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Autore C'era una volta il west(con spoilers)
seanma

Reg.: 07 Nov 2001
Messaggi: 8105
Da: jjjjjjjj (MI)
Inviato: 18-11-2003 14:11  
Questo “cult movie per ragionieri in vena di poesia” secondo la incommentabile e irripetibile definizione di un critico italiano dotato di notoria fama(purtroppo,aggiungiamo noi)rappresenta nello stesso tempo un punto di termine e un punto di partenza.”C’era una volta il West”è il perfetto compimento,il ben cresciuto fratello maggiore dei film che componevano la famosa “trilogia del dollaro”,uno sforzo infinitamente più dilatato e impegnativo nei suoi scopi.Si potrebbe dire quasi che i film precedenti siano una serie di prove,gradualmente poste,di quello che poi è l’apice dello “spaghetti-western”che proprio per il fatto di essere il prodotto migliore fra tutti,esula dal genere e finisce per essere uno stupendo,accorato precedessore dell’altro film propriamente “epico” del regista,ovvero “C’era una volta in America”.Con questo film si chiude la “quadrilogia”del dollaro e si apre la “bilogia” del “c’era una volta”.Formula che richiama il mondo delle favole dei bambini,ma che in senso più lato è sintomo linguistico di un “fu” di un “vecchio” che lascia giocoforza spazio al nuovo.In questo caso a farla da padrone,pur rimanendo SEMPRE sullo sfondo è la nascita della ferrovia,innovativo e geniale collante artificiale fra due coste di uno stesso paese.La ferrovia,come del resto ogni cosa,muove denaro e il denaro,si sa,può essere pericoloso…ecco l’invisibile filo rosso,l’incombente novità che non si sa cosa può portare.Da una parte la vedova McBain,ben decisa a portare avanti il sogno del marito,dall’altra parte,convergenti nello stesso punto,le brame materialiste di “Mr.Ciuccio”lo storpio,morbosamente attaccato alla convinzione che il denaro è più potente della pistola…e sempre si ritorna all’onnipresente contrasto nuovo/vecchio.Il tema non è originalissimo,i protagonisti figuriamoci.Nelle mani e negli scopi di qualsiasi altro cineasta tutto si sarebbe probabilmente risolto in un vero bidone.Pensiamo a un film-collage come LA CONQUISTA DEL WEST che ha il solo merito di aver dato a John Ford la possibilità di girare un toccante corto sulla guerra di Secessione e dove la nascita della ferrovia è fatta portatrice di un mito troppo pesante e inadeguato,rappresentandola cioè come la venuta del Messia in terra,tanto per essere blasfemi quanto è concesso.Invece qui siamo di fronte a qualcos’altro.I personaggi,le situazioni,i luoghi sono colti nel mentre dell’accadere di questa abnorme ed epocale “rivoluzione”.Tutto è catturato in fieri risultando quasi deformato,non incompleto ma indefinito.Qualche esempio:il personaggio di Frank,a metà fra lo stereotipo tanto caro al western di truce ed efferato killer per soldi e fra il semplice uomo errante e miseramente piccolino nella sua impotenza;lo stesso Morton,così distante dall’ideale di cinico uomo d’affari;ma soprattutto le scene stesse,che sembrano prese pari pari da un qualsiasi western ma che sono innaturalmente dilatate e diluite,presentandoci i personaggi in maniera che a qualcuno può sembrare eccessivamente insistita.Ma tutto questo è strumento per la dimostrazione dell’assunto principale del film:i confini tra vecchio e nuovo,così come quelli tra bene e male,non solo assolutamente definiti.Tutto è grandiosamente mescolato in un magistrale cocktail di amoralità pura nonché di grande demistificazione ,il che non guasta mai.Le lunghe estenuanti scene della prima abbondante mezz’ora del film sono il totale sfrondamento di orpelli mitici,come già nei film precedenti,con l’aggiunta però di una nota quasi ironico-malinconica soprattutto nella presentazione dei personaggi.Il linguaggio è genuinamente spontaneo(l’atmosfera di “borgate romane” ravvisata dall’illustre critico in un altro passo è forse riferita a questo?Probabilmente nemmeno lui è in grado di rispondere) ma allo stesso tempo arricchito dal persistente gusto per la “sentenza,la frase ad effetto,quasi a voler ulteriormente fissare istanti,frasi,che sembrano da sempre appartenere al genere ma che con esso potranno scomparire:a margine si potrebbe dire che Leone celebra la morte di un tipo di fare cinema di frontiera e la volontà di far rinascere qualcosa di nuovo.Ma a parte questo,prendendo a spunto ancora una volta il nostro recensore misterioso e riportando a galla “l’epica scriteriata” che il suddetto attribuisce al film,non può che sovvenire un senso di profonda incomprensione se non livore acceso verso il fantomatico critico.Quella che il signore distinto chiama “epica scriteriata”è invece la forma più perfetta e completa,adattata all’occasione,di un valore già presente nei film precedenti vale a dire quella che si potrebbe chiamare “la paraepica”…ovvero il capovolgimento di situazioni e luoghi comuni propri della epica consueta del western.In particolare,l’amalgama già individuato tra vecchio e nuovo,tra aspettato e inaspettato che sembra avvinghiare e storpiare la scorzata anima dei personaggi,compresa la vedova McBain,curiosamente nel mezzo tra lo stereotipo classico di moglie del west e quello altrettanto classico,della puttana di paese,assume la sua valenza più significativa nel lungo,appassionato e disperato finale.Il duello,classico dei classici,diventa addirittura occasione di dolorosi ricordi:così il duello(UN duello)mette il chiavistello finale e più potente alla porta che s’apre sul passasto,facendo da tramite con il nuovo.Come non citare poi Armonica,così stereotipamene classico,così tragicamente ricoperto dallo sporco e sudicio humus del vecchio West,ma unico a poter vedere la nuova alba.Non è più tempo d’eroi,è tempo di uomini,”razza vecchia” ma sempre attuale,ma forse tutto questo,i vecchi sterrati,le vecchie fattorie,i vecchi esseri umani,ce li lasciamo alle spalle con quel giusto,salutare pizzico di nostalgia positiva,sperando di aver ben riposto la fiducia nel progresso,ma certi che il mondo sul quale affacciamo le nostre facce,pulite o rugose che siano,non è più quello di una volta e che nemmeno noi saremo più gli stessi,anche se “ figli di puttana esistevano al tempo di Gesù” e sempre esisteranno.

