora di mandare in gattabuia questi talebani del cinema.



Il linguaggio cinematografico si è prodotto (o meglio è stato teorizzato) a partire dalle avanguardie dei primi decenni del secolo ... Vertov e Kuleshov ne sono i padri. Dopo il loro avvento si parlò di una seconda rinascita del cinema ben definita in cui il cinema si impone come arte autonoma con il suo linguaggio proprio e ben definito non più dipendente da altre discipline artistiche quali pittura, letteratura e sopratutto teatro. La filmografia di quegli anni a parte pochi casi eccezionali era improntata sul teatro filmato ovvero la mdp presa ferma che riprendeva la scena in maniera quasi 'autartica' (parlo dei Film d'art francesi e i film d'arte italiana) ... solo alcuni cineasti riuscirono a tradurre in maniera pratica quello che poi ebbero modo di teorizzare gli intellettuali russi ... Griffith e Porter ovvero i padri del montaggio. Il montaggio si instaura per quell'epoca come la summa essenziale per creare un determinato tipo di linguaggio cinematografico ... da qui poi partiranno altre teorie e si discosteranno (o affineranno il concetto) altri.
Tutto questo agli albori di quella che sarebbe stata, a ragione, definita la settima arte.
Questa premessa è per esplicare la tua falsa partenza ... in cui spieghi la non possibilità di oggettivizzare un linguaggio che non ha nulla a che vedere con lo stile. Welles, Ejzenstejn, Griffith, Lang, Murnau, Wiene, Hitchcock hanno tutti 'stili' prettamente differenti e incomparabili ...

Lo stile Felliniano è stato già detto equivale a zero in quanto costretto a una mancanza di fondo ... e ancora non mi esplichi la comprova delle sue capacità ... e questo non è possibile perchè 'Fellini sta al cinema quanto la prostituzione sta alla verginità' oddio ma è un esempio stupendo ...
Fellini era un buon narratore e un accattivante quanto abile maestro nel saper giostrare elementi costruzionali inerenti al profilmico ma un regista scarno delle complesse conoscenze di questo linguaggio di cui utilizzava parti in realtà non troppo importanti e per nulla confacenti a una specificità di linguaggio (vedere Rossellini o se vuoi il da te citato Visconti de 'La terra trema') ... Parliamo sempre delle stesse identiche cose ... giriamo intorno al problema ... ma non affondiamo nel discorso ... Perchè pensi che Fellini sia un ottimo regista?? In che cosa si distingue il suo 'stile cinematografico'?? Cosa ha per essere definito tale?? Ancora non l'hai detto ... attendo con talebana pazienza!!

In parole povere,perdonami Daniel,Fellini sarebbe insomma uno scolaro non al pari con il resto della classe.....accipicchia se questi sono gli alunni cattivi...i secchioni devono essere qualcosa di stupendo..o sbaglio?
_________________
sono un bugiardo e un ipocrita

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Daniel


Reg.: 14 Feb 2003
Messaggi: 4301
Da: Nuoro (NU)
Inviato: 11-03-2004 18:11  
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In data 2004-03-11 14:52, seanma scrive:
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In data 2004-03-11 01:17, Daniel scrive:
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In data 2004-03-10 22:53, Quilty scrive:
Se non ci vedi mettiti un paio di occhiali.
Ho chiaramente affermato che il modello che TU prendi come modello supremo e oggettivo,e lo applichi indistintamente a TUTTI i registi,anche a quelli che ne applicano un altro ma non perchè non sanno utilizzare quello che tu invochi come modello di unica purezza,come banalmente affermi,ma perchè compiono una precisa e diversa scelta di regia,questo modello è uno stile,un modo di fare cinema. Ce ne sono tanti altri.Ma riprenderò il concetto,è ora di mandare in gattabuia questi talebani del cinema.



