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Autore BLUE di Derek Jarman
AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 20-08-2006 02:23  
[quote]In data 2006-08-19 18:53, Cronenberg scrive:
quote:
In data 2006-08-19 14:38, Bash84 scrive:

Ogni volta che vediamo Blue, è un po' come se entrassimo in contatto con lo spirito "disonosiaco" di Jarman. (cit.)

e tutto questo grazie all'arte, certo, che a questo punto assume una interpretazione privata, come dici, intima. Cattura la sensibilità dello spettatore per riportarci all'estasi artistica che è al contempo processo di consapevolizzazione della condizione esistenziale di un uomo-artista fissata nel tempo. Il potere che in questo caso ha l'arte è innegabile, e quindi il suo potenziale umano e umanizzante, che è capace, a seconda, di fare proprie le corde della sensibilità poetica di ognuno e dargli la forza di rispondere alla provocazione che compie, o di fare proprie le corde della sensibilità umana per rendersi consapevoli di uno stato esistenziale. Il potere dell'arte in questo caso, che comprende tutto, si insinua nella soggettività del fruitore suscitando una 'interpretazione'. La chiave sta tutta lì secondo me, a seconda di come ognuno di noi interpreta il 'blue' artistico che ci inghiotte e che ci trasporta nella realtà artistica, che è anche quella reale, in questo caso più che mai.




Nipote carissimo, spero che non te la prenderai a male se ti dico che stai dando "la vuelta a la manzana"

Non vedo chiavi di svolta, se non nel fatto che, dopo tutta questa bella discussione, ed anche a fronte di quanto sopra asserito, dove noto qualche progresso rispetto all'impostazione iniziale, ma anche un raro accanimento nel sostenere l'insostenibile, che la tua formula: "Trionfo del lato umano e rinnegazione del cinema vs. Trionfo del cinema." non può essere...
Suggerisco di parlare dell'infallibilità del papa ...
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"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

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Cronenberg

Reg.: 02 Dic 2003
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Da: GENOVA (GE)
Inviato: 20-08-2006 08:24  
Vabè, a questo punto dato che mi accanisco e sostengo l'insostenibile quando ho solo cercato finora di argomentare su un'opera assolutamente estrema che di per sè dimostra la sua difficoltà di comprensione ed interpretazione per molti, non ho più nulla da aggiungere. E per questo mi riverivo a quella chiave, il "blue", che non si tratta di immagini univocamente interpretabili, e all'uman dolore, che rimango dell'idea bisogna continuare a compiangere, oltre tutto e tutti.
Pierre mi segnalò questo suo pezzo dopo la discussione di Blue e capì cosa volli dire, a torto o a ragione, come per me quello che sostieni. La vuelta e la manzana mi sà che ce la siamo data un po' tutti.

http://filmup.leonardo.it/killgil.htm

e come dissi te una volta:

Vabbè, la mia sul film l'ho detta, tu la tua, inutile tornarci su. Finiremmo come Bunuel ed un suo amico prete che dopo estenuanti ed appassionanti discusioni sull'esistenza di Dio, il primo ne usciva più ateo che pria, il secondo più credente.

[ Questo messaggio è stato modificato da: Cronenberg il 20-08-2006 alle 09:03 ]

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Cronenberg

Reg.: 02 Dic 2003
Messaggi: 2781
Da: GENOVA (GE)
Inviato: 20-08-2006 08:54  
Intanto propongo una interessante recensione di Vincenzo Patanè di Blue, che ci conferma l'ispirazione al quadro ed agli assunti di Yves Klein.

http://www.culturagay.it/cg/recensione.php?id=10624
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La ragione è la sola cosa che ci fa uomini e ci distingue dalle bestie

René Descartes

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 21-08-2006 00:19  
quote:
In data 2006-08-20 08:24, Cronenberg scrive:
Vabè, a questo punto dato che mi accanisco e sostengo l'insostenibile quando ho solo cercato finora di argomentare su un'opera assolutamente estrema che di per sè dimostra la sua difficoltà di comprensione ed interpretazione per molti, non ho più nulla da aggiungere. E per questo mi riverivo a quella chiave, il "blue", che non si tratta di immagini univocamente interpretabili, e all'uman dolore, che rimango dell'idea bisogna continuare a compiangere, oltre tutto e tutti.
Pierre mi segnalò questo suo pezzo dopo la discussione di Blue e capì cosa volli dire, a torto o a ragione, come per me quello che sostieni. La vuelta e la manzana mi sà che ce la siamo data un po' tutti.

http://filmup.leonardo.it/killgil.htm

e come dissi te una volta:

Vabbè, la mia sul film l'ho detta, tu la tua, inutile tornarci su. Finiremmo come Bunuel ed un suo amico prete che dopo estenuanti ed appassionanti discusioni sull'esistenza di Dio, il primo ne usciva più ateo che pria, il secondo più credente.




