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BLUE di Derek Jarman |
Cronenberg
Reg.: 02 Dic 2003 Messaggi: 2781 Da: GENOVA (GE)
| Inviato: 18-02-2004 17:02 |
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Mentre lo schermo è costantemente e totalmente blu, il regista gay, Derek Jarman (1942-1994), prima di morire di AIDS, ci racconta liricamente, il “vivere” con l’AIDS, il vivere da omosessuali, e più in generale il vivere oggi, in questo mondo, che sta lentamente decadendo.
“Blue”, è una pellicola che si può intendere come cinematografica, sonora, o visiva, ma ciò non toglie che sia l’ultimo film di Derek Jarman, ovvero un capolavoro di: sensibilità, profondità e coraggio psicologico. Il film è ovviamente cosparso da un senso di rassegnazione, dovuto anche alla malattia del regista, che sapendo di dover morire ed essendo divenuto cieco, influenza ancora di più la pellicola, dando ad essa un velo di collaudata sofferenza e passività che non lascia fiato allo spettatore. Le parole, pronunciate dal regista e dai suoi fedeli attori/amici, che lo hanno seguito fin dai suoi primissimi film, lasciano sconvolti e mai indifferenti, scatenando al contrario nell’uditore, una catena di pensieri e accuse, che vengono scagliate inconsciamente dallo stesso, verso una società di fittizia solidarietà ed un mondo di altrettanto beffardo e irreale equilibrio. Il film è scioccante e dà spunto a riflessioni molto profonde, non smentisce l’eccentricità e l’originalità cinematografica di un regista del tutto anticonvenzionale, e mostra nel suo blu profondo la vita, la malattia, e la morte, ovvero quello che un “non vedente” vede, e quello che un “vedente” non vuole vedere. Grandissima, decisiva, prova d’autore.
lo avete visto? cosa ne pensate?
_________________ La ragione è la sola cosa che ci fa uomini e ci distingue dalle bestie
René Descartes |
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GionUein
Reg.: 20 Mag 2003 Messaggi: 4779 Da: taranto (TA)
| Inviato: 18-02-2004 17:04 |
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Ne sento parlare per la prima volta.
Fammi capire una cosa : lo schermo resta blu x tutto il tempo ?
Solo voci fuori campo?
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Johnnyboy
Reg.: 18 Feb 2004 Messaggi: 41 Da: Fondi (LT)
| Inviato: 18-02-2004 17:15 |
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Io ne ho sentito parlare, ma non l' ho visto. Ho sentito dire che per alcuni è stata l' esperienza più sconvolgente che si possa vivere in una sala cinematografica (guardando film si intende ). Di Jarman ho visto una specie di documentario (rivisto secondo la personale ottica dell' autore) sul filosofo Wittgenstein. |
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Cronenberg
Reg.: 02 Dic 2003 Messaggi: 2781 Da: GENOVA (GE)
| Inviato: 18-02-2004 17:17 |
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quote: In data 2004-02-18 17:04, GionUein scrive:
Ne sento parlare per la prima volta.
Fammi capire una cosa : lo schermo resta blu x tutto il tempo ?
Solo voci fuori campo?
| lo schermo per 79' rimane completamente blu, il regista con questo sistema vuole creare l'abisso del virus e la sua impalpabilità. mentre una voce fuori campo, quella di jarman doppiata, parla per tutto il tempo inframezzata da bellissime musiche e rumori quotidiani nostalgici per il regista. ti assicuro che è davvero un capolavoro
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René Descartes |
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Cronenberg
Reg.: 02 Dic 2003 Messaggi: 2781 Da: GENOVA (GE)
| Inviato: 18-02-2004 17:26 |
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quote: In data 2004-02-18 17:15, Johnnyboy scrive:
Io ne ho sentito parlare, ma non l' ho visto. Ho sentito dire che per alcuni è stata l' esperienza più sconvolgente che si possa vivere in una sala cinematografica (guardando film si intende ). Di Jarman ho visto una specie di documentario (rivisto secondo la personale ottica dell' autore) sul filosofo Wittgenstein.
| anchio ho visto e possiedo wittgenstein, un altro ottimo film del regista britannico, anche se "Blue" è davvero il suo miglior film, forse il più originale e personale
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René Descartes |
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Johnnyboy
Reg.: 18 Feb 2004 Messaggi: 41 Da: Fondi (LT)
| Inviato: 18-02-2004 17:30 |
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Peccato che per guardare certi film bisogna andarseli a cercare, non credo proprio che possa mai passare in televisione un film così poco "televisivo". |
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GionUein
Reg.: 20 Mag 2003 Messaggi: 4779 Da: taranto (TA)
| Inviato: 18-02-2004 18:25 |
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Beh, ma in questo caso guardare è una parola grossa.