Il linguaggio cinematografico si è prodotto (o meglio è stato teorizzato) a partire dalle avanguardie dei primi decenni del secolo ... Vertov e Kuleshov ne sono i padri. Dopo il loro avvento si parlò di una seconda rinascita del cinema ben definita in cui il cinema si impone come arte autonoma con il suo linguaggio proprio e ben definito non più dipendente da altre discipline artistiche quali pittura, letteratura e sopratutto teatro. La filmografia di quegli anni a parte pochi casi eccezionali era improntata sul teatro filmato ovvero la mdp presa ferma che riprendeva la scena in maniera quasi 'autartica' (parlo dei Film d'art francesi e i film d'arte italiana) ... solo alcuni cineasti riuscirono a tradurre in maniera pratica quello che poi ebbero modo di teorizzare gli intellettuali russi ... Griffith e Porter ovvero i padri del montaggio. Il montaggio si instaura per quell'epoca come la summa essenziale per creare un determinato tipo di linguaggio cinematografico ... da qui poi partiranno altre teorie e si discosteranno (o affineranno il concetto) altri.
Tutto questo agli albori di quella che sarebbe stata, a ragione, definita la settima arte.
Questa premessa è per esplicare la tua falsa partenza ... in cui spieghi la non possibilità di oggettivizzare un linguaggio che non ha nulla a che vedere con lo stile. Welles, Ejzenstejn, Griffith, Lang, Murnau, Wiene, Hitchcock hanno tutti 'stili' prettamente differenti e incomparabili ...

Lo stile Felliniano è stato già detto equivale a zero in quanto costretto a una mancanza di fondo ... e ancora non mi esplichi la comprova delle sue capacità ... e questo non è possibile perchè 'Fellini sta al cinema quanto la prostituzione sta alla verginità' oddio ma è un esempio stupendo ...
Fellini era un buon narratore e un accattivante quanto abile maestro nel saper giostrare elementi costruzionali inerenti al profilmico ma un regista scarno delle complesse conoscenze di questo linguaggio di cui utilizzava parti in realtà non troppo importanti e per nulla confacenti a una specificità di linguaggio (vedere Rossellini o se vuoi il da te citato Visconti de 'La terra trema') ... Parliamo sempre delle stesse identiche cose ... giriamo intorno al problema ... ma non affondiamo nel discorso ... Perchè pensi che Fellini sia un ottimo regista?? In che cosa si distingue il suo 'stile cinematografico'?? Cosa ha per essere definito tale?? Ancora non l'hai detto ... attendo con talebana pazienza!!

In parole povere,perdonami Daniel,Fellini sarebbe insomma uno scolaro non al pari con il resto della classe.....accipicchia se questi sono gli alunni cattivi...i secchioni devono essere qualcosa di stupendo..o sbaglio?




No in parole povere Fellini non fa parte di nulla ... Non è un gioco a chi è più bravo ... ma a chi è ... e Fellini non è ... Basta guardare la dolce vita per notare un racconto meramente filmato. Ma Quilty lo sa, solo che non vuole ammetterlo a se stesso ...

Ovviamente tutto è estremamente portato ai limiti ... quando parlo di immagini felliniane non parlo di puro prodotto ripreso a caso ... ma costruito in maniera tale che possa avere nella sua 'costruzione spaziale' dei veicoli sostitutivi del linguaggio cinematografico ch quindi certamente tale diventa ma la natura della questione è la scelta o l'obbligo per mancanza di un autore ... continuo ad affermare che quei determinati veicoli sono costrittivi per natura ... una sorta di autogenesi per poter comunicare veicolati da storie raffinate a volte eccellenti ma appunto più confacenti ad un aspetto del tutto narrativo ... L'aspetto filmico viene totalmente debellato ... Dove sta il merito registico?

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vietcong

Reg.: 13 Ott 2003
Messaggi: 4111
Da: roma (RM)
Inviato: 14-03-2004 18:05  


caro daniel, molti dei rilievi che fai sono giusti e interessanti, anche se non ho i mezzi per capire (e quindi accettare) la forma cinematografica più pura di cui sarebbero eterogenei attuatori, wells lang ejzenstein ecc. mi sembra però che nell'escludere fellini da questo consesso dai un giudizio di valore, negativo, e quindi non puoi lamentarti se dai l'impressione di 'andare contro fellini'.

continuo a pensare che lo stile del nostro sia un contributo alla storia del cinema, forse nei termini in cui lo sono le anomalie genetiche, che nascono come 'difetti' e poi si rivelano funzionali. per fare un esempio poco circostanziato, penso al modo - da coreografo più che da regista? passi - in cui riesce a raccontare il caos, e renderlo elegante. ritrovo qualcosa di lui in molti film che tentano operazioni simili, nel cinema d’autore e non. Anche se magari involontariamente (me ne frega poco, mi interessano più i meriti del film che degli autori) espande il linguaggio cinematografico, non lo nega. D’altra parte, se il suo stile non è cinematografico, che cos’è? non mi pare che si possa associare ad altri media.

