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Autore Blade Runner
AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 28-09-2005 01:27  
quote:
In data 2005-09-27 21:19, 13Abyss scrive:
ma infatti gli autori ci sono sempre, inevitabilmente.
la differenza sta nel chi riesce a far emergere una personalità nell'oggetto, nel tessuto e chi no.
a sua volta, coloro che non hanno personalità, o che non tendono a sbilanciarla in favore di un non banale disequilibrio visivo come Scott, incappano talvolta in opere che travalicano i limiti della loro creazione per assurgere a vera e propria iconografia delle immagini, distaccandosi, una volta compiuti, proprio da quell'autore che impersona la loro fonte creativa.
Blade Runner appartiene a questa cerchia. non ne ho alcun dubbio, come ho già espresso il perchè non nutro dubbi sulla netta superiorità della director's cut.




Quindi, nel caso del già citato Wise, la (forte) personalità emerge dai suoi film, anche se lo stile non è immeditamente risconoscibile.

_________________
"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" L. Buñuel

[ Questo messaggio è stato modificato da: AlZayd il 28-09-2005 alle 01:28 ]

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13Abyss

Reg.: 20 Lug 2003
Messaggi: 7565
Da: Magliano in T. (GR)
Inviato: 28-09-2005 15:47  
ad essere sincero, uno come Wise non lo ricordo un granchè, forse proprio per la sua appartenenza a stilemi classici...
riportando, finchè possibile, la memoria ad opere come West Side Story o Ultimatum Alla Terra (diversissime per genere, tanto per sottolineare le conferme di Alzayd), non posso che sottoscrivere tutto.
difficle rintracciare orme autoriali nonostante l'implicita "potenza" registica?
beh, ma forse questa è solo una questione della forma scelta: tutti sono capaci di ricavare l'autore quando si trattano opere d'avanguardia (surrealismo, formalismo, impressionismo, etc...), lo sono un pò meno quando incontrano la forma classica.
cosa dovremmo dire, allora, riguardo alla trasparenza di un Ford o di un Wilder? che non sono autori?
migliaia di analisti professionisti, con decostruzioni alla mano, potrebbero smentirci...
_________________
Rubare in Sardegna è il Male.

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 01-10-2005 11:29  
quote:
In data 2005-09-28 15:47, 13Abyss scrive:
ad essere sincero, uno come Wise non lo ricordo un granchè, forse proprio per la sua appartenenza a stilemi classici...
riportando, finchè possibile, la memoria ad opere come West Side Story o Ultimatum Alla Terra (diversissime per genere, tanto per sottolineare le conferme di Alzayd), non posso che sottoscrivere tutto.
difficle rintracciare orme autoriali nonostante l'implicita "potenza" registica?
beh, ma forse questa è solo una questione della forma scelta: tutti sono capaci di ricavare l'autore quando si trattano opere d'avanguardia (surrealismo, formalismo, impressionismo, etc...), lo sono un pò meno quando incontrano la forma classica.
cosa dovremmo dire, allora, riguardo alla trasparenza di un Ford o di un Wilder? che non sono autori?
migliaia di analisti professionisti, con decostruzioni alla mano, potrebbero smentirci...




I segni di Ford e Wilder, di Ophuls, e di mille altri registi.., sono però decisamente più riconoscibili. Ma, come anche tu giustamente ipotizzi, bisogna avere "orecchio", serve la capacità dello studioso. Il pubblico "normale", ravvista l'autorialità (la riuscita dell'opera stessa), se esiste, in ogni singola opera.

