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Autore Fame chimica
babykiky

Reg.: 05 Mag 2004
Messaggi: 39
Da: milano (MI)
Inviato: 27-05-2004 22:07  
non trovo topic sul film....
qualcuno l'ha visto?
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K-sblog.it

*Cinema Sblog* Ultima recensione: The Terminal

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Ehja25

Reg.: 22 Apr 2004
Messaggi: 434
Da: Ponte di Piave (TV)
Inviato: 27-05-2004 22:19  
Io non so neanche se è uscito...
Mi piacerebbe vederlo ma dove??
_________________
___________;-) Ehja 25 ;-)__________

cliccare per credere!!!!!!!!!!
http://s3.bitefight.it/c.php?uid=64452
http://s3.gladiatus.it/game/c.php?uid=56559

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willoz

Reg.: 08 Mar 2004
Messaggi: 3701
Da: trento (TN)
Inviato: 27-05-2004 22:51  
Poco tempo fa ho visto un servizio/trailer fatto piuttosto bene ma il film...
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SKubrick


Reg.: 23 Giu 2002
Messaggi: 849
Da: Bisaccia (AV)
Inviato: 28-05-2004 21:14  
Se non mi sbaglio è uscito un paio di settimane fa prima o quando usci Van Helsing, in poche sale però
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http://www.cinematik.it

IL GRANDE GIOCO DI CINEMA VIRTUALE!!!

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Sicilia

Reg.: 03 Nov 2003
Messaggi: 1072
Da: bari (BA)
Inviato: 29-05-2004 11:09  
ho visto qualche spezzone di film su mtv a drugline.....devo dire che sembra ben fatto....il regista ha sottolineato che nn si tratta di un film solo sulla droga e degli effetti devastanti che provoca ma anche sull'amicizia e amore......
il film nn è uscito in tutta italia ma solo a milano roma torino venezia e napoli........
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Non esiste una sola realtà...

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trynyty86

Reg.: 01 Apr 2004
Messaggi: 34
Da: Pomigliano d'Arco (NA)
Inviato: 30-05-2004 16:54  
Ho letto qualcosa a riguardo e ank'io avrei voluto vederlo, ma mi sa ke neppure qui arriverà.
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"Se ti dicono di alzarti, tu siedi, quando siedono, tu alzati in piedi...
insegui i tuoi sogni fino a quando ci credi;
ti insulteranno a gran voce, tu ridi; ti chiuderanno la bocca, tu scrivi"
Articolo 31

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babykiky

Reg.: 05 Mag 2004
Messaggi: 39
Da: milano (MI)
Inviato: 01-06-2004 14:32  
Paolo Vari e Antonio Bocola riprendendo un loro mediometraggio del '97, propongono adattato per i grandi schermi Fame Chimica.
L'ambientazione è piazza Gagarin, nel quartiere della periferia milanese di Quarto Oggiaro; i protagonisti, giovani ventenni alle prese con la crescita post-liceum.
La trama non è nulla di eccezionale ma colpisce ugalmente per quanto riguarda l'aderenza alla realtà: storie di vita quotidiane che si intrecciano con problemi sociali di accettazione come quello degli immigrati, molto sentito nelle piccole realtà di quartiere, il lavoro non soddisfacente, e lo spaccio di stupefacenti.
Manuel (Matteo Gianoli) e Claudio (Marco Foschi) sono due amici di vecchia data, cresciuti in un quartiere abbandonato a se stesso, dove il 'cazzeggio sulla panchina' è un must e dove la droga gira come fosse cibo.
La cinepresa entra nelle loro vite nel momento di transizione tra "il fare cazzate" e il darsi una regolata perchè non potrà andare sempre bene.
Il tutto contornato dall'apparizione di una bella ragazza, Maya (Valeria Solarino), che provoca alcune tensioni tra i due amici, ma senza scendere nel muccinismo.
Le tematiche vengono trattate con grande realismo, dalla storia della triangolazione truffauniana, passando dal linguaggio tipico dei giovani milanesi, all'uso tranquillo e paradossalmente innocente delle dorghe, sia leggere che pesanti, da parte dei ventenni (e non), che senza prospettive di un futuro migliore, vivono giorno per giorno senza cercare di cambiare un virgola della loro vita.
Anche il tema del razzismo e dei pregiudizi contro gli immigrati viene affrontato con la giusta sensibiltà e arguzia, dando ampio spazio alla colonna sonora di Zulù dei 99 posse, rinomato cantante napoletano, che come un cantastorie narra le vicende di discriminazione negli ipocriti e bigotti quartieri milanesi di periferia.
I due registi realizzano un bel film, senza pretese, con attori convincenti e argomenti attuali, evitando anche di cadere nella rete italiana del moralismo.
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K-sblog.it