_________________
E con le mani amore per le mani ti prendero`
e senza dire parole nel mio cuore ti portero`.
E non avro` paura
se non saro` bella come vuoi tu
ma voleremo in cielo in carne e ossa non torneremo piu`.

[ Questo messaggio è stato modificato da: seanma il 10-02-2005 alle 14:45 ]

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angel76st

Reg.: 18 Apr 2004
Messaggi: 1945
Da: ostuni (BR)
Inviato: 23-04-2004 04:43  
gran bella critica seanma.
e dire che qualche anno fa odiavo il genere western!!??
mi chiedo : quanto potrebbe imparare il regista di gangs of new york, sullo "stile da duro" vedendo questo film????
besos
_________________
"quando vivi nella paura arrivi al punto , che vorresti essere morto." Sonatine.

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andros

Reg.: 30 Nov 2003
Messaggi: 1837
Da: Catania (CT)
Inviato: 23-04-2004 12:14  
Ogni volta, è un piacere leggere una tua recensione. Bella davvero... solo un appuntino: a mio avviso, in C'era una volta il West si può parlare della musica come veicolo di congiunzione tra un episodio e l'altro, ma anche come drammatico impatto con la realtà, vedi una delle prime scene, quando, dopo un bel po' di "silenzio", nel momento in cui la vedova McBain si rende conto dell'assenza del figlio del marito alla stazione, parte epicamente il celebre pezzo di Morricone, che si addice perfettamente al momento, perché è come se ci presentasse il film, è come se sostituisse i titoli di testa già visti in verità nella prima sequenza... Allora, il mio problema è quello che mi porta a chiedermi: ma Morricone i suoi temi per i film di Leone quando li componeva? In altre parole, c'è una relazione ontologica tra il genio di Leone per le immagini e quello di Morricone per la musica scritta appositamente per quelle immagini oppure si può semplicente dire che Leone, tra i tanti temi a lui proposti da Morricone abbia scelto quelli che secondo lui meglio esaltavano e sottolineavano i momenti più intensi del suo film? Probabilmente la risposta non la sapremo mai, ma mi piacerebbe conoscere il tuo parere a riguardo...
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celeste

