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Autore She hate me di Spike Lee
gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 22-10-2004 14:55  
Un film di Spike Lee non è mai semplice. Alla base c'è sempre un'analisi e soprattutto una critica alla società attuale. Non è un caso che il regista newyorkese ambienti le sue storie sempre nel presente, non è un caso che i suoi personaggi si trovino sempre nella situazione di poter e dover scegliere di fare la cosa giusta (e se uno dei massimi della sua filmografia si chiama proprio Do the right thing un motivo ci sarà). E così sia che si parli di droga (Clockers) che di responsabilità ( He got game ), sia che si parli di razzismo( tutti, ma in special modo Bamboozled) che di emancipazione femminile (Girls six), Lee non si limita a proporci il problema, ma ce ne da sempre una sua prepotente soluzione.
Stavolta già dai geniali titoli di testa si capisce che la critica sarà più attuale che mai. Una banconota da tre dollari (quindi fasulla) con il viso di Bush coniata Enron non si presta infatti a tante interpretazioni…
Allargato finalmente il panorama della propria critica sociale, Spike Lee con quest'irresistibile commedia mina le basi dell'ipocrita comunità occidentale. Un'ignara, e ignorante società che celebrando una falsa democrazia finisce invece per affondare i suoi veri eroi in favore degli ormai consolidati abusi di chi detiene il potere (i soldi).
Non tralasciando le sue affezionatissime tematiche, come l'esser nero, la mafia, la morbosità dei media e l'ottusità delle forze dell'ordine, l'autore di La 25a ora inserisce nel suo ultimo lavoro anche una parabola sull'amore e sui diritti delle coppie omosessuali.
Non è obbligatorio condividere le sue idee, ma è indubbio che il fatto che Lee riesce a raccontare sempre tutto con gran leggerezza e piacere visivo. Le circa due ore e trenta di pellicola scorrono a malincuore troppo velocemente irridendo e divertendo uno spettatore piacevolmente sollecitato a riflettere.
Come al solito è ottima anche la scelta del cast.
Nei ruoli principali il semisconosciuto Anthony Mackie fa da vero trascinatore alla pellicola mentre Kerry Washington (la "lei che dovrebbe odiare " del titolo) è una credibile cinica donna in carriera. Nei tanti ruoli minori troviamo invece un indimenticabile John Turturro (con una delle più belle citazioni cinematografiche mai fatte), il simpatico ex campione di football Jim Borwn (che paradossalmente recita su una sedia a rotelle) e una brava Monica Bellucci in un ruolo abbastanza grottesco.




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Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è

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Lilluz

Reg.: 21 Ott 2004
Messaggi: 947
Da: Pescara (PE)
Inviato: 22-10-2004 15:43  
apprezzo molto i film di spike lee e non mancherò di vedere questo ultimo she hates me.

volevo solo puntualizzare su bambloozed
è una pellicola strana, solo per il fatto che è girato in 8 mm, ma a tratti l'ho trovato un po' troppo lento.
chiaro il messaggio, ma film troppo costruito a mio parere.
e a me piace spike lee...

se è possibile gradirei sapere cosa ne pensate...

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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 22-10-2004 16:02  
di Bamboozled?
effettivamente è motlo costruito, ma in fin dei conti è l'unici film di Spike assieme a la 25a ora che non divaga troppo(anche se il finale multiplo sembrerebbe dimostrare il contrario) e non è il caos che sia stato l'ìultimo lavoro di Spike.
Comunque sia quel film mi piacque molto forse uno dei migliro Spike,ricco di spunti e parabole.Non un fiume in piena, ma forse più profondo.Nel mio indeice di gradimneto su Lee occupa i primi posti.
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Pythoniana

Reg.: 06 Lug 2004
Messaggi: 1257
Da: Gorizia (GO)
Inviato: 25-10-2004 20:24  
*** OCCHIO AGLI SPOILERZ! ***

