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Autore The Call - Non rispondere
ManiacM

Reg.: 01 Giu 2004
Messaggi: 861
Da: San Vero Milis (OR)
Inviato: 19-07-2004 20:16  
Ancora una volta la tecnologia della comunicazione è il tema portante dell'ennesimo film horror giapponese.
Un film che mi ha lasciato totalmente indifferente per l'assoluta scontatezza della trama e della regia. Per quanto ho sentito parlare di Takashi Miike come di uno dei registi più anticonvenzionali del cinema giapponese non ho trovato quasi nessuna differenza tra questo horror soprannaturale e i precedenti ringu e phone (per dirne due simili).
Voglio dire, il film non è male, ma è talmente poco originale da avere continuamente l'impressione del deja vù, e anche le situazioni di tensione sono largamente prevedibili.
Insomma mi è sembrato qualcosa di molto vicino ad un enciclopedia dell'horror giapponese. Tutto perfetto, ma tutto già visto.
Voi che ne pensate?

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The crystal ship is being filled
A thousand girls, a thousand thrills
A million ways to spend your time
When we get back, I’ll drop a line

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Cronenberg

Reg.: 02 Dic 2003
Messaggi: 2781
Da: GENOVA (GE)
Inviato: 23-07-2004 14:24  
Una ragazza riceve sul suo cellulare un messaggio vocale datato il giorno seguente, la cosa si rivela inspiegabile, così si dirige direttamente da un amica per renderla partecipe del misterioso messaggio che vede lei mentre dice: “Oh cavolo sta piovendo…”. Il giorno dopo mentre parla al cellulare con la sua stessa amica inizia a piovere, pronuncia quella frase, cade da un ponte ferroviario e viene travolta da un treno in corsa. La morte della ragazza sembra aver innescato una catena inarrestabile di simili morti.
Per scovare qualcosa di buono nel film di Takashi Miike bisogna approdare al secondo tempo, dato che il primo è di una prevedibilità e piattezza davvero pruriginosa. Il secondo tempo di questo onesto horror di metà luglio racchiude qualcosa di veramente notevole, i momenti di alta suspense sono molteplici, su tutti l’intera lunga sequenza che si svolge nell’ospedale abbandonato, dove le trovate orrorifiche quasi romeriane non scadono nel dejavu ma al contrario turbano quasi “sentimentalmente”. All’interno del cadente ospedale il regista dà un po’ il meglio di sé, le metafore si susseguono intelligentemente, come quella geniale del cellulare in decomposizione come un corpo umano o quella kubrickiana del feto chiuso in una ampolla di vetro quasi a simboleggiare una fase di stallo temporale, fisiologico e tecnologico dell'uomo. Prima e dopo questa tesa sequenza da cardiopalma il film si evolve senza pretendere nulla nella sua stucchevole inefficacia, che comporta anche il classico finale dove tutto l’impossibile diventa possibile. Il regista giapponese anche se fuori luogo, strada e genere, rimarca comunque un non comune talento visivo.
Sulla scia dei “The Eye” e dei “Phone”.


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Del resto, che cos’è la nostra realtà se non la percezione della realtà?

Brian O’Blivion in Videodrome

[ Questo messaggio è stato modificato da: Cronenberg il 23-07-2004 alle 14:26 ]

[ Questo messaggio è stato modificato da: Cronenberg il 23-07-2004 alle 14:27 ]