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"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" L. Buñuel

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13Abyss

Reg.: 20 Lug 2003
Messaggi: 7565
Da: Magliano in T. (GR)
Inviato: 01-10-2005 17:24  
probabilmente hanno prodotto segni più riconoscibili in quanto precursori di una cifra stilistica a tutto tondo: quella funzionale all'omogeneità della diegesi filmica, del suo succo drammatico, genuflessa ai principi di linearità narrativi. il tutto senza rinunciare a quella stessa autorialità di cui parlavamo, che spesso forniva riscontri (cosa per cui adoro "gente" come Wilder o Ford, Cukor o Hawks) nella sofisticatezza della narrazione per immagini utilizzata. una contrapposizione fra linearità e complessità che solo i grandi hanno saputo rendere al meglio.
lo stesso non potrei affermare per Wise, proprio a causa della mia ignoranza.
tenderei comunque a fidarmi delle tue ipotesi (non sbagli praticamente mai), ripromettendomi un buon recupero di materiale sul regista.

per quanto riguarda il buon vecchio paragone fra studiosi e pubblico di sala, le conclusioni sono inevitabili.
due approcci diametralmente opposti (pur mirando allo stesso risultato di giudizio): il primo richiama l'immediatezza e l'effetto di superficialità (inteso come posto sulla superficie) dell'opera, il suo impatto istantaneo, il secondo segue l'infallibile metodo analitico, decostruisce e ricombina per formare soggettive possibili.
non possono che vincere i secondi.
ma questi ultimi, alla loro prima visione di un'opera, gettano sguardi alla schermo che riflettono la stessa luce, almeno in parte, dei primi: la soave giostra delle immagini.
_________________
Rubare in Sardegna è il Male.

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trelkowski

Reg.: 09 Mar 2006
Messaggi: 107
Da: palermo (PA)
Inviato: 07-04-2006 16:57  
VOTO 9
_________________
Dick Laurant è morto

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 22-10-2006 16:47  
quote:
In data 2005-09-27 23:38, sandrix81 scrive:
ebbene, qualcuno me ne parli.

a questo punto, sono quasi disposto a pagare!




Rivisto oggi.
Secondo me puoi puntarci sopra un milione di dollari e andare a letto tranquillamente, perchè in questo "film" non c'è praticamente nulla.
Esecuzione di una bellissima sceneggiatura -e basta!

_________________
E' una storia che è successa ieri, ma io so che è domani.

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 22-10-2006 17:00  
quote:
In data 2002-03-08 21:14, seanma scrive:
Questo film è descritto come "rivoluzionario"dalpunto di vista della cultura cinematografica:è vero ciò(così mi preparo anche alla visione)




E aggiungo: ahahhahaha!!!

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Verme87

Reg.: 01 Set 2006
Messaggi: 2564
Da: catanzaro (CZ)
Inviato: 22-10-2006 17:25  
a me è piaciuto molto..VOTO 9...ma non ho capito ke fine ha fatto l'ultimo replicante..! sapreste dirmelo?
_________________
JEFF BUCKLEY FORUM

SINEAD O'CONNOR FORUM

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pensolo

Reg.: 11 Gen 2004
Messaggi: 14685
Da: Genova (GE)
Inviato: 22-10-2006 17:55  
quote:
In data 2005-09-27 12:16, royearle scrive:
quote:
In data 2005-09-27 12:00, 13Abyss scrive:
ma parli di quel Revenge con il trittico Quinn-Costner-Stowe?
cazzo, avrò avuto 11 anni l'ultima volta che l'ho visto e, dovendo essere dannatamente sincero, tutto mi ispira tranne che una nuova visione.
ma i ricordi sono incognite, si sa.
quelli di un bambino poi...



Beh, io fino a qualche anno fa non avrei mai potuto immaginare di guardare un film del genere, e che mi piacesse addirittura...



