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Autore "SCHULTZE VUOLE SUONARE IL BLUES" di Michael Schorr
Cronenberg

Reg.: 02 Dic 2003
Messaggi: 2781
Da: GENOVA (GE)
Inviato: 15-05-2004 19:11  
Schultze, è un minatore sessantenne tedesco a cui viene dato il prepensionamento. Ciò lo abbatterà, ma insieme ai suoi due amici anch’essi ex minatori troverà nuovi passatempi, anche se la sua più grande passione, il blues, la scoprirà da solo. Così inizierà a suonare la fisarmonica un po’ dappertutto, eseguendo brani tipici del sud america, dove si vorrà recare, precisamente in Louisiana.
Questa opera prima di Michael Schorr, è più bella di quanto ci si potesse aspettare da un esordiente. Il look di “Schultze vuole suonare il blues” è assolutamente grandioso, fatto di un humour glaciale e di una sorprendente idillicità positivista. Vincitore del Premio Speciale per la Regia nella categoria Controcorrente della 60° mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, il primo film di Schorr è per davvero un opera controcorrente, dato che solca l’immaginario di formale moralismo portandolo ad una concezione alternativa, quale ad esempio la gioia nel salutare un amico scomparso, che caratterizza il finale di questo coloritissimo film. Meglio riuscito ancora del seppur ottimo “L’uomo senza passato” del finlandese Aki Kaurismaki, che tratta bene o male una simile concezione della vita, “Schultze vuole suonare il blues” è caratterizzato dai dilatati paesaggi e da un sottile retrogusto di amaro, che regala ad una storia quanto mai positivista e buonista un tocco di malinconia in più. Ottime le interpretazioni e le musiche, che fanno pesare ancor di più le accuse e la giustizia che Schorr vuole ottenere, in un mondo di inutili e biechi formalismi.

è nelle sale adesso, consiglio di andarlo a vedere assolutamente e anzi chi l'ha già visto che ne pensa?
_________________
La ragione è la sola cosa che ci fa uomini e ci distingue dalle bestie

René Descartes

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lemona

Reg.: 07 Gen 2002
Messaggi: 819
Da: ferrara (FE)
Inviato: 16-05-2004 01:22  
non raccontarmi la storia , io l'ho visto ha venezia boiata pazzesca

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Marxetto

Reg.: 21 Ott 2002
Messaggi: 3954
Da: Milano (MI)
Inviato: 16-05-2004 08:15  
...

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philipcat

Reg.: 08 Feb 2004
Messaggi: 1372
Da: Roma (RM)
Inviato: 17-05-2004 18:01  
quote:
In data 2004-05-15 19:11, Cronenberg scrive:
Schultze, è un minatore sessantenne tedesco a cui viene dato il prepensionamento. Ciò lo abbatterà, ma insieme ai suoi due amici anch’essi ex minatori troverà nuovi passatempi, anche se la sua più grande passione, il blues, la scoprirà da solo. Così inizierà a suonare la fisarmonica un po’ dappertutto, eseguendo brani tipici del sud america, dove si vorrà recare, precisamente in Louisiana.
Questa opera prima di Michael Schorr, è più bella di quanto ci si potesse aspettare da un esordiente. Il look di “Schultze vuole suonare il blues” è assolutamente grandioso, fatto di un humour glaciale e di una sorprendente idillicità positivista. Vincitore del Premio Speciale per la Regia nella categoria Controcorrente della 60° mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, il primo film di Schorr è per davvero un opera controcorrente, dato che solca l’immaginario di formale moralismo portandolo ad una concezione alternativa, quale ad esempio la gioia nel salutare un amico scomparso, che caratterizza il finale di questo coloritissimo film. Meglio riuscito ancora del seppur ottimo “L’uomo senza passato” del finlandese Aki Kaurismaki, che tratta bene o male una simile concezione della vita, “Schultze vuole suonare il blues” è caratterizzato dai dilatati paesaggi e da un sottile retrogusto di amaro, che regala ad una storia quanto mai positivista e buonista un tocco di malinconia in più. Ottime le interpretazioni e le musiche, che fanno pesare ancor di più le accuse e la giustizia che Schorr vuole ottenere, in un mondo di inutili e biechi formalismi.

è nelle sale adesso, consiglio di andarlo a vedere assolutamente e anzi chi l'ha già visto che ne pensa?