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gongolante

Reg.: 06 Feb 2002
Messaggi: 3054
Da: Cesena (FO)
Inviato: 27-07-2004 15:40  
Visto a se non è un brutto film, certo uno spirito che si esprime attraverso i cellulari non puo' non fare un po' sorridere (specie quando si vede un braccio mozzato che compone un numero di telefono) ma la tensione regge e la risoluzione è per certi versi sorprendente ed ingarbugliata. Peccato che prima di questo film abbiano girato la trilogia dei Ringu e i due Ju-On a cui questo the call attinge a piene mani senza pudore, sia a livello di trama che a livello di immagini, di inquadrature. Ed ecco quindi apparire spiriti inquieti, bambine belline con l'anima marcia, occhi in primissimo piano, fantasmi dai capelli ribelli che amano rifugiarsi negli armadi e camminare sul soffitto ecc. ecc.
L'unico spunto carino e non attinto dalle fonti di cui sopra è l'esorcismo in diretta Tv.
Voto 5, vedetelo solo se non avete visto i due sopra e siete incuirositi dal nuovo horror orientale.
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Cinematik - il fantacinema!
In fase di lettura: LE ETICHETTA DELLE CAMICIE di Tiziano Sclavi
Ultimo film: UN BACIO APPASSIONATO di Ken Loach

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riddick

Reg.: 14 Giu 2003
Messaggi: 3018
Da: san giorgio in bosco (PD)
Inviato: 27-07-2004 17:07  
boh.. inizia un po a stancare.. ormai manca solo il filone sui fax che ti mordono il culo
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M.O.I.G.E. al rogo

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follettina

Reg.: 21 Mar 2004
Messaggi: 18413
Da: pineto (TE)
Inviato: 25-03-2005 16:09  
uffa eppure avevo controllato...

cmq mi ha fatto ca**re sotto

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Marxetto

Reg.: 21 Ott 2002
Messaggi: 3954
Da: Milano (MI)
Inviato: 25-03-2005 18:15  
quote:
In data 2005-03-25 16:09, follettina scrive:
uffa eppure avevo controllato...

cmq mi ha fatto ca**re sotto



Avrai senz'altro cercato sotto la lettera "T" quando invece stava sulla "C" dell'Archivio Generale.Poco male comunque...
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Davil89

Reg.: 29 Dic 2003
Messaggi: 6581
Da: Soliera (MO)
Inviato: 25-03-2005 18:30  
non l'ho visto ma penso sia una minchiata
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"Non smettere mai di sorridere, nemmeno quando sei triste, perché non sai chi potrebbe innamorarsi del tuo sorriso"

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Marxetto

Reg.: 21 Ott 2002
Messaggi: 3954
Da: Milano (MI)
Inviato: 26-03-2005 07:12  
quote:
In data 2005-03-25 18:30, Davil89 scrive:
non l'ho visto ma penso sia una minchiata



In effetti...
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Marienbad

Reg.: 17 Set 2004
Messaggi: 15905
Da: Genova (GE)
Inviato: 26-03-2005 22:49  
Il peggiore film del grade regista Miike, e mi pare il primo (perdoniamogli l'esordio...).
The Call ha i suoi buoni momenti, interessanti alcune trovate registiche, ma il film non decolla proprio.
Ma il regista è notevole, non si discute.
Per gli increduli, consiglio caldamente i meravigliosi Ichi the killer e Audition, due prodotti raffinati e per duri di stomaco...
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Inland Empire non l'ho visto e non mi piace

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follettina

Reg.: 21 Mar 2004
Messaggi: 18413
Da: pineto (TE)
Inviato: 27-03-2005 00:01  
quote:
In data 2005-03-25 18:15, Marxetto scrive:
quote:
In data 2005-03-25 16:09, follettina scrive:
uffa eppure avevo controllato...

cmq mi ha fatto ca**re sotto



Avrai senz'altro cercato sotto la lettera "T" quando invece stava sulla "C" dell'Archivio Generale.Poco male comunque...





no no ho controllato sulla C, so come FUNONZIA... forse un errore di DIZIONESTRA
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cipriano

Reg.: 09 Apr 2001
Messaggi: 277
Da: Padova (PD)
Inviato: 27-03-2005 18:02  
a me non è dispiaciuto tutto sommato

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Marxetto

Reg.: 21 Ott 2002
Messaggi: 3954
Da: Milano (MI)
Inviato: 27-03-2005 20:32  
quote:
In data 2005-03-27 00:01, follettina scrive:
no no ho controllato sulla C, so come FUNONZIA... forse un errore di DIZIONESTRA