Ho già detto che i limiti definiscono il regista (almeno a questi livelli) più di quanto non lo ostacolino. ad ogni modo, conosco poco sia la formazione professionale che i primi film di Fellini, quindi non so esprimermi sulla sua mancanza d’artigianato, né sulla sua incapacità di usare altre forme. Penso che uno stile, quando è così caratteristico, diventi un limite quando possiamo parlare di ‘maniera’, quando non è più funzionale, naturale. Fellini è stato a volte accusato di fellineggiare, come anche un Lynch o altri autori dallo stile e dalla poetica ‘particolare’ (per esprimerci rozzamente) e questo lo capisco. Ma qui si rientra anche nella sensibilità personale…

un altro appunto. a leggere te, si direbbe che F. sia un regista per così dire ‘di contenuto’ (alla Ken Loach), cioè che facesse dei film che uno gode per la storia, nonostante la forma (come un documentario) o ‘attraverso la forma’ (come Rossellini o tanti altri), ma non grazie ad essa. Io invece lo trovo proprio un autore di godimento quasi fisico della visione, come certi stilisti esasperati alla Scorsese, o Peckinpah. Invece sembri parlare di un regista formalmente scialbo… anche se probabilmente non volevi dire questo.

_________________
La realtà è necessaria a rendere i sogni più sopportabili

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angel76st

Reg.: 18 Apr 2004
Messaggi: 1945
Da: ostuni (BR)
Inviato: 01-05-2004 16:53  


quote:
In data 2004-03-10 22:09, pilade scrive:
La serie dei Simpson resta una delle poche ragioni per cui vale ancora la pena di accendere la televisione, oltre che per ascoltare il telegiornale,



Credi che valga davvero la pena di accendere la TV per guardare il tg?
e a che scopo ?? per l'informazione?
scusate lo sfogo, ma è che pensare che non ci si renda conto dello stato penoso del nostro sistema di informazione mi rende furioso!
Io a malapena riesco a farmi un'opinione leggendo qualche giornale..
(scusate l'off topic.)

e cmq riddick anche io adoro i simpson, fossi in te sarei piu' clemente con f e m..
_________________
"quando vivi nella paura arrivi al punto , che vorresti essere morto." Sonatine.

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 07-06-2004 11:54  
Rileggendo e ripensando ai discorsi del Talebano del cinema (ovviamente Daniel)continuo a non essere d'accordo ,per un motivo semplicissimo: tutti questi discorsi di Daniel partono dal pilastro ideologico (per lui) che un film di regia sia Cinema (c maiuscola) e un film che si basi più sulla sceneggiatura senza sfruttare troppo il linguaggio della mdp sia inferiore,e che sia il risultato di una deficienza registica.
Credo che un discorso impostato in questo modo sia del tutto riduttivo .
non è un caso che tra i registi che non fanno parte della sua élite ci sia Fellini, ma immagino che ci sia allora anche billy Wilder,e così via.
E' serio un discorso che parte da questi presupposti? Chiedo.

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 07-06-2004 12:45  
Dov'è il merito di regia di Fellini? Non c'è.
Tu sostieni delle argomentazioni le cui conclusioni sono scontate ma partono da un punto di vista che non è oggettivo.

Ovviamente Fellini non presenta nei suoi film un uso della regia che sfrutti il linguaggio classico del regista (inquadrature tagli montaggio ecc.) ma si appoggia piuttosto su solide sceneggiature.
Tu mi vieni a dire allora che Fellini ,in quanto regista, non ha alcun merito . Scontato. Ma un film si basa solo sulla regia?
Un regista non è anche uno sceneggiatore molto spesso?
E se il regista avesse deciso che i suoi film debbano basarsi prevalentemente su una solida sceneggiatura e che la regia si limiti a compiere il suo dovere senza creare a sua volta ulteriore significato semantico alle immagini?
Solo per questo c'è un cinema di serie a e uno di serie B?
chi l'ha detto che se in un film sfrutta di più la sceneggiatura ,questo film non sia all'altezza di un altra pellicola (come ad esempio quelle di Godard)?
In base a quale criterio si stabilisce cosa è cinema, e se un film è un film di regia è superiore perchè così stabilito?