John, giovane vicepresidente di una grossa ditta farmaceutica, a seguito del suicidio di un suo collaboratore scopre gli illeciti finanziari commessi dal suo boss. Li denuncia, ma con il solo risultato di vedersi licenziato e tramutato nel capro espiatorio della vicenda. È allora che si rifà viva la sua ex, Fatima, che quattro anni prima lo aveva lasciato quasi all’altare dopo aver scoperto la propria omosessualità. Insieme ad Alex, la sua compagna, Fatima vorrebbe dei figli, e così chiede a John di collaborare in veste di “inseminatore”. Dapprima perplesso, John finisce comunque con l’accettare, anche spinto dalle improvvise difficoltà economiche in cui si trova: inizia così una lucrosa carriera di stallone per lesbiche. Ma si trova ad offrire i suoi “servizi” anche alla figlia di un boss mafioso, mentre il presidente della sua ex-società non si è dimenticato della sua denuncia: per John i problemi non sono affatto finiti…

D’accordo, non passerà alla storia, ed essendo un film “leggero” e spiazzante (sia in sé che raffrontato al resto dell’opera di Lee) probabilmente in futuro verrà considerato tra le opere minori del regista (soprattutto se a confronto con il precedente La 25° ora), ma averne, di film così… E fortuna che sono andato a vederlo senza idee precise ed aspettative particolari. Fortuna, dico, perché così ho potuto apprezzare l’apparente anarchia della pellicola, anch’essa privo di idee precise. O meglio, le idee ci sono, ma sono così tante che il film non si incanala mai verso una direzione unica, ed il torto maggiore che le si potrebbe fare è quello di volerlo etichettare rigidamente. Inizia quasi come un legal-thriller, per poi prendere la strada della commedia sentimental-grottesca; più avanti sfiora il mafia-movie (anche se sempre con accenti leggeri) per poi giungere ad un finale conciliatorio (anche troppo) che però non fa dimenticare gli elementi di critica sociale sparsi qua e là lungo tutto il film. La trama è costruita lungo una serie di confronti tra opposti: razziali, culturali, sessuali, addirittura metafisici, se consideriamo che inizia con una morte (di cui il protagonista è testimone) e finisce con una serie di nascite (di cui invece è artefice). A questo proposito, si può poi notare come la stessa morte del dottor Schiller viene anticipata, pochi istanti prima, dalla scena in cui John, dopo aver preso dei frappé al chiosco su cui poi il dottore si schianterà, alza gli occhi al cielo per vedere un raggio di sole che spunta dalla cima del palazzo in cui lavora. A posteriori, un’anafora (il cui riferimento è rafforzato dall’inquadratura dall’alto) che non fa che confermare la cifra ironica presente per quasi tutta la pellicola. Al centro dell’intreccio, comunque, un trio di personaggi diversi tra loro nei tratti fondamentali: John, nero eterosessuale, Fatima, nera che si scopre bisessuale, Alex, latina lesbica. Ed il fatto che alla fine del film il triangolo si armonizzi (per quanto in maniera forzata) rappresenta forse il senso del film, almeno per ciò che attiene al suo lato più sentimentale ed umano: una sorta di speranza, quindi, che il regista vuole lasciare. Discorso a parte per la traccia parallela delle critica sociale, sempre o quasi virata sui toni dell’ironia: iniziando già dalla fine dei titoli di testa, con George W. effigiato su una banconota da tre dollari; passando per il discorso del presidente della società in crisi davanti ai dipendenti, e concluso con un “Dio benedica l’America” che, da solo, sortisce un effetto taumaturgico; fino alle interviste ai passanti sul caso giudiziario del protagonista, ritratto nemmeno troppo grottesco delle varie Americhe possibili oggi. Tra queste, come spesso accade nei film di Spike Lee, c’è spazio anche per il microcosmo degli italoamericani, qui rappresentati dal boss mafioso John Turturro e dalla sua figlia lesbica Monica Bellucci. Lo sguardo del regista è ambivalente: una descrizione a tratti molto canonica, stereotipata fin quasi alla macchietta (con Turturro che cita esplicitamente il Brando de Il padrino, di cui ha anche la locandina in casa), è alternata a pennellate meno convenzionali, come quando ci presenta l’ammirazione dei nipoti del boss per i rappers di colore.
Anche tecnicamente il film è assolutamente apprezzabile, ed anche in questo ambito Lee si diverte a sfruttare più possibilità. Si va dalle scelte relativamente semplici (camera a mano e montaggio frenetico) che caratterizzano le scene in cui John tenta inutilmente di salvare il dottor Schiller, a quelle più evidenti delle (divertentissime) “cariche” degli spermatozoi, o a quelle, utilizzate per flashback e sogni, caratterizzate da una fotografia dai toni più saturi.
Bravi ed in parte i tre interpreti principali, mentre i nomi più grossi del cast vengono forse un po’ troppo sacrificati (soprattutto Barkin ed Harrelson). In definitiva, un film più che gradevole, a patto di essere disposti a lasciarsi coinvolgere nel gioco del regista e a scusargli un finale che, rinunciando alla vena grottesca fin lì mostrata, rientra nei ranghi di un film “serio” risultando un po’ didattico (nella scena del tribunale) e, come detto, troppo conciliatorio.
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"Riempi il tuo cranio di vino prima che si riempia di terra, disse Kayam." Nazim Hikmet

