un senso di angoscia in un nord-africa conservatore quanto povero... del film spicca piu di tutto la colonna sonora...una delle piu intense e belle del cinema
Coppia di americani in crisi matrimoniale giunge, in viaggio, in Africa, insieme ad un amico. I due coniugi si avventurano nei luoghi più remoti ed inospitali del continente, andando incontro a gravi pericoli. Prefinale tragico e finale che lascia intravedere un briciolo di luce all'interno di un racconto privo di speranza.
Tratto da un noto romanzo, questo film di Bernardo Bertolucci tenta il difficile compito di rappresentare in maniera narrativa ciò che in realtà non è rappresentabile per immagini: l'assoluto vuoto interiore, la paura e l'attrazione per la morte, l'aridità di una vita senza sogni e senza speranza, il male di vivere, l'amore che è indissolubilmente legato alla sofferenza ed alla morte.
Il viaggio dei due coniugi si configura come viaggio fisico che è metafora di un viaggio spirituale. Attraversando il deserto, i due protagonisti attraversano tutta quanta la propria esistenza interiore. La ricerca di luoghi remoti è ricerca di sè. L'uomo si perderà definitivamente; la donna, dopo molta sofferenza, sembrerà aver trovato se stessa.
Poco verosimile nell'intreccio, a tratti eccessivo nel mostrare il lato oscuro e crudele della vita, troppo compiaciuto in alcune scene di dubbio gusto, a volte francamente lento, il film si avvale comunque di una buona regia, di due attori bravissimi (Jonh Malkovich e Debra Winger) ben calati nei loro ruoli, di una splendida fotografia (Storaro) e di una meravigliosa colonna sonora.
Il finale appare monco, incerto, incompiuto. Nel complesso, un film che lascia una sottile inquietudine, una certa paura del vuoto, dell'infinito, della vita stessa.
Apparizione di una giovanissima e bella Nicoletta Braschi (al bar).