*Cinema Sblog* Ultima recensione: The Terminal

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Sandrino

Reg.: 17 Mag 2004
Messaggi: 612
Da: Gavi (AL)
Inviato: 09-06-2004 16:26  
Si è sempre sospettosi nei confronti degli esordi in Italia, un po' perchè la nostra è la patria dei commissari tecnici e dei registi e anche perchè nella maggior parte dei casi si va incontro a cocenti delusioni. Non è il caso di "Fame chimica", piccolo film di quartiere con tematiche universali che rilancia il dibattito sulla convivenza con gli immigrati e sulla loro difficile integrazione nel nostro tessuto sociale. Ma il film dei due esordienti Paolo Vari e Antonio Comosso va oltre l'analisi di questo problema, ponendo una questione che troppo spesso si è cercato di ignorare: l'essere prigionieri a casa propria. "Fame chimica" è un film sulla libertà, strutturato come un piccolo "Mean Streets" all'italiana, in cui le storie dei tre giovani personaggi mettono in risalto lo stato di alienazione di una società che si chiude su se stessa, negando qualunque possibilità di crescita e di fuga a chi desidera cambiare in qualche modo le cose. Ben girato, supportato da un buon cast giovane e molto curato nell'immagine, "Fame chimica" e' un'opera prima che non passa inosservata, grazie anche all'ottima scelta musicale operata nella costruzione della colonna sonora, supervisionata da Zulu dei 99 Posse. DA GUARDARE!!

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Lilluz

Reg.: 21 Ott 2004
Messaggi: 947
Da: Pescara (PE)
Inviato: 14-01-2005 16:23  
mannaggia... io lo voglio vedere questo film ma non ne ho visto neanche l'ombra... l'hanno dato una volta ad un cinema a spettacolo e giorno unico e non c'ero... sono curioso di vederlo. spero di riuscirlo a trovare in vhs o dvd... ma perchè questo tipo di film italiani hanno così poca pubblicità e visione?

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Ninjino

Reg.: 06 Dic 2004
Messaggi: 55
Da: Milano (MI)
Inviato: 14-01-2005 17:36  
Io lo ho visto in DvD...
E' un film carino senza troppe pretese...
E' Ambientato Nella periferia Milanese in preciso Piazza Gagarin quartiere Barona(dove tra l'altro sono cresciuto)
Devo dire che i fatti sono molto vicini alla realtà del posto(per quanto possibile esprimersi cinematograficamente)
Narra la storia di 2 amici e del confronto/scontro tra gli abitanti di vecchia data e i nuovi extracomunitari, personaggi stereotipati che cmq danno l'idea della vita di quartiere...
Una buona colonna sonora, e una recitazione senza grandi pretese...
A me è piaciuto, ma forse per l'aspetto più nostalgico...
Cmq a chi piace il genere metropolitano lo consiglio, ma secondo me molto migliore il film "Certi Bambini" uscito anche lui di recente in DvD...

smackkk
_________________
Che te lo dico a fare...

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Bonjo3

Reg.: 13 Ott 2004
Messaggi: 404
Da: Lucca (LU)
Inviato: 14-01-2005 17:52  
Ripreso da un documentario-cortometraggio (da cui un certa inclinazione nella regia)degli stessi registi del 97 prova a presentare, senza la pretesa di giudicare, una realtà che evidentemente in italia è presente e decisamente poco conosciuta.
Non sarà un capolavoro ma almeno ti fa riflettere.

[ Questo messaggio è stato modificato da: Bonjo3 il 14-01-2005 alle 17:56 ]

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valtav84

Reg.: 10 Gen 2005
Messaggi: 26
Da: monopoli (BA)
Inviato: 15-01-2005 13:00  
io l'ho visto l'anno scorso al cineforum che organizzano nella mia città.
è un film carino che parla di ragazzi di una periferia di milano. c'è anche zulù dei 99 posse che ha scritto la colonna sonora e ogni tanto incomincia a cantare nel bel mezzo del film, così, dal nulla! poi, voglio dire, non è che zulù sia un bel vedere!