Non ho detto che tu non abbia argomentato, solo che l'ultima risposta al mio puntuale ed articolato papiello (fallace quando si vuole, condivisbile o meno che sia, ci mancherebbe) è un tantino sbrigativa, per così dire. In realtà dici tutto e niente, ovvero ti leggo in precario equilibrio quando affermi che la questione si riduce a : "...ho solo cercato finora di argomentare su un'opera assolutamente estrema che di per sè dimostra la sua difficoltà di comprensione ed interpretazione per molti..., mentre, con un plausibile margine di oggettività, eravamo partiti da ben altro. Che l'opera sia estrema, ecc, lo sapevo già, l'ho confermato più di una volta. Tra Bunuel è il curato i termini della discussione, per quanto inconciliabili le poszioni, erano chiari e precisi. Qui, vedo solo un rimescolamento di carte che mi procura il mal di testa ...

Letto lo scritto di Patanè. Non mi giunge nuovo, potremmo fare meglio noi.
A dire il vero mi sono girate un po' le palle con questa truce ovvietà: " E’ nata così un’opera d’arte originale quanto carica d’umanità"
E' come dire a chi si delizia il palato bevendo vino che poi ci saranno gli effetti dell'alcool. NOn ho acora letto il post di Pierre, ma lo farò. Tu hai per caso sbirciato il post che ti ho linkato. Credo sia importante ai fini di comprendere meglio quel che cercavo di dire. Lasciamo stare i "saggi", usiamo le nostre idee, le nostre parole.
_________________
"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

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Ahsaas

Reg.: 18 Apr 2006
Messaggi: 779
Da: Parma - India (es)
Inviato: 21-08-2006 01:09  
ahò ahò non tirateme in mezzo!

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Cronenberg

Reg.: 02 Dic 2003
Messaggi: 2781
Da: GENOVA (GE)
Inviato: 21-08-2006 09:07  
quote:
In data 2006-08-21 00:19, AlZayd scrive:
quote:
In data 2006-08-20 08:24, Cronenberg scrive:
Vabè, a questo punto dato che mi accanisco e sostengo l'insostenibile quando ho solo cercato finora di argomentare su un'opera assolutamente estrema che di per sè dimostra la sua difficoltà di comprensione ed interpretazione per molti, non ho più nulla da aggiungere. E per questo mi riverivo a quella chiave, il "blue", che non si tratta di immagini univocamente interpretabili, e all'uman dolore, che rimango dell'idea bisogna continuare a compiangere, oltre tutto e tutti.
Pierre mi segnalò questo suo pezzo dopo la discussione di Blue e capì cosa volli dire, a torto o a ragione, come per me quello che sostieni. La vuelta e la manzana mi sà che ce la siamo data un po' tutti.

http://filmup.leonardo.it/killgil.htm

e come dissi te una volta:

Vabbè, la mia sul film l'ho detta, tu la tua, inutile tornarci su. Finiremmo come Bunuel ed un suo amico prete che dopo estenuanti ed appassionanti discusioni sull'esistenza di Dio, il primo ne usciva più ateo che pria, il secondo più credente.




Non ho detto che tu non abbia argomentato, solo che l'ultima risposta al mio puntuale ed articolato papiello (fallace quando si vuole, condivisbile o meno che sia, ci mancherebbe) è un tantino sbrigativa, per così dire. In realtà dici tutto e niente, ovvero ti leggo in precario equilibrio quando affermi che la questione si riduce a : "...ho solo cercato finora di argomentare su un'opera assolutamente estrema che di per sè dimostra la sua difficoltà di comprensione ed interpretazione per molti..., mentre, con un plausibile margine di oggettività, eravamo partiti da ben altro. Che l'opera sia estrema, ecc, lo sapevo già, l'ho confermato più di una volta. Tra Bunuel è il curato i termini della discussione, per quanto inconciliabili le poszioni, erano chiari e precisi. Qui, vedo solo un rimescolamento di carte che mi procura il mal di testa ...

