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Autore Così fan tutti
Pythoniana

Reg.: 06 Lug 2004
Messaggi: 1257
Da: Gorizia (GO)
Inviato: 31-10-2004 19:22  
Lolita, 20 anni, è grassa e depressa: ama il canto ed è dotata, ma subisce costanti frustrazioni dal rapporto con il padre Étienne, scrittore affermato ed uomo insensibile, circondato da ruffiani e risposatosi con una donna giovane e bella che ne è succube. Anche Pierre è scrittore, ma di poco successo e scarse prospettive; la sua carriera giunge però ad una svolta quando tramite la moglie Sylvia, insegnante di canto di Lolita, entra in contatto con Étienne. Nel frattempo, Lolita conosce Sébastien, l’unico ragazzo che sembri guardare a lei con affetto disinteressato. Inizia così un valzer in cui ognuno dovrà capire cosa vuole e scoprirà se stesso nel confronto con gli altri.

Agnès Jaoui e Jean-Pierre Bacri, coppia sullo schermo, in sede di sceneggiatura (da ricordare la loro collaborazione con Resnais in Smoking/No smoking e in Parole, parole, parole…) e nella vita, ritornano dopo l’inatteso successo de Il gusto degli altri. Ed anche con questo Così fan tutti siamo nel territorio della commedia morale: personaggi alla scoperta di se stessi, dei loro difetti e problemi, e costretti a specchiarsi negli altri (il libro di Pierre si intitola, come il film, Comme une image, e proprio l’immagine è il cruccio della giovane protagonista ed il metro su cui viene invariabilmente valutata). Stavolta, però, il gioco riesce peggio che nel film di quattro anni fa: troppi personaggi, forse, troppi incastri, e 110 minuti che verso la fine cominciano a farsi sentire. Paradossale, magari, considerando che la sceneggiatura (premiata a Cannes), se pure non scorre via leggera, comunque è molto efficace nel tratteggio dei vari personaggi, con J&B senz’altro in gamba nel farci familiarizzare con gli uomini e le donne che popolano la vicenda. Il problema, allora, è semmai a monte, cioè nella scelta di focalizzare l’attenzione non tanto sui personaggi quanto sulle relazioni tra loro; potrà sembrare una distinzione cervellotica, ma appare comprensibile se si pensa ai personaggi come maschere. A maggior ragione in un film a tesi come questo (quanto è cinica ed ipocrita la nostra società), il rischio, che il film purtroppo non riesce ad evitare del tutto, è quello di proporre personaggi troppo “costruiti”, subordinandone la spontaneità alle ragioni della trama. L’elemento si nota soprattutto nei caratteri della famiglia allargata di Lolita: l’insopportabile ottusità di Étienne, la debolezza di Karine, la sottomissione pressoché totale di Vincent. Nel contempo, questa carrellata di ritratti è così impietosa che, usciti dal cinema, verrebbe voglia di prendere a schiaffi una buona metà del cast (tutti tranne Sébastien e Karine – che infatti la parte finale del film induce quasi a sperare si mettano insieme – e Vincent, che però, ha detto qualcuno, si prende già a schiaffi da solo). La regia è onesta e costantemente al servizio degli attori, i quali, va detto, offrono complessivamente una buona prova: la giovane Marilou Berry se la cava bene nei panni, larghi e non facili, della complessata protagonista; Bacri è al solito molto bravo nel rendere un personaggio sgradevole, ed anche Jaoui si fa apprezzare interpretando una donna problematica e problematizzata. Svolgimento gradevole, insomma, ma partendo da un approccio sbagliato, che finisce con il condizionare il giudizio su tutta la pellicola; la sensazione ultima è quella di un’occasione mancata, di un film, cioè, cui sarebbe bastata solo qualche piccola correzione di rotta iniziale per risultare gradevole almeno quanto il suo predecessore. I fan di Rohmer probabilmente non faranno fatica ad apprezzarlo; il grosso pubblico, al contrario, qualcosa rischia.
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"Riempi il tuo cranio di vino prima che si riempia di terra, disse Kayam." Nazim Hikmet

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lemona

Reg.: 07 Gen 2002
Messaggi: 819
Da: ferrara (FE)
Inviato: 31-10-2004 19:42  
film pessimno.lungo troppo logorroico, che non dice niente... i francesi si pecchiano in questi loro bei film... p.s quali vellita' puo' avere una figlia cosi?

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 20-12-2004 12:16  
Una arguta commedia molto interessante.
In un periodo in cui di commedie buone se ne vedono davvero pochine, ecco arrivare dalla Francia una ventata di freschezza, in un lavoro senza troppe pretese che fa della sceneggiatura il suo piatto forte pur senza dimenticare di curare il linguaggio filmico.
Agnes Jaoui e il co-sceneggiatore Jean-Pierre Bacri (già collaboratori di Resnais) costruiscono un fitto intreccio di relazioni tra le numerose maschere protagoniste della vicenda con raffinata ricercatezza ed un'elegante verve umoristica.
A cavallo tra Eric Rohmer e Woody Allen (senza tuttavia avvicinarsi troppo alla classe e alla bravura di tali genii), i due autori esplorano nevrosi ed incomprensioni che sono imprescindibili in un simile intreccio di interrelazioni umane, nel caos cittadino della "società dei cellulari" (che squillano all'impazzata) così come nei tranquilli spazi aperti della campagna, in dialoghi e situazioni che fanno dell'(iper-)realismo la propria forza.
I personaggi hanno il giusto spessore (potrebbe sembrare un doppio senso sulla giovane protagonista, ma non lo è), la trama è semplice ma solida e attenta.
Non si ride sempre, ma si ride di gusto su alcune trovate.
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Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

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