...ma per qualche oscura ragione io l'ho visto per caso all'una di notte solo perchè ero rientrato a casa a quell'ora. Mi chiedo spesso come mai film come questo, che potrebbero essere apprezzati anche dal grande pubblico, passino di fatto inosservati non solo nelle sale ma anche nei palinsesti tv quando in seconda serata potrebbe tranquillamente trovare pubblico. Comunque è un piccolo film completo e avvincente in cui il realismo semidocumentaristico (molto più gradevole dell'evidente sceneggiata delle fiction d'andazzo sulle forze dell'ordine) è coniugato con robuste scene d'azione, approfondimento psicologico, comicità e anche con delle piccole ruffianerie che non stonano e anzi lo rendono decisamente più potabile (un bel bacio che non guasta mai e una poliziotta che è molto più bella della Pandolfi...). Insomma, il cinema italiano esiste e come. Solo che è invisibile.
quello non pubblicizzato adeguatamente e difficilmente in grado di poter emergere. Film come "Dentro la città" ma anche "La destinazione", "Ultimo stadio", "La spettatrice", "Il miracolo" e tanti altri titoli più o meno invisibili. Opere prime e seconde di autori interessanti che a fatica riescono ad ottenere i finanziamenti necessari (e con gli ultimi tagli sarà ancora più arduo) a fronte di certi "prodotti" insulsi e patinati, se non proprio urlati alla "muccino".
L'autentico vicecommissario Corsi è quello di "Dentro la città" e non certo l'edulcorata Claudia Pandolfi del Decimo tuscolano di televisiva memoria in cui l'immagine di queste divise è fin troppo artificiosa e stucchevolmente inveritiera, in cui i casi veri e propri sono subalterni ai siparietti comici fin troppo abusati.
Si ride anche in "Dentro la città", ma si ride quel giusto, perchè è il contesto in cui operano i personaggi (tutti azzeccati) a creare la situazione in cui uno sfogo o la stemperata battuta di qualcuno serve a contorniare del necessario la giornata di un poliziotto da distretto periferico.
Stritolate dalle grandi case distributive in Italia, queste produzioni sono destinate ad uscire presto dalle sale per tentare la fortuna sugli scaffali delle videoteche, dove in mezzo ai soliti titoli inflazionati (anche d'importazione non sempre necessaria) si ricavano uno spazio per catturare l'attenzione di appassionati di cinema, come il sottoscritto, in cerca di qualcosa di veramente interessante.
E "Dentro la città" merita veramente di essere visto.