Letto lo scritto di Patanè. Non mi giunge nuovo, potremmo fare meglio noi.
A dire il vero mi sono girate un po' le palle con questa truce ovvietà: " E’ nata così un’opera d’arte originale quanto carica d’umanità"
E' come dire a chi si delizia il palato bevendo vino che poi ci saranno gli effetti dell'alcool. NOn ho acora letto il post di Pierre, ma lo farò. Tu hai per caso sbirciato il post che ti ho linkato. Credo sia importante ai fini di comprendere meglio quel che cercavo di dire. Lasciamo stare i "saggi", usiamo le nostre idee, le nostre parole.


Ma le posizioni su cui siamo credevo già le avessimo appurate, negli ultimi post ho cercato di progredire, come hai detto te, con nuove argomentazioni La mia posizione su Blue resta intonsa a pagina 3:

arte e invito a "superare l’arte stessa e di lavorare individualmente al ritorno alla vita reale, quella in cui l’uomo pensante non è più al centro dell’universo, ma l’universo al centro dell’uomo."

Insomma le posizioni erano ormai chiare, chi ateo chi credente nell'ultimo post ho cercato di avvallare la soggettività interpretativa e percettiva che sta per forza secondo me nello spettatore di Blue, davanti allo schermo. Non stavo rimescolando le carte, stavo solo cercando di allargare la discussione ai più e di cambiare argomento senza mettere di mezzo 'papi'

Insomma tirate le fila della nostra discussione, letto il tuo interessantissimo post di Pascal Guignal, ribadisco che Blue, come la monocromia, sono opere capaci di relativizzare i sentimenti e le emozioni di chi viene inghiottito dall'arte. C'è chi riemerge dalle profondità, e chi ama vivere nella città sottomarina.
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René Descartes

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Cronenberg

Reg.: 02 Dic 2003
Messaggi: 2781
Da: GENOVA (GE)
Inviato: 21-08-2006 09:49  
quote:
In data 2006-08-19 15:19, AlZayd scrive:

A mio avviso, Jarman con Blue - e torniamo a bomba - non cercava di sensibilizzare il pubblico con l'aspetto "morale", pietistico, patetico della sua vicenda umana. Per questo c'è il servizio televisivo. Non intendeva "edificare", al contrario, cercava scandalizzare, di coinvolgere i suoi fratelli in "duende", verso un percorso di estasi artistica(impervia, mortuaria, ma profondasmente lirica), attraverso il sublime "artificio" rappresentato dall'arte che vive di luce propria. L'arte è come l'amore. Non amiamo avendo come obiettivo primario il matrimonio e/o la procreazione ("ambizioni" accessorie, automatiche, primitive, direi bestiali, a volte frutto del non amore...) mere; amiamo perchè amiamo il fuoco sacro dell'amore (duende) che ci consuma. Amiamo l'altro essere di opposto o di egual sesso, o il mondo intero, volendo amare noi stessi. In questa consapevolezza che ci libera dalle ipocrisie, il segreto per imparare ad amare realmente. Solo quando siamo capaci di amare noi stessi riusciamo ad amare gli altri. Dunque.., come non amare l'arte che è amore? L'amore non è (sempre)consolatorio, anzi... ne sa qualcosa, che so', Adele H.., che seppur con toni tragici, si è imbevuta di estasi artistica. La vincitrice è e lei, non la vita che "non ha saputo capirla". L'arte è il "medium" che ci permette di comunicare con i morti (ti suggerisco di leggerti questo post di cui sono il curatore.
Ogni volta che vediamo Blue, è un po' come se entrassimo in contatto con lo spirito "disonosiaco" di Jarman. I saggi passano, gli articoli di cronaca, di salute, di costume, società, e pure gli special televisivi. L'arte no, seguita costantemente ad esercitare il suo "potere" senza curarsi delle mode, o "correnti", e del tempo che passa. E' questo Jarman lo sa, ragione per cui affida il suo progetto artistico (che sia umano è automatico) all'arte.