_________________
i'm an alligator, i'm a mama-papa comin' for you, i'm the space invader, i'll a rock'n'roll bitch for you"

[ Questo messaggio è stato modificato da: valtav84 il 15-01-2005 alle 13:01 ]

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follettina

Reg.: 21 Mar 2004
Messaggi: 18413
Da: pineto (TE)
Inviato: 16-01-2005 23:49  
zulù non sarà un bel vedere, ma è un grande...
la colonna sonora mi piace solo che da quando si sono divisi i 99 posse ha perso tanto....

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Onirigeno

Reg.: 06 Mag 2005
Messaggi: 192
Da: Napoli (NA)
Inviato: 13-05-2005 19:32  
Ho da poco avuto il piacere di vedere questo film che merita di tutto e di più.

Vi riporto qui una recensione che condivido in pieno:

L’amicizia di due ragazzi ventenni, Claudio e Manuel, viene scossa dall’arrivo improvviso della ragazza più bella del quartiere: ognuno dei due prenderà l’occasione per confrontarsi con la propria vita e con il proprio futuro. Fa da sfondo un quartiere in cui ci si prepara a una battaglia per problemi di razzismo e integrazione sociale.

Fame chimica è una pellicola da vedere.


Fame chimica è una pellicola da vedere, e non perché ci racconta una storia comune, fra ragazzi comuni, in un ambiente, quello metropolitano, talmente decontestualizzato da poter appartenere a qualsiasi città (il film è stato girato a Milano); e non è per il linguaggio, uno slang in continua evoluzione, che cambia e muta come l’aspetto dei quartieri e della gente che li abita, che questa pellicola merita il favore di pubblico e critica; e non solo perché affronta uno dei tanti problemi di integrazione e lotta sociale merita di essere un documento di interesse nazionale e da mostrare ai più giovani. Fame chimica è un film da vedere non solo perché fa tutto questo, ma perché lo fa con serietà, intelligenza e grande coraggio da meritarsi elogi e inchini da tutto il cinema italiano.

La grande capacità dei due registi è stata quella di coinvolgere tutti coloro che hanno partecipato alle realizzazione del film, dallo sceneggiatore agli attori, dalla produzione ai compositori, letteralmente “stringendoli” attorno alla pellicola: il risultato è stato quello di ottenere un lavoro di rara coralità, in cui si avverte il massimo impegno ad ogni livello; abbastanza eclatante in questo senso è la prova offerta soprattutto dagli attori non professionisti, quasi tutti trovati durante i casting avvenuti sulle panchine di diverse città italiane, che sono riusciti a trasmettere una incredibile naturalità nell’espressione, rendendo così i loro personaggi talmente veri da far apparire Fame chimica, a tratti, un documentario.


Un elogio particolare va alla capacità di mantenere una semplicità e un’immediatezza degne di nota: i personaggi, ad esempio, sono descritti con fulminante rapidità, ma con quell’attenzione che coglie i tratti decisivi e li traduce in un’espressione del viso, in un indumento, in un’acconciatura, in uno sguardo o in una battuta; la semplicità nella narrazione, lo sviluppo dei personaggi e l’azzeccatissima colonna sonora costruiscono un film coinvolgente e diretto, che comunica con messaggi precisi, senza la presunzione di colpire o di stupire il pubblico con esagerazioni, troppo spesso invece concesse a tutto il cinema indipendente.

Un applauso e un inchino.

INTERVISTA AL REGISTA Antonio Bocola

In Fame chimica siete riusciti a rendere molto bene il linguaggio giovanile. Volevamo sapere se i ragazzi che sono stati coinvolti nel film, di cui molti non avevano nessuna esperienza di recitazione, hanno anche contribuito ad arricchire il linguaggio utilizzato.

Per noi era fondamentale che il linguaggio in questo film fosse quello giusto, corrente e che non risultasse fake, falso. In questi anni di lavori documentaristici sul mondo giovanile ci siamo fatti un po’ l’orecchio e siamo sensibili a questi aspetti.
Il film Fame chimica ha ricercato davvero in quasi tutte le piazze d’Italia i suoi protagonisti, abbiamo fatto il casting sulle panchine, negli stadi, nelle discoteche, nei centri sociali, in tantissimi altri posti. Una volta costituito un gruppo di ragazzi, abbiamo iniziato una sorta di laboratorio con loro, per verificare se quello che era scritto nella sceneggiatura fosse sentito. Abbiamo realizzato una sorta di upgrade culturale, abbiamo confrontato i nostri contenuti con la lingua viva, corrente dei ragazzi. Ad esempio, ad un certo punto Franz (Francesco Scarpelli, NdR) aveva scritto qualcosa del tipo: “Andate a fare il via ai motorini?”. E tutti quanti hanno detto: “Fare il via? Si dice scavallare!”. Tutto questo è stato d’aiuto anche per i professionisti: per il professionista la spontaneità è un punto d’arrivo, mentre era l’unica cosa che i non professionisti avevano in partenza. La contaminazione è stata davvero positiva: ha permesso ai professionisti di smollarsi un po’ e di approcciare in modo diverso il lavoro su loro stessi, ed è stato di grande motivazione per i non professionisti avere a che fare con persone che facevano parte di questo mondo, del teatro, del cinema, che comunque erano di mestiere.