O no?
sarà anche una "soggettiva" estenuante,ma possiamo parlare di cinema se per 79' tutto quello che vediamo è uno schermo blu ?
[ Questo messaggio è stato modificato da: GionUein il 18-02-2004 alle 18:26 ] |
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Cronenberg
Reg.: 02 Dic 2003 Messaggi: 2781 Da: GENOVA (GE)
| Inviato: 18-02-2004 18:58 |
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quote: In data 2004-02-18 18:25, GionUein scrive:
Beh, ma in questo caso guardare è una parola grossa.
O no?
sarà anche una "soggettiva" estenuante,ma possiamo parlare di cinema se per 79' tutto quello che vediamo è uno schermo blu ?
[ Questo messaggio è stato modificato da: GionUein il 18-02-2004 alle 18:26 ]
| per me è stato grande cinema, per il fatto che in quello schermo blu e in quei 79' ho visto tante immagini, sarò fantasioso e eccentrico ma per me è cinema
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René Descartes |
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Cronenberg
Reg.: 02 Dic 2003 Messaggi: 2781 Da: GENOVA (GE)
| Inviato: 18-02-2004 19:00 |
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quote: In data 2004-02-18 17:30, Johnnyboy scrive:
Peccato che per guardare certi film bisogna andarseli a cercare, non credo proprio che possa mai passare in televisione un film così poco "televisivo".
| purtroppo...
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René Descartes |
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Le3Puttane
Reg.: 06 Feb 2004 Messaggi: 125 Da: troia (es)
| Inviato: 18-02-2004 19:18 |
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è un film davvero bellissimo.Ci ha davvero emozionate.
_________________ "Ho fatto un incubo terribile la scorsa notte, ero il figlio di pamela anderson e lei per allattarmi usava il biberon" |
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Cronenberg
Reg.: 02 Dic 2003 Messaggi: 2781 Da: GENOVA (GE)
| Inviato: 18-02-2004 19:21 |
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quote: In data 2004-02-18 19:18, Le3Puttane scrive:
è un film davvero bellissimo.Ci ha davvero emozionate.
| son contento
_________________ La ragione è la sola cosa che ci fa uomini e ci distingue dalle bestie
René Descartes |
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AlZayd
Reg.: 30 Ott 2003 Messaggi: 8160 Da: roma (RM)
| Inviato: 14-08-2006 03:02 |
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quote: In data 2006-08-13 19:24, Cronenberg scrive:
Y tu mama tambien di Alfonso Cuaròn
inno alla follia ed alla contraddizione tipica dell'età adoloscenziale. Non senza qualche eccesso e qualche didascalismo di troppo, un film che coinvolge e trascina. Bravi gli interpreti.
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Gran bel film, con qualcosa di più che va ben oltre lo spaccato adolescenziale. Il didascalismo c'è ma non è di troppo, oppure si, ma, perdonabilissimo, è l'ultima cosa che personalmente ho notato. In buona sostanza siamo d'accordo. Meno su "Blue" di Jarman... Un giorno proviamo ad aprire un sondaggio! Ciao Davide!
_________________ "Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel |
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Cronenberg
Reg.: 02 Dic 2003 Messaggi: 2781 Da: GENOVA (GE)
| Inviato: 14-08-2006 09:03 |
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quote: In data 2006-08-14 03:02, AlZayd scrive:
quote: In data 2006-08-13 19:24, Cronenberg scrive:
Y tu mama tambien di Alfonso Cuaròn
inno alla follia ed alla contraddizione tipica dell'età adoloscenziale. Non senza qualche eccesso e qualche didascalismo di troppo, un film che coinvolge e trascina. Bravi gli interpreti.
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Gran bel film, con qualcosa di più che va ben oltre lo spaccato adolescenziale. Il didascalismo c'è ma non è di troppo, oppure si, ma, perdonabilissimo, è l'ultima cosa che personalmente ho notato. In buona sostanza siamo d'accordo. Meno su "Blue" di Jarman... Un giorno proviamo ad aprire un sondaggio! Ciao Davide!
| Temo risponderemmo solo noi: Trionfo del lato umano e rinnegazione del cinema vs. Trionfo del cinema. "Macchestannoaddì?!?"
Comunque aspettiamoci buone cose da Cuaròn a Venezia Ciao Peppe!