Reg.: 23 Apr 2004
Messaggi: 867
Da: firenze (FI)
Inviato: 23-04-2004 13:26  
Bellissima critica, complimenti.

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Ovviamente è possibile amare un essere umano, se non lo si conosce
abbastanza bene.

(Charles Bukowski)

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seanma

Reg.: 07 Nov 2001
Messaggi: 8105
Da: jjjjjjjj (MI)
Inviato: 23-04-2004 13:59  
quote:
In data 2004-04-23 12:14, andros scrive:
Ogni volta, è un piacere leggere una tua recensione. Bella davvero... solo un appuntino: a mio avviso, in C'era una volta il West si può parlare della musica come veicolo di congiunzione tra un episodio e l'altro, ma anche come drammatico impatto con la realtà, vedi una delle prime scene, quando, dopo un bel po' di "silenzio", nel momento in cui la vedova McBain si rende conto dell'assenza del figlio del marito alla stazione, parte epicamente il celebre pezzo di Morricone, che si addice perfettamente al momento, perché è come se ci presentasse il film, è come se sostituisse i titoli di testa già visti in verità nella prima sequenza... Allora, il mio problema è quello che mi porta a chiedermi: ma Morricone i suoi temi per i film di Leone quando li componeva? In altre parole, c'è una relazione ontologica tra il genio di Leone per le immagini e quello di Morricone per la musica scritta appositamente per quelle immagini oppure si può semplicente dire che Leone, tra i tanti temi a lui proposti da Morricone abbia scelto quelli che secondo lui meglio esaltavano e sottolineavano i momenti più intensi del suo film? Probabilmente la risposta non la sapremo mai, ma mi piacerebbe conoscere il tuo parere a riguardo...


Avolte,guiarda che paradosso,Leone modificava le scene dei suoi film a partire da pezzi che Morricone avewva precedentemente composto,altre volte avveniva il contrario.
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sono un bugiardo e un ipocrita

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andros

Reg.: 30 Nov 2003
Messaggi: 1837
Da: Catania (CT)
Inviato: 23-04-2004 18:39  
quote:
In data 2004-04-23 13:59, seanma scrive:
Avolte,guiarda che paradosso,Leone modificava le scene dei suoi film a partire da pezzi che Morricone avewva precedentemente composto,altre volte avveniva il contrario.



Ma allora, era Amore!!!
Sarà stato amore per l'Arte, ovviamente, un caso di simbiontismo più unico che raro! Tutto ciò è meraviglioso...
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seanma

Reg.: 07 Nov 2001
Messaggi: 8105
Da: jjjjjjjj (MI)
Inviato: 24-04-2004 11:32  
quote:
In data 2004-04-23 18:39, andros scrive:
quote:
In data 2004-04-23 13:59, seanma scrive:
Avolte,guiarda che paradosso,Leone modificava le scene dei suoi film a partire da pezzi che Morricone avewva precedentemente composto,altre volte avveniva il contrario.



Ma allora, era Amore!!!
Sarà stato amore per l'Arte, ovviamente, un caso di simbiontismo più unico che raro! Tutto ciò è meraviglioso...


Si certsmente un binomio di quelli leggendari.....
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Marco82

Reg.: 02 Nov 2003
Messaggi: 924
Da: Lodi (LO)
Inviato: 24-04-2004 12:24  
questo è stato il primo film di Sergio Leone che ho visto
me lo ricorderò per sempre, bellissimo
(bellissimo anche tutto ciò che hai scritto seanma)

_________________
"1..2..3..4..5..e 6...sei...numero perfetto..."
"ma non era 3, il numero perfetto?"
"sì, ma io ho sei colpi quì dentro..."