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Lilluz

Reg.: 21 Ott 2004
Messaggi: 947
Da: Pescara (PE)
Inviato: 26-10-2004 14:18  
quote:
In data 2004-10-22 16:02, gatsby scrive:
di Bamboozled?
effettivamente è motlo costruito, ma in fin dei conti è l'unici film di Spike assieme a la 25a ora che non divaga troppo(anche se il finale multiplo sembrerebbe dimostrare il contrario) e non è il caos che sia stato l'ìultimo lavoro di Spike.
Comunque sia quel film mi piacque molto forse uno dei migliro Spike,ricco di spunti e parabole.Non un fiume in piena, ma forse più profondo.Nel mio indeice di gradimneto su Lee occupa i primi posti.




non so... a me non mi ha entusiasmato come film di spike lee. ripeto: lo preferisco a mille altri film ma tra quelli di lee non riesco ad apprezzarlo come ho fatto con altri... ovvio, de gustibus

buono lo spunto, il tema sociale. ma credo si sia fossilizzato troppo su alcuni passaggi, esagerando alcune scene, alcune emozioni, alcuni stati d'animo. scorre via troppo lento dal mio punto di vista.

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oronzocana

Reg.: 30 Mag 2004
Messaggi: 6056
Da: camerino (MC)
Inviato: 04-11-2004 11:09  
Un film bello a metà.

L'ultima opera del rigista americano è un ibrido tra uno spot elettorale contro Bush e una pungente critica sui valori e sulla società americana di oggi.
I temi di fondo sono un ottima base e potrebbero far gridare al capolavoro, ma secono la mia modesta opinione Spike fa un piccolo passo indietro rispetto a "la 25° ora".
L'aspetto che non mi è piaciuto assolutamente è il lieto fine. Credo che un finale del genere abbia in un certo senso rivinato(parolona!!!) l'ottima e pungente critica ad una società falsamente consenrvatrice, ipocrità e immersa nei soldi sporchi delle multinazionali.
Questo buonismo finale dove amore e verità trionfanti sconfiggono la corruzione morale e politica dell'america sembra offrire un cucchiaio di mile troppo dolce da digerire: non ci voleva.

Bellissima la scena del suicidio del dottore dove il protagonista Jack Armstrong(Anthony Mackie) si dirige verso la mcchina da presa, ma qundo si accorge che qualcosa non va si gira e inizia a correre verso l'ufficio del doc seguito dalla MdP(a spalla....credo!) che fatica a stargli dietro: inizia il calvario di Jack.
Altra scena degna di nota è il dialogo tra il protagonista e Don Angelo Bonasera: fantastico.


Bellissima la citazione da "il padrino".


voto film: 6+.

ps.:se il finale fosse stato diverso gli avrei dato 8.

cmq Spike Lee è sempre un grande.

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ICEBURN

[ Questo messaggio è stato modificato da: oronzocana il 04-11-2004 alle 11:12 ]

[ Questo messaggio è stato modificato da: oronzocana il 24-11-2004 alle 22:14 ]

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Davil89

Reg.: 29 Dic 2003
Messaggi: 6581
Da: Soliera (MO)
Inviato: 11-11-2004 15:09  
io non l'ho visto però la trama mi sembra intrigante e lo vedrò
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"Non smettere mai di sorridere, nemmeno quando sei triste, perché non sai chi potrebbe innamorarsi del tuo sorriso"

