FilmUP.com > Forum > Tutto Cinema - Um filme falado di Manoel De Oliveira.
  Indice Forum | Registrazione | Modifica profilo e preferenze | Messaggi privati | FAQ | Regolamento | Cerca     |  Entra 

FilmUP Forum Index > Cinema > Tutto Cinema > Um filme falado di Manoel De Oliveira.   
Autore Um filme falado di Manoel De Oliveira.
Pythoniana

Reg.: 06 Lug 2004
Messaggi: 1257
Da: Gorizia (GO)
Inviato: 13-07-2004 12:08  
ATTENZIONE! CONTIENE SPOILERS!!

Visto ieri sera a Grado, Parco delle Rose, alla presenza del regista (uno in meno che dovrò rincorrere a Venezia per foto ed autografo, eheheh... ).
Rosa Maria è una giovane (e bella, permettetemi) docente universitaria di storia che con la figlioletta Maria Joana s'imbarca per una crociera nel Mediterraneo, avendo però come destinazione finale Bombay, dove la attende il marito per trascorrere le vacanze con lei e la bambina. La crociera è però per la donna anche un mezzo per scoprire i luoghi di cui è abituata a parlare quotidianamente a lezione ma che non ha ancora avuto la possibilità di visitare di persona. Alla prima parte, che è quindi un susseguirsi di incontri, dialoghi, scoperte che scandiscono le varie tappe del viaggio (Marsiglia, Napoli e Pompei, Atene, Istanbul), a metà tra storia e mito, ne segue una seconda nettamente diversa. Qui l'obbiettivo si sposta su altri 4 personaggi: il comandante della nave (John Malkovich), un americano di origine polacca; una donna d'affari francese (Catherine Deneuve); un'ex-modella italiana (Stefania Sandrelli); una cantante ed attrice greca (Irene Papas). Le tre donne sono ospiti a cena al tavolo del comandante, ed iniziano con lui una conversazione (che passa dalle loro vite all'eredità culturale dei loro rispettivi Paesi) in cui ognuno, pur esprimendosi nella propria lingua madre, riesce a comprendere gli altri e farsi comprendere da loro. Qualche sera dopo, su invito del comandante, si aggiungono al quartetto anche Rosa Maria e Maria Joana, cui il comandante regala una bambola. La serata procede in un'atmosfera distesa e conviviale, finché non si viene a conoscenza della presenza, a bordo, di due ordigni ad orologeria lasciati da un commando terroristico. L'ordine di evacuare la nave è immediato, ma mentre tutti si calano in mare con le scialuppe, Maria Joana si attarda per prendere con sé la bambola, sicché lei e la madre giungono sul ponte della nave quando le scialuppe sono già lontane. Il comandante, viste le due ancora a bordo, grida loro di tuffarsi e si appresta a sua volta a soccorrerle a nuoto lasciando la scialuppa, ma è ormai troppo tardi. Dopo il rumore dell'esplosione, l'ultimo fotogramma ci regala un primo piano del volto di John Malkovich su cui si riverberano le fiamme provenienti dalla nave, mentre in sottofondo ritorna la triste canzone cantata da Irene Papas durante la cena.

La carne al fuoco è molta: il rapporto tra passato (le tre donne in carriera ed il comandante), presente (Rosa Maria?) e futuro (Maria Joana) della nostra civiltà; quello tra storia e miti (tra cui quello di re Sebastiano, personaggio centrale di quel "V impero - oggi come ieri" che vedremo a Venezia); l'utopia di una società unita ed armonica pur con le proprie differenze (il dialogo a cena), tema anch'esso al centro del "V impero"; l'importanza della parola, evidente fin dal titolo...
La narrazione di De Oliveira è talmente semplice da apparire a volte eccessivamente didascalica (nella scena all'Acropoli sorprende lo stupore con cui Rosa Maria accoglie informazioni storiche che, visto il suo lavoro, dovrebbe già conoscere bene), ma tutto ciò, a mio parere, non fa che rendere onore all'umiltà di un cineasta che si sforza di non dare nulla per scontato, nel tentativo di far girare un messaggio che sia più universale possibile.
"Non sono né ottimista né pessimista: sono realista", ha detto il regista a proposito del senso che si può trarre dall'opera e soprattutto dal finale. Una fotografia poetica di ciò che siamo diventati e di ciò che diventeremo, dalla quale è difficile staccarsi senza il sapore amaro in bocca dato dal rimorso per ciò che, nella nostra storia, sarebbe potuto essere (in termini di fratellanza ed armonia) e non è stato.