_________________ La ragione è la sola cosa che ci fa uomini e ci distingue dalle bestie
René Descartes |
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AlZayd
Reg.: 30 Ott 2003 Messaggi: 8160 Da: roma (RM)
| Inviato: 16-08-2006 17:16 |
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quote: In data 2006-08-14 09:03, Cronenberg scrive:
quote: In data 2006-08-14 03:02, AlZayd scrive:
quote: In data 2006-08-13 19:24, Cronenberg scrive:
Y tu mama tambien di Alfonso Cuaròn
inno alla follia ed alla contraddizione tipica dell'età adoloscenziale. Non senza qualche eccesso e qualche didascalismo di troppo, un film che coinvolge e trascina. Bravi gli interpreti.
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Gran bel film, con qualcosa di più che va ben oltre lo spaccato adolescenziale. Il didascalismo c'è ma non è di troppo, oppure si, ma, perdonabilissimo, è l'ultima cosa che personalmente ho notato. In buona sostanza siamo d'accordo. Meno su "Blue" di Jarman... Un giorno proviamo ad aprire un sondaggio! Ciao Davide!
| Temo risponderemmo solo noi: Trionfo del lato umano e rinnegazione del cinema vs. Trionfo del cinema. "Macchestannoaddì?!?"
Comunque aspettiamoci buone cose da Cuaròn a Venezia Ciao Peppe!
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Una mia prima risposta potrebbe essere: ma il cinema non è forse, tra l'altro, una sorta di summa humanitatis trasfigurante dell'umano umanesimo? E' possibile praticare una scissione, anzi contrapporre la vita (il lato umano) alla sua rappresentazione artistica, allorchè, presupposto, si fa ricorso a questa per esprimere quella?
Proseguendo: nessuna forma di cinema con maiuscola, di ogni genere, tempo e luogo, dal più classico al più destrutturante, perfino l'"anticinema" (esiste? per me no - al limite esiste un cinema di merda -, e chi lo sostiene, sempre a mio avviso, mente, spesso coscientemente per poter fare il mestiere dell'intellettuale - che non coincide esattamente con quello dell'artista -, per "provocare", magari utilmente, ma giusto il tempo di una stagione destinata, quella si, a morire, come muoiono quasi tutti i "saggi"...), ha mai avuto come fine il mero trionfo, o la morte, di se stessa.
Vale per tutte le forme d'Arte.
Su tali suggestioni semmai speculiamo noi spettatori, si arrovellano gli studiosi, i critici, i perdigiorno... Ottimo comunque.
Impossibile che ciò che di fatto vive, anche in un presagio di morte, nella certezza di una morte imminente, sia morto, dal punto di vista della creatività. Avere coscienza del “sé”, è, nella trasfigurazione, sempre segno di vitalismo (altrimenti saremmo per forza di cose dei "dead man walking", già che a questo mondo tutti dobbiamo morire). Con “Blue” Jarman "fa morire l'immagine" in una biacca diafana e bluastra, dove riecheggiano suoni e voci lontane, metafora della sua morte imminente; il "regista" intende dunque (non) "mostrare" un sè ancora vivo e vitale, perfettamente in grado di progettare il suo proprio messaggio trasfigurante, non secondo i canoni tradizionali. Per fare ciò ricorre tuttavia al "medium" (artistico) rappresentato dal cinema. Ad una sua forma estrema che è pur sempre progetto cinematografico a tutti gli effetti. Credo che Jarman abbia intonato un canto "in blue" proprio alla vitalità del cinema che gli ha permesso di realizzare il suo umanissimo ed insieme artistico progetto. Una cosa è indissolubilmente compenetrata all'altra.
Bella pippa in un topic "veloce".., ma oramai è andata!
[ Questo messaggio è stato modificato da: AlZayd il 16-08-2006 alle 17:19 ] |
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Cronenberg
Reg.: 02 Dic 2003 Messaggi: 2781 Da: GENOVA (GE)
| Inviato: 16-08-2006 18:32 |
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quote: In data 2006-08-16 17:16, AlZayd scrive:
quote: In data 2006-08-14 09:03, Cronenberg scrive:
quote: In data 2006-08-14 03:02, AlZayd scrive:
quote: In data 2006-08-13 19:24, Cronenberg scrive:
Y tu mama tambien di Alfonso Cuaròn
inno alla follia ed alla contraddizione tipica dell'età adoloscenziale. Non senza qualche eccesso e qualche didascalismo di troppo, un film che coinvolge e trascina. Bravi gli interpreti.