Mamma mia...genio Tony Scott..e gran film Revenge..eri proprio fatto ai tempi.

che Blade Runner sia sopravvalutato è fuor di dubbio ma non è nemmeno sta merda

_________________
E' proprio quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da un'altra prospettiva


[ Questo messaggio è stato modificato da: pensolo il 22-10-2006 alle 17:56 ]

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pkdick

Reg.: 11 Set 2002
Messaggi: 20557
Da: Mercogliano (AV)
Inviato: 22-10-2006 18:23  
vabeh, comunque al di là delle cazzate di sandrix sappiate che a novembre esce in dvd un director's cut restaurato coi controcoglioni, e nel 2007 un cofanetto con tre versioni, le due attuali più una terza che dovrebbe uscire al cinema l'anno prossimo.

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Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 22-10-2006 20:37  
quote:
In data 2006-10-22 16:47, Quilty scrive:
quote:
In data 2005-09-27 23:38, sandrix81 scrive:
ebbene, qualcuno me ne parli.

a questo punto, sono quasi disposto a pagare!




Rivisto oggi.
Secondo me puoi puntarci sopra un milione di dollari e andare a letto tranquillamente, perchè in questo "film" non c'è praticamente nulla.
Esecuzione di una bellissima sceneggiatura -e basta!





Ma come si fa a dire una cosa del genere...
Ma anche come critico prettamente estetico..come si può affermare una simile bestemmia....
Diavolo estetico esci dal corpo di Quilty!
"Una esecuzione di una bellissima sceneggiatura e basta!!!!"

Oddio mi viene l'infarto




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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 22-10-2006 20:44  
E allora muori ma almeno per un film decente. Non fare la fine di m. butterfly che a forza di andare a teatro continua a ingannarsi credendo che A sia B!
_________________
E' una storia che è successa ieri, ma io so che è domani.

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Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 22-10-2006 20:48  
Cazzo adesso chiamo l'esorcista....

: : :
_________________
True love waits...

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Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 13-12-2006 10:33  
Per aggiungere qualche cosa, ma è stato detto tutto in realtà, due sono i principali motivi che rendono questo film una sorta di pietra miliare del genere: la storia d’amore tra Deckart e Rachel e il dialogo tra Roy e Tyrrel che prelude allo scontro finale. Ma andiamo per ordine: perché mai Harrison Ford dovrebbe innamorarsi della replicante Sean Young? La risposta più semplice sarebbe perché anche Deckart è un replicante! In realtà il primum movens dello stato nascente dell’innamoramento è la compartecipazione emotiva a un destino beffardo, che ti priva della vita (“questa vita non è più vita”), ti manipola ricordi e sensazioni (e il sistema tende a omologare i ricordi per potere controllare la tua personalità) e ti utlizza come schiavo. Dice Sean Young: “Io non sono nel business, io sono il business” a sottolineare l’impronta disonesta della manipolazione. Ecco il perché della ribellione, della fuga, della cacciata dall’Eden della colonia extra mondo per cercare le proprie origini nelle mummie con occhiali spessissimi alla piramide Tyrrell. Quella lama di luce che investe il profilo di Sean Young sembra ricordare la Conversione di San Matteo del Caravaggio a San Luigi dei Francesi. Il fascio di luce disegna sul volto della bellissima attrice (che poi si perse nei meandri di Hollywood come una Black Dahlia) una sorta di consapevolezza mista a malinconia e stupore. Sulle note contagiose di Vangelis, Deckart inchioda al muro Rachel e la costringe a mostrare i suoi sentimenti. Come in Agente Segreto Larry Caution di Dio Godard inizia l’alfabetizzazione del sentimento amoroso: “Dì: baciami, dì: ti voglio”; “Stringimi”. I replicanti imparano ad amare. Da quel momento niente sarà più lo stesso, i due stanno cercando di riportare le lancette indietro, rispondono ai loro limiti temporali con la continuità della vita. Almeno questo ricordo non è un innesto fittizio. La loro diversità diventa l’arma rivoluzionaria, la loro anomalia ne rafforza l’unione: ma il Sistema li lascerà fuggire?

L’altro aspetto su cui poggia questo monumento cinematografico è un tema teologico esistenziale.

