They - Incubi dal mondo delle ombre
Protagonisti di questo film sono gli incubi notturni. Quei sogni terrorizzanti che ogni bambino ha certamente fatto nel suo lettino; sogni popolati da essere mostruosi che ti circondano, si nascondono nell'armadio o sotto il letto. Ombre che prendono forma, rumori normali che diventano segnali delle terrifiche presenze che albergano nella tua stanza. "They" parla proprio di questo. Di un gruppo di persone che da adulti incominciano a rivivere quegli incubi infantili che pensavano di aver dimenticato, perché loro, "They" per l'appunto, sono tornati a popolare la loro esistenza. Ma non sono più delle presenze fugaci precocemente sepolte nell'inconscio, sono esseri in carne ed ossa, più precisamente in zampe e chele, venuti a riprenderti per condurti nel loro putrefatto ed allucinante mondo.
Julia (Laura Regan , "Unbreakable", "My little eye") è una di queste bambine, ora adulta, che deve sfuggire agli incubi tornati a tormentarla. Attorno a lei, altri amici e conoscenti, anche loro marchiati da piccoli, cominciano misteriosamente a sparire e Julia si ritrova sola a dover affrontare il ritorno dei mostri. Neanche l'aiuto del suo ragazzo Paul (Marc Blucas, "We were soldiers") o del suo psicologo, potranno aiutarla in quella che sembra più essere una battaglia interiore con i mostri della propria psiche che una lotta contro entità aliene.
Il lato migliore del film diretto da Robert Harmon, noto per il suo debutto con un classico del genere come "The Hitcher - La lunga strada della paura" con Rutger Hauer, è proprio il taglio intimistico ed interiorizzante che attraversa tutta l'opera. Gli incubi della notte sono visti come mostri della mente, proiezioni malate della nostra psiche, scaturite da traumi che la nostra infanzia ha subito. Questa atmosfera è ben sottolineata dalla frequenza dei primi piani e l'attenzione alla psicologia dei personaggi, in particolare della protagonista, Julia, discretamente interpretata da Laura Regan che regge bene la prova considerando che il film poggia quasi totalmente sul suo personaggio. Il film, tutto sommato, pur nell'estremo semplicismo di alcune soluzioni narrative, non manca di una certa coerenza di fondo che lo rende interessante e foriero di qualche riflessione che non sia solo ispirata dal genere horror a cui l'opera, indubbiamente, appartiene.
La volontà di elevarsi rispetto ad altri film del genere, è anche testimoniata dalla frase citata nei titoli di testa: "Ti priverò del riposo con il terrore". E' di Orazio, non di Wes Craven.

Daniele Sesti

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