La sposa cadavere
Per chi ha atteso ben dodici anni il nuovo lavoro in plastilina di Tim Burton dopo essere stato incantato da "Nightmare before Christmas", l'approccio a "La sposa cadavere" non può che partire da un pregiudizio così positivo che la delusione è dietro l'angolo…

Victor è stato promesso sposo a Victoria (insomma sono destinati ad essere la coppia Victor-Victoria...). A combinare questo matrimonio sono state le due famiglie, una intenta a conquistare un titolo nobiliare, l'altra a rimpinguare le proprie casse ormai ricche giusto di ragnatele. Il giorno prima della cerimonia Victor prova il testo della promessa di matrimonio camminando per il bosco. Una giovane defunta lo ascolta e lo prende sul serio…

Senza fare troppi giri di parole diciamo subito che "La sposa cadavere" è un altro, grandissimo film di Tim Burton. Non vorremmo cadere nella trappola dei superlativi (bellissimo, eccezionale, magnifico, etc etc), passiamo quindi ad un'analisi più specifica del lavoro.
L'idea iniziale nasce da un'antica fiaba ebraica russa. Di questa Burton prende giusto l'osso della trama, perfetta per mostrarci i suoi mondi dark. Come un marchio di fabbrica è riconoscibile il suo gusto per le ambientazioni gotico-vittoriano, dove gli edifici tendono all'imponenza e le ombre surclassano le luci. E se il triste blue (che in inglese significa tristezza) domina il mondo dei vivi, giù negli inferi i colori abbondano. Scheletri, corpi putrefatti, animali in libera uscita cantano e ballano come in superficie nessuno osa fare. E se riescono a liberarsi di ciò che li tiene legati ancora alla terra è per diventare farfalle (in greco. anima e farfalla si dicono entrambe "psiche") Burton, come è solito fare quando tratta di fantasmi e maschere, si diverte a capovolgere il pensiero comune. Era successo in Beetlejuice - Spiritello porcello (di cui cita la scena della cena con i mostri che appaiono dietro ai commensali) dove "gli sposi cadaveri" avevano più amore dei traslocanti cittadini, era accaduto nei suoi due "Batman" dove Joker e Mister Penguin primeggiavano in simpatia sull'uomo pipistrello e nuovamente per l'Edward dalle mani di forbice, visto da tutti come un mostro, ma molto più umano di qualsiasi persona "normale". Ciò che dovrebbe essere horror non spaventa, ma diverte. Al massimo, commuove…Burton e la sua fantasia ci riportano infatti bambini, e così anche la più semplice storia d'amore finisce per farci scendere giù per il viso quella tenera lacrima che solca le guance come su di uno strato di zucchero a velo. Spolveratelo, è magia…

La frase: "E' bello da mozzare il fiato…Se solo lo avessi!".

Andrea D'Addio

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