Condivido in tutto. Ho amato molto l'atmosfera malinconica e rarefatta e il non compiaciuto umorismo che deve evidentemente molto a Kaurismaki.

Il titolo è anche un piccolo gioco di parole. "Schultz gets the blues", nella sua accezione primaria significa Schultz soffre di malinconia.
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Don't dream it, be it.

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Cronenberg

Reg.: 02 Dic 2003
Messaggi: 2781
Da: GENOVA (GE)
Inviato: 18-05-2004 15:53  
gia, non avevo notato questo giochetto ottima intuizione
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René Descartes

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philipcat

Reg.: 08 Feb 2004
Messaggi: 1372
Da: Roma (RM)
Inviato: 18-05-2004 17:04  
quote:
In data 2004-05-18 15:53, Cronenberg scrive:
gia, non avevo notato questo giochetto ottima intuizione




E' perfettamente coerente con l'umorismo agrodolce che pervade il film.
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Don't dream it, be it.

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Cronenberg

Reg.: 02 Dic 2003
Messaggi: 2781
Da: GENOVA (GE)
Inviato: 19-05-2004 13:07  
esattamente
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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 03-07-2004 01:08  
Mi sembra assurdo: su internet questo film non esiste!
Me lo sono perso al cinema, ed ora non riesco a trovarlo!

Ci sono miliardi di Troy, e di The day after tomorrow, e di Harry Potter 3, ma NESSUNO si è cagato di mettere in rete questo film.
Al di là del discorso commerciale e legale/illegale, mi mette una tristezza enorme il fatto che un film come questo, che mi sembra ottimo o che comunque stimola molto il mio interesse, non riceva un minimo di attenzione dal popolo della rete.

Bah, speriamo in qualche arena estiva...
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Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

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JesRabbit

Reg.: 02 Lug 2004
Messaggi: 30
Da: Formigine (MO)
Inviato: 03-07-2004 10:56  
Me ne ha parlato bene il mio professore di fisica. Credo proprio che lo cercherò!
Baci...
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Andiamo a casa, tesoro... Ti faccio una bella torta di carote...

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 22-02-2005 16:53  
quote:
In data 2004-05-17 18:01, philipcat scrive:
Il titolo è anche un piccolo gioco di parole. "Schultz gets the blues", nella sua accezione primaria significa Schultz soffre di malinconia.


parto dall'ottima riflessione della sempre ottima filippa.
perché i distributori italiani ne hanno combinata un'altra delle loro: quello che Schultze suona non è un Blues, ma uno Zydeco. Quella di cui il protagonista del film va a cercare le radici è una musica tipica dei francofoni emigrati sulle sponde del Mississippi; da qui l'associazione con il Blues, per creare il gioco di parole nel titolo, completamente perduto e travisato nella traduzione italiana.

Il film.
Già dopo pochi minuti si intuisce che il regista ci sta parlando di una routine forzata, che dietro tutte quelle inquadrature fisse si celi una voglia di divincolarsi e fare quello che si vuole. E' quello che accade anche al protagonista: Schultze, un anziano minatore, viene mandato in prepensionamento insieme ai suoi due migliori amici; questo non scuoterà la loro routine, fatta di birre al bar, giornate a pesca e partite di scacchi. E polka, l'unica musica che pare essere "accettata" dalla comunità (cosa direbbe il padre di Schultze, uno dei fondatori della banda del paese, se sapesse che suo figlio si dedica alla musica dei negri?!). Schultze, grosso omino di incredibile tranquillità, rispettoso di tutti e ancora attaccato alle "vecchie buone maniere", si scompone solo davanti alla musica nuova, ad uno Zydeco ascoltato alla radio, tanto da arrivare a consultare un medico. Sempre più catturato dal fascino e dall'anima di questa nuova passione, sprigiona tutta la sua malinconia decidendo di recarsi in Louisiana, alla scoperta delle radici di quella musica. Il viaggio cambierà la sua vita, regalandogli un po' di felicità.

