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Autore Autoreverse
Petrus

Reg.: 17 Nov 2003
Messaggi: 11216
Da: roma (RM)
Inviato: 07-05-2004 11:26  
Klapish viene dalla commedia; commedia amara, si, ma pur sempre dalla commedia. E giunge, dopo il suo precedente “Appartamento spagnolo”, al secondo film di una certa notorietà e visibilità internazionale.
L’idea è carina e lo script si articola in modo classico, seppur, in certa misura, innovativo: diviso nei classici tre atti, non rispetta però lo schema tradizionale “situazione iniziale-imprevisto-risoluzione”, bensì cambia completamente genere lungo lo scorrere del film.
Così ci godiamo un bel thriller nella prima parte, a mio parere la più riuscita, per passare poi alla commedia nella seconda, per concludersi in un gran finale drammaticamente noir.
La storia è abbastanza semplice. Caty fa la giornalista, sola e un po’ depressa, fin quando non gli viene proposto di filmare una rapina dietro lauto pagamento. Ovvio da dirsi che diventerà la donna della banda, cadendo in una spirale senza più ritorno. “Avevo davanti a me due strade:una buona e una cattiva. Ho scelto la cattiva” dice nel film.
Ora, come abbiamo detto, la prima parte è brillante. Il piano sequenza iniziale, la descrizione per immagini della reporter (Marie Gillain), fino all’incontro con la banda di malviventi e la rapina. Poi il film scade un po’, sia nella parte più distensiva e piacevole, sia in quella finale. Più di una volta viene da pensare che se il regista avesse chiuso la storia con quella scena piuttosto che con quell’altra avrebbe di sicuro guadagnato.
Ma Klapisch ci deve far vedere tutto, e tutto molto dettagliatamente, così che quella che poteva essere la magia di un’eroina in negativo si stempera in una serie di scene lunge e asfissianti.
I personaggi, poi, sono disegnati in modo, a mio parere, volutamente errato. Sono tipici topoi di commedia, esportati in un film che commedia non è. Così troviamo la bella, il duro, l’avanzo di galera che nasconde un cuore d’oro, il ballerino “un po’ checca ma forse no” e così via, in un susseguirsi di personaggi di cui riusciamo a vedere e conoscere solo per il lato esasperato del loro carattere.
L’amore prepotente che fa fatica a venir fuori tra la reporter e il capobanda è segnato da una sola scena, tra l’altro banale e mal costruita, che si cattura le simpatie solo grazie ad una facile battuta.
Interessante l’uso della fotografia nei momenti diversi del film, ma d’altronde è di qualità; la firma Bruno DelBonnel, già al lavoro ne “Il fantastico mondo di Amelie”. Caratterizzata sempre da colori acidi ed elettrici, varia con il variare del personaggio femminile: scialba e spenta all’inizio, vivace nel mezzo, cupa nel finale, per poi ritornare, aiutata anche da una location adatta, vivace nell’ultima scena, ma, volutamente, quasi offuscata, smerigliata.
In ballo sul confine tra commedia noir e thriller sociale, il film di Klapisch non copisce eccessivamente né in brillantezza né in capacità visiva.
La tecnica, usata durante il gran “colpo” finale, della scena raccontata con l’aiuto delle telecamere del circuito di sorveglianza quasi atterrisce per la noia, lasciando un senso di già visto appiccicosa.
Anche l’uso assolutamente superfluo della voice off caratterizza la regia per la ricerca di inquadrature ed espedienti di maniera. Tentativo che fallisce, con mancati controcampi e piani sequenza inespressi.
Un film così e così, che mostra spunti interessanti, soprattutto nella costruzione narrativa, ma li delude spesso e volentieri.

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"Verrà un giorno in cui spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate"

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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 11-05-2004 22:03  
Econdo me invece un bel film, che cerca di andare al di là della semplice narrazione, anche se non certo con propositi altissimi.

ecco comunque la mia recensione

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Vorrei dipingere un quadro dove poter vivere

[ Questo messaggio è stato modificato da: gatsby il 11-05-2004 alle 22:40 ]

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philipcat

Reg.: 08 Feb 2004
Messaggi: 1372
Da: Roma (RM)
Inviato: 11-05-2004 22:47  
quote:
In data 2004-05-07 11:26, Petrus scrive:

Klapish viene dalla commedia; commedia amara, si, ma pur sempre dalla commedia. E giunge, dopo il suo precedente “Appartamento spagnolo”, al secondo film di una certa notorietà e visibilità internazionale.





Solo una precisazione. Prima dell'"appartamento spagnolo", a parte un paio di pellicole che non hanno trovato distribuzione in Italia ma solo in America, Cedric Kaplisch ha girato nel 96, appena trentenne, quello che a mio parere è un piccolo gioiello, che ha ricevuto il Premio della Critica a Berlino: "Chacun cherche son chat". Un affettuoso e arguto affresco sulla solitudine metropolitana, costellata da tipologie e caratteri teneri ed esilaranti. In Italia non è neanche andato troppo male al botteghino, in Francia ha sbancato.

Detto questo, nonostante la tua tiepida recensione di cui non ho motivo di dubitare, sono ugualmente molto incuriosita da "Autoreverse".
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Don't dream it, be it.

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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 11-05-2004 22:52  
Secondo me infatti merita la visione


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Vorrei dipingere un quadro dove poter vivere

[ Questo messaggio è stato modificato da: gatsby il 11-05-2004 alle 22:53 ]

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nonick

Reg.: 11 Mag 2004
Messaggi: 12
Da: Brindisi (BR)
Inviato: 12-05-2004 10:13  
C'è un altro film di Klapish in circolazione in questi giorni su SKY: "Peut-etre". Ho visto qualche scena e mi è sembrato intrigante. Mi riprometto di vederlo nei prox giorni. Qualcuno di voi l'ha visto???

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