Mi fido cmq.
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Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 08-02-2007 12:05  
THE CALL di Takashi Miike (cronaca di una morte annunciata)

Intervistato dalla tv giapponese sul significato del suo film The Call, Takashi Miike, autore entrato ormai nella leggenda dell’horror underground mondiale, ha sottolineato l’idea poetica basilare: la solitudine dell’uomo di fronte alla morte e la materializzazione degli incubi del passato. Con questa chiave di lettura è più facile penetrare dentro i misteri di questa opera, in bilico tra orrore puro e riflessione filosofica.

In effetti la prima parte del film sembra ricalcare dei cliché già noti: la cantilena infantile come suoneria del telefonino che preannuncia un messaggio di morte dal futuro, la crudele ineluttabilità del destino già segnato (la scena dell’ascensore è paradigmatica), i fantasmi che appaiono all’improvviso (una mano sulla spalla, un ombra snella doccia, un corpo dentro un armadio) citando esplicitamente The Grudge, uno spaccato adolescenziale dominato dalla solitudine dei go-con (una sorta di serata di incontri a sorpresa tra ragazzi, già citata da Kim Ki Duk in Time) e dalla invadenza del mezzo televisivo che cerca di spettacolarizzare anche il momento della morte, organizzando un esorcismo in diretta. Ecco dal momento della rappresentazione della follia umana nello studio televisivo (uno dei momenti più alti e spaventosi del film, diretto con caotica eleganza dal grande Miike) c’è un netto viraggio dalla scopiazzatura dei luoghi comuni di un genere alle manifestazioni di un talento registico fuori dal comune. Il terrore di una morte che si compie ineluttabilmente in solitudine, nonostante la presenza di telecamere e pubblico, mentre fuori la vita scorre indifferente e sui mega schermi dei centri commerciali con grande stridore simbolico, compare il viso trasfigurato dalla paura della giovanissima predestinata Natsumi. Verrà la morte e avrà i tuoi occhi: in un mondo che scorre indifferente, il fantasma di un passato che si credeva sepolto è pronto a farti precipitare nel buio. Una piccola telecamera ad uso domestico riprende freddamente l’orrore quotidiano di una famiglia devastata da paranoie maniacali, crisi asmatiche e sindromi di Munchausen. L’occhio scruta da un buco della parete (Psyco) per rivivere un altro dramma irrisolto. Ma si può indagare su un passato rimosso e innominato? Yumi e Hiroshi (fratello di una delle vittime) iniziano una investigazione al limite con la ossessione, che li porta a raccattare indizi su indizi, fino a costruirsi la prova definitiva per l’identificazione del fantasma.

Non vado oltre per non svelare l’intreccio, sappiate comunque che il sottofinale all’Ospedale abbandonato vi riserverà un colpo di scena inaspettato. Una menzione speciale per una attrice a nostro giudizio fuori categoria la giovanissima Shibasaki Kou (che interpreta Yumi) che riesce a calarsi nell’atmosfera di ansia e raccapriccio che Miike crea con sapienti movimenti della mdp. Un esempio illuminante è la lotta contro il rumore invisibile nell’ospedale abbandonato in cui la stessa mdp sembra scossa da fremiti di paura e voltarsi di scatto verso l’ignoto. Qui l’attrice, ben diretta e preparata da Miike, si agita e urla in maniera realistica contro il nulla che la circonda. Per non parlare della scena finale, in cui il mutismo dei protagonisti e l’agghiacciante sottofondo musicale contrastano con il bianco delle pareti e l’azzurro del cielo. Il sorriso folle di Yumi e il passaggio di caramella sono un altro colpo di genio del nostro Takashi Miike. Adesso scusate, mi è arrivato un mms e devo andare a rispondere…ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhh


[ Questo messaggio è stato modificato da: Schizobis il 08-02-2007 alle 12:14 ]

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