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Autore Camminando sull'acqua
rosaluxe

Reg.: 11 Nov 2004
Messaggi: 2
Da: Roma (RM)
Inviato: 11-11-2004 12:34  
andrete a vederlo? secondo me lo dovrebbero proiettare anche nelle scuole...specie di questi tempi.

"RICOMINCIARE A SORRIDERE
Lidia Ravera, giovedì 11 novembre 2004, L’Unità.

E’ in coso una fase di riflusso troglodita verso una società benedetta dalle regole della parte arretrata della Chiesa Cattolica, da quelle non scritte del machismo veterofascista e da quelle e da quelle, mai desuete, dell’ipocrisia familista-consumista.
Stiamo da cani, perché negarlo?
Chi è omosessuale è feccia.
Chi convive senza contratto-matrimoniale è metastasi malata.
Chi, etero e sposato, rifiuta di sentirsi, per questo, migliore degli altri o titolare di maggiori diritti, è un pericoloso comunista.
Credo di poter condividere con voi un senso leggero di asfissia. Che fare?
Una decorosa vacanza dal panico è andare, domani sera, a vedere “Camminando sull’acqua” opera terza di Eytan Fox, film amato al festival di Berlino e a quello di Toronto, premiato al festival di Torino.
E’ la storia di un agente del Mossad, duro e un po’ ingessato, che si trova a dover fingere di essere un operatore turistico e, sotto mentite spoglie, si vede costretto ad accompagnare in giro per la bella e tormentata terra d’Israele, un ragazzo tedesco gay, in visita al kibbutz dove vive sua sorella, forse per scontare, inconsciamente, le colpe del nonno, Alfred Himmelmann, ex ufficiale nazista, responsabile di una strage di ebrei. Scopo della missione è scoprire se l’anziano aguzzino è ancora vivo, dove si è nascosto e giustiziarlo.
La prima cosa che il film svela è quanto pesa l’ossessione dell’olocausto sulla vita dei giovani israeliani. L’agente del Mossad ha il cuore congelato dall’odio. Tanto che la sua giovane moglie si ammazza e lui, in missione a far fuori agenti nemici, nemmeno capisce il perché. La seconda cosa è quanto pesa il tentativo di cancellare l’olocausto per chi, pura nato decenni dopo, viene da lombi nazisti. Ka terza è quanto potrebbe essere bella la vita se fossimo liberi dalla faticosa eredità della storia, se fossimo aperti, se non fossimo diventati anaffettivi, se fossimo capaci di guardare la bellezza dei luoghi insanguinati dai conflitti (il contrasto Turismo/Guerra è raccontato in modo ellittico ma suggestivo), se un giovane agente del Mossad fosse in grado di chiacchierare serenamente con un ragazzo palestinese (un ragazzo, non un terrorista) anche se lì vicino c’è la striscia di Gaza.
Un film fiabesco, utopico, in cui la realtà del conflitto più ostinato e doloroso del secolo scorso e anche di questo, appare sotto la luce salvifica delle buone intenzioni.
Gay e Non Belligeranti?
No, un film ambizioso e rigoroso, in cui il ragazzo gay riesce a compiere un gesto che gli ripugna perché è giusto farlo (non vi dirò quale), la sorellina innamorata del kibbutz fa i conti con il costo dell’odio (non l’odio per gli ebrei come suo nonno e suo padre, ma l’odio per suo nonno e suo padre), e il duro agente del Mossad scopre che le parti tenere non vanno amputate come parti di sé pericolose ed esposte alla tentazione dell’empatia. Lo scopre attraverso la difficile, lenta, contorta amicizia che finisce col legarlo al ragazzo gay e tedesco, due volte da disprezzare secondo il suo antico pregiudizio. Il regista, Eytan Fox, è nato a New York una quarantina d’anni fa, bambino è stato trasferito dai genitori a Tel Aviv, si sente, nel suo cinema, un urgenza da disinfettare, cauterizzare le piaghe aperte della situazione mediorientale, ma non si sente solo questo: si sente anche il desiderio di ricominciare a soriddere, di lottare non soltanto per la vita ma anche per la qualità della vita. Il pregio maggiore del film, infatti, è proprio su questa scommessa vinta di giocare/suonare (play) su tre registri diversi: la commedia gay (spiritosa, newyorchese), la spy story internazionale (che ti acchiappa con il plot come un buon film di genere), la malinconia consapevole di un documentario girato nei luoghi che così spesso appaiono fra le urla delle sirene nei telegiornali.
Io sono uscita dal cinema più serena, come quando sento che l’arte ce la fa, l’arte, il cinema, la letteratura, a farci sentire più forti degli eventi, proprio perché capaci di raccontarli, invece di subirli e basta.
Va detto che il bravo Eytan Fox, con buona pace del professor Bottiglione, è un omosessuale dichiarato.
Se davvero c’è una lobby gay, spero che Dio ce la conservi forte e vivace."

