mallory
Reg.: 18 Feb 2002 Messaggi: 6334 Da: Genova (GE)
| Inviato: 31-03-2003 04:32 |
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Nè apologia nè critica,entrambi si annullano di fronte alla potenza dell'esistenzialismo,che plasma attraverso le mani di uno dei suoi più prestigiosi capostipiti,un film che è espressione pura della drammatica realtà sociale.
Robert Bresson elabora con assoluta genialità una pellicola transfilmica,cioè che non si limita ad essere un piccolo e perfetto esercizio di stile,ma che combina armoniosamente un'indagine ascetica con una complessa allegoria sulla funzionalità del mondo.
La storia narra di un uomo,di classe poco abbiente,che accusato ingiustamente di aver spacciato banconote false,è costretto a procurarsi i fondi necessari per permettersi un avvocato,in modi illegali.Per questo motivo viene condannato a scontare qualche mese di carcere.La sua vita cambierà radicalmente;la morte del figlio e l'abbandono della moglie lo condurranno ad una forte depressione che sfocerà in un tentativo di suicidio.Uscito dal carcere e incitato da un forte rancore verso la giustizia,si macchierà di efferati delitti,tra i quali,la strage dell'intera famiglia,drammatico epilogo della sua rincorsa attraverso la follia dell'incomprensione.Rimasto solo e spinto da un forte rimorso,si costituirà alla polizia.
Ma la trama è solo un tramite per tutte quelle riflessioni che Bresson magnificamente ci pone davanti agli occhi,e che in modo così geniale riesce a connettere con la rappresentazione di una considerazione che ha il sapore di una parabola,lontana dalla critica,lontana dall'introspezione dei personaggi,ma anzi,che li delega ad una funzione secondaria rispetto al trascendentalismo della ricetta di cui sono solo ingredienti.Per questo non c'è poesia,il lirismo del primo piano viene sostituito con le riprese dei piedi dei personaggi,che camminano,aspettano,fuggono;e che ci rimandano ad un accomunamento,una generalizzazione,probabilmente ad un voluto senso di identificazione più efficace;spostando l'attenzione sul denaro,vero protagonista indiscusso della vicenda,ingrediente fondamentale per rendere a pieno la coralità dell'opera.
Ma non è solo questo a fare del film uno splendido affresco sulla modernità,il significato del denaro e il senso della giustizia;il forte contributo dello stile registico di Bresson,così asciutto e che si sottrae in un certo senso all'arte,fa si che la pellicola renda giustizia obiettiva e lucida alla complessità non solo filologica del linguaggio filmico,ma anche al tema filosofico e difficilmente trattabile se non attraverso una denuncia.
Bresson,con L'argent,valorizza l' espressione attraverso un modo nuovo e inscindibile di comunicatività.
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