Per quale motivo avete scelto un artista napoletano come Zulù come parte fondamentale della colonna sonora di un film che racconta la periferia milanese?

In verità noi non volevamo che fosse un film milanese. Noi siamo di Milano e per noi essenzialmente lo è, però il nostro intento era quello di ricostruire l’etica del conflitto metropolitano in modo intenso, sanguigno, vivo. I tamburi degli E Zési, che è un gruppo importantissimo della cultura italiana, un gruppo operaio di Pomiliano d’Arco, hanno costituito con le loro tamorriate e pizzicate il tappeto sonoro della piazza, e rendono una sensazione davvero popolaresca, sanguigna. Ci interessava fare questo: stendere un tappeto martellante, coinvolgente.


C’è una spaccatura abbastanza netta fra il mondo dei giovani e quello degli adulti, che sembrano occupati da cose completamente diverse, quasi senza importanza.

Dal nostro punto di vista il mondo adulto è quello che esce sconfitto. Anzi, parte sconfitto e lo resta, perché è quel mondo adulto che non è stato capace di crescere, di reinventarsi, di cambiare. Io ho 37 anni e la generazione appena precedente alla mia si è dissolta nell’eroina, nel terrorismo oppure sono diventati socialisti o degli yuppies e noi non abbiamo avuto dei riferimenti a cui aggrapparci, nessun tipo di spinta. Abbiamo dovuto reinventare un po’ tutto.
Invece i giovani di adesso hanno grandissima vitalità, magari poi sfociano anche in comportamenti deviati/devianti, ma perché hanno una solitudine di fondo, non sono seguiti dal mondo adulto quanto potrebbe fare.
È evidente la spaccatura fra i due mondi. Da una parte c’è la solitudine e una grande vitalità, dall’altra c’è cecità, sordità e la voglia di costruire le recinzioni e di mantenere pulito il proprio giardino.

Dopo aver realizzato Fame chimica, la Cooperativa Gagarin sta lavorando ad altri progetti?

La Cooperativa Gagarin è nata in occasione del film Fame chimica, però è destinata a rimanere nel mercato, ha dei progetti culturali da portare avanti. Si tratta di proposte produttive che escono dal mercato cinematografico italiano, che come si sa ha grandissimi problemi. Il nostro è un tentativo: se Fame chimica avrà un buon riscontro col pubblico nelle sale, vuol dire che la nostra intenzione di rischiare per portare un certo tipo di prodotto e quindi determinerà anche molto del futuro della cooperativa Gagarin.

E l’associazione Fame chimica?


L’Associazione Fame chimica riunisce tutti gli operatori che hanno lavorato con noi e che mantiene le quote di proprietà di ognuno di loro. Questo film è fatto in copartecipazione reale: ognuno di noi è proprietario del film e avrà vita natural durante tutti i proventi di quota dello sviluppo del film. È una forma di produzione innovativa.

Avete dichiarato che questo film è partito dall’interesse di riscoprire il mondo che era stato vostro. Quali differenze avete trovato?

Le differenze non si contano. Le cartine sono sempre uguali, sempre di carta e sempre con poca colla… Sono cambiate le musiche, le droghe, gli stili di vita. La gente si mette i piercing ovunque…
Per poter realizzare Fame chimica anche noi ci siamo dovuti approcciare con curiosità e interesse a questo mondo, proprio per indagarlo.

Evviva Luca Persico.
Con questo Vi ringrazio della pazienza con la quale leggo quanto scrivo e quanto Vi riporto ogni tanto



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[ E' buffo come i colori del vero mondo divengano veramente veri soltanto quando uno li vede sullo schermo. {Malcolm McDowell (Alexander DeLarge) in "Arancia meccanica"} ]

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millio

Reg.: 06 Gen 2005
Messaggi: 2394
Da: cagliari (CA)
Inviato: 13-05-2005 20:48  
Film da recuperare

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