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Gran bel film, con qualcosa di più che va ben oltre lo spaccato adolescenziale. Il didascalismo c'è ma non è di troppo, oppure si, ma, perdonabilissimo, è l'ultima cosa che personalmente ho notato. In buona sostanza siamo d'accordo. Meno su "Blue" di Jarman... Un giorno proviamo ad aprire un sondaggio! Ciao Davide!
| Temo risponderemmo solo noi: Trionfo del lato umano e rinnegazione del cinema vs. Trionfo del cinema. "Macchestannoaddì?!?"
Comunque aspettiamoci buone cose da Cuaròn a Venezia Ciao Peppe!
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Una mia prima risposta potrebbe essere: ma il cinema non è forse, tra l'altro, una sorta di summa humanitatis trasfigurante dell'umano umanesimo? E' possibile praticare una scissione, anzi contrapporre la vita (il lato umano) alla sua rappresentazione artistica, allorchè, presupposto, si fa ricorso a questa per esprimere quella?
Proseguendo: nessuna forma di cinema con maiuscola, di ogni genere, tempo e luogo, dal più classico al più destrutturante, perfino l'"anticinema" (esiste? per me no - al limite esiste un cinema di merda -, e chi lo sostiene, sempre a mio avviso, mente, spesso coscientemente per poter fare il mestiere dell'intellettuale - che non coincide esattamente con quello dell'artista -, per "provocare", magari utilmente, ma giusto il tempo di una stagione destinata, quella si, a morire, come muoiono quasi tutti i "saggi"...), ha mai avuto come fine il mero trionfo, o la morte, di se stessa.
Vale per tutte le forme d'Arte.
Su tali suggestioni semmai speculiamo noi spettatori, si arrovellano gli studiosi, i critici, i perdigiorno... Ottimo comunque.
Impossibile che ciò che di fatto vive, anche in un presagio di morte, nella certezza di una morte imminente, sia morto, dal punto di vista della creatività. Avere coscienza del “sé”, è, nella trasfigurazione, sempre segno di vitalismo (altrimenti saremmo per forza di cose dei "dead man walking", già che a questo mondo tutti dobbiamo morire). Con “Blue” Jarman "fa morire l'immagine" in una biacca diafana e bluastra, dove riecheggiano suoni e voci lontane, metafora della sua morte imminente; il "regista" intende dunque (non) "mostrare" un sè ancora vivo e vitale, perfettamente in grado di progettare il suo proprio messaggio trasfigurante, non secondo i canoni tradizionali. Per fare ciò ricorre tuttavia al "medium" (artistico) rappresentato dal cinema. Ad una sua forma estrema che è pur sempre progetto cinematografico a tutti gli effetti. Credo che Jarman abbia intonato un canto "in blue" proprio alla vitalità del cinema che gli ha permesso di realizzare il suo umanissimo ed insieme artistico progetto. Una cosa è indissolubilmente compenetrata all'altra.
Bella pippa in un topic "veloce".., ma oramai è andata!
[ Questo messaggio è stato modificato da: AlZayd il 16-08-2006 alle 17:19 ]
| Proprio per questa coerente e corretta concezione di cinema e humanitas, questa commistione da tutti credo condivisa, muovo una critica ed una provocazione in favore dei concetti estrinsechi da queste due unità. AIDS ed omosessualità. Un binomio ed un dualismo al tempo stesso. Mi sento di potrere immedesimarmi completamente in questo cocnetto formato da questi due termini. Per fare ciò non riesco a far altro che lasciarmi alle spalle il medium artistico, comunque ed innegabilmente presente, in favore di una più libera e spirituale immedesimazione. Jarman ha sofferto e fatto cinema, siamo d'accordo. Per comprendere al meglio questa sua condizione di decadimento e creazione allo stesso tempo, e non distrarmi dal pur innegabile aspetto cinematografico ed antivisivo, comunque audiovisivo (schermo blu e voci lontane), mi vedo costretto ad annullare e come dici te "far morire l'immagine" per entrare psicofisicamente nello stato realizzativo di Jarman. E' forse l'unico caso in cui mi lascio alle spalle il cinema per cercare, sperare di capire l'uomo 'cieco, omosessuale e malato di aids' e non cadere nell'atroce tranello di non compiangerlo abbastanza per un incredibile progetto cinematografico. E' forse il deficit e al contempo il motivo che ho e che tento di soddisfare per amare la vita e la rappresentazione artistica, insieme, appunto.
_________________
L'intelligenza mi nausea.
Bruno Dumont
[ Questo messaggio è stato modificato da: Cronenberg il 16-08-2006 alle 18:33 ] |
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