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Scemo & + scemo 2











Ne succedono di cose in 20 anni; le persone crescono, i tempi cambiano, ma la cosa che resta costante in un artista è il suo talento. Quello della strana coppia Jim Carrey – Jeff Daniels è ormai cementificato da anni di successi e riconoscimenti nel mondo cinematografico, comico e non. Succede che 20 anni dopo si possa pensare che riproporre un classico sia un errore, un modo per rovinare il ricordo di una genialata nata dalla mente dei fratelli Farrelly, ma questa volta siamo davanti ad un sequel quasi meglio dell’originale. In “Scemo e + Scemo 2” ritroviamo l’eroe biondo Harry Dunne (Daniels) intento a prendersi cura del degno compare Lloyd Christmas (Carrey) caduto in una paralisi totale dopo essere stato lasciato da Mary. Sin dalle prime scene è evidente come il film non sia una riproposizione moderna, ma un vero e proprio omaggio. Quasi un reebot, ma con gli stessi esilaranti protagonisti. Il segreto di questo lungometraggio sta nella sua demenziale e naturale comicità.
Sapete cosa accade quando mettete del mais scoppiettante nello stomaco di un uccellino? Bè Lloyd e Harry lo sanno eccome e non vedono l’ora di insegnarvelo. La storia ruota tutta intorno alla terribile malattia del povero biondo, portando i due a compiere un viaggio nel continente americano a bordo di mezzi di fortuna per ritrovare la figlia partorita con Fraida Felcher (Kaithleen Turner) e di cui mai era venuto a conoscenza. La figlia biologica è, infatti, l’unica speranza di sopravvivere, visto il disperato bisogno di un trapianto di rene. Lloyd decide di credere nell’impresa visto che rimane folgorato dalla bellezza di Penny (Rachel Melvin), che nel frattempo è stata adottata dalla famiglia del geniale inventore Bernard Pinchelow (Steve Tom) e della sexy nuova moglie di lui Adele (Laurie Holden). La loro caccia li porterà a mille e più disavventure, da apparecchi acustici per vecchi a una gara di giovani scienziati, passando per la sfida ‘centra il buco’ e il ritrovamento del vecchio amato furgoncino cagnolone. Personaggio dal doppio ruolo è Rob Riggle, che presta il volto al giardiniere amante Travis e al suo fratello gemello Capitano Lippincott. Jim Carrey è cambiato maturando molto come artista, eccezionali i Golden Globe ricevuti per le interpretazioni drammatiche in “The Truman Show” e dell’eccentrico comico Andy Kaufman in “Man on the Moon”, ma in questo film sembra come scatenarsi in modo assolutamente naturale, come se in tutto questo tempo non avesse aspettato altro che risistemare il capello a caschetto e spalancare la bocca nell’inconfondibile sorriso.
L’opera, scritta oltre che dai registi anche dagli autori di “Come ti spaccio la famiglia”, non ha pretese artistiche, ma punta a realizzare un grande risultato al box office puntando sull’effetto nostalgia e sulla voglia di nuove generazioni di diventare “pazzamente sceme”. Il messaggio dietro all’opera è più profondo di quanto si possa pensare: c’è un padre che vuole ritrovare la propria figlia ad ogni costo, pronto a morire per lei nonostante il suo evidente deficit cognitivo, l’ipocrisia dei cervelloni pronti a credere a qualsiasi cosa e a sopportare i giudizi più insensati se proferiti da uno più importante di loro e l’amicizia sempre più indissolubile tra due “ragazzi troppo cresciuti” che possono contare soltanto l’uno sull’altro. Non ci resta che dire “bentornati a sti du’ scemi”, perché il cinema è anche spontaneità genuinamente, spassosamente e irriverentemente divertente.

La frase:
"Non ti può dire di no Harry, i figli sono pezzi di fegato".

a cura di Thomas Cardinali

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