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missGordon

Reg.: 03 Gen 2002
Messaggi: 2327
Da: Roma (RM)
Inviato: 13-11-2004 12:09  
andrò sicuramente a vederlo, nonostante tutte le ingenuità e la semplictà estrema della storia Yossi and Jagger mi era piaciuto molto quindi sono molto curiosa di vedere questo secondo film di Eytan Fox.
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"...Vivere è offrire se stessi, pensava; ed egli offrì se stesso..." E. Galeano

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rosaluxe

Reg.: 11 Nov 2004
Messaggi: 2
Da: Roma (RM)
Inviato: 15-11-2004 12:20  
io aspetto oggi per vederlo , in lingua originale all'alcazar.

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gretagarbo

Reg.: 25 Nov 2003
Messaggi: 14
Da: roma (RM)
Inviato: 28-11-2004 22:23  
un film pieno di sensibilità
forse troppi temi...
però ha il dono di mostrare per una volta israele come nessuno me l'aveva mai mostrato.
_________________
"Tre film al giorno, tre libri la settimana, dei dischi di grande musica basteranno a fare la mia felicità...Ecco tutta la mia avventura.Non è né allegra né triste, è la vita." F.Truffaut

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83Alo83

Reg.: 26 Mag 2002
Messaggi: 16507
Da: Palermo (PA)
Inviato: 28-11-2004 23:06  
andrò a vederlo, trovare un partner sarà dura, ma ce la farò.

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missGordon

Reg.: 03 Gen 2002
Messaggi: 2327
Da: Roma (RM)
Inviato: 29-11-2004 01:05  
l'ho visto e l'ho trovato un film bellissimo, tecnicamente "fresco" non so in che altro modo spiegare la sensazione che mi ha dato e concettualmente poetico.
Propone molti temi su cui riflettere e questo può essere un limite ed un pregio al tempo stesso; un limite perchè, ovviamente, non può approfondirne nessuno, un pregio perchè appunto, da molti spunti di discussione su temi che comunque anche approfonditi non potrebbero comunque avere una soluzione univoca.

avrei evitato il sottofinale trovandolo comunque funzionale a non sviare l'attenzione sul pù generale concetto di fratellanza che emerge alla fine del film.
Alcune battute sarebbero da farscorrere in sovraimpressione durante i telegiornali...le interpretazioni degli attori tutte da premiare!

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83Alo83

Reg.: 26 Mag 2002
Messaggi: 16507
Da: Palermo (PA)
Inviato: 03-12-2004 11:00  
quote:
In data 2004-11-29 01:05, missGordon scrive:
Propone molti temi su cui riflettere e questo può essere un limite ed un pregio al tempo stesso;


più un difetto secondo me: questo sfiorare tanti temi "scottanti", dall'olocausto alla questione palestinese, all'omofobia, senza approfondire nulla, mi lascia un pò perplesso. La scelta di accennarle appena, fa di questo film un film leggero, senz'altro divertente, ma un film che può apparire superficiale.
ovviamente la scelta peggiore è comunque la ridicola scena finale, quel "due anni dopo...", non tollero certi finali buonisti (eccezion fatta per il racconto del sogno, un'immagine discretamente poetica). in definitiva speravo in qualcosa in più, forse in qualcosa di più impegnato; questo non significa però,che il film non possa risultare piacevole.

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