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Daniel


Reg.: 14 Feb 2003
Messaggi: 4301
Da: Nuoro (NU)
Inviato: 07-06-2004 12:57  
Allora poniamo le basi per 'determinate' riflessioni cosi non facciamo 'determinati' errori ...
Qui si prende come oggetto Fellini e il suo Cinema. Non andiamo a riesumare Capra e Wilder perchè non solo sono autori diversi , ma sopratutto centrano poco con il discorso che ho intrapreso.
La sceneggiatura non è un demone che và cacciato ... e non è nemmeno l'importanza che prende la sceneggiatura nel Cinema di Fellini ... parlo semplicemente di uso di immagini che è quasi fine a se stesso.
Il cinema felliniano non è un brutto cinema ma possiede rilevanti contro .
In tutti questi discorsi abbiamo rilevato che l'uso che fa del visivo è estremamente correlato a un modo di esprimersi con il mezzo vergine e che quindi i parametri onirici del racconto atti a veicolarlo ... trovano dei compromessi sulla scena ripresa (e quindi si parlo erroneamente in termine di profilmico ma non si può ricondurre certamente tutto là) ... il come della ripresa risulta nullo ... Ora la tesi risulta una, intraprendendo una panoramica sulle opere del regista riminese, che ci sia una incapacità di fondo (o disinteresse di fonto) dell'uso del mezzo macchinico ... poichè l'interesse è spostato alla comunicabilita del visivo, incorniciato, non costruito ... portato alla sua sostanziale frontalità .

I termini della discussione non erano altro che la considerazione di questo stile felliniano come strettamente tale (e quindi parto di scelte, studio etc. da parte dell'autore) o come autocondizionato o costretto poichè portato a coprire quel deficit registico (di forma e non sostanza) che qui viene a mancare ... io ho provato a sostenere la seconda tesi, o meglio ad esporla.
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Daniel


Reg.: 14 Feb 2003
Messaggi: 4301
Da: Nuoro (NU)
Inviato: 07-06-2004 13:12  
quote:
In data 2004-06-07 12:45, Quilty scrive:
Dov'è il merito di regia di Fellini? Non c'è.
Tu sostieni delle argomentazioni le cui conclusioni sono scontate ma partono da un punto di vista che non è oggettivo.

Ovviamente Fellini non presenta nei suoi film un uso della regia che sfrutti il linguaggio classico del regista (inquadrature tagli montaggio ecc.) ma si appoggia piuttosto su solide sceneggiature.
Tu mi vieni a dire allora che Fellini ,in quanto regista, non ha alcun merito . Scontato. Ma un film si basa solo sulla regia?
Un regista non è anche uno sceneggiatore molto spesso?
E se il regista avesse deciso che i suoi film debbano basarsi prevalentemente su una solida sceneggiatura e che la regia si limiti a compiere il suo dovere senza creare a sua volta ulteriore significato semantico alle immagini?
Solo per questo c'è un cinema di serie a e uno di serie B?
chi l'ha detto che se in un film sfrutta di più la sceneggiatura ,questo film non sia all'altezza di un altra pellicola (come ad esempio quelle di Godard)?
In base a quale criterio si stabilisce cosa è cinema, e se un film è un film di regia è superiore perchè così stabilito?



Ma vedi questo discorso è stato intrapreso milioni di volte e sostanzialmente ribadisco concetti già espressi.
I film che si reggono sostanzialmente da buone sceneggiature sono film monchi ... poiche è la regia essenza stessa, veicolo della sceneggiatura ... Se la sceneggiatura assume un tono totalmente imperante rispetto all'altra non si ha a che fare con del Cinema ... ma con Letteratura ... e che altro? ... un'opera filmica deve tradurre in immagine ciò che racconta e non solo .. il senso deve essere prodotto da più figure costruzionali e il tutto diventa estremamente complesso proprio per l'essenza polisemica dell'immagine stessa .. e qui che sta la genialità di un regista ...
Faccio un breve esempio preso da altre discussioni fatte sul forum ed è il caso di Ridley Scott ... mallory in materia si espresse ritenendo il Cinema di Scott un pessimo cinema poichè le sue opere più riuscite si confanno a forti sceneggiature (Blade Runner, Thelma & Louise) ma quando si è trattato di 'costruire' dei film con debolissime sceneggiature vi è un crollo disarmante (Soldato Jane, Gladiator) poiche l'occhio non è 'distratto' dalla forte struttura del racconto quindi le imperfezioni registiche vengono fuori nella loro più disarmante crudezza ... mallory come sempre aveva ragione.
A onor del vero bisogna dire che il contrario non accade ... perche cmq un ottima regia se pur sprovvista di sceneggiatura porta in se un senso compiuto, un idea dell'autore stesso ... possiamo definirla una sceneggiatura-feto che ha la sua genesi nello scorrimento della pellicola (Dziga Vertov e i suoi cineocchi) ...
_________________
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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 07-06-2004 16:51  
quote:
In data 2004-06-07 12:57, Daniel scrive:
Ora la tesi risulta una, intraprendendo una panoramica sulle opere del regista riminese, che ci sia una incapacità di fondo (o disinteresse di fonto) dell'uso del mezzo macchinico ... poichè l'interesse è spostato alla comunicabilita del visivo, incorniciato, non costruito ... portato alla sua sostanziale frontalità .