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willoz

Reg.: 08 Mar 2004
Messaggi: 3701
Da: trento (TN)
Inviato: 29-04-2004 02:03  
Bè complimenti a seanma una recensione veramente notevole per un film che lo é altrettanto...( ENORME )se ne leggessero di più!!

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Ondina
ex "Plumett"

Reg.: 24 Apr 2003
Messaggi: 2205
Da: Padova (PD)
Inviato: 10-02-2005 14:38  
Uff,perché quando si scrive di un film si parla sempre degli altri dello stesso regista o di quelli con una trama simile? Prendiamo C’era una volta il west così com’è!
Dunque,innanzitutto diciamo una cosa:la trama è piuttosto intricata,tanto che per capire tutte le scene ho impiegato ben tre visioni.E questo per il fatto che ci sono tre uomini,molto diversi tra loro,che girano intorno alla stessa donna,sempre per motivi diversi.Percorrono binari paralleli verso una meta ben definita,ma paradossalmente l’unico uomo che cambierà percorso è proprio quello il cui comportamento è chiaro fin dall’inizio,perché apparentemente è il più stereotipo dei tre.Ci vuole molta attenzione per cogliere i piccoli mutamenti che avvengono in lui,sebbene,in fondo,il film non tratti prettamente di psicologia dei personaggi,come ad esempio The Hours.
Abbiamo dunque questo circolo chiuso di persone al cui centro sta una giovane e bellissima signora,che di certo non è indifesa come la classica fanciulla da film e,nonostante la sua eleganza e la sua espressività,non è amabile,né degna di compassione.Ma è la più vicina agli spettatori,perché si occupa della casa-è infatti una rassicurante dea del focolare domestico-e deve confrontarsi con tre baldi uomini che gli spettatori cominciano da subito a giudicare simpatici o antipatici,buoni o cattivi.
Jill,come si chiama questo modello di donna,è l’elemento romantico descritto con più realismo di tutti gli altri,che sono personaggi da fumetto-favola.E infatti definirei C’era una volta il west una specie di favola,a tinte dolci e rustiche,spiritosa e creata con amore.Nulla di impegnato,non c’è nessuna morale della storia,né passioni distruttive;gli eventi,anche se tragici,si susseguono tranquillamente senza impressionare a morte gli spettatori,cosa che avviene per molti altri film.E’ un piacere "cinefilo" vederlo,ed è ancora di più per me un piacere parlarne,perché amo scrivere,e,bè,scrivere di cinema è il massimo,come girare un musical!
Bene,avevo già anticipato questo bellissimo trio di uomini.Cominciamo dalla prima scena in cui compare uno dei tre:Harmonica.In una polverosa stazione del West,questo misterioso uomo vestito di bianco,che strimpella l’armonica con aria di sfida,arriva su un treno,e,incontrati tre uomini,i classici cowboy ghignanti e un po’ sinistri,chiede di Frank,che non è venuto all’incontro.Naturalmente è abilissimo con la pistola,e senza scomporsi fa fuori i tre sicari,partendo poi per un’altra direzione.Subito dopo ci trasferiamo in una fattoria in mezzo al deserto,dove un certo McBain e famiglia sta per ricevere la nuova moglie in arrivo da New Orleans.Ma purtroppo qualcuno vuole fare la pelle a questi quattro innocenti:è Frank,uomo in nero dagli occhi azzurri,bellissimo,crudele ed elegante insieme,incaricato di togliere tutti gli ostacoli che gli si parano davanti nel capitalistico percorso del suo datore di lavoro,un magnate della ferrovia.Ma di questo parleremo dopo.
Nella scena successiva facciamo la conoscenza della bella Jill,ex prostituta, e,come ha detto andros,si sente per la prima volta la musica.Su questo ho da fare una precisazione:ogni personaggio ha il proprio tema musicale,un po’ come in un’opera lirica.Harmonica e Frank,uniti da un tragico filo da molto tempo,hanno lo stesso tema,che per altro è straordinario.Ma molto più famoso è il tema di Jill,uno dei miei temi d’amore preferiti:quando lo si ascolta sembra di pattinare sulle nuvole.unito poi alla bellezza di Claudia Cardinale,è commovente fino alle lacrime.