L'arte, certo, ha il potere inestimabile di fermare nel tempo un'opera che è insieme vita e arte, appunto. Jarman ha scelto di usufruirne ancora, più precisamente della settima, estremamente e provocatoriamente, come la sua condizione fisica gli permetteva. Jarman non sarebbe stato in grado di realizzare un film normale (normale?), tradizionale, con attori e scenografie, perchè la sua malattia non glielo permetteva (inciso per chi non lo sa). Così il suo testamento venne redatto su celluloide, in un blu profondo accompagnato da musiche e parole pronunciate dai suoi attori feticcio, come in un'intima ultima sera attorno al fuoco, Red. Insomma involontariamente e provocatoriamente secondo me, ha realizzato un film estremo, perche lo è soprattutto per noi, capaci di vedere ma costretti a fissare una parete blu per quasi ottanta minuti. Penso che lui, per quelle che erano le sue capacità all'epoca, le poche che la malattia gli concedeva ancora, ha realizzato insieme al suo testamento, uno straziante e semplicissimo film sull'AIDS. Per questo continuo a cercare il vero significato dell'opera in questo aspetto, ma stento nel ritrovare una qualsiasi estasi artistica in un'opera come questa, che da molti, a parte tutto, non viene nemmeno considerata tale.

Per quanto riguarda la sensibilizzazione da lui attuata, concordo sul fatto che non abbia mai praticato una logica pietistica nè tantomeno abbia fatto della morale fine a sè stessa, ma credo che siamo noi a trarre ciò specchiando una società increspata da questi drammi nel blue che abbiamo di fronte.


risposta esaustiva per la nostra discussione, che ritorna sui binari del privè, anche se l'entrata è gratis, c'è un cartello bello grosso a precisarlo.

_________________
L'intelligenza mi nausea.

Bruno Dumont

[ Questo messaggio è stato modificato da: Cronenberg il 21-08-2006 alle 09:51 ]

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
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Da: roma (RM)
Inviato: 21-08-2006 14:20  
quote:
In data 2006-08-21 09:07, Cronenberg scrive:


arte e invito a "superare l’arte stessa e di lavorare individualmente al ritorno alla vita reale, quella in cui l’uomo pensante non è più al centro dell’universo, ma l’universo al centro dell’uomo."

Insomma le posizioni erano ormai chiare ...
tirate le fila della nostra discussione, ribadisco che Blue, come la monocromia, sono opere capaci di relativizzare i sentimenti e le emozioni di chi viene inghiottito dall'arte.



Fin qui non ci piove. Concesso (mai negato) che sia l'universo al centro dell'uomo, ma trovo una sofisticheria il risporvelamento del concetto da parte di quest'artista vicino alla mostra era e lontano dalle sacre memorie. Ci era stato già raccontato da Giotto. La serie di pitture (che scorrono come fotogrammi sulle pareti della Basilica Superiore di Assisi dalle svelte arcate, volte e volute che svettano armoniose verso il cielo, in cerca dell'universo, del tutto), altro non rappresentano se non la ricerca artistica/umana/religiosa (il tutto fuso in un'unica sfera delle delizie) dell'universo universalizzato. L'uomo è al centro dell'universo e l'universo al centro dell'uomo. Con quell'effetto di reciprocità ed inseparabilità che mi sembra ancora immutato. Sarà una questione di fede.., ma posto che io non credo alla santissima trinità, per contrappaso mi faccio adepto laico di questa che a mio avviso rappresenta una verità inoppugnabile.

quote:
[i]

C'è chi riemerge dalle profondità, e chi ama vivere nella città sottomarina.




L'arte ci rende anfibi. Si vive sopra e sotto, questo è il miracolo. Ammesso vi sia un sopra e sotto. Un inferno ed un paradiso.
Questa è per me la "morale" della favola.

Il giorno in cui l'arte diventerà servitrice della vita, con le sue stantie morali, smetterò di fruirla. A cosa servirebbe? Basterebbe la vita. Temo con scarse soddisfazioni per la sfera immaginifica e creativa.





[ Questo messaggio è stato modificato da: AlZayd il 21-08-2006 alle 14:28 ]

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oronzocana

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Da: camerino (MC)
Inviato: 21-08-2006 14:35  
Personalmente non ho retto per più di 10 min. Per i miei gusto l'ho trovato veramente pessimo. Sarà sicuramente un'opera d'arte, ma a me non piace affatto. Non credo che un film debba essere così decontestualizzato da perdere la sua stessa essenza e cioè l'immagine. Certo qualcuno potrebbe dire che l'immagine c'è. E' vero, ma deve essere totalmente immaginata sopra un bleu che signifca e non significa.
Torno a ripetere che a me non piace quando il significato divora il significante soprattutto perchè sembra una furbata da mercatino della domenica. Come se si volesse nascondere la mancanza della padronanza tecnica del mezzo con un escamotage.
Non conosco le precedenti opere dell'artista e sicuramente questo film, se così si può chiamare, rappresenta un punto estremizzato delle poetica dell'autore, ma lo reputo un non film e quindi unammerda.
_________________
Partecipare ad un'asta, se si ha il Parkinson, può essere una questione molto costosa.
Michael J. Fox
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AlZayd

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Inviato: 21-08-2006 14:37  
quote:
In data 2006-08-21 01:09, Ahsaas scrive:
ahò ahò non tirateme in mezzo!