Incorniciato e non costruito.
Si può essere d'accordo(e senz'altro hai ragione),ma non credi che tutto questo non abbia impedito ai suoi film di essere visivamente potenti?
Non c'è bisogno di citare le immagini del suo cinema che hanno fatto la storia e sono entrate nell'immaginario collettivo.
Dove starebbe allora il suo demerito?
Nel non saper costruire ma solo incorniciare?

Se il cinema è la forza delle immagini,come giustamente si sostiene,allora si può dire che il cinema di Fellini è grandissimo cinema.

Che poi egli incornici e non costruisca,queste mi pare siano le solite argomentazioni che porti (e sulle quali non discuto poichè effettivamente è così) e che ereggi a baluardi ideologici dei tuoi discorsi per giudicare quello che è sì e quello che è no.
Ripeto,analisi limitata di ciò che è il mezzo cinema.Contiua...

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 07-06-2004 17:06  
Fellini con La dolce vita ha vinto il festival di Cannes.
Insomma, qualche premiuccio importante da chi di cinema se ne intende l'ha vinto.
A Cannes non ci sono talebani.
Lasciamo stare Fellini.
Il tuo metro di giudizio ti porta a rilegare in secondo piano tutta una serie di registi che seguono una maggior cura della sceneggiatura a discapito della costruzione semantica delle immagini.
Per cui Billy Wilder,Capra,Kubrick,Coppola eccetera passano in second'ordine.
Secondo quale arbitrario criterio solamente chi costruisce un significato semantico delle immagini può entrare a far parte dell'élite? Mi piacerebbe sapere perchè un film non viene considerato (sempre per te ovviamente ,e la tua schiera di talebani,da un critico non ho mai sentito nulla di simile)per la sua complessità e come un'opera d'arte totale ma ci si dovrebbe invece limitare a valutare se le immagini sono costruite oppure solo inconniciate e da questo capire se si tratta o meno di buon cinema.
Ci sono registi che passano decenni a costruire la sceneggiatura per i propri film,per costruire un significato non solo tramite il linguaggio delle imamgini ma anche attraverso il contenuto della storia.
Se vogliamo escludere queste componenti dalla parola cinema,possiamo farlo tranquillamente ma quello che otterremo non sarà più un film .


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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 07-06-2004 17:25  
Facciamo un esempio:
prendiamo Psycho.


Hitchcock fa parte dell'élite dei talebani perchè usa le immagini per creare significato indipendentemente dalla sceneggiatura.Insomma,non si tratta più di frontalità come in Fellini,ma di pura costruzione diegetica di tali immagini.

Se il modello per valutare l'importanza di un film fosse quello che Daniel pretende di affibbiargli,e che SOLO questo modello fa entrare un film nell'élite a discapito di chi "si limita" a filmare incorniciando una sceneggiatura ,allora chiunque ricopiasse gli esatti movimenti di macchina, le esatte inquadrature,insomma le esatte caratteristiche del "cinema dell'élite",chiunque lo facesse otterrebbe automaticamente un capolavoro assoluto.

Psycho è un caso emblematico che mi viene in aiuto,poichè è un film che è stato letteralmente clonato immagine per immagine.
E' stato costruito come Hithcock lo fece,usando il modello dell'élite.

Secondo il ragionamento dei talebani,il film di Van Sant avrebbe dovuto rivelarsi automaticamente un capolavoro alla pari di quello di Hitchcock.
Naturalmente le cose non stanno in questo modo e questo dimostra che il modello per entrare nell'èlite è assolutamente limitato poichè a creare un'opera d'arte totale contribuiscono anche modelli differenti da quello tanto propagandato e fatto spacciare-vanamente- per religione di Stato.