Jill non trova nessuno ad attenderla e decide di partire da sola per la fattoria.La scena più bella della storia del cinema:il viaggio in calesse tra le montagne caratteristiche del West,col sottofondo della musica di Morricone.Lei indossa un vestito nero bellissimo,anche se quello che colpisce di più è il mantello a fiori,che vorrei tanto avere anch’io.Sembra di sentire il profumo di Jill.Un prodigio di fotografia e colonna sonora:assolutamente
sublime .
E ora arriva l’ultimo personaggio importante,il classico mascalzone dal cuore d’oro,una specie di Tuco sentimentale,Cheyenne.Si annuncia sparando ai poliziotti che lo stanno scortando,entra nella locanda e dice semplicemente "Ho sete".Forse è il più amabile di tutti,anche se personalmente trovo che il massimo sia Harmonica.Quest’ultimo avrà un colloquio divertente e fintamente teso con Cheyenne.In sostanza i due non sembrano poi tanto cattivi,anche se non si capisce bene in che affari sono invischiati,soprattutto in relazione con lo sterminio dei McBain.Questo scempio verrà costatato da Jill che arriva nella fattoria e sbigottita vede i quattro cadaveri.Una scena piena di emozione e pathos.Decide di restare malgrado tutto nella casa,attorno alla quale gironzola nel buio Harmonica.Il giorno dopo si capisce il perché:la vuole proteggere da altri due sicari di Frank venuti per ucciderla e utilizzarla per un tranello,grazie al quale potrà finalmente parlare con Frank.La scena si sposta di nuovo nella piccola città,dove è in sosta il treno di Morton.Questo personaggio è piuttosto particolare:è un uomo malato di tubercolosi ossea costretto alle stampelle,ma molto attivo dal lato finanziario:intende appropriarsi dell’intera linea ferroviaria con ogni mezzo grazie alla collaborazione di Frank.Morton sembra quasi un verme piegato a terra dagli altri:in tutte le situazioni Leone lo umilia,anche se la musica in fondo sembra un po’ compatirlo.
I tre uomini più Cheyenne vengono riuniti su questo treno lussuoso,con la classica atmosfera da western anche se ironica.Cominciamo a capire cosa passa nella testa di Harmonica:un’immagine sfocata che cammina verso di noi al suono dell’armonica.Bellissima la sua espressione assorta e intensa mentre si ricorda questo.Frank invece è visibilmente turbato da lui,perché gli ha nominato uomini da lui uccisi.Comincia la trasformazione in senso umano di Frank,anche se in realtà l’indole da sicario senza scrupoli gli rimane.Si capisce bene che qualcosa non gli torna.
Piano piano inoltre si comincia a capire il motivo dell’omicidio McBain.L’irlandese infatti aveva intelligentemente comprato la fattoria,isolata dalle città,per farne una redditizia stazione,con anche una città intorno.Questo scopo diventa anche quello di Jill.
Dopo vari avvenimenti,tra cui il breve flirt non privo di suspense ed erotismo tra Frank e Jill (scena tanto cara a un certo seanma...) e la vendita combinata all’asta della fattoria comprata da Harmonica (è un uomo buono,ne sono convinta),la situazione è la seguente:Jill si dà da fare per costruire la stazione con Cheyenne,affascinato da lei,Morton è stato ferito da quest’ultimo e muore con la faccia nel fango-ciò la dice lunga- e Harmonica aspetta Frank per lo scontro finale,di cui F. ignora ancora il motivo.Assistiamo alla seconda tragedia familiare della storia,in un doloroso flashback.Infatti il fratello di Harmonica era stato ucciso dal caro Frank con una corda al collo,sostenuto dal più giovane H. a cui viene messa in bocca un’armonica.Ecco il perché dello strumento che l’uomo in bianco suona sempre:è un modo per non dimenticare.Ed è l’ultimo pensiero di Frank quando crolla a terra nella polvere dopo lo sparo.
Questo film in un certo senso ha un lieto fine amaro,perché anche Cheyenne muore-cosa che fa dispiacere molto gli spettatori-e Harmonica se ne va,come un eroe solitario(più volte ho pensato "Che grand’uomo!").Jill rimane dunque sola ma felice con la città in costruzione,e il suo bellissimo tema musicale chiude la vicenda,lasciandomi con un sorriso e una lacrima di felicità.
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DottorDio