La colpa è tutta tua!
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"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

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AlZayd

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Da: roma (RM)
Inviato: 21-08-2006 14:51  
quote:
In data 2006-08-21 14:35, oronzocana scrive:
Personalmente non ho retto per più di 10 min. Per i miei gusto l'ho trovato veramente pessimo. Sarà sicuramente un'opera d'arte, ma a me non piace affatto. Non credo che un film debba essere così decontestualizzato da perdere la sua stessa essenza e cioè l'immagine. Certo qualcuno potrebbe dire che l'immagine c'è. E' vero, ma deve essere totalmente immaginata sopra un bleu che signifca e non significa.
Torno a ripetere che a me non piace quando il significato divora il significante soprattutto perchè sembra una furbata da mercatino della domenica. Come se si volesse nascondere la mancanza della padronanza tecnica del mezzo con un escamotage.
Non conosco le precedenti opere dell'artista e sicuramente questo film, se così si può chiamare, rappresenta un punto estremizzato delle poetica dell'autore, ma lo reputo un non film e quindi unammerda.




Se il tuo punto di vista, rispettabilissimo, fosse avvalorato, si potrebbe parlare di pippe mentali dell'artista onoanista che sa di non essere un creatore e che dunque filosofeggia.
A mio avviso Jarman è un creatore, una grande personalità artistica, quindi il suo Blue, per quanto estremo/ostico, rappresenta un momento di alta creatività.
Non chiedere mai alla tua amata il colore che hanno i suoi occhi. Oggi potrebbero essere verdi; domani, blu, o castani...
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"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

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oronzocana

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Da: camerino (MC)
Inviato: 21-08-2006 15:12  
quote:
In data 2006-08-21 14:51, AlZayd scrive:
quote:
In data 2006-08-21 14:35, oronzocana scrive:
Personalmente non ho retto per più di 10 min. Per i miei gusto l'ho trovato veramente pessimo. Sarà sicuramente un'opera d'arte, ma a me non piace affatto. Non credo che un film debba essere così decontestualizzato da perdere la sua stessa essenza e cioè l'immagine. Certo qualcuno potrebbe dire che l'immagine c'è. E' vero, ma deve essere totalmente immaginata sopra un bleu che signifca e non significa.
Torno a ripetere che a me non piace quando il significato divora il significante soprattutto perchè sembra una furbata da mercatino della domenica. Come se si volesse nascondere la mancanza della padronanza tecnica del mezzo con un escamotage.
Non conosco le precedenti opere dell'artista e sicuramente questo film, se così si può chiamare, rappresenta un punto estremizzato delle poetica dell'autore, ma lo reputo un non film e quindi unammerda.




A mio avviso Jarman è un creatore, una grande personalità artistica, quindi il suo Blue, per quanto estremo/ostico, rappresenta un momento di alta creatività.




sicuramente. Infatti ho confessato di non conoscere altro dell'autore. Il fatto che non lo consideri un film non ne esclude una qualificazione artistica. Questo inquadramento sembrà però essere limitato esclusivamente all'autore stesso. Bisogna conoscere l'autore a tutto tondo per poterne fruire (che bello 'sto verbo...mi piace un sacco).
Un opera d'arte dovrebbe mostrare un messaggio e non nasconderlo. O no?
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Cronenberg

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Inviato: 21-08-2006 15:47  
quote:
In data 2006-08-21 14:20, AlZayd scrive:
quote:
In data 2006-08-21 09:07, Cronenberg scrive:


arte e invito a "superare l’arte stessa e di lavorare individualmente al ritorno alla vita reale, quella in cui l’uomo pensante non è più al centro dell’universo, ma l’universo al centro dell’uomo."

Insomma le posizioni erano ormai chiare ...
tirate le fila della nostra discussione, ribadisco che Blue, come la monocromia, sono opere capaci di relativizzare i sentimenti e le emozioni di chi viene inghiottito dall'arte.