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[ Questo messaggio è stato modificato da: Quilty il 07-06-2004 alle 18:20 ]

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Daniel


Reg.: 14 Feb 2003
Messaggi: 4301
Da: Nuoro (NU)
Inviato: 09-06-2004 03:28  
quote:
In data 2004-06-07 16:51, Quilty scrive:


Se il cinema è la forza delle immagini,come giustamente si sostiene,allora si può dire che il cinema di Fellini è grandissimo cinema.




Ma è esattamente il contrario ... ne è la negazione più assoluta ... poichè la sua forza non sta nelle immagini ma sul racconto imbelletato da esse ... esse ne sono cornice ... quadri di 'scrittura' non 'scrittura' stessa (riesco a spiegarmi così?)

quote:
In data 2004-06-07 16:51, Quilty scrive:

Fellini con La dolce vita ha vinto il festival di Cannes.
Insomma, qualche premiuccio importante da chi di cinema se ne intende l'ha vinto.
A Cannes non ci sono talebani.



mmmm ... e quindi? Ave a Mollica ... bha tralascio e non commento. Il festival di Cannes come controdibattito me lo sarei chiaramente aspettato da ben altre persone ... ma ricordo cmq che la giuria spesso e volentieri è composta da addetti ai lavori quali : attori, sceneggiatori e registi (spesso e volentieri ribadisco 'TALEBANI' che premiano 'TALEBANI') ... Tarantino ha premiato il -C-inema di Moore ... Lynch ha premiato Polansky ...

Ma torniamo indietro nel tempo ... la giuria di questo autorevole premio cinematografico nel 1960 aveva come presidente George Simenon celebre romanziere (ma va?) ... tutto a posto quindi.
Con un'affermazione del genere il crollo era inevitabile ma ti perdono ... continuamo

quote:
In data 2004-06-07 16:51, Quilty scrive:

Lasciamo stare Fellini.
Il tuo metro di giudizio ti porta a rilegare in secondo piano tutta una serie di registi che seguono una maggior cura della sceneggiatura a discapito della costruzione semantica delle immagini.
Per cui Billy Wilder,Capra,Kubrick,Coppola eccetera passano in second'ordine.




Il mio metro di giudizio è ovviamente criptico a te e ai tuoi chirichetti poichè pur non aprezzandoli in modo smodato considero il CINEMA di Capra, Wilder, Kubrick e Coppola assolutamente differenti dall'idea concepita come Felliniana.
I film di Capra e Wilder innanzitutto è solo idea comune che vengano subordinati a mera storia poichè abili artigiani. Esempio? La vita meravigliosa possiede degli interventi costruiti con la mdp assolutamente atti a una formalita pulita e soggiogati ai dei gag (la scena della banca quando il padre perde i soldi) .... se rimaniamo alla mera storia è pura melassa, or ora inservibile per i nostri tempi ... ma che la costruzione perfetta rende ancora godibile.
Chiusa parentesi ... spiego il concetto : Non vado assolutamente contro nessun tipo di sceneggiatura anzi lo considero un elemento di stimolo e vigore ... Alfred Hitchcock e François Truffaut la trovano se non altro essenziale ... e quindi dove sta l'errore? ... La sceneggiatura lasciata a solo testo rimane tale ... quindi essendo non accompagnata al linguaggio Cinematografico (e abbiamo già appurato della sua esistenza, anzi altri ben più preparati di noi l'hanno fatto) diventa altro da quello che il cinema vuole essere ... non solo si discosta ma richiede appunto la sua autonomia ... (E' come sostenere che le parole sono essenziali alla musica ... che baggianata!)

quote:
In data 2004-06-07 16:51, Quilty scrive:

Secondo quale arbitrario criterio solamente chi costruisce un significato semantico delle immagini può entrare a far parte dell'élite?




lo costruisce indipendentemente dalla sua mano ... ogni immagine di per se stessa ha un determinato significato semantico (anzi più di uno) ... quindi ehhh? continuo a non capire il perchè dell'intrusione di fantomatici gruppi elitari e sopratutto dare una mia definizione di regista (?) come costruttore di significato semantico ... si è percepito questo?

quote:
In data 2004-06-07 16:51, Quilty scrive:

Mi piacerebbe sapere perchè un film non viene considerato (sempre per te ovviamente ,e la tua schiera di talebani,da un critico non ho mai sentito nulla di simile)per la sua complessità e come un'opera d'arte totale ma ci si dovrebbe invece limitare a valutare se le immagini sono costruite oppure solo inconniciate e da questo capire se si tratta o meno di buon cinema.