Reg.: 12 Lug 2004
Messaggi: 7645
Da: Abbadia S.S. (SI)
Inviato: 31-07-2005 09:41  
Considerata la gran quantità di cose scritte mi rimane ben poco da aggiungere.
Il personaggio di Charles Bronson è veramente stupendo, sempre con l'armonica in bocca a suonare quel motivo stregante e affascinante, un personaggio che non fa rimpiangere il mitico Clint della triologia del dollaro.
Il binomio Morricone-Leone riesce a creare delle atmosfere veramente uniche e straordinarie, anche se in questo film Leone esagera un po' con le dilatazioni delle sequenze, cosa che dopo 3 ore di film diventa stancante se tale dilatazione viene usata in ogni occasione.
Per il motivo sopra spiegato preferisco il buono il brutto e il cattivo della mitica trioologia che non c'era una volta il west (pur restando un ottimo film), infatti la dilatazione filmica mi sembra molto più calibrata e funzionale nei film della triologia che non in c'era una volta il west dove m'ha dato l'impressione di essere usata eccessivamente snaturando troppo la pellicola
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Geppetto è stato l'unico uomo ad aver fatto un figlio con una sega

Attention: Dieu est dans cette boite comme ailleurs et partout!

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lucalore

Reg.: 16 Ott 2005
Messaggi: 1
Da: bellano (LC)
Inviato: 16-10-2005 19:54  
Ma quando Cheyenne muore, dice di essere stato ucciso dal "Ciuccio"; chi è costui ??? Morton?? è l'unico passaggio del film che non ho capito...

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Noodles132

Reg.: 24 Set 2005
Messaggi: 366
Da: Roma (RM)
Inviato: 16-10-2005 20:01  
Attenzione: in realtà "C'era una volta il west" non è la fine del quadrologia western ma l'inizio della trilogia del tempo ovvero del "C'era una volta" (perchè Giù la testa avrebbe dovuto chiamarsi "C'era una volta la rivoluzione").
Il secondo migliore di Leone a mio avviso, film avvolto da un clima di morte che si evince in particolare dalla colonna sonora stupenda di Ennio Morricone.
"C'era una volta il west" è un film di ritorni, tutti i personaggi ruotano intorno allo stesso luogo dove poi finiscono per tornare.

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"Il genio, che cos'è il genio? fantasia,intuizione, velocità d'esecuzione"

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seanma

Reg.: 07 Nov 2001
Messaggi: 8105
Da: jjjjjjjj (MI)
Inviato: 01-11-2005 21:37  
quote:
In data 2005-10-16 19:54, lucalore scrive:
Ma quando Cheyenne muore, dice di essere stato ucciso dal "Ciuccio"; chi è costui ??? Morton?? è l'unico passaggio del film che non ho capito...

Attenzione..non è "Ciuccio" ma "Ciuf Ciuf" e il riferimento è ovviamente a Morton,in quanto capo di una compagnia ferroviaria...
_________________
sono un bugiardo e un ipocrita

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Latios89

Reg.: 28 Feb 2007
Messaggi: 1
Da: BA (BA)
Inviato: 28-02-2007 23:24  
Vorrei sapere una cosa: Cheyenne quando viene ucciso da Morton? In che periodo del film?

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