Fin qui non ci piove. Concesso (mai negato) che sia l'universo al centro dell'uomo, ma trovo una sofisticheria il risporvelamento del concetto da parte di quest'artista vicino alla mostra era e lontano dalle sacre memorie. Ci era stato già raccontato da Giotto. La serie di pitture (che scorrono come fotogrammi sulle pareti della Basilica Superiore di Assisi dalle svelte arcate, volte e volute che svettano armoniose verso il cielo, in cerca dell'universo, del tutto), altro non rappresentano se non la ricerca artistica/umana/religiosa (il tutto fuso in un'unica sfera delle delizie) dell'universo universalizzato. L'uomo è al centro dell'universo e l'universo al centro dell'uomo. Con quell'effetto di reciprocità ed inseparabilità che mi sembra ancora immutato. Sarà una questione di fede.., ma posto che io non credo alla santissima trinità, per contrappaso mi faccio adepto laico di questa che a mio avviso rappresenta una verità inoppugnabile.

quote:
[i]

C'è chi riemerge dalle profondità, e chi ama vivere nella città sottomarina.




L'arte ci rende anfibi. Si vive sopra e sotto, questo è il miracolo. Ammesso vi sia un sopra e sotto. Un inferno ed un paradiso.
Questa è per me la "morale" della favola.

Il giorno in cui l'arte diventerà servitrice della vita, con le sue stantie morali, smetterò di fruirla. A cosa servirebbe? Basterebbe la vita. Temo con scarse soddisfazioni per la sfera immaginifica e creativa.





[ Questo messaggio è stato modificato da: AlZayd il 21-08-2006 alle 14:28 ]

Si ho notato una valenza ideologica che attribuisci a questo assunto, che è validdissima
In ogni caso penso che riguardo all'arte una valida metafora sia proprio quella dell'acqua, che a mio modo di vedere presuppone l'emersione della testa sulla superfice marina, dove ci si può rendere conto di cosa ci circonda, sempre imprigionati però nell'acqua e fatti galleggiare da essa. Penso che l'arte ci permetta di fruire al meglio la vita.

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L'intelligenza mi nausea.

Bruno Dumont

[ Questo messaggio è stato modificato da: Cronenberg il 21-08-2006 alle 15:50 ]

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AlZayd

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Inviato: 21-08-2006 15:53  
L'arte non mostra messaggi univoci e chiusi, li suggerisce. Il messaggio, dunque la morale, è un preteso per l'arte vera. Ciò che conta è l'estetica libera da vincoli e capace di esprimere cento significati lirici, da "fruire" secondo sensibilità e conoscenze, a fronte di una "storia" prosaica destinata ad invecchiare, morire.

Blue, che, aldilà della sua particolarità, ha un'estetica, è uno specchio. Ma qualsiasi film d'arte, anche "tradizionale", o canonico, o meno criptico, lo è. Shining, che è un film alla portata di tutti, non è (solo) un film horror, come sembra.

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oronzocana

Reg.: 30 Mag 2004
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Da: camerino (MC)
Inviato: 21-08-2006 16:07  
quote:
In data 2006-08-21 15:53, AlZayd scrive:
L'arte non mostra messaggi univoci e chiusi, li suggerisce. Il messaggio, dunque la morale, è un preteso per l'arte vera. Ciò che conta è l'estetica libera da vincoli e capace di esprimere cento significati lirici, da "fruire" secondo sensibilità e conoscenze, a fronte di una "storia" prosaica destinata ad invecchiare, morire.

Blue, che, aldilà della sua particolarità, ha un'estetica, è uno specchio. Ma qualsiasi film d'arte, anche "tradizionale", o canonico, o meno criptico, lo è. Shining, che è un film alla portata di tutti, non è (solo) un film horror, come sembra.



Ma shinig è alla portati di tutti, ma allo stesso tempo e non lo è: un pò come Blue ed ogni altra opera d'arte. La particolarità lodevole è che riesce anche a trasmettere un messaggio senza che si conosca la poetica del regista. Approfondire il regista (l'autore in generale) dovrebbe essere un qualcosa in più per decifrare la totalità dell'ideologia che si compone in più opere.
Blue, come ho detto, rappresenta solo un punto, è vero, ma estrapolato dalla vita dell'autore diventa nulla. Shining, al contrario, preso singolarmente, è un ottima opera, formalmente parlando, e acquista una valenza più ampia se rapporata all'evoluzione autoriale di Kubrick, ma ha una vita propria che manca a Blue.
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