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Autore I vostri Canti orfici
Tristam
ex "mattia"

Reg.: 15 Apr 2002
Messaggi: 10671
Da: genova (GE)
Inviato: 08-07-2004 01:04  
conoscete la storia di Dino campana e i suoi canti orfici?
è una storia bellissima, ve la trascrivo (il sostituto semantico del mafioso copia e incolla) così come l’ho raccontata:
dino campana è un poeta di inizio novecento che visse tra genova e la toscana che scrisse un giorno una raccolta di poesie e che diede da leggere agli allora uomini più importanti della cultura italiana: l'ardengo e il soffici, i quali avevano anche una rivista, un giornale, molto importante e rispettato.
ovviamente come sempre capita, questo tipo di persone sono anche snob, un pò perchè non hanno voglia di perdere tempo, un pò perchè non devono nulla a nessuno, e quindi non avevano molta voglia di stare a leggere le poesie di questo giovane scrittore.
succede però che, grazie a via traverse, campana riesca a farsi dare un appuntamento da uno dei due intellettuali e ovviamente da giovane rampante porta il manoscritto delle sue poesie per poterle fare leggere e quindi sottopore ad un giudizio.
non ricordo molto bene ora, ma credo fosse una specie di libro di poesie con una specie di storia, se non altro psicologica o simbolica, come andava di moda in quei decenni.
succede che ovviamente campana deve lasciare il manoscritto, l'unico per altro in suo possesso, l’unica copia, ai due scrittori che si ripromettono di leggerlo al più presto per fargli sapere un giudizio ed eventualmente aprirgli le strade alla pubblicazione.
passano i giorni, le settimane e campana non ha nessuna notizia.
decide quindi di andare, in preda all'ansia, a farsi le sue ragioni e arrivato sul luogo scopre, per detta di uno dei due scrittori, che nel frattempo si erano completamente dimenticati di lui, che il manoscritto era andato perso.
il povero campana, che poi con il tempo diventerà sempre più pazzo fino poi a morire in manicomio (se la memoria non mi inganna), ovviamente inizia a dare i primi segni di squilibrio. tutto quello che aveva scritto, tutta la sua fatica era improvvisamente vanificata dal gesto di un uomo potente quanto meschino.
ritornato a casa in preda al più grande sconforto e alla più buia disperazione, Campana decide di riscrivere tutto quello che era andato perduto cercando di ricordarsi tutto quello che aveva scritto e come lo aveva scritto.
e come orfeo, decide di scendere negli inferi per farsi responsabile della vita della sua Euridice, per recuperare un pò la sua vita che era stata ingiustamente mutilata.
il libro che poi uscì, ovviamente non fu uguale all’originale, ma la disperazione che guidò campana, pari alla mano di un accompagnatore che guida il cieco, lo portò a sondare i suoi più reconditi ricordi, le sue passioni e le sue paure a tal punto che quello che ne uscì fu un libro cento volte più importante e maturo di quello andato perso, che poi intitolò, a seguito del suo viaggio simbolico, I Canti Orfici e che divenne un libro capitale per la nostra cultura e la nostra poesia.

Ora a seguito di quanto appena detto vi è mai successo di dover rivivere un “canto orfico” nella vostra vita? Uno di qualsiasi tipo. Un messaggio al cellulare andato cancellato per errore, un vostro scritto o un vostro discorso che è sparito nel nulla senza che lasciasse traccia se non nella vostra mente, nelle vostre emozioni e nei vostri ricordi. Voi, pubblico del vostro stesso io, ascoltato, perso e poi ritrovato.

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"C'è una sola cosa che prendo sul serio qui, e cioè l'impegno che ho dato a xxxxxxxx e a cercare di farlo nel miglior modo possibile"

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stilgar

Reg.: 12 Nov 2001
Messaggi: 4999
Da: castelgiorgio (TR)
Inviato: 08-07-2004 02:49  
Mi capita spesso con i post di forum e blog...mi taglierei le vene quando succede.

Bella storia comunque
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Profundis - L'anima nera della rete

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Deeproad

Reg.: 08 Lug 2002
Messaggi: 25368
Da: Capocity (CA)
Inviato: 08-07-2004 02:58  
a partire dalla terza media, fino alla seconda liceo (classico, quindi quarto anno), scrivevo molto... di tutto, racconti, versi, poesie... ogni volta, in preda a crisi depressive strappavo e gettavo via ogni cosa, ma poi in qualche modo mi ritrovavo a ricostruire tutto quanto, parola per parola... un giorno, non ricordo neppure più per quale motivo bruciai ogni singolo foglio, ogni singola idea, ogni singola bozza, ma questa volta per sempre. In verità alcune cose la mia ex ragazza riuscì a salvarle, le trascrisse su un quaderno e me lo regalò. Io feci finta di esserne contento, ma non ho mai aperto quel quaderno, che da tempo immemore giace da qualche parte nel disordine cosmico della mia camera da letto.
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Le opinioni espresse da questo utente non riflettono necessariamente la loro immagine allo specchio.

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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 08-07-2004 08:42  
Campana è stato l'autore di italiano che portai agli esami per la maturità,semplificando si potrebbe dire che è la versione italiana di Rimbaud e Baudelaire.
Quando Campana riscrisse il suo materiale come hai ben detto Tristam, Campana non fece una semplice opera di copiatura del prorpio ricordo, ma riuscì a recuperare i propri sentimenti, le proprie passioni, la propria pazzia, fu guidato con rabbia dall'istinto di chi scrive perchè quest'atto è vera conseguenza del suo stesso essere.

Riuscire a scrivere con foga è stato per me sempre un successo. Mettere da parte il ragionamento, per lasciarsi guidare come se si stesse scrivendo sotto dettatura è uno stato a cui spesso miro, ed è innegabile che la cancellazione di quanto si sia già scritto e di cui sia rimasto giusto il ricordo del contenuto, ne sia spesso un passsaggio fondamentale.
Cancellato il superfluo,dopo un giusto periodo di tempo che ci dia modo di scordare le parole scritte, lasceremo macerare al nostro interno l'essenza di quanto ci venne in mente. Un'idea di ricordo che verrà modellato e riletto, all'interno della nostra personalità fino a che sarà espulso arricchito di tutto quel sentimento che spesso nenache riconosciamo in noi stessi.
Cancellare quindi non tanto come errore, quanto come primo passaggio per l'effusione di qualcosa che abbiamo bisogno di dire, ma che deve ancora arricchirsi di tutto il nostro io.
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Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è

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GionUein

Reg.: 20 Mag 2003
Messaggi: 4779
Da: taranto (TA)
Inviato: 08-07-2004 09:48  
Mi è capitato spesso.
Mi piace scrivere, ma ho la testa che "non mi accompagna ".
E pertanto perdo "manoscritti", appunti e file.
Mi tocca riscrivere tutto.

Qualche volta è un bene ( chiamiamolo pure effetto "campana" ), altre una tragedia.
Se cerchi di "imbrigliare " la fantasia e l'ispirazione del momento cercando di "incanalarla" sul ricordo di quello che hai scritto ... sei fottuto !