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Petrus

Reg.: 17 Nov 2003
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Da: roma (RM)
Inviato: 24-11-2004 15:33  
Chi ha visto e, di conseguenza, apprezzato il bellissimo "La 25° ora", non può che rimanere basito rispetto all'ultima uscita di Lee, questo She hate me.
D'accordo, come si diceva su, che l'analisi di un film del genere non può fermarsi al semplice "visto", o, comunque, vi si debbe soffermarsi per una lettura più approfondita.
Ma a lasciare sconcertati è proprio la debolezza dell'impalcatura, di un soggetto ammiccante quasi cartoonisticamente, e nulla più.
L'obiettivo, la dura critica social-popolare non tengono botta ad una povertà d'idee, o, al contrario, ad un eccesso d'idee che risulta disarmante.
La mano del bravo cineasta c'è e si vede.
Campi e controcampi particolari, fotografia che asseconda l'ambiente in cui si gira, lo fa pulsare. Personaggi anche abbastanza ben tracciati. E, sopra il tutto, la feroce ironia di Lee, nell'accostamento di alcune scene, qua e là nei dialoghi, e nella scelta delle musiche(soprattutto).
Ma il tutto portato avanti in modo paradossale, quasi grottesco(come grottesca, semplicista e buonista è la scena dello "scioglimento" finale).
Veramente da rimaner stupiti(in negativo).
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"Verrà un giorno in cui spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate"

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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 24-11-2004 18:56  
la 25a ora non può essere il film su cui paragonare Spike Lee. E' un film molto bello, ma non il classico film del regista newyorkese(un pò come He got game), quelli sono altri.
Lee non ha mai badato troppo all'impalcatura.
basta aver visto "do the right thing", "Mò better blues", "Bamboozled".
Non si possono quindi far troppi pargaoni con il suo penultimo film.
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Petrus

Reg.: 17 Nov 2003
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Da: roma (RM)
Inviato: 24-11-2004 20:38  
non mi pare un discorso coerente.
Un autore si confronta con quel che è, con le sue esperienze precedenti, sul suo background di uomo e di professionista.
Applicando questo quadro alla figura di Spike Lee, mi sembra assurdo considerare La 25 ore un'"errore in positivo" del regista, quanto piuttosto una riuscita maturazione artistica e, non scordiamolo, professionale.
Per quanto riguarda l'"impalcatura" posso anche essere d'accordo con te sulle tendenze di Lee a non costruirla, ma di buttarsi passionalmente in un progetto, senza tante precisioni o tecnicismi.
Ma attenzione. Bisogna accettarne le conseguenze. Se lo script è assurdo e privo di mordente come quest'ultimo (però che bello rivedere Woody Harrelson!) il flop d'autore è dietro l'angolo.
E in questo caso ci si è sbattuti
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oronzocana

Reg.: 30 Mag 2004
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Da: camerino (MC)
Inviato: 24-11-2004 22:13  
Leggendoti caro Petrus mi sono accorto che il mio voto è troppo alto!
abbasso un pò.
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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
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Da: Roma (RM)
Inviato: 24-11-2004 22:16  
Ma non è che Lee abbia fatto così pochi film per poter affermare che con La 25a ora fosse cambiato. Anche perchè non era così. La 25a è il Lee che non scrive il soggetto e che racconta(bene) una storia, facendola anche propria (il lungo finale è come al solito un discorso sulla responsabilità), ma che ha un'inizio ed una fine ben precisa.
Quasi tutti gli altri film di Lee( a me mancano Girls6 e Get on bus), sono più dei contenitori di idee che delle storie.Così è anche She hate me.Nè più nè meno che quello che è semrpe stato Lee. Solo che stavolta ci sono anche molte risate.
Capisco che possa non piacere, ma chi conosceva bene i precedenti lavori di Lee(che ha un modo suo di fare cinema)non troverà alcun passo falso.
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Petrus

Reg.: 17 Nov 2003
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Da: roma (RM)
Inviato: 24-11-2004 22:21  
c'è modo e modo di amalgamare le idee in un contenitore
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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
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Da: Roma (RM)
Inviato: 24-11-2004 22:29  
petrus sinceramente, quali altri film di Lee hai visto?
il suo stile è quello!
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Petrus

Reg.: 17 Nov 2003
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Da: roma (RM)
Inviato: 24-11-2004 22:32  
ho visto fa la cosa giusta, clockers, he got game e, appunto, la 25 ora.
E cmq non sto discutendo lo stile, ma il modo di condurre per mano il proprio stile all'interno del film
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