Il fulcro filosofico del film è l’incontro tra Roy-Hauer e il suo creatore Tyrrell: la possibilità dell’incontro avviene mediante una partita a scacchi (che ripropone un vecchio incontro giocato nel 1851 e definito “l’immortale”, cavallo mangia Regina ma l’Alfiere in Re 7 è scacco matto: in effetti Roy perderà la sua regina Pris Daryl Hannah ma la vittoria finale sarà sua) che gli consente di penetrare dentro la dimora del suo Dio, quindi l’intuizione e il raziocinio conducono al Dio che ci ha creato. Ed ecco il figliol prodigo che si presenta al Padre:

“Quale sarebbe il tuo problema figliolo?”

“La Morte…Io voglio più vita padre…”

“La luce che arde con il doppio di splendore, brucia per metà tempo…non siete stati creati per durare…Godi più che puoi Roy…”

“Padre ho fatto cose per le quali il Dio della Biomeccanica non ti farebbe entrare in Paradiso”.

Questo veloce e apparentemente oscuro scambio di battute rappresenta il fulcro poetico e lo snodo tematico del film. Il replicante Roy rivolgendosi al suo creatore Tyrrell pone il suo bisogno di eternità di fronte alla terminalità della sua condizione, ma colui che è creduto Dio-creatore in realtà smaschera la sua vera natura di pusillanime e affarista, esortando Roy al Carpe Diem, a tralasciare la quantità concentrandosi sulla qualità e sottolineando il discorso edonistico (chi vuol essere lieto sia del domani non c’è certezza). Ma la pronta replica di Roy a Tyrrell è una sorta di lezione morale, e sottolinea i bisogni spirituali del replicante, non gli aspetti materialistici. Con quella risposta il Dio Creatore firma la sua condanna a morte, perché incarna un pragmatismo affaristico (i replicanti in realtà sono semplicemente business, obbedienti alle poco etiche leggi del mercato) che è distante anni luce dalle urgenze metafisiche di questi malati terminali che vivono nel Terrore . Ed è paradossale che sia proprio il replicante a parlare di Paradiso in questo inferno buio e piovoso che è una sorta di specchio decadente delle società consumistiche e materialiste, ed è buffo che sia proprio Roy,un replicante, a ricordare all’umano Tyrrell che il Dio della Biomeccanica giudica su parametri morali. L’uomo si ribella e uccide il Dio Padre. Dio è morto e per il più perfetto dei replicanti il destino è il dissolversi nel nulla. Roy ha vissuto una vita piena e intensa, vedendo con i propri occhi cose precluse alla maggioranza degli esseri viventi. Ma adesso con la sua morte, anche quelle immagini svaniranno, come fotografie sbiadite e corrose dal tempo, anche il cielo stellato finirà, ricordi, sensazioni, odori e nel momento del passaggio definitivo, l’attaccamento ad un barlume di vita diventa disperato. Un chiodo trafigge la mano come se la sofferenza autoinflitta potesse ricordare di essere vivo. Non più il “penso dunque sono” di poco prima davanti a “quella specie di orfano” di JF Sebastian . Ma “soffro dunque sono”.

Ma è giunto il tempo, e la pioggia confonde le lacrime e le disperde, mentre una colomba si libra verso l’alto. Parafrasando una poesia di Edgar Lee Masters: “E mentre Roy parlava con l’anima sulle labbra, l’anima d’improvviso gli sfuggi…”.




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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 19-12-2006 14:53  
quote:
In data 2006-12-13 10:33, Schizobis scrive:
Per aggiungere qualche cosa, ma è stato detto tutto in realtà, due sono i principali motivi che rendono questo film una sorta di pietra miliare del genere: la storia d’amore tra Deckart e Rachel e il dialogo tra Roy e Tyrrel che prelude allo scontro finale.



No ma dai...facci capire: il film sarebbe sensazionale per due meriti di sceneggiatura?
Ma per piacere...

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