Affatto ... sei tu che sottendi a determinate limitazioni e non hai ben compreso i limiti da me posti al Cinema felliniano ... poichè le immagini date da (fellini in termine di profilmico sono ampiamente costruite ... la mancanza costruzionale non sta nell'immagine di per se stessa ma nella consequenzialita che accusa una casualità di fondo del mezzo.)
Quindi chi leggi ... Mollica? ah bhe allora non ti do' torto ...

quote:
In data 2004-06-07 16:51, Quilty scrive:
Ci sono registi che passano decenni a costruire la sceneggiatura per i propri film,per costruire un significato non solo tramite il linguaggio delle imamgini ma anche attraverso il contenuto della storia.
Se vogliamo escludere queste componenti dalla parola cinema,possiamo farlo tranquillamente ma quello che otterremo non sarà più un film .



il problema non è l'anche è il solo.
Per il componente sceneggiatura nessuno vuole escludere nulla ... è un tuo continuo pregiudizio ... come il continuo tuo citare autori e registi che ben poca hanno a che fare con il nostro discorso.

Taliban

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Daniel


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quote:
In data 2004-06-07 17:25, Quilty scrive:
Facciamo un esempio:
prendiamo Psycho.


Hitchcock fa parte dell'élite dei talebani perchè usa le immagini per creare significato indipendentemente dalla sceneggiatura.Insomma,non si tratta più di frontalità come in Fellini,ma di pura costruzione diegetica di tali immagini.

Se il modello per valutare l'importanza di un film fosse quello che Daniel pretende di affibbiargli,e che SOLO questo modello fa entrare un film nell'élite a discapito di chi "si limita" a filmare incorniciando una sceneggiatura ,allora chiunque ricopiasse gli esatti movimenti di macchina, le esatte inquadrature,insomma le esatte caratteristiche del "cinema dell'élite",chiunque lo facesse otterrebbe automaticamente un capolavoro assoluto.

Psycho è un caso emblematico che mi viene in aiuto,poichè è un film che è stato letteralmente clonato immagine per immagine.
E' stato costruito come Hithcock lo fece,usando il modello dell'élite.

Secondo il ragionamento dei talebani,il film di Van Sant avrebbe dovuto rivelarsi automaticamente un capolavoro alla pari di quello di Hitchcock.
Naturalmente le cose non stanno in questo modo e questo dimostra che il modello per entrare nell'èlite è assolutamente limitato poichè a creare un'opera d'arte totale contribuiscono anche modelli differenti da quello tanto propagandato e fatto spacciare-vanamente- per religione di Stato.

_________________


[ Questo messaggio è stato modificato da: Quilty il 07-06-2004 alle 18:20 ]



Naturalmente che?...
Il Psycho di VanSant non solo è un ottimo film ma conprova essenzialmente di come : a) il linguaggio cinematografico non è riscrivibile e questo poichè comportamenti pregiudiali ti portano a consideralo tale
b) la costruzione per immagini nel film diventa essenziale e qui entra il discorso di una certa manualità e lavorazione di un testo tramite il visivo come riportabile ad un unica mente ...

Il Psycho di Hitchcock era/è perfetto ... ha una determinata alchimia che porta il linguaggio ad essere svelato anche all'occhio meno allenato ...
il Remake (e qui si intende il rifatto nel senso più puro ... portato all'estreme conseguenze) riporta in auge questo ... con la variante che ogni giudizio critico a lui posto o tende al pregiudiziale ((scelta del colore, cattive interpretazioni, mancanza originalità e cazzate varie ...) o tende ad essere riportato alla sua matrice ... il vero psycho ... E' perfetto nessuno poteva essere più bastardo di Van Sant poichè chi ha criticato e si è disgustato per il 'suo' film si è disgustato per il modo di fare Cinema dello stesso Hitchcock (e che magari tuttora ammira) come critici di secondo ordine hanno ripetutamente confermato ...
Chi invece ha apprezzato ... per l'opera concettuale che rappresenta non incappa in quelle note pregiudiziali su citate (o incapacità di fondo) ma apprezza l'interezza hitchcockniana portata allo stato più puro del suo linguaggio ...
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