P.S.: Se i nostri amati distributori riescono a doppiare per intero anche questo film, meritano davvero la gogna!
_________________
"Riempi il tuo cranio di vino prima che si riempia di terra, disse Kayam." Nazim Hikmet

  Visualizza il profilo di Pythoniana  Invia un messaggio privato a Pythoniana  Email Pythoniana     Rispondi riportando il messaggio originario
Cronenberg

Reg.: 02 Dic 2003
Messaggi: 2781
Da: GENOVA (GE)
Inviato: 11-08-2004 11:19  
Una giovane professoressa portoghese di storia, porta in crociera nel mediterraneo la figlia, ove le illustra le maggiori città ed opere che fino ad allora aveva visto solamente sui libri. Ma durante il viaggio fa conoscenza con il comandante, cui inviterà lei e sua figlia a cenare con esso e con altre tre signore famose.
Da dividersi in due parti questo sedicesimo film del maestro de Oliveira, la prima, documentaristica, è una dettagliata descrizione dei luoghi rilevanti di ogni nazione costiera del mediterraneo, la seconda, spiazzante, sembra una vera e propria lunga sequenza statica che approfondisce tutta la dinamicità del verbo. Ciò non implica che ci sia una parte più riuscita dell’altra, al contrario, la didascalica macchina da presa del novantacinquenne regista portoghese, segue recisamente tutto il film nella stessa maniera, e l’ottimo cast riesce spesso a mostrarsi cardine degli stessi sottili e mai banali movimenti di macchina. Le forme geometriche e spigolose delle cose vengono riprese per più secondi e per più volte, lasciando quel senso d’increspata monotonia che solo Bunuel in passato era riuscito a trasmetterci, de Oliveira invece si sofferma, sperimenta, ci identifica come delle cavie per testare il suo antico e nuovo cinema, ci sottolinea il distacco che divide lo schermo da noi, come nel primo splendido fotogramma. “Un Film parlato”, presentato al 60° Festival di Venezia tra i film in concorso, è uno tra i più belli, poetici ed efficaci film visti quest’anno, capace come non mai di far riflettere e di mascherare e velocizzare ancora la realtà, solo quando il sipario cala sulla storia.

_________________
La ragione è la sola cosa che ci fa uomini e ci distingue dalle bestie

René Descartes

  Visualizza il profilo di Cronenberg  Invia un messaggio privato a Cronenberg  Email Cronenberg  Vai al sito web di Cronenberg     Rispondi riportando il messaggio originario
Pythoniana

Reg.: 06 Lug 2004
Messaggi: 1257
Da: Gorizia (GO)
Inviato: 11-08-2004 12:29  
Un dettaglio (ed un riferimento) che mi erano sfuggiti e che mi ha fatto notare un amico: la bambola che Maria Joana riceve in regalo dal comandante raffigura una donna musulmana, ed il tentativo finale della bambina di salvarla può quindi essere visto come lo sforzo del (giovane?) Occidente di avvicinarsi al mondo arabo. Tentativo frustrato dalla barbarie del terrorismo. Mi chiedo, però, e giro la domanda a Cronenberg e a chiunque altro abbia eventualmente visto il film: trovate significativo il fatto che "gli altri", gli arabi, o vengano raffigurati mediante una bambola o addirittura non si vedano, come nel caso dei terroristi? E se sì, che significato date alla cosa?
_________________
"Riempi il tuo cranio di vino prima che si riempia di terra, disse Kayam." Nazim Hikmet

  Visualizza il profilo di Pythoniana  Invia un messaggio privato a Pythoniana  Email Pythoniana     Rispondi riportando il messaggio originario
Cronenberg