Inquadrature fisse, dicevamo. Per i primi 40 minuti non c'è un solo movimento di macchina! Una lunga serie di splendide cartoline ci scorre davanti catturando l'attenzione; sono tutti totali, l'azione (e la non-azione) viene ripresa nella sua totalità, non ci sono primi piani nè utilizzo del fuori campo, sono quasi tutti piani sequenza. E' la routine forzata, sono le regole, fisse (appunto), della comunità.
Significativo, a tal proposito, come una scena quale una gara di motocross, che si offrirebbe agevolmente a virtuosismi vari, venga ritratta attraverso due sole inquadrature, anch'esse fisse.
Interessante anche la scena della partita di scacchi: anche qui due inquadrature fisse, nella prima viene ripresa la partita, esattamente come se fosse una tra le tante del torneo, e il litigio (divertente la trovata del giocatore "serio" in piano ravvicinato che si limita a scuotere un attimo la testa quando uno dei due amici di schultze rovescia tutte le pedine); nella seconda inquadratura, il regista ci mostra Schultze e la sua solitudine, rimasto solo ad un tavolo vuoto mentre intorno a lui il torneo procede regolarmente.

Al minuto 40 c'è il primo, impercettibile seppur atteso (io ho mandato indietro il lettore per notarlo bene), movimento di macchina; si scuote la routine, e infatti la scena è quella della cena a casa di Schultze (nei dialoghi viene detto chiaramente che è la prima volta che i tre cenano insieme a casa del protagonista).

Visivamente è un film ricchissimo, soprattutto (potrebbe sembrare paradossale, ma tant'è) nella prima parte.
E' un racconto che segue gli stati d'animo di un uomo che va verso i propri sogni, o più semplicemente verso una propria curiosità; magari può sembrare a tratti lento, ma non si può non sentirlo dentro, fino alle ossa, proprio come un desiderio, proprio come una malinconia, proprio come un Blues.
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Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 22-02-2005 17:05  
Ancora un paio di cose da dire.

Merita almeno una menzione Horst Krause, l'attore che ha interpretato alla perfezione il difficile ruolo di Schultze; lascia trasparire tutte le emozioni che il protagonista della storia tiene per sè.

L'ironia agrodolce di cui tutta la narrazione è permeata (ovunque abbia letto si fa il nome di Kaurismaki, che però non conosco) è splendida, merce rara al giorno d'oggi.
Su tutto, si veda il farsesco finale, in cui gli amici scherzano e la banda suona il "suo" pezzo, che non è più la "Polka di Schultze", ma il suo blues. Poesia allo stato puro.
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Cronenberg

Reg.: 02 Dic 2003
Messaggi: 2781
Da: GENOVA (GE)
Inviato: 22-02-2005 18:48  
quote:
In data 2005-02-22 17:05, sandrix81 scrive:
Ancora un paio di cose da dire.

Merita almeno una menzione Horst Krause, l'attore che ha interpretato alla perfezione il difficile ruolo di Schultze; lascia trasparire tutte le emozioni che il protagonista della storia tiene per sè.

L'ironia agrodolce di cui tutta la narrazione è permeata (ovunque abbia letto si fa il nome di Kaurismaki, che però non conosco) è splendida, merce rara al giorno d'oggi.
Su tutto, si veda il farsesco finale, in cui gli amici scherzano e la banda suona il "suo" pezzo, che non è più la "Polka di Schultze", ma il suo blues. Poesia allo stato puro.


Ottima analisi Sandro, complimenti

Di Kaurismaki, il film che più impressiona, e si allinea al costante senso di sottile commedia amara della vita percettibile nel film di Schorr, è "L'uomo senza passato". In quel caso la narrazione appare però decisamente forzata da caratteri narrativi coloriti e surrealistici che guidano il film attraverso destini avversi ma comunque favolistici e morali. Nel film di Michael Schorr si nota invece che il destino iperreale di un uomo slegato dal proprio passato, coincide con il crepuscolo della sua vita. Quindi più spensierato e glorioso è nel rianimarsi, più commemorato e antimorale sarà nello spegnersi.
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René Descartes

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 02-10-2006 00:47  
in effetti c'è un errore nel post che scrissi al tempo, il primo movimento di macchina del film è due minuti prima di quello che ho citato, ed è una panoramica tanto evidente quanto significativa. significativa sia per il gesto stesso, meramente fisico e di conseguenza filosofico; sia per il modo in cui il movimento della macchina da presa accompagna e sottolinea la svolta interiore di Schultze; sia anche per quelle foglie mosse dal vento della prima vera passione.

l'errore dunque non modifica di una virgola il mio discorso.
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