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Autore "Il Ritorno" di Andrey Zvyagintsev
Cronenberg

Reg.: 02 Dic 2003
Messaggi: 2781
Da: GENOVA (GE)
Inviato: 21-03-2004 14:22  
La vita di due giovani fratelli, è sconvolta dall’improvviso ritorno del loro padre che non si faceva vedere da dieci anni. Lo stesso li porterà a fare un viaggio su di un isola deserta, un viaggio che sarà caratterizzato dai continui contrasti tra il genitore e i figli, un viaggio che cambierà per sempre le loro vite.
“La scoperta di quest’anno si chiama Andrey Zvyagintsev”, si, perché “Il Ritorno”, oltre ad essere l’opera prima, vincitrice del Leone d’Oro e del Leone del Futuro, al 60° Festival di Venezia, è un film geniale, profondo, toccante e misterioso, una malinconica sinfonia. Primo film del regista russo, post prodotto col lutto al braccio a causa della morte sul set di Vladimir Garin, nel film nel ruolo del fratello maggiore, “Il Ritorno”, raccolse ben dieci minuti di applausi al Festival della Laguna, e ricevette solamente critiche positive da tutti i giornalisti e spettatori. Analisi accurata, rigorosa e a tratti figurata, del difficile rapporto tra genitori e figli, e dell’incoesione psicologico sociale tra di essi; indagine che va poi a sfociare in una pellicola complessa e perfetta, che sottolinea la magistrale fotografia, colonna sonora e le grandiose interpretazioni. Grande rinascita di un emozionante cinema Russo.

voi lo avete visto? che ne pensate?
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La ragione è la sola cosa che ci fa uomini e ci distingue dalle bestie

René Descartes

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vietcong

Reg.: 13 Ott 2003
Messaggi: 4111
Da: roma (RM)
Inviato: 22-03-2004 23:35  

sì l'ho visto, e mi è anche piaciuto, ma non mi ha convinto fino in fondo. Lo trovo senz'altro un bel film, ma un po' freddo, forse perchè è così astratto, situato in una realtà puramente narrativa, quasi al di fuori delle circostanze. Il regista ha dichiarato di aver scelto un approccio mitico, quindi non realistico, con una figura di padre nebulosa e fortemente simbolica. Normalmente apprezzo questo tipo di approccio, anzi trovo i vari realismi e verismi un po' piatti, ma è pur vero che quando al mito togli l'epos, rischia di rimanere solo la genericità.. o l'elemento fiabesco, che in effetti fa ogni tanto capolino nel film.

Insomma, bellissime immagini, una scrittura sobria e intelligente, ma anche un senso di accademia, di film d'autore che diventa un genere, cioè il genere 'film da festival' (con cui Il Ritorno ha molto a che spartire), fenomeno che odio. Anche se il film russo è ben al di sopra della media del fil festivaliero.

Comunque, se il film è veramente un capolavoro, alla seconda visione supererò le mie idiosincrasie (fondamentali le seconde visioni, ad avere il tempo...).
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La realtà è necessaria a rendere i sogni più sopportabili

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Cronenberg

Reg.: 02 Dic 2003
Messaggi: 2781
Da: GENOVA (GE)
Inviato: 24-03-2004 18:52  
quote:
In data 2004-03-22 23:35, vietcong scrive:

(fondamentali le seconde visioni, ad avere il tempo...).


concordo in pieno, anche per il tempo che nemmeno io ho
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René Descartes

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Hegel77

Reg.: 20 Gen 2008
Messaggi: 298
Da: Roma (RM)
Inviato: 06-09-2008 00:17  
un film davvero enigmatico, apparentemente sospeso in una regione fuori dallo spazio e dal tempo, una allegoria che parla attraverso immagini fortemente simboliche (anche se il regista nega ogni simbolismo) e rese trasparenti dai numerosi filtri diaframmatici
Basta la prima scena per capirlo: la mdp vola altissimo e ci fa vedere cio che vede il piccoletto ivan: una altezza vertiginosa che paralizza dalla paura, un tuffo impossibile da eseguire, mentre alle spalle dell'adolescente vediamo le prime ombre della sera allungarsi sulla fragile figura
Molto influenzato da Tarkovskij, da cui eredita la forte spiritualità ed il gusto per la rappresentazione pittorica sacra (pensate al Cristo morto del Manntegna), ma molto più vicino a Dreyer nel tentativo di trasformare in apologo morale il flusso narrativo.Qui il regista perde qualche punyo proprio nel volere trarre una lezione di vita modello Kurosawa o Mizoguchi non avendo la posibilità di maneggiare una sceneggiaeura comunque fragile.
Bello il finale aperto che lascia lo spettatore alle sue riflessioni


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Dare un senso alla vita può condurre a follie,
ma una vita senza senso è la tortura dell’inquietudine e del vano desiderio

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Richmondo

Reg.: 04 Feb 2008
Messaggi: 2533
Da: Genova (GE)
Inviato: 07-09-2008 20:03  
Cazzo, due thread creati lo stesso mese (mi pare).
Ma su quest'altro c'è qualche commento in più...
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E' meglio essere belli che essere buoni. Ma è meglio essere buoni che essere brutti.

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