Reg.: 02 Dic 2003
Messaggi: 2781
Da: GENOVA (GE)
Inviato: 11-08-2004 19:54  
quote:
In data 2004-08-11 12:29, Pythoniana scrive:
Un dettaglio (ed un riferimento) che mi erano sfuggiti e che mi ha fatto notare un amico: la bambola che Maria Joana riceve in regalo dal comandante raffigura una donna musulmana, ed il tentativo finale della bambina di salvarla può quindi essere visto come lo sforzo del (giovane?) Occidente di avvicinarsi al mondo arabo. Tentativo frustrato dalla barbarie del terrorismo. Mi chiedo, però, e giro la domanda a Cronenberg e a chiunque altro abbia eventualmente visto il film: trovate significativo il fatto che "gli altri", gli arabi, o vengano raffigurati mediante una bambola o addirittura non si vedano, come nel caso dei terroristi? E se sì, che significato date alla cosa?


Di sicuro un dettaglio interessantissimo e quantomai fondamentale per apprezzare a fondo lo spiazzante finale che caratterizza il film di de Oliveira; la mia chiave di lettura, e quindi la mia interpretazione/risposta alla tua domandaè questa, penso che la mancanza di raffigurazione e quindi di identificazione degli arabi e dei terroristi vado in qualche qual modo oltre il visibile, oltre l'attentato, oltre il conoscibile e quindi sembra quasi sancire una situazione di monotonia di vita, autocelebrativa, che si distingue da quella altrui, e che quindi quasi come nel capolavoro di Bunuel "Quell'oscuro oggetto del desiderio" mette la parola fine con "l'esplosione", che vuol dire tutto o niente in questa chiave interpretativa, ma che sta di certo a significare e sottolineare che la lamiera della nave, è esplosa, che ci si spaventa dato che l'uomo l'ha costruita e l'ha anche distrutta... de Oliveira, uomo di cultura, non si pone questioni politiche davanti al suo cammino cinematografico, si limita a farci conoscere la duplice personalità dell'uomo, che una volta ha in mano una bambola e un attimo dopo non l'ha più.
_________________
La ragione è la sola cosa che ci fa uomini e ci distingue dalle bestie

René Descartes

  Visualizza il profilo di Cronenberg  Invia un messaggio privato a Cronenberg  Email Cronenberg  Vai al sito web di Cronenberg     Rispondi riportando il messaggio originario
quentin84

Reg.: 20 Lug 2006
Messaggi: 3011
Da: agliana (PT)
Inviato: 31-05-2008 15:19  
Di De Oliveira avevo già visto e apprezzato Ritorno a casa..ora ho appena visto questo Film Parlato e tenterò alcune considerazioni a caldo.
A partire dal titolo questo è un film fatto di parole (oltre che di immagini splendide), dialoghi che si contrappone a un mondo dove sempre più sono le armi a parlare.
Lo stile è sobrio, asciutto, fatto di lunghe inquadrature fisse, spesso inconsuete (come quella in cui madre e figlia a Marsiglia leggono la targa che ricorda lo sbarco dei greci).

Questo film mi è parso una struggente, delicata e non retorica dedica a quello che l'umanità avrebbe potuto essere e non è stata come si notava nei commenti precedenti.
Quello che la professoressa Rosa Maria fa fare alla sua figlioletta è un viaggio d' istruzione nel passato della nostra civiltà, della sua contaminazione con le altre civiltà del bacino del Mediterraneo, un viaggio che si scontrerà tragicamente con la violenza della contemporaneità che forse, sembra suggerire con amara ironia De Oliveira, non è tanto diversa dal Medioevo.

[ Questo messaggio è stato modificato da: quentin84 il 01-06-2008 alle 16:56 ]

  Visualizza il profilo di quentin84  Invia un messaggio privato a quentin84    Rispondi riportando il messaggio originario
  
0.006033 seconds.






© 1999-2020 FilmUP.com S.r.l. Tutti i diritti riservati
FilmUP.com S.r.l. non è responsabile ad alcun titolo dei contenuti dei siti linkati, pubblicati o recensiti.
Testata giornalistica registrata al Tribunale di Cagliari n.30 del 12/09/2001.
Le nostre Newsletter
Seguici su: