devo dire che qst è un fil stupendo,con in marcello mastroianni favoloso...un film divertente ma allo stesso tempo drammatico se si pensa che tuttu ciò è accaduto fino a poco tempo fà......
ho guardato questo film perchè mi era stato proposto dalla profesoressa di sociologia . devo dire però che sono rimasta molto contenta da questo film, molro divertente e molto bello. ho scoperto una stefania sandrelli bellissima!!!ovviamente dietro all'ironia della comedia si cela una dramma. molto utile come film per chi fa sociologia!
Come uccidere la propria moglie senza dover rischiare di passare tutta la vita in prigione?
Il barone siciliano Ferdinando Cefalù si affida all'articolo 587 del codice penale: basta fare in modo che il/la consorte venga trovata in flagrante adulterio perché la pena da scontare si riduca ad un'inezia. Così una volta uscito dal carcere può sposa la bella cuginetta Angela, una giovanissima Stefania Sandrelli.
Pietro Germi era partito con l'idea di realizzare un film drammatico sui delitti d'onore, ma ciò che ne venne fuori fu una satira cinica e cattivissima della realtà siciliana d'allora (siamo nel 1960) attraverso una caricatura dei suoi componenti tipici.
Marcello Mastroianni "in stato di grazia" è il perfido barone, la sua insopportabile moglie Rosalia è Daniela Rocca: è affidata invece a Leopoldo Trieste la figura del timido pittore Carmelo che "deve" sedurre Rosalia.
Non vengono chiaramente risparmiate delle frecciate al mondo politico di allora, che, incredibile ma vero, riesce a penetrare anche nel paesino in cui viene ambientato il film: ma gli inviti del prete a votare un partito che sia "democratico e cristiano" o del membro del P.C.I. che cerca invano di convincere i potenziali elettori a considerare con un'ottica diversa l'emncipazione della donna non si sposano certo con una mentalità antica che sembra aver fermato il tempo.
Al di là della bravura degli interpreti ciò che colpisce maggiormente è la regia, all'insegna di uno sperimentalismo nuovo per la commedia italiana: accattivanti le scene in cui Fefé che immagina di uccidere la moglie nei modi più svaritati, o quando pregusta il discorso dell'avvocato difensore al processo.
A coronare il tutto, le stupende musiche di Carlo Rustichelli, folkloristiche, che insistono su pochi motivi ben scelti, a seconda della situazione o del personaggio in scena.
Crudele, energica, scomodamente grottesca, gioiosamente demistificatoria. La più bella commedia all'italiana, modernissima ancora per stile e narrazione. Perfetto esempio di forza sociale-sovversiva di un cinema che sia anche accessibile a tutti