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edywan78

Reg.: 13 Gen 2004
Messaggi: 645
Da: edywan (AO)
Inviato: 08-07-2004 09:56  
no non mi è mai capitato di gettare uno scritto per poi cercare di ricordarmelo.

diversamente mi succede di creare pensieri, idee, soggetti per sceneggiature o battute per dialoghi e non trascriverle. ogni buona idea non trascritta è perduta! come i sogni.

in una situazione però mi sono reso conto di aver smarrito (rubato?) qualcosa di speciale: erano gli schizzi di un progetto, un ristorante ai bordi del Po, di fronte al castello del valentino. la delusione è stata enorme. se non frequento più architettura è anche per questo motivo
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angel76st

Reg.: 18 Apr 2004
Messaggi: 1945
Da: ostuni (BR)
Inviato: 08-07-2004 11:00  
al contrario scrivo pochissimo, e poche volte ho avuto un diario,
così quando per impulso ho scritto qualche riflessione l'ho fatto su fogli sciolti poi smarriti fra i mille appunti di lezioni dell'università nelle cartelle che archivio "a sentimento" e in maniera del tutto velleitaria e disordinata.
quando poi mi capita di imbattermi in tali scritti provo un gran senso di piacere.
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"quando vivi nella paura arrivi al punto , che vorresti essere morto." Sonatine.

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denisuccia

Reg.: 14 Apr 2002
Messaggi: 16972
Da: sanremo (IM)
Inviato: 08-07-2004 11:25  
A me capita spessissimo...

E ogni volta che perdo, in qualche modo, un mio scritto, mi convinco che fosse il più bello che avessi mai concepito e che non potrà più venire uguale o migliore...

E' il mistero delle parole che spariscono, non si può sapere a cosa avrebbero dato luogo...


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L'improvviso rossore sulle guance di Thérèse, identificato immediatamente come il segno dell'Amore, quando io avevo sperato in una innocente tubercolosi.

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ilNero

Reg.: 11 Apr 2003
Messaggi: 5388
Da: Napoli (NA)
Inviato: 08-07-2004 11:42  
Mai capitato di perdere qualcosa di scritto.Ne ho terrore sono al pensiero che possa succedere.
Perchè lo faccio solo per me.Difficilmente lascio leggere ad altre persone qualcosa che è veramente mio,anzi,difficilmente altre persone si accorgono che abbia scritto qualcosa.
Scrivo a mio uso e consumo,ed ogni volta è la voglia,o il bisogno,di ricordare che mi spingono a farlo.
Di solito capita durante qualche viaggio.Porto con me un piccolo palmare in cui annoto le osservazioni più disparate,a volte senza ordine di qualità,da nomi di strade e locali a impressioni su Monaco di notte,disegnini sparsi,ricette di piatti,i battelli sulla Moldava,nomi di vini,indirizzi in cui non tornerò mai,e le luci di Soho mentre piove.

Scrivo per ricordare,e non appena ritorno a casa il primo pensiero è riportare tutto su carta,quasi a ricreare attraverso di essa,un rapporto fisico con ciò che sta per fissare.
E non c'è disordine che tenga per questo,è tutto in una scatola blu,nel fondo dell'ultimo cassetto della scrivania.

_________________
Just a perfect day,
Ma starei meglio se tu non appoggiassi quella mano sulla mia spalla.

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ginestra


Reg.: 02 Mag 2003
Messaggi: 8862
Da: San Nicola la Strada (CE)
Inviato: 08-07-2004 11:51  
Mi hai fatto ricordare di alcune poesie che, incautamente, avevo messo su Word, mentre le originali non so che fine abbiano fatto.Conclusione, quando il pc, alcuni mesi fa, è andato in tilt, ho perduto tutto, mi ricordo gli argomenti di ognuna, una era dedicata alla Musa della Poesia, l'altra alla mia gatta e un' altra si perde nella memoria del tempo.Peccato, riscriverle sarebbe arduo: la poesia è l'atto spontaneo di un attimo,mi capitava spesso(ora di meno) di avere un'improvvisa ispirazione che dovevo immediatamente concretizzare su di un foglio.Esse non ritorneranno più, con quelle parole e con quell'essenza!
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E tu, lenta ginestra,che di selve odorate queste campagne dispogliate adorni, anche tu presto alla crudel possanza soccomberai del sotterraneo foco, che ritornando al loco già noto, stenderà l'avaro lembo su tue molli foreste.......

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