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Easy Rider |
Dubliner
Reg.: 10 Ott 2002 Messaggi: 4489 Da: sanremo (IM)
| Inviato: 09-06-2003 12:20 |
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La ricerca del sogno americano, la libertà tanto osannata come conquista di un paese che dovrebbe essere l'emblema della convivenza con diverse culture, diventa un viaggio a ritroso verso la morte. I due novelli cowboys Wyatt e Billy, cavalcano i loro chopper in senso contrario rispetto alla conquista della frontiera americana, e il paese della libertà si trasforma nel paese dell'intolleranza, della ristrettezza mentale. Un'inversione di rotta e una visione dell'America amara e realistica, in cui il sistema schiaccia chi non si uniforma alle sue regole. Easy Rider mette in luce tutti i contrasti di un paese in cui esistono cumunità hippie ma basta avere la pelle nera o avere i capelli lunghi per essere uccisi, dove gli splendidi paesaggi sconfinati si contrappongono alla ristrettezza mentale delle piccole cittadine. Il viaggio dei due motociclisti è un viaggio nella storia d'America, il viaggio di un sogno infranto.
Easy Rider più che per il suo valore artistico vale per il ritratto di un periodo al tempo stesso affascinante e doloroso, un'epoca di cambiamento che ha lasciato il segno ma che in fin dei conti ci ha insegnato poco ed è molto attuale.
Una delle scene più memorabili è quella alla comunità hippie, dove Wyatt e Billy incontrano un eccentrico gruppo teatrale di figli dei fiori, ragazzi che seminano sulla sabbia del deserto, uomini e donne che nuotano nudi nelle vasche, bambini che dormono con gli animali e il capo della comunità che si sciaqua le ascelle con addosso la giacca. Oppure ancora la confusa sequenza in cui i due protagonisti si fanno di lsd con due prostitute in un cimitero, dove i flash, le luci, i fotogrammi montati in veloce sequenza danno un'idea dell'allucinazione dei protagonisti.
E il loro viaggio e le loro vite finiscono su una strada, dove tutto era comniciato, e il loro sogno di libertà è distrutto, insieme al chopper a stelle e strisce di Capitan America. |
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gmgregori
Reg.: 31 Dic 2002 Messaggi: 4790 Da: Milano (MI)
| Inviato: 09-06-2003 21:12 |
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Bello... L'aspetto più decisivo del film è la sua estemporaneità durante le riprese, a significare il carattere libertario dell'epoca. Un altro aspetto importantissimo è la morte finale per mano di un contadino o giù di lì nata da un commento sui capelli lunghi.
Purtroppo trovo che il film sia ancora straordinariamente attuale a conferma che il conservatorismo radicale sia tuttaltro che sconfortato.
la pellicola mostra i nuovi territori su cui si possono muovere gli uomini, anche senza una consapevole identificazione con essi.
Le interpretazioni dettate dalla realtà(gli attori erano effettivamente alterati durante le riprese e i continui litigi tra Hopper e Fonda ne sono un esempio) e la contraddizione di vedere un avvocato snaturato da quello che dovrebbe essere un ambiente di vita più"normativo" realizzano un'idea tutt'altro che anarchica, quanto naturale, una genesi, l'inizio di un genere che col tempo si sarebbe evoluto autodistruggendosi. mai come in questo film l'anarchia diventa stile di vita con un fine. Voglio dire che si mostra la voglia di fare e di comunicare, sebbene con modalità diverse.
Un film involontariamente contemplativo, uno dei pochi sopravvissuti.
Successivamente altri on the road hanno perso smalto, ricalcando trame predefinite o basate su rapine e vie di fuga reali(Thelama e Luise). Altri ancora On the Road si sono basati su malefiche inutili crudeltà. in questo momento ricordo volentieri solo Sugarland Express con una straordinaria Goldie Hown( azzeccassi lo spelling per una volta) e Duel di cui abbiamo già parlato.
Buone a tutti!
_________________ la bruttura del vuoto è tanto profonda fin quando, cadendo, non ti accorgi di poterti ripigliare. I ganci fanno male, portano ferite, ma correre e faticare per poi giorie è un obbiettivo per cui vale la pena soffrire.
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Dubliner
Reg.: 10 Ott 2002 Messaggi: 4489 Da: sanremo (IM)
| Inviato: 10-06-2003 09:24 |
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E' vero gm, guardando le interviste del dvd, i protagonisti sottolineavano il fatto che mentre giravano il film erano davvero sempre fumati e da questo ne sono scaturiti grandi litigi perché tutti volevano fare i registi: attori, produttori, sceneggiatori...
Hanno anche raccontato che durante la scena in cui sono attorno al fuoco con Jack Nicholson gli hanno fatto fumare davvero dell'erba e lui mentre recitava ha perso veramente il filo del discorso (come nel film). Penso che il risultato sia così riuscito proprio perché loro stessi erano parte di quella cultura e chi meglio di loro avrebbe potuto rappresentarla?
Certamente questo è il road movie per eccellenza, difficile eguagliarlo anche se fra tutti quello che ricordo con più piacere è Thelma e Louise, perché anche se con le dovute differenze è un viaggio verso la libertà (e verso la morte anche quello). |
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TonyLeung
Reg.: 21 Ago 2002 Messaggi: 412 Da: Tivoli (RM)
| Inviato: 23-12-2005 16:04 |
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Janet13 ex "vinegar"
Reg.: 23 Ott 2005 Messaggi: 15804 Da: Cagliari (CA)
| Inviato: 28-11-2007 21:00 |
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eltonjohn
Reg.: 15 Dic 2006 Messaggi: 9472 Da: novafeltria (PS)
| Inviato: 30-11-2007 22:53 |
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Gran bel commento davvero, soprattutto quando si parla della conquista dell'America in senso inverso (i protagonisti del film infatti si spostano dalla California verso est),memorabile la scena dell'incontro tra Nicholson ,Fonda e Hopper in galera
_________________ Riminesi a tutti gli effetti...a'l'imi fata! |
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