Habana Blues
Sono una dimostrazione di rispetto l'atteggiamento e le parole di un regista spagnolo verso una realtà spinosa come quella in cui ha ambientato il suo racconto: "ero convinto che fosse compito degli artisti affrontare le difficoltà del loro paese. Non avrei potuto occuparmi di una storia che fosse stata semplicemente una vaga critica alla realtà cubana". Benito Zambiano Tejero ha alle spalle teatro, TV, cortometraggi prima della specializzazione in regia e sceneggiatura alla scuola internazionale di film e televisione dell'Havana. Un soggiorno in cui ha stretto rapporti umani e creato professionalmente. Questo ha fatto sì che nel film emergesse qualche porzione di vita vera e cuore, un intimo tributo alla gente lì conosciuta. Mentre l'idea del lungometraggio è nata durante un concerto. Egli si è ritrovato così tra le mani le scritture di "Solas" (sua opera prima) e "Habana blues", e proprio a Cuba ha incontrato il produttore che le ha finanziate.
Per la seconda sono trascorsi tre anni nel rivedere la sceneggiatura - dato che nel frattempo il mondo musicale dell'isola era cambiato - e trovare musicisti in grado di recitare, come anche attori capaci di suonare. Alla fine gli interpreti risultano simpatici, con una passionale Yailene Sierra in evidenza, e la colonna sonora in Spagna e' arrivata al quinto posto degli incassi discografici.
Zambrano mostra policromatismo e fermento della giovane musica cubana tra Chevrolet del '52 e biciclette, sale prove, umili case col telefono passato in un cestino da balcone a balcone. In un alternarsi di hard rock, death metal, son rappato, hip hop e crossover.
Due amici suonano nello stesso gruppo. Un contratto statunitense, vincolante ed economicamente non proprio vantaggioso, offre loro la possibilità di andar via. Ma a patto di rinnegare ufficialmente Cuba, perdendo la possibilità di tornare. Per Tito la patria é una nave che affonda, dove sono rimasti solo musicisti e sfigati. Ruy non vuole essere sfruttato e rivendica il diritto all' Utopia. La scelta e' un blues, di per sè scarno e in profondità, sofferto stato d'animo. Qui, il blues del commiato.

La frase: "Questo é il miglior paese del mondo per perdere